Web Tax: come funziona, casi di esclusione e novità con la manovra 2025

Digital Service Tax: ecco come funziona l'imposta, quando si applica, le procedure di dichiarazione e versamento e le novità con la manovra 2025.

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  • L’imposta sui servizi digitali (o web tax) si applica ai ricavi derivanti dalla fornitura di servizi digitali, come la pubblicità e l’accesso alle piattaforme digitali e ammonta al 3% di aliquota.
  • L’obiettivo principale di questa tassa è garantire una maggiore equità fiscale nel contesto dell’economia digitale, con requisiti minimi di legge.
  • Con la manovra 2025 il governo attuale vuole cancellare il tetto dei 750 milioni di euro per l’applicazione della web tax.

L’imposta sui servizi digitali, nota anche come Digital Service Tax o Web Tax, viene applicata sui ricavi derivanti dalla fornitura di determinati servizi digitali. Questa tassa è attuata al 3% sui ricavi ottenuti a livello globale da servizi telematici e digitali.

L’obiettivo principale dell’imposta sui servizi digitali è quello di garantire una maggiore equità fiscale nel contesto dell’economia digitale, in cui molte aziende operano sfruttando le opportunità offerte dalle piattaforme web, spesso aderendo a regimi fiscali vantaggiosi.

Con la Legge di Bilancio 2025 potrebbe arrivare una novità: l’attuale soglia di 750 milioni di euro di fatturato minimo per l’applicazione della tassa potrebbe essere abolita, per cui l’imposta verrà applicata al totale degli operatori in questo ambito. Insieme a questo intervento, si discute dell’innalzamento della ritenuta fiscale sui bitcoin dall’attuale 26% al 42%.

Cos’è l’imposta sui servizi digitali

L’imposta sui servizi digitali è una misura adottata per garantire una maggiore equità fiscale nel settore dell’economia digitale.

L’imposta si applica al 3% dei ricavi derivanti dalla fornitura di servizi digitali come la pubblicità online, l’accesso alle piattaforme web e la trasmissione di dati raccolti dagli utenti. I soggetti interessati al momento devono soddisfare determinati requisiti di ricavi per essere tenuti a pagare l’imposta.

Le procedure di dichiarazione, versamento e obblighi contabili sono regolate dalle norme specifiche. È importante rispettare le regole stabilite dal fisco, anche se molto spesso le grandi realtà si trovano in paesi considerati paradisi fiscali, con vantaggi in termini di tassazione al limite della legalità.

Tuttavia, ci sono alcune esclusioni dall’imposta che riguardano determinati servizi digitali. Queste esclusioni coprono situazioni in cui l’azienda agisce come intermediario o offre servizi specifici attraverso l’interfaccia digitale.

È fondamentale consultare un professionista o fare riferimento alle leggi e ai regolamenti specifici per garantire una corretta comprensione delle disposizioni relative all’imposta sui servizi digitali. In ogni caso, questa tassa rappresenta un tentativo di adattare i sistemi fiscali alla crescente importanza dell’economia digitale e di assicurare una tassazione più equa in questo settore.

Quando si applica l’imposta sui servizi digitali

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La Digital Service Tax si applica quando vengono soddisfatti i requisiti specifici stabiliti dalla legislazione fiscale. Di seguito sono riportate le circostanze in cui l’imposta si deve considerare:

  • fornitura di servizi per veicolare su un’interfaccia digitale pubblicità mirata agli utenti della stessa interfaccia;
  • fornitura di un’interfaccia digitale multilaterale che consente agli utenti di essere in contatto e di interagire tra loro, con l’inclusione della fornitura diretta di beni o servizi;
  • trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale.

È importante notare che l’imposta si applica solo sui ricavi derivanti da questi specifici servizi digitali. Inoltre, l’imposta sarà dovuta solo se gli esercenti attività d’impresa soddisfano i requisiti di ricavi minimi stabiliti dalla legge, di 750 milioni di euro globali. Questo punto però potrebbe cambiare presto.

In generale, le autorità fiscali stabiliscono le linee guida per determinare l’applicazione dell’imposta e per garantire la corretta adesione alla legislazione fiscale. Si consiglia di consultare un professionista fiscale o fare riferimento alle normative specifiche del paese in questione per ottenere informazioni aggiornate e dettagliate sull’applicazione della Digital Service Tax.

Requisiti per l’imposta sui servizi digitali

Per essere soggetti al pagamento della digital tax, gli esercenti attività d’impresa devono soddisfare determinati requisiti:

  • devono avere realizzato un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750.000.000 euro ovunque nel mondo, singolarmente o congiuntamente a livello di gruppo, nell’anno solare precedente. Questo significa che anche le aziende che operano a livello internazionale sono tenute a pagare l’imposta se raggiungono la soglia di ricavi stabilita;
  • devono aver percepito un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiore a 5.500.000 euro nel territorio dello Stato nello stesso periodo. Questo requisito specifica che l’imposta si applica solo alle attività che generano ricavi significativi all’interno del paese in cui è istituita l’imposta.

Legge di Bilancio 2025: le novità sulla Web Tax

La Legge di Bilancio 2025 potrebbe presto introdurre alcune novità in merito al principale requisito che determina il pagamento della Web Tax, ovvero la soglia di 750 milioni di euro di ricavi. Questo limite potrebbe presto scomparire, secondo le volontà del governo attuale, per cui tutti gli operatori del settore, senza distinzioni di dimensioni o fatturato, dovranno provvedere a pagare il 3% di imposta.

Anche la soglia di 5.500.000 euro prodotti all’interno dello Stato Italiano potrebbe presto essere eliminata, ampliando di fatto le realtà che dovranno provvedere al pagamento dell’imposta. La conferma definitiva delle novità arriverà con il testo della manovra 2025, entro la fine dell’anno in corso.

Un altro aspetto rilevante riguarderà l’utilizzo di bitcoin: la ritenuta fiscale sulle plusvalenze che attualmente si attesta al 26% si innalzerà al 42% secondo le volontà del governo, comportando un grosso dispendio da parte di un intero settore. Questa novità riguarderà secondo le prime ipotesi le plusvalenze superiori a 2.000 euro.

Scadenza pagamento Web Tax

I soggetti interessati al pagamento della Digital Tax devono seguire specifiche procedure di dichiarazione, versamento e obblighi contabili.

La dichiarazione deve essere presentata in via telematica entro il 30 giugno di ciascun anno e deve contenere i ricavi percepiti nell’anno solare precedente. Inoltre, il versamento deve essere effettuato entro il 16 maggio utilizzando il modello F24, che è il modulo standard utilizzato per il pagamento delle imposte in Italia.

È importante notare che i soggetti interessati possono richiedere il rimborso dell’imposta versata in eccesso o possono scegliere di riportare il credito all’anno successivo. Questo offre una certa flessibilità nel caso in cui la tassa pagata superi l’importo effettivamente dovuto.

Gli obblighi contabili relativi alla Digital Tax richiedono la presentazione di informazioni dettagliate sui ricavi e sugli elementi quantitativi mensili.

Queste informazioni devono essere indicate nel “Prospetto analitico delle informazioni sui ricavi e sugli elementi quantitativi utilizzati per calcolare l’imposta“.

Inoltre, le rilevazioni contabili devono essere integrate da una relazione denominata “Nota esplicativa delle informazioni sui ricavi e sugli elementi quantitativi utilizzati per calcolare l’imposta“, che deve essere redatta annualmente entro il termine di presentazione della dichiarazione.

I non residenti senza conto corrente in Italia possono effettuare i pagamenti al Bilancio dello Stato tramite bonifico. Questo dovrebbe essere inviato al Capo 8 – Capitolo 1006 (codice IBAN IT43W0100003245348008100600), indicando come causale il codice fiscale, il codice tributo e l’anno di riferimento.

Esclusioni dall’imposta sui servizi digitali

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Non tutti i servizi digitali sono soggetti all’imposta. Esistono alcune esclusioni specifiche previste dalla legge. Tra i servizi digitali esclusi vi sono:

  • la fornitura diretta di beni e servizi nell’ambito di un servizio di intermediazione digitale. Ciò significa che se un’azienda offre direttamente beni o servizi senza agire come intermediario su una piattaforma digitale, non sarà soggetta all’imposta sui servizi digitali;
  • la fornitura di beni o servizi ordinati attraverso il sito web del fornitore stesso, quando il fornitore non svolge funzioni di intermediario. Ad esempio, se un negozio online vende prodotti direttamente attraverso il proprio sito web, senza agire come intermediario per altre parti, non sarà soggetto all’imposta;
  • la messa a disposizione di un’interfaccia digitale il cui scopo esclusivo o principale, in termini di ricavi realizzati, è quello della fornitura agli utenti dell’interfaccia, da parte del soggetto che gestisce l’interfaccia stessa, di contenuti digitali, servizi di comunicazione o servizi di pagamento. Questa esclusione si applica quando l’interfaccia digitale è utilizzata principalmente per offrire contenuti digitali, servizi di comunicazione o servizi di pagamento direttamente agli utenti, senza agire come intermediario;
  • la messa a disposizione di un’interfaccia digitale utilizzata per gestire i sistemi dei regolamenti interbancari. Questa esclusione si applica quando un’interfaccia digitale è utilizzata esclusivamente per gestire i sistemi di pagamento interbancari e non genera ricavi significativi da altri servizi digitali.

Imposta sui servizi digitali – Domande frequenti

Cosa è un servizio digitale?

Un servizio digitale è un tipo di servizio che viene fornito attraverso una piattaforma o un’interfaccia digitale, utilizzando la tecnologia e Internet. Può includere l’accesso a piattaforme web, la fruizione di contenuti online, la comunicazione online, il commercio elettronico, la pubblicità mirata e molto altro.

Chi deve pagare l’imposta sui servizi digitali?

Il soggetto che paga questa tassa è un esercente con un ammontare complessivo di ricavi di almeno 750 milioni di euro in tutto il mondo, o a 5.500.000 euro nel territorio dello Stato nell’anno solare precedente.

Quali sono i contenuti digitali?

Un contenuto digitale è un’informazione, un’opera o un prodotto creato, distribuito o fruibile attraverso supporti elettronici o digitali, come computer, smartphone, internet o altri dispositivi tecnologici.

Autore
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Francesca Di Feo

Redattrice Partitaiva.it

Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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