- A livello europeo sono state date direttive specifiche per la global minimum tax, una tassa minima da applicare alle aziende multinazionali.
- L’Europa ha introdotto nel 2022 una apposita normativa sulla tassazione minima da applicare alle grandi multinazionali globali.
- Il 1 luglio 2024 è stato siglato il decreto attuativo che riguarda l’imposta minima nazionale applicabile per le multinazionali in Italia.
L’Europa già da tempo ha dato precise direttive sull’introduzione di una global minimum tax, ovvero una imposizione fiscale minima da applicare alle grandi aziende o multinazionali che operano nel continente europeo.
Si tratta della direttiva UE 2022/2523 del Consiglio del 14 dicembre 2022, a cui è seguita una comunicazione alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, la comunicazione L 328/2022 del 22 dicembre 2022.
La disposizione è inserita nella delega fiscale dell’attuale governo e il decreto è stato sottoposto a consultazione pubblica. Il 1 luglio 2024 è stato siglato il decreto attuativo che riguarda uno dei punti di partenza di questa nuova tassazione, ovvero l’imposta minima nazionale.
Indice
Cos’è la global minimum tax
Si parla di global minimum tax in riferimento all’applicazione di una tassa minima generale alle aziende, nazionali e internazionali, definite come multinazionali o di grosse dimensioni in base ai ricavi percepiti. Si tratta di una disposizione voluta a livello europeo e che tutti i paesi del continente dovranno recepire.
Ad approvare questo intervento, nel 2021, è stato l‘inclusive Framework dell’OCSE, con l’obiettivo di arginare il fenomeno del passaggio degli utili in paesi con fiscalità privilegiata e garantire una concorrenza leale tra stati.
Uno dei problemi intorno alle grosse aziende o multinazionali, riscontrato dagli stati, è proprio quello dei trasferimenti in paesi in cui la tassazione è vantaggiosa o inesistente, a discapito degli altri. Una global minimum tax introdurrebbe una tassa unica per tutte le aziende di questo tipo.
Ma come funzionerà questa tassa? Secondo quanto previsto dall’Unione Europea, le multinazionali o le grandi aziende con ricavi di 750 milioni di euro o superiori, saranno sottoposte ad una tassazione minima del 15% per ogni giurisdizione in cui vanno ad operare.
Si tratta di una disposizione che andrebbe a risolvere le problematiche fiscali esistenti attualmente intorno alle grosse multinazionali. Pensiamo ad esempio a quelle del fintech o che ruotano intorno al settore digitale.
Global minimum tax: arriva l’imposta minima nazionale
In Italia il Dipartimento delle Finanze ha comunicato l’inizio della consultazione, lo scorso 11 settembre 2023, a proposito del nuovo decreto per l’applicazione di queste regole e per la ricezione delle disposizioni europee entro la fine dell’anno.
La consultazione pubblica è stata aperta fino al 1 ottobre 2023. Durante il 2024, tutti i paesi europei, inclusa l’Italia, applicano l’adeguamento delle proprie disposizioni in base alle direttive europee.
Il 1 luglio 2024 il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha siglato il decreto apposito per l’introduzione dell’imposta minima nazionale, uno dei punti di partenza per la tassazione alle multinazionali.
All’interno del decreto legislativo del 27 dicembre 2023 n.2091 rientra quindi anche questa imposta, tra le riforme previste per il sistema fiscale italiano. Si parla di una tassa al 15% per le multinazionali che si trovano in Italia e al momento versano le tasse con imposizione fiscale molto bassa.
Oltre a questa tassa, si prevede l’applicazione di un’imposta minima supplettiva e una integrativa, tuttavia per il momento sono state date specifiche solo per quella nazionale.
Come funziona la global minimum tax
La tassazione minima unica per le multinazionali viene quindi recepita dai singoli stati in base alle normative già presenti e seguendo le indicazioni europee. La tassa verrà quindi applicata in tutta Europa durante il 2024, arrivando all’adeguamento di tutti gli stati.
Con questa nuova tassa, le multinazionali che al momento hanno ampi profitti, ma versano una quantità esigua di tasse, andranno a versare le imposte agli stati in cui operano. Secondo le stime effettuate da OCSE, questo intervento potrebbe portare complessivamente agli stati UE 150 miliardi di dollari di entrate aggiuntive a livello di tassazione.
Secondo le prime decisioni, verranno tenute fuori da questa tassazione tutte le Ong, i fondi pensione e di investimento, oltre agli enti governativi. Ma cosa accadrà nella pratica, alle grandi multinazionali che rientrano in questa tassazione? Dovranno versare almeno il 15% di tasse e questo vuol dire che nel caso in cui attualmente stiano versando una percentuale minore, dovranno pagare la differenza.
Solamente in Italia questa imposizione fiscale potrebbe portare 3 miliardi di euro nelle casse dello stato, sempre secondo previsioni OCSE, che il governo potrebbe utilizzare per coprire alcuni degli interventi messi a punto per la riforma fiscale.
Rimane aperta la questione che riguarda le banche che dovranno provvedere a pagare questa tassa: anche questi istituti, se superano le soglie viste prima, rientrano in questa tassazione. Stessa sorte toccherà a imprese hi-tech oppure a quelle che distribuiscono e vendono energia elettrica o gas.
Global minimum tax – Domande frequenti
Si tratta di un’imposizione fiscale applicata a tutte le multinazionali o aziende di grande dimensione, disposta dall’Unione europea, arrivata anche in Italia.
Questa tassa verrà applicata a tutte le grandi imprese o multinazionali, con almeno 750 milioni di euro di ricavi. In Italia attualmente è stato applicato il decreto per l’imposta minima nazionale.
Per il momento è chiaro che saranno escluse le Ong, enti governativi, i fondi pensione e di investimento.
- Decreto legislativo del 27/12/2023 n. 209, Documentazione Economica e Finanziaria MEF, def.finanze.it ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista