Fuoriuscita dal regime forfettario: l’acconto non va pagato con l’Irpef

Uscendo dal regime fiscale forfettario, l'acconto dell'imposta sostitutiva non va pagato. Ecco perché e tutti i casi particolari.

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  • Chi esce dal regime fiscale forfettario, ad esempio superando il limite di reddito annuo di 85.000 euro, deve passare al regime fiscale ordinario.
  • L’acconto dell’imposta sostitutiva non è dovuto nel caso in cui il contribuente con Partita Iva passi dal regime forfettario al regime ordinario.
  • Nel caso del passaggio, effettuato l’anno precedente, nel Modello Redditi al Quadro LM non si sarà alcuna imposta sostitutiva.

Una Partita Iva oggi può scegliere se aderire al regime fiscale forfettario oppure a quello ordinario, in base ad alcuni requisiti specifici, ma anche alla possibilità di risparmiare sulle tasse. Con il regime fiscale forfettario infatti al posto dell’Irpef si versa una imposta sostitutiva del 5% o del 15% in base al tempo trascorso dall’apertura dell’attività autonoma.

Il limite reddituale annuo per restare nel regime agevolato è di 85.000 euro: superata questa soglia è necessario passare al regime fiscale ordinario, in cui le tasse vengono calcolate a partire dalle normali aliquote Irpef.

La fuoriuscita dal regime forfettario comporta il pagamento dell’imposta sostitutiva come acconto? Secondo il comma 1 dell’articolo 1 L. 97/1997, questo versamento non è necessario. Cerchiamo di fare chiarezza su questo aspetto analizzando le diverse possibilità.

Fuoriuscita dal regime forfettario, come funziona

Sulla fuoriuscita dal regime fiscale forfettario possono sorgere alcuni dubbi, soprattutto nel caso in cui venga superato il limite massimo reddituale previsto per l’adesione al regime fiscale agevolato. Una delle principali modifiche di queste regole degli ultimi anni è l’innalzamento da 65.000 a 85.000 del limite massimo per aderirvi.

Se si supera questa soglia, è necessario passare al regime fiscale ordinario, cominciando a pagare l’Irpef secondo le aliquote previste per legge, al posto dell’imposta sostitutiva al 15% (o al 5%) prevista dal forfettario.

Tuttavia questa fuoriuscita non è uguale per tutti. Chi supera infatti 85.000 euro di reddito, ma rimane entro la soglia dei 100.000, ha più tempo per passare al regime ordinario, perché può attendere l’anno successivo.

Chi invece supera anche la soglia di 100.000 euro, è obbligato a passare subito dal regime fiscale forfettario a quello ordinario. Queste sono le principali regole che determinano la fuoriuscita dal regime fiscale forfettario, tuttavia ci sono altre motivazioni per cui un imprenditore o lavoratore autonomo può scegliere di cambiare regime fiscale.

Può trattarsi ad esempio di una esigenza di modifica dell’organizzazione stessa, con trasformazione in una società, oppure la necessità di ampliare l’area di competenza e il numero di soci dell’attività.

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Fuoriuscita dal regime forfettario e acconto Irpef

Passando dal regime fiscale forfettario a quello ordinario, ci si trova alle prese con diversi versamenti di imposta. Per questo motivo possono sorgere dei dubbi sul versamento dell’acconto Irpef previsto per il regime agevolato.

Secondo il comma 1 dell’articolo 1 L. 97/1997, non è necessario versare questo acconto se si passa al regime ordinario. Facciamo un esempio pratico. Quando il contribuente presenta la dichiarazione dei redditi, e viene effettuato il calcolo delle tasse, l’acconto dell’imposta sostitutiva del 2023 relativa al forfettario non è dovuto se l’uscita da questo regime fiscale è avvenuta nel 2022.

Può invece essere dovuto il versamento per il saldo dell’imposta sostitutiva del 2022, ovvero l’ultimo pagamento relativo alla Partita Iva forfettaria. Chi effettua questo passaggio quindi deve verificare qual è la data effettiva in cui è avvenuta la fuoriuscita dal forfettario, per determinare il tipo di pagamento di imposte da effettuare.

Di conseguenza il Quadro LM del Modello Redditi PF nel caso visti sopra non conterrà nessuna imposta sostitutiva riferita al forfettario, che non si applica più nel nuovo anno.

Casi particolari di fuoriuscita dal regime forfettario

Alcune complicazioni possono avvenire in alcuni casi particolari, nel calcolo delle imposte da versare. Se il contribuente non ha altri redditi, non dovrà versare neppure acconti Irpef, secondo Modello Redditi PF. Potrebbero quindi esserci delle criticità per i seguenti casi particolari:

  • coloro che sono fuoriusciti dal regime forfettario nel 2021 passando all’ordinario nel 2022;
  • chi ha versato un acconto 2022 di imposta sostitutiva che supera 5.000 euro, ovvero che supera il limite per l’F24 senza vincoli;
  • chi si troverà nella condizione di dover versare sia il saldo Irpef 2022 che la prima rata dell’acconto Irpef 2023 negli stessi giorni.

In alcuni casi potrebbe quindi essere necessario un visto di conformità specifico, ma si attendono comunque nuovi chiarimenti a proposito da parte dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto per come trattare le compensazioni su queste somme.

Fuoriuscita dal regime forfettario – Domande frequenti

Come funziona la fuoriuscita dal regime fiscale forfettario?

La fuoriuscita può essere diversa in base alle motivazioni. Se si supera la soglia di 85.000 euro di redditi annui, ma si rimane sotto i 100.000 euro, si può effettuare il passaggio all’ordinario l’anno successivo. Se si superano anche i 100.000 euro, il passaggio è immediato.

In caso di fuoriuscita dal regime forfettario, si paga l’acconto dell’imposta sostitutiva?

In questo caso l’acconto non va pagato, tuttavia bisogna fare attenzione alle date. Trovi maggiori informazioni qui.

Qual è la soglia massima di reddito annuo per il regime forfettario?

La soglia massima è stata recentemente innalzata da 65.000 a 85.000 euro.

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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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