- In Europa l’11,5% delle risorse è ottenuto grazie all’economia circolare.
- L’economia circolare nell’Unione europea cresce con una percentuale dello 0,1%.
- Il tasso di circolarità più alto è stato riscontrato nei Paesi Bassi, per il 27,5%. L’Italia è ben posizionata per il riciclo.
Perché l’economia circolare è importante oggi come oggi? Solo e soltanto nell’Unione europea vengono prodotti qualcosa come 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti.
Questo è il motivo per il quale proprio l’Ue ha aggiornato la legislazione sulla gestione dei rifiuti: l’obiettivo è quello di promuovere la transizione di privati ed aziende verso l’economia circolare, che dovrebbe andare a sostituire il modello di economia lineare attualmente in vigore.
Ma quanto viene portata avanti l’economia circolare nell’Unione europea? Nel 2022, secondo i dati dell’Eurostat1, il tasso di riutilizzo dei materiali ha raggiunto l’11,5%. Questo significa che almeno questa percentuale delle risorse utilizzate nell’Ue proviene da materiali riciclati o di scarto. Ma entriamo un po’ più nel dettaglio.
Indice
La forza dell’economia circolare nell’Ue
All’interno dell’Unione europea, nel 2022, il tasso di utilizzo circolare dei materiali ha raggiunto quota 11,5%. Questo significa, in altre parole, che questa percentuale di risorse proviene da materiali riciclati o di scarto. A rendere noti questi dati è stato l’Eurostat, che ha pubblicato tutte le informazioni sul tasso di utilizzo dei materiali circolari in una recente comunicazione.
Anche se i dati sono incoraggianti, la crescita nel tempo rimane bassa. L’economia circolare cresce, ma di poco. Rispetto al 2021, infatti, il tasso di circolarità è aumentato pochissimo: dello 0,1%.
Nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2020, invece, il tasso risulta essere aumentato di 0,8 punti percentuali. È passato dal 10,7% all’11,5%. Il periodo compreso tra il 2018 ed il 2020 è stato quello in cui sono state registrate le percentuali più elevate: 11,6%.
I paesi dove è stata registrata la crescita maggiore
L’economia circolare non cresce in maniera omogenea in tutti i paesi dell’Unione europea. Sempre nel 2022 il tasso di circolarità più alto è stato registrato nei seguenti paesi:
- Paesi Bassi: 27,5%;
- Belgio: 22,2%;
- Francia: 19,3%.
Al contrario, invece, il tasso di circolarità più basso è stato registrato in:
- Finlandia: 0,6%;
- Romania: 1,4%;
- Irlanda: 1,8%.
Come vengono determinate queste differenti crescite dell’economia circolare nei vari paesi? Le differenze nel tasso non si basano esclusivamente sulla quantità di riciclaggio in ogni nazione, ma anche su alcuni fattori strutturali che compongono le diverse economie nazionali.
L’economia circolare nel mondo
L’Europa si sta muovendo leggermente in controcorrente rispetto al resto del mondo, dove, nonostante gli allarmi sulle crisi ambientali, il tasso di circolarità dell’economia è in diminuzione: nel corso degli ultimi cinque anni si è passati dal 9,1% al 7,2%.
Questo significa, in altre parole, che il Pianeta sta riciclando di meno. Questi sono i dati che emergono dall’edizione pubblicata ad inizio 2023 dal rapporto sull’economia circolare del Circular Economy Network2, in collaborazione con Enea.
All’interno dell’Unione europea, però, l’Italia rimane il Paese più circolare, anche se nel corso degli ultimi cinque anni perde posizioni.
L’economia circolare in Italia
Secondo il Circular Economy Network in Italia il tasso di utilizzo circolare dei materiali è pari al 18,4%: una percentuale che rimane più alta rispetto alla media europea dell’11,7% nel 2021. L’Italia, però, era al 20,6% nel 2020 e al 19,5% nel 2019.
Per quanto riguarda la produttività delle risorse, il nostro Paese insieme alla Francia è davanti alle altre principali economie europee, con 3,2 euro generati per ogni chilo di materiale consumato. L’Italia è in testa alla classifica anche nella percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, speciali e urbani, con il 72%.
Nella classifica complessiva della circolarità delle cinque principali economie dell’Unione Europea (Italia, Germania, Francia, Spagna e Polonia) il nostro paese resta dunque leader, ma nella tendenza degli ultimi cinque anni inizia a perdere delle posizioni: la Spagna ci segue a ruota e sta tenendo un ritmo di cambiamento più veloce dell’Italia.
Gli strumenti per spingere l’economia circolare
Roberto Morabito, direttore del Dipartimento di sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea, ha spiegato che la simbiosi industriale è uno degli strumenti più potenti che, in questo momento, è possibile utilizzare a supporto della transizione circolare dei nostri sistemi produttivi con grandi vantaggi ambientali, economici e sociali.
Morabito ha poi sottolineato i vantaggi di un processo industriale che permette ai prodotti di scarto di una singola azienda di diventare risorse per un’altra azienda.
Anche l’Italia quindi potrebbe dotarsi di un Programma nazionale per la simbiosi industriale, come fanno gli altri paesi, per assicurare la tracciabilità e tenere una contabilità delle risorse scambiate. Il vantaggio economico potrebbe andare dai 7 ai 13 miliardi di euro.
Economia circolare – Domande frequenti
Nell’Ue l’11,5% delle risorse deriva direttamente dall’economia circolare. Si posiziona bene l’Italia, tra i paesi che utilizzano maggiormente questo sistema economico.
Sì, sono in crescita in Europa, anche se la percentuale è vicina allo zero. Tuttavia il resto del mondo registra al contrario una discesa nella circolarità.
A livello globale si ricicla di meno rispetto all’Europa, tanto che la percentuale è passata, nel corso degli ultimi cinque anni, dal 9,1% al 7,2%.
- EU’s circular material use rate slightly up in 2022, Eurostat, ec.europa.eu ↩︎
- Quinto Rapporto sull’Economia Circolare in Italia, Circular Economy Network, circulareconomynetwork.it ↩︎
Pierpaolo Molinengo
Giornalista