- L’economia circolare è un sistema economico che ha l’obiettivo di sostituire l’economia lineare basata sullo schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”.
- Il modello di produzione e consumo dell’economia circolare si basa su cinque pilastri: risorse sostenibili, prodotto come servizio, piattaforme di condivisione, estensione del ciclo di vita, recupero e riciclo.
- L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile si pone 17 obiettivi, o Sustainable Development Goals, SDGs, con 169 target. L’obiettivo numero 12 è dedicato a “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”.
Il mondo moderno ha registrato pericolosi trend in salita nello sfruttamento delle risorse materiali, raggiungendo 98 miliardi di tonnellate di rifiuti nel 2018 e oltre 2,5 miliardi di tonnellate solo nell’Unione Europea. In risposta a questi dati allarmanti, l’UE sta mettendo in campo politiche volte ad un passaggio graduale verso l’economia circolare.
La transizione verso un’economia circolare punta a sostituire l’attuale modello di produzione e consumo, noto come economia lineare. L’attuale modello economico non si è dimostrato in grado di sostenere i ritmi produttivi odierni senza recare danni alla società e all’ambiente.
L’obiettivo dell’economia circolare è quello di creare un modello economico pensato per potersi rigenerare da solo, e quindi diventare ecosostenibile. Ma vediamo qual è il significato di economia circolare, i principi su cui si fonda questo modello economico e i prossimi obiettivi fissati dall’Agenda 2030 dall’ONU.
Indice
Cos’è l’economia circolare
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo basato su condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti, il più a lungo possibile. Con questo modello, quindi, si punta ad estendere il ciclo di vita dei prodotti e alla riduzione dei rifiuti.
Una definizione dell’economia circolare è stata elaborata dalla Ellen MacArthur Foundation:
«è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera».
I punti chiave dell’economia circolare sono tre:
- inclusione;
- sostenibilità;
- innovazione.
Con questo modello economico, quindi, si estende il ciclo di vita dei prodotti riducendo al minimo la produzione di rifiuti. Infatti, nel momento in cui il prodotto termina la sua funzione, i materiali con cui è realizzato vengono reintrodotti nel ciclo economico, generando ulteriore valore.
Differenze tra economia circolare e economia lineare
L’economia lineare, come abbiamo anticipato, si basa su un modello produttivo che si sviluppa sulle seguenti fasi:
- estrazione;
- produzione;
- consumo;
- smaltimento.
Di conseguenza, ogni bene prodotto seguendo questo schema è destinato a generare rifiuti senza rientrare nel ciclo produttivo. In più, questo modello di produzione è caratterizzato da un elevato consumo di energia e da un’eccessiva emissione di anidride carbonica. L’economia lineare ha come obiettivo la produzione di massa che porta inevitabilmente alla sovrapproduzione.
L’economia circolare punta a ridurre i consumi e le emissioni e correggere i difetti dell’economia lineare. Tra gli obiettivi del modello circolare c’è l’estensione del ciclo di vita dei prodotti attraverso il riutilizzo, il riciclo e la riparazione. Infatti, la repair economy è una delle componenti chiave dell’economia circolare.
I tre principi dell’economia circolare
Sono tre i punti cardine dell’economia circolare:
- riduzione dei consumi di materie prime;
- progettazione di prodotti con un ciclo di vita più lungo;
- riciclo.
Questi tre punti cardine dell’economia circolare hanno l’obiettivo di contribuire a salvaguardare il pianeta, e di conseguenza ridurre le emissioni di CO2.
Gli Stati e le organizzazioni internazionali stanno gettando le basi per lo sviluppo dell’economia circolare. Un esempio è il Green Deal Europeo che punta a raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica. Ma anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite sta lavorando per raggiungere uno sviluppo sostenibile, con l’Agenda 2030.
Economia circolare: i 5 pilastri
I 5 pilastri su cui si fonda l’economia circolare sono i seguenti:
- risorse sostenibili: utilizzo di materie riciclabili, biodegradabili e energie rinnovabili;
- prodotto come servizio: una visione nuova del concetto di proprietà, in cui l’azienda produttrice offre al cliente l’utilizzo e il servizio del prodotto;
- piattaforme di condivisione: i proprietari dei beni possono metterli a disposizione degli altri in modo che possano essere riutilizzati;
- estensione del ciclo di vita: realizzare prodotti che durano più a lungo per essere riutilizzati o riparati;
- recupero e riciclo: sviluppo di nuovi cicli produttivi partendo dagli scarti che verranno reimpiegati in altri prodotti.
Ma cinque sono anche le R dei rifiuti introdotte nel 1997 in Italia con il decreto Ronchi. Il decreto puntava alla promozione di una gestione sostenibile dei rifiuti attraverso la strategia nota come delle “5 R”:
- riduzione;
- riuso;
- riciclo;
- raccolta;
- recupero.
Esempi di economia circolare: le startup
Ad oggi sono sempre più numerose le realtà che hanno deciso di adottare un modello di produzione basato sull’economia circolare. In particolare, alcune startup innovative basano il proprio lavoro proprio sui concetti di riciclo e riuso dei prodotti.
Alcune startup sono nate negli ultimi anni anche in Italia, portando avanti e offrendo servizi che si integrano perfettamente con gli obiettivi europei di passaggio ad un nuovo tipo di economia. Queste nuove aziende si basano molto spesso anche sulla tecnologia, impiegata per ottimizzare i processi e offrire servizi veloci e funzionali. Vediamo alcuni esempi di economie circolari.
Too Good To Go
L’applicazione mobile Too Good To Go è stata sviluppata con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare presente purtroppo anche in Italia. La piattaforma offre a tutti la possibilità di partecipare a iniziative volte a limitare gli sprechi che quotidianamente avvengono.
I quattro pilastri su cui si fonda il progetto sono persone, aziende, scuole, politica. Per ogni pilastro sono stati fissati diversi obiettivi che puntano alla riduzione dello spreco alimentare.
Attraverso l’app, gli utenti possono acquistare e ritirare il cibo che è rimasto invenduto da negozi, ristoranti, supermercati, bar e tanto altro, ma ad un prezzo contenuto. Si tratta di un servizio molto utile e allo stesso tempo sostenibile, che garantisce agli alimenti una continuità anche se sono rimasti invenduti presso il negozio fisico che li offre.
The Circle Food
The Circle Food è un’azienda agricola con un modello di sviluppo sostenibile e competitivo. La sua produzione di cibo ed energia non ha impatto sull’ambiente grazie all’utilizzo della tecnologia dell’acquaponica. Questa tecnologia non produce rifiuti o inquinamento, ma combina la produzione di ortaggi con l’allevamento di pesci.
I vantaggi di questa tecnologia sono:
- risparmio di 135 litri di acqua per ogni kg di prodotto;
- risparmio di 33 mila kg di CO2 annui;
- Produzione doppia per ettaro rispetto ai modelli tradizionali;
- 0% di emissioni inquinanti.
Pigmento
Un’altra startup che rientra nell’economia circolare è Pigmento, che si occupa di produrre colorante completamente naturale da destinare al settore tessile e a quello della cosmesi. Pigmento infatti garantisce la creazione di coloranti del tutto naturali da piante e scarti agricoli.
Questa startup permette quindi di utilizzare materiale di scarto per creare qualcosa di nuovo e ecosostenibile. L’obiettivo è quello di offrire una alternativa ai coloranti chimici che inquinano il pianeta, in particolare mari e fiumi, e che sono tossici per l’ambiente e per l’uomo.
Questi coloranti possono essere facilmente acquistati da aziende del settore tessile, ma anche da imprese del mondo della cosmesi, ed essere impiegati per la produzione di nuovi prodotti.
Economia circolare: Agenda 2030
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è stata sottoscritta da193 Paesi membri dell’ONU il 25 settembre 2015. Si tratta di un piano d’azione sviluppato in 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs, con 169 target.
