- Il Decreto Omnibus contiene diversi interventi per lavoratori e contribuenti, ma anche una flat tax raddoppiata per tutti quei cittadini stranieri “paperoni” che si trasferiscono nel nostro paese.
- L’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero, che prima era fissata a 100.000 euro, ora sale a 200.000 euro, per cui decadono i vantaggi per gli stranieri ricchi che intendono risiedere in Italia.
- Lo stop al regime agevolato può avere come conseguenza una minore attrattività del paese da parte dei cittadini stranieri.
Il Decreto Omnibus che presto sarà convertito in legge contiene diverse misure ed emendamenti volti a risolvere alcune criticità specifiche di varia natura, a partire dal rifinanziamento del Bonus Psicologo fino alla conferma del Bonus Natale di 100 euro in busta paga per lavoratori dipendenti.
Un’altra importante novità è la modifica al regime agevolato per i cittadini stranieri ricchi che si trasferiscono nel nostro paese, continuando a produrre redditi all’estero. A questo proposito, l’imposta sostitutiva di 100.000 euro viene raddoppiata a 200.000 euro, con la conseguenza di una minore attrattività del paese da parte dei cittadini stranieri.
Vediamo come funzionava l’agevolazione e quali sono le nuove disposizioni in merito alla flat tax dei cittadini stranieri con grandi capitali.
Indice
Flat tax da 100.000 a 200.000 euro per stranieri ricchi
La flat tax applicata sui redditi prodotti all’estero sale quindi da 100.000 a 200.000 euro, ovvero viene raddoppiata per gli stranieri che si spostano in Italia ponendo la propria residenza. Di fatto questa decisione mette un limite alle agevolazioni presenti per chi si trasferisce nel nostro paese pur percependo redditi da un altro Stato, ma non va ad impattare sui redditi che invece tale soggetto percepisce in territorio italiano.
Fino ad ora il regime agevolato è stato possibile esercitando l’apposita opzione, ovvero presentando la dichiarazione dei redditi specifica per accedere al vantaggio fiscale di una flat tax sui redditi prodotti all’estero.
Di fatto l’imposta sostitutiva forfettaria è stata stabilita di 100.000 euro sui redditi dei “paperoni” prodotti all’estero, in base al periodo di imposta specifico. Dal 2025 sarà di 200.000 euro. Per fare un esempio concreto, chi si trasferisce in Italia con un reddito prodotto di 1.000.000 euro, sarà soggetto all’imposta sostitutiva aumentata a 200.000 euro e si troverà a dover versare questa cifra allo Stato italiano.
Ricordiamo che in ogni caso per applicare la tassa unica va considerata la residenza fiscale effettiva del soggetto: se questa è in Italia, ma il reddito è prodotto all’estero, si applica la flat tax. Altrimenti se i ricavi vengono percepiti nel nostro paese si deve tenere conto della normale tassazione sui redditi.
Flat tax raddoppiata: le conseguenze
Un aumento così gravoso della flat tax potrebbe indurre gli stranieri con grandi capitali a non voler trasferire più la propria residenza nel nostro paese: questa sarebbe la diretta conseguenza delle decisioni prese con il Decreto Omnibus. Di fatto questa modifica riguarda i super ricchi, ovvero coloro che detengono redditi molto elevati e decidono di trasferirsi in Italia.
Ricordiamo che aderire ad una flat tax di questo tipo per i così detti “paperoni” può comunque costituire un vantaggio, rispetto al pagamento delle tasse in base alle aliquote IRPEF italiane. Tuttavia questo vantaggio diventerà meno decisivo tramite il raddoppio deciso recentemente.
Come accade già, il regime di vantaggio decade nel momento in cui non si versi correttamente e per intero l’imposta sostitutiva oppure se si sposta nuovamente la residenza in un altro Stato. La durata del regime di flat tax attualmente è di 15 anni, per cui non dovrebbero essere introdotte variazioni.
Su quali redditi si applica la flat tax per stranieri
Andando a vedere nel dettaglio come funziona l’agevolazione, che sarà presente anche il prossimo anno, questa si applica in generale sui redditi prodotti all’estero, per cui non vi è una definizione legislativa di quali sono coinvolti nel dettaglio.
Sono di conseguenza inclusi quelli da lavoro dipendente, autonomo, di impresa, di capitale o diversi. L’unico reddito escluso è quello relativo alle plusvalenze che derivano dalla cessione di partecipazioni qualificate, per cui si applica la tassazione apposita prevista al 26%.
Valeria Oggero
Giornalista