- Lo scorso anno l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una circolare sulla nuova flat tax incrementale, che apporta importanti novità anche per le imprese familiari.
- La flat tax incrementale è un’imposta unica applicata sul margine di guadagno superiore ottenuto rispetto ai tre anni precedenti, valida anche per l’anno in corso.
- Il calcolo del reddito incrementale funziona per le imprese familiari in un modo piuttosto specifico, che per alcuni versi è svantaggioso rispetto all’agevolazione applicata per le altre partite IVA.
La flat tax incrementale si applica quest’anno e ne sono coinvolte anche le imprese familiari, ad eccezione di quelle costituite in società. La tassa piatta incrementale è una misura introdotta dal governo Meloni valida anche nel 2024, in relazione ai ricavi del 2023.
Si tratta di una misura volta a offrire un beneficio fiscale ai contribuenti che esercitano attività di impresa arti o professioni che non adottano il regime forfettario. Sono esclusi, inoltre, i lavoratori dipendenti e le società.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito le modalità di calcolo del reddito incrementale nel caso di imprese familiari e aziende coniugali. Ma vediamo nel dettaglio cosa stabilisce la nuova circolare.
Indice
Cos’è la flat tax incrementale
Il governo Meloni ha introdotto il nuovo regime fiscale della tassa piatta incrementale, valido esclusivamente per i guadagni ricavati quest’anno in più rispetto al valore più alto dei tre anni precedenti. Si tratta di un regime fiscale ad aliquota fissa, pari al 15% su una base imponibile massima di 40.000 euro. L’aliquota, tuttavia, si applica solamente al guadagno aggiuntivo percepito dai lavoratori rispetto ai tre anni precedenti.
È, quindi, una misura fiscale aggiuntiva rispetto alla classica flat tax prevista per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, che attualmente adottano coloro in regime forfettario.
Infatti, l’articolo 1, comma 55, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 recita:
“Per il solo anno 2023, i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfetario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, possono applicare [… ] un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali, calcolata con l’aliquota del 15 per cento su una base imponibile, comunque non superiore a 40.000 euro, pari alla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo determinato nel 2023 e il reddito d’impresa e di lavoro autonomo d’importo più elevato dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, decurtata di un importo pari al 5 per cento di quest’ultimo ammontare”
Da ciò si evince che l’imposta al 15% si applica solamente su una parte del guadagno e non a tutto il reddito percepito durante l’anno.
A fornire ulteriori chiarimenti sul funzionamento di tale misura ci ha pensato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Il ministro, infatti, spiega che si tratta di:
“Un regime sostitutivo opzionale per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfettario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”.
A chi si rivolge la flat tax incrementale
La nuova tassa introdotta dall’esecutivo si rivolge ai lavoratori con partita IVA. Sono naturalmente esclusi i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che lavorano con regime fiscale forfettario.
Per rientrare nella misura, tuttavia, i lavoratori con partita IVA devono aver registrato un incremento del reddito nell’ultimo anno. L’Agenzia delle Entrate elenca quelli che sono i destinatari della flat tax incrementale, ossia:
- le persone fisiche che esercitano attività d’impresa, titolari di reddito di cui all’articolo 55 del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), a prescindere dal regime contabile adottato (escluso il forfettario);
- le persone fisiche che esercitano arti o professioni che conseguono un reddito;
- imprenditori agricoli individuali;
- le imprese familiari non costituite in società.
Sono, invece, esclusi dal beneficio fiscale:
- i redditi che derivano da partecipazioni in società di persone o società di capitali che non siano detenute nell’ambito dell’attività d’impresa dell’imprenditore individuale;
- i redditi che derivano dall’esercizio di arti e professioni in forma associata;
- le partite IVA forfettarie;
- coloro che hanno aperto partita IVA nell’anno in corso;
- i lavoratori dipendenti.
Rientrano nella misura, invece, le imprese familiari che, come chiarisce la risoluzione n. 176/E del 28 aprile 2008 e n la circolare n. 4/E del 18 febbraio 2022, hanno natura individuale e non collettiva. Infatti, è considerato imprenditore unicamente il titolare dell’impresa, che la esercita assumendo in proprio diritti, obbligazioni e la piena responsabilità verso i terzi.
Requisiti delle imprese familiari per la flat tax incrementale
Prima di capire come funziona il calcolo della flat tax incrementale per le imprese familiari, occorre fare una premessa. Infatti, bisogna fare riferimento a quanto disposto dal T.U.I.R., Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, nr. 917, articolo 5 (Redditi prodotti in forma associata).