I 17 obiettivi dell’Agenda 2030 sono:
1. porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo;
2. porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile;
3. assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;
4. fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti;
5. raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;
6. garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie;
7. assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni;
8. incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti;
9. costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile;
10. ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni;
11. rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili;
12. garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo;
13. promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico;
14. conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile;
15. proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre;
16. promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile;
17. rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.
L’obiettivo 12 è quello dedicato al consumo e produzione responsabili che, in aggiunta al modello economico circolare, punta a:
- una gestione e un utilizzo efficiente delle risorse naturali;
- la riduzione della produzione di rifiuti;
- la drastica riduzione dello spreco globale di rifiuti alimentari.
Agenda 2030: obiettivo 12
Il modello di produzione e consumo sostenibile ha un obiettivo: fare di più e meglio con meno. I traguardi, o target, prefissati e stabiliti nell’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 sono:
- attuare il Quadro Decennale di Programmi per il Consumo e la Produzione Sostenibili;
- raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali;
- ridurre lo spreco alimentare globale pro-capite e le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura;
- migliorare la gestione eco-compatibile di sostanze chimiche e dei rifiuti durante l’intero ciclo di vita;
- ridurre la produzione di rifiuti;
- incoraggiare imprese e multinazionali ad adottare pratiche sostenibili e informare gli stakeholder con resoconti annuali;
- promuovere pratiche sostenibili in materia di appalti pubblici;
- promuovere l’informazione e la consapevolezza dello sviluppo sostenibile;
- potenziare capacità scientifiche e tecnologiche dei Paesi in via di sviluppo;
- creare strumenti per il monitoraggio degli impatti dello sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile;
- rendere più efficienti i sussidi inefficienti per i combustibili fossili.
Il modello dell’economia circolare è solo il punto di partenza per raggiungere l’obiettivo dello sviluppo sostenibile prefissato dall’ONU.
Per la realizzazione di questi obiettivi sono stati anche introdotti dei principi che puntano alla creazione di nuovi modelli di business. Inoltre, questi obiettivi sono un punto di riferimento per la redazione della dichiarazione non finanziaria, anche nota come bilancio di sostenibilità, obbligatorio per gli enti di interesse pubblico e le aziende di grandi dimensioni.
Vantaggi e incentivi all’economia circolare
I vantaggi dell’economia circolare sono tantissimi, e a goderne sono sia le aziende che i consumatori ma, soprattutto, il pianeta. Ecco alcuni dei vantaggi più importanti dell’economia circolare:
- impulso all’innovazione per produrre beni durevoli e innovativi;
- riduzione delle emissioni nocive disperse nell’ambiente e della pressione ambientale;
- maggiore disponibilità di materie prime;
- crescita economica;
- riduzione dei materiali di scarto.
Per le attività e le imprese nascenti che si muovono nella direzione di un’economia circolare, è anche possibile accedere a sostegni e incentivi specifici. In particolare il Green New Deal propone incentivi mirati e contributi a fondo perduto per le imprese che applicano azioni di ricerca e sviluppo per la transizione ecologica e circolare.
In particolare, per poter beneficiare di questi sostegni, le aziende devono portare avanti progetti che rientrano nelle seguenti categorie:
- decarbonizzazione dell’economia;
- economia circolare;
- riduzione dell’uso della plastica e sostituzione con materiali alternativi;
- rigenerazione urbana;
- turismo sostenibile;
- adattamento e diminuzione dei rischi derivati dal cambiamento climatico sul territorio.
Economia circolare – Domande frequenti
I cinque pilastri dell’economia circolare sono: risorse sostenibili, prodotto come servizio, piattaforme di condivisione, estensione del ciclo di vita, recupero e riciclo. Scopri di cosa si tratta, qui.
L’obiettivo dell’economia circolare è quello di estendere il ciclo di vita dei prodotti riducendo la produzione di rifiuti oltre alla salvaguardia dell’ambiente.
Nell’economia lineare la produzione di un bene porta alla produzione di uno scarto che non verrà reimmesso nel ciclo produttivo, nell’economia circolare si elimina la produzione di rifiuti per rendere ecosostenibile il processo produttivo.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale