Imposta di successione 2025: nuove istruzioni, precompilata e codici tributo da usare

In attuazione della riforma fiscale, il Governo punta alla modifica di alcune norme sull'imposta di successione con l'obiettivo di semplificare i procedimenti.

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  • Novità in arrivo sull’imposta di successione: il Governo ha approvato un decreto legislativo ad hoc per semplificare le procedure e ridurre la documentazione necessaria, operativo da gennaio 2025.
  • L’Agenzia delle Entrate ha introdotto nuove istruzioni e nuovi codici tributo e a febbraio 2025 arriverà anche il modello per la dichiarazione precompilata.
  • Oltre 1.000 euro è possibile pagare l’imposta di successione anche in forma rateizzata.

Nel 2025 arrivano alcune novità che riguardano l’imposta di successione e la relativa dichiarazione. A definire le nuove istruzioni è il Decreto Legislativo del 18 settembre 2024, n. 1391.

Per determinare l’imposta da versare, bisogna quindi prima di tutto procedere con la dichiarazione di successione, da cui poi versare al fisco una percentuale rispetto al valore della successione in base al grado di parentela che sussiste.

Nel 2025 si può pagare a rate se l’importo supera 1.000 euro e sono stati istituiti nuovi codici tributo per l’autoliquidazione e per gli interessi collegati alle rate. Vediamo tutte le novità.

Imposta di successione: le modifiche 2024

L’imposta di successione è stata posta in revisione già l’anno scorso, per cui un comunicato stampa2 pubblicato sul sito web del Governo indicava le novità derivanti dal DEF 2024, il Documento di Economia e Finanza, a tema di successione: al primo punto si possono ancora leggere le modifiche apportate nel 2024 al Testo Unico successioni e donazioni.

Sono state semplificate le procedure e le tasse relative ai bolli e al registro, riducendo gli oneri per i cittadini e le imprese. Le franchigie e le aliquote di imposta applicabili, secondo quanto stabilito dal decreto, dipendono dal valore dei beni e dal rapporto di parentela tra disponente e beneficiario all’atto del trasferimento.

Importante è anche la prima precisazione del decreto, che prevede l’applicazione dell’imposta di successione ai trasferimenti di beni e diritti per causa di morte e anche per donazione o a titolo gratuito, “compresi i trasferimenti derivanti da trust e altri vincoli di destinazione”.

Il Governo ha poi eliminato il riferimento all’istituto di affiliazione, chiarendo che ai fini dell’imposta sono considerati parenti in linea retta anche gli affilianti e gli affiliati.

La dichiarazione di successione precompilata: novità 2025

Sempre in tema di semplificazione delle procedure e di riduzione della documentazione da presentare, il Governo ha intenzione di introdurre la dichiarazione di successione precompilata, che secondo le conferme dell’Agenzia delle Entrate arriverà nel mese di febbraio 2025.

I recenti provvedimenti introducono una sorta di autoliquidazione dell’imposta di successione, che consente ai contribuenti (compresi i residenti all’estero) di determinare in autonomia l’importo dell’imposta dovuta, senza dover attendere una valutazione da parte dell’Agenzia dell’Entrate (come già previsto, per esempio per le imposte di bollo o le tasse ipotecarie). 

Il pagamento dell’imposta, inoltre, deve essere effettuato entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione. Con la dichiarazione telematica, quindi, sarà possibile liquidare in un’unica soluzione le imposte di successione e quelle accessorie, mentre gli altri atti (l’imposta di bollo, quelle ipotecaria e catastale, e i tributi speciali catastali) saranno sostituiti da un tributo unico, da versare eventualmente in misura fissa.

La disciplina del Trust

In materia di successione, il decreto ha stabilito le regole di territorialità per i trasferimenti derivanti da trust e altri vincoli di destinazione, in base alle quali si possono definire due diverse situazioni:

  1. se il promotore del trust è residente in Italia al momento della separazione patrimoniale, l’imposta sarà dovuta su tutti i beni e diritti trasferiti ai beneficiari;
  2. se il promotore è residente all’estero, invece, l’imposta sarà dovuta solo sui beni e diritti trasferiti al beneficiario presenti nel territorio dello Stato italiano.

Un’altra novità, già prevista dalla circolare n. 34/2022 dell’Agenzia delle Entrate sulla tassazione, riguarda la possibilità di versare anticipatamente e volontariamente il tributo al momento del conferimento dei beni, ovvero dell’apertura della successione: ciò sarà valido sia per i trust testamentari, sia per quelli già costituiti.

Imposta di successione: la rateizzazione nel 2025

Una delle principali novità del 2025 intorno a questa imposta è la possibilità di rateizzare le somme superiori a 1.000 euro e di utilizzare gli appositi codici tributo per il versamento.

In caso di rate, il contribuente dovrà versare entro i primi 90 giorni una quota almeno del 20% dell’imposta, da considerarsi come prima rata. Successivamente si parla di otto rate trimestrali di pari importo, che possono arrivare a 12 se la somma complessiva è superiore a 20.000 euro.

Chi sceglie per la rateizzazione dovrà anche provvedere al versamento degli interessi sulle quote dilazionate, mentre i codici tributo da usare saranno i seguenti:

  • codice tributo 1539: “Successioni – Imposta sulle successioni – autoliquidazione”;
  • codice tributo 1635: “Successioni – Imposta sulle successioni – interessi pagamento rateale”.

Nel caso in cui si proceda a saldare quanto dovuto in ritardo, sarà possibile anche in questo caso utilizzare lo strumento del ravvedimento operoso, tramite F24, utilizzando questi codici tributo:

  • codice tributo 1549: “Successioni – Tardiva presentazione della dichiarazione di successione – Sanzione da ravvedimento – imposta sulle successioni – art. 13 d.lgs. n. 472/1997”;
  • codice tributo 1535: “Successioni – Sanzione da ravvedimento – imposte e tasse ipotecarie e catastali e imposta sulle successioni – art. 13 d.lgs. n. 472/1997”;
  • codice tributo 1537: “Successioni – Interessi da ravvedimento – art. 13, D. Lgs. n. 472/1997”.

I codici tributo A139, A150 e A152 sono invece utilizzati per il pagamento di eventuali sanzioni e il codice 9400 per le spese di notifica.

  1. Decreto Legislativo 18 settembre 2024, n. 139, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it ↩︎
  2. Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n.76, Governo Italiano, governo.it ↩︎
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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