- In calo a settembre la fiducia dei consumatori italiani, preoccupati dall’inflazione.
- Anche la fiducia delle imprese scende rispetto ad agosto.
- Le famiglie sono preoccupate dall’inflazione e riducono le spese.
La fiducia dei consumatori è in deciso calo a settembre. A prevederlo è l’Istat, che stima un calo deciso dell’indice del clima di fiducia dei consumatori e dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese.
Le previsioni di settembre dell’Istat sono in linea con quelle dell’indicatore dei consumi Confcommercio, che ha registrato una riduzione su base annua dell’1,2% ad agosto 2022. Questo è il primo dato negativo che possiamo registrare in questo senso, almeno da febbraio 2021.
Questo è un dato importante da tenere a mente, perché arriva dopo un periodo di deciso recupero della domanda: le famiglie stanno iniziando ad assumere dei comportamenti più prudenti, perché sui loro redditi inizia a pesare la ripresa dell’inflazione.
Indice
Fiducia dei consumatori e delle imprese in discesa
L’inflazione inizia a pesare sulle tasche dei consumatori e sui conti delle imprese. L’Istat ha stimato che nel corso del mese di settembre ci possa essere un netto calo dell’indice di fiducia dei consumatori, destinato a passare da 98,3 a 94,8.
In calo anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che secondo le scale di misura Istat potrebbe passare da 109,2 a 105,2.
L’umore e la fiducia dei consumatori perde terreno un po’ in tutti i settori. L’Istat, infatti, stima un vero e proprio peggioramento di tutte le variabili. Fanno eccezione i giudizi sulla situazione economica famigliare e le prospettive relative al risparmio. A registrare un pesante andamento negativo sono i componenti che costituiscono la fiducia dei consumatori:
- clima economico: passa da 92,9 a 81,3;
- futuro: passa da 96,4 a 91,8;
Più moderati, invece, sono i cali di questi componenti:
- clima personale: da 100,2 a 99,3;
- clima corrente: da 99,7 a 96,9.
Fiducia delle imprese: i numeri
Non è in calo solo la fiducia dei consumatori, ma anche quella delle imprese. In questo caso il peggioramento è stato registrato in tutti i campi, con la sola eccezione delle aziende di costruzione, dove l’indice è salito da 155,8 a 159,5.
Il settore manifatturiero, invece, passa da 104,0 a 101,3, mentre quello del commercio al dettaglio scivola da 113,4 a 110,6. Il calo è particolarmente marcato nei servizi di mercato, dove l’indice è passato da 103,0 a 95,9.
Andando ad analizzare le varie componenti che costituiscono gli indici di fiducia, nelle costruzioni è possibile segnalare che tutte le variabili sono in miglioramento. Per quanto riguarda la manifattura il sentiment è negativo sia quando si chiedono dei giudizi sugli ordini, ma anche quando ci si riferisce alle aspettative sulla produzione. Per quello che riguarda le scorte, queste vengono ritenute in lieve decumulo.
Soffermandosi su quelli che sono i servizi di mercato, l’Istat mette in evidenza che tutte le componenti stanno registrando una dinamica particolarmente negativa. Stessa situazione se ci si sofferma al commercio al dettaglio, dove i giudizi peggiorano e le attese sulle vendite sono in diminuzione.
Fiducia dei consumatori: quanto pesa l’inflazione
Per riuscire a scattare una fotografia completa sulla fiducia dei consumatori e su quella delle imprese, di particolare interesse diventa l’ICC, ossia l’Indicatore dei Consumi Confcommercio, il quale ha registrato alcuni dati relativi all’anno passato. Ha registrato infatti un calo dell’1,2% nel corso del mese di agosto 2021. Questo è il primo dato negativo dal mese di febbraio 2021.
Ma perché questo indicatore è in calo? Dopo un periodo nel quale è stato in netto recupero, ha registrato un cambio di abitudini dei consumatori. Sui redditi delle famiglie inizia a pesare l’inflazione: una situazione che le ha portate ad assumere dei comportamenti più prudenti in materia di consumo.
Il calo registrato dall’indicatore nel confronto con lo stesso mese del 2021 è sintesi di un incremento della domanda per i servizi (+1,0%) e di una riduzione di quella relativa ai beni (-2,4%). Nel frattempo, anche nel 2022 l’inflazione continua a correre, e sulle famiglie e sulle imprese pesa soprattutto l’aumento di prezzo di energia e gas.
L’inflazione ha modificato le abitudini delle famiglie. Ed ha anche modificato la fiducia dei consumatori e delle imprese. La conferma di questa situazione la si ha anche dal ridimensionamento dei consumi, che nel corso degli scorsi mesi aveva toccato solo auto ed alimentari, mentre adesso si allarga anche agli altri scomparti.
Il rallentamento dei consumi si va ad inserire in un contesto nel quale, anche al netto dei rallentamenti subìti nel corso degli ultimi due anni, ad oggi non ha ancora raggiunto i valori pre-pandemici. Nel confronto con i primi otto mesi del 2019 è ancora inferiore del 5,0%. Per i servizi. il calo si attesta all’11,5%.
Fiducia delle famiglie e delle imprese – Domande frequenti
Gli imprenditori sono preoccupati per l’inflazione, per il calo del numero degli ordini e per le aspettative sulla produzione. Ecco i dati Istat.
A preoccupare i consumatori è principalmente la situazione economica della famiglia, che appare oggi meno sicura, anche a causa dell’inflazione.
I consumatori temono principalmente l’inflazione, che sta incidendo direttamente il loro reddito. Le imprese devono affrontare costi maggiori.
Pierpaolo Molinengo
Giornalista