- Tra tutte le piattaforme di streaming musicale, Spotify è quella più conosciuta, oltre a essere quella dove gli utenti trascorrono più tempo, ascoltano più musica e riproducono un numero maggiore di brani.
- Per guadagnare su Spotify non è obbligatorio aprire la Partita Iva, ma se l’artista ha intenzione di portare avanti anche attività di vendita di beni e servizi, è opportuno mettersi in regola.
- I guadagni di Spotify non sono altissimi se non si è grandi celebrità, ma la piattaforma offre numerose modalità con cui è possibile monetizzare, oltre a registrazioni e pubblicazioni.
Se sei un artista emergente alla ricerca di una piattaforma dove pubblicare i tuoi brani, potresti essere interessato a scoprire quanto si può guadagnare con Spotify, la piattaforma di streaming musicale più conosciuta e utilizzata in Italia e nel mondo.
I servizi offerti da Spotify attirano milioni di utenti ogni mese e i guadagni, seppur non altissimi, variano in base al numero di riproduzioni dei brani (al pari di quanto avviene su Youtube con le visualizzazioni) e alle royalty ottenute. Ci sono dei trucchi e delle strategie che possono aiutare i piccoli artisti a guadagnare di più, in termini monetari e in visibilità.
Ecco una guida completa per scoprire come e quanto guadagnare con Spotify: andiamo a vedere quanti soldi si possono ottenere con le riproduzioni e come ottenere maggiore visibilità sulla piattaforma.
Indice
Cos’è e come funziona Spotify
Spotify è una piattaforma di streaming musicale, disponibile su qualsiasi dispositivo, che permette a tutti gli utenti di riprodurre singoli brani o intere playlist, podcast o stazioni radio di un singolo artista o di un gruppo di artisti.
In un panorama in cui lo streaming è ormai ovunque a pagamento (pensiamo per esempio ad Amazon Music), Spotify offre due tipologie di servizi:
- gratuito con pubblicità e senza limiti di riproduzione;
- abbonamento a pagamento senza pubblicità, con prova gratuita di 30 giorni.
Se sei un giovane artista emergente e hai intenzione di iniziare a guadagnare con Spotify, puoi metterti in gioco sulla piattaforma e iniziare a pubblicare i tuoi brani: per farlo, però, dovrai attivare un profilo Spotify Artista, ovvero uno di quelli con la spunta blu.
In alternativa, è possibile guadagnare su Spotify avviando un podcast: in questo caso il servizio è gratuito e permette a tutti di costruire il proprio podcast personale. Ogni creator può decidere di creare un podcast gratuito oppure a pagamento, fissando in autonomia il prezzo per chi desidera ascoltare gli episodi.
Come guadagnare con Spotify: le royality
Per poter iniziare a caricare i tuoi brani su Spotify dovrai sottoscrivere un abbonamento con un provider di distribuzione digitale: sarà quest’ultimo a occuparsi della creazione del tuo account e a prendersi carico della distribuzione dei tuoi brani per farti migliorare in termini di visibilità e di guadagno.
Sempre tramite il provider che hai scelto potrai ottenere il tuo compenso: Spotify, infatti, paga le etichette e le case di distribuzione anziché direttamente gli artisti. I guadagni ottenuti con la piattaforma, quindi, ti verranno versati dalla casa di distribuzione.
La piattaforma di streaming musicale permette di guadagnare due tipi di royalty:
- royalty di registrazione, i soldi guadagnati dall’artista titolare dei diritti delle registrazioni vengono pagati al concessore di licenza che ha distribuito la musica (solitamente la casa discografica);
- royalty di pubblicazione, ovvero il denaro spettante ai proprietari o agli autori di un brano o una composizione. In questo caso il pagamento viene eseguito agli editori, alle società di gestione e alle agenzie.
In altre parole, ogni volta che un utente Spotify riproduce un brano, a prescindere dal fatto che sia Premium o meno, i titolari dei diritti ricevono le royalty corrispondenti.
Quanto si guadagna con Spotify Playlist
I guadagni di Spotify rientrano nella media delle altre piattaforme di streaming musicale: mentre i grandi artisti possono vivere solo con questa piattaforma, gli emergenti dovranno appoggiarsi a diverse piattaforme soprattutto all’inizio della loro carriera.
Quanto si guadagna con Spotify? La piattaforma offre agli artisti il 70% dei guadagni per ogni ascolto, che equivalgono a 0,07€ per ogni riproduzione.
Contrariamente a quanto si potrebbe aver sentito dire, però, Spotify non paga le royalty agli artisti solo in base al numero di ascolti o riproduzioni del brano, in quanto il pagamento varia in funzione delle modalità di ascolto della musica e secondo gli accordi delle case discografiche.
Bisogna però specificare che i guadagni si calcolano sulla percentuale di ascolti che l’artista ottiene nella fetta complessiva del proprio Paese.
Guadagnare come etichetta discografica su Spotify
Un metodo interessante per ottenere un miglior ranking e migliorare gli introiti è quello di guadagnare su Spotify pubblicando i brani come etichetta discografica.
L’ideale sarebbe affidarsi a degli aggregatori in grado di realizzare una sponsorizzazione più efficace per farti aumentare la visibilità, gli ascolti e quindi anche i guadagni.
Come e quanto vengono pagati gli artisti: alcuni esempi
Il pagamento di Spotify viene erogato generalmente ogni mese ma non direttamente agli artisti: i soldi vengono dati alle etichette o case discografiche che si occuperanno in autonomia di versare agli artisti quanto dovuto.
Per fare alcuni esempi, riportiamo i guadagni Spotify di alcuni artisti italiani per avere un’idea di quanto si può ottenere dalla piattaforma (gli introiti vanno però svuotati di tasse, ritenute fiscali ed eventuali altre spese).
Artista | TOT. ascoltatori mensili | TOTALE |
Guè Pequeno | 2.500.000 ascoltatori | 5.000 euro al mese |
Fabri Fibra | 500.000 ascoltatori | 3.000 euro al mese |
Salmo | 500.000 | 5.000 euro al mese |
Sfera Ebbasta | 1.000.000 | 8.000 euro al mese |
Per guadagnare su Spotify serve la Partita Iva?
Non è sempre obbligatorio aprire la Partita Iva per guadagnare su Spotify, ma ci sono delle situazioni in cui occorre mettersi in regola per non incorrere in sanzioni. Facciamo alcuni esempi.
Un artista che si limita a percepire delle royalties senza svolgere altre attività correlate o continuative, non deve necessariamente aprire la partita Iva, ma deve dichiarare le royalty nella propria dichiarazione dei redditi nel quadro “redditi diversi”.
Questi redditi, inoltre, godono di una tassazione agevolata grazie a un abbattimento forfettario e una tassazione del 20% su un’imponibile ridotto del 75%.
Nel momento in cui l’artista inizia a svolgere attività di vendita di beni e servizi, oppure svolge l’attività in modo continuativo, diviene necessario aprire partita Iva.
Strategie efficaci per guadagnare su Spotify nel 2024
Se hai intenzione di creare un account Artista e di iniziare a guadagnare con Spotify, potrebbero tornarti utili alcune strategie per implementare gli introiti e migliorare la visibilità delle tue playlist.
Come abbiamo visto, collaborare con distributori digitali per diffondere la tua musica su diverse piattaforme di streaming, è un metodo assolutamente efficace per migliorare la visibilità e crescere su Spotify. In questo modo, inoltre, riuscirai ad aumentare i tuoi followers e a promuovere la tua musica.
Per aumentare la tua base di fan puoi decidere di sponsorizzare la tua musica su altri canali social: per esempio Facebook o Instagram, in modo da attirare l’attenzione degli utenti che ti seguono su altri profili.
Infine, puoi pubblicare un maggior numero di contenuti sulla piattaforma per riuscire a ottenere maggiori guadagni da Spotify, senza però perdere qualità nelle pubblicazioni.
Guadagnare su Spotify – Domande frequenti
Ci sono diversi modi per guadagnare su Spotify, le cui royalty si dividono in: royalty di registrazione e di pubblicazione. Altre fonti di guadagno con la piattaforma derivano da playlist, podcast, collaborazioni, ecc.
Spotify offre agli artisti il 70% dei guadagni per ogni ascolto, che si traduce in 0,07€ per riproduzione. Per ritenere valida una riproduzione, però, il brano deve essere stato riprodotto per almeno 30 secondi.
Se un soggetto pubblica la propria musica sulle piattaforme di streaming come Spotify, ma non esercita alcuna attività professionale, non è tenuto ad aprire Partita Iva; al contrario, nel momento in cui l’artista decide di vendere beni o servizi alla piattaforma o svolgere l’attività in modo continuativo, è necessario aprire la Partita Iva per essere in linea con le normative italiane.
Ciao e complimenti per il tuo bell’articolo. Ho una domanda da porti e non trovo risposte esaurienti da nessuna parte. Sono un cantautore e pubblico le mie canzoni dal 2023 su diverse piattaforme tra cui Spotify e fino all’anno scorso, essendo all’inizio, non guadagnavo che qualche manciata di euro. Nel 2024 le cose stanno cambiando e stanno cominciando ad entrare guadagni un po’ piu’ corposi. Premetto che non faccio altre attività se non raccogliere le royalties dal distributore e non mi occupo di vendita ecc ecc. Supponendo che nel 2024 io percepisco 5.000 euro, e partendo da quanto detto da te “Questi redditi, inoltre, godono di una tassazione agevolata grazie a un abbattimento forfettario e una tassazione del 20% su un’imponibile ridotto del 75%”, nel momento in cui dichiaro queste royalties nella dichiarazione dei redditi, quanto andrei a pagare? Ho 53 anni. Grazie mille.
Buongiorno,
fino a 15.000 euro di reddito lo scaglione di tassazione corrispondente è pari al 23%. Se non ha altri redditi, il calcolo avverrà sul 75% del compenso, il 20% è l’importo della ritenuta di acconto.
Grazie per averci scritto