Infatti, il quarto comma stabilisce che il 49% dei redditi risultante dalla dichiarazione dell’imprenditore delle imprese familiari sono imputati ai familiari che hanno prestato in modo continuativo e prevalente la propria attività di lavoro nell’impresa, in modo proporzionale alla sua quota di partecipazione agli utili. Questo vale a condizione che:
- che i familiari partecipanti all’impresa risultino nominativamente mediante atto pubblico o scrittura pubblica autenticata anteriore all’inizio del periodo di imposta, con apposita indicazione del rapporto di parentela o di affinità con l’imprenditore, che attesti la sottoscrizione dell’imprenditore e dei familiari partecipanti;
- che la dichiarazione dei redditi dell’imprenditore riporti l’indicazione delle quote di partecipazione agli utili spettanti ai familiari;
- che la dichiarazione dei redditi presenti l’attestazione che le quote degli utili sono proporzionate alla qualità e quantità del lavoro prestato nell’impresa, in modo continuativo e prevalente, durante il periodo di imposta di riferimento;
- che ogni familiare riporti nella propria dichiarazione dei redditi di aver prestato attività di lavoro nell’impresa in modo continuativo e prevalente.
Occorre, inoltre, puntualizzare, che l’ordinamento definisce familiari, ai fini delle imposte sui redditi, i seguenti soggetti:
- il coniuge;
- i parenti entro il terzo grado;
- gli affini entro il secondo grado.
Il restante 51% dei ricavi è quindi destinato al titolare dell’impresa familiare.
Flat tax incrementale ridotta per le imprese familiari
Come abbiamo anticipato, la flat tax incrementale del 15% non si applica all’intero reddito percepito, ma solamente a parte di questo, ossia all’incremento rispetto agli ultimi tre anni.
Di conseguenza, l’incremento di reddito deve essere calcolato prendendo in considerazione l’intero reddito conseguito dall’impresa nel 2023. Il reddito dovrà essere, inoltre, comprensivo della quota attribuita al collaboratore familiare o al coniuge.
Tuttavia, è bene chiarire che l’imposta sostitutiva si applica esclusivamente sulla quota di reddito attribuita all’imprenditore. Di conseguenza, per il calcolo della tassa piatta incrementale nelle imprese familiari occorre ricordare che:
- l’incremento reddituale si valuta tenendo conto del reddito prodotto dall’impresa per intero;
- il beneficio della “flat tax incrementale” è riservato solamente al titolare dell’impresa, rapportato alla parte di reddito a lui attribuibile.
Bisogna, poi, verificare si può effettivamente applicare il presupposto della flat tax incrementale. Ciò significa semplicemente verificare che ci sia stato un incremento reddituale rispetto al più alto dei risultati economici conseguiti nel triennio precedente, considerando anche la franchigia del 5%.
Esempio di calcolo
La circolare dell’Agenzia delle Entrate agevola il contribuente nella comprensione della misura riportando un esempio, secondo cui il reddito di impresa o di lavoratore autonomo ammonta a:
- 100.000 euro nel 2023;
- 80.000 euro nel 2022;
- 70.000 euro nel 2021;
- 60.000 euro nel 2020.
In base a questi dati, la differenza tra l’ultimo reddito conseguito (100.000 euro) e il reddito più elevato del triennio precedente (in questo caso 80.000 euro conseguito nel 2022), la differenza ammonta a 20.000 euro.
A questo punto bisogna sottrarre la franchigia al 5% sul reddito più elevato conseguito nel triennio precedente, e quindi agli 80.000 euro, ottenendo il risultato di 4.000 euro.
A questo punto, il reddito soggetto alla flat tax incrementale ammonta a: 20.000 euro – 4.000 euro = 16.000 euro, che sarà la base imponibile della tassa piatta incrementale.
Invece, la differenza tra l’ultimo reddito conseguito, ossia 100.000 euro e la base imponibile della flat tax incrementale, ossia 16.000 euro, ci darà il reddito che confluisce nel reddito complessivo e quindi soggetto ad aliquote Irpef ordinarie, che equivale a 84.000 euro.
Tuttavia, nel caso delle imprese familiari, la flat tax andrà calcolata solamente sulla quota relativa all’imprenditore. Di conseguenza, dalla base imponibile bisogna sottrarre le parti spettanti ai familiari collaboratori. Questo calcolo può essere quindi piuttosto svantaggioso per questo tipo di attività.
Ricordiamo, inoltre, che il limite imposto dalla misura all’applicazione della flat tax incrementale è di 40.000 euro. Va quindi ricordato che, dato che il titolare di un’impresa familiare può percepire solamente il 51% dei ricavi, aumentare tale quota per accedere alla flat tax incrementale è un atto illecito.
Flat tax incrementale – Domande frequenti
La flat tax incrementale è un’imposta sostitutiva all’Irpef del 15%, applicata sulla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo conseguiti nel 2023 e il reddito d’importo più elevato dei tre anni precedenti.
Nel caso delle imprese familiari, bisogna prendere in considerazione il reddito complessivo per verificare che ci sia stato un effettivo incremento, ma l’imposta sostitutiva si applica esclusivamente sulla quota attribuita all’imprenditore.
Possono accedere alla flat tax incrementale le persone fisiche che esercitano attività d’impresa e le persone fisiche che esercitano arti o professioni. Sono escluse le partite IVA soggette a regime forfettario e lavoratori dipendenti.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale