- Per diventare truccatrice è consigliabile frequentare corsi di trucco professionale accreditati.
- In media i truccatori guadagnano intorno 1.700 euro netti al mese, ma lo stipendio può essere anche più alto se si lavora come freelance con la Partita Iva.
- Per aprire la Partita Iva come truccatrice i codici Ateco da utilizzare sono i seguenti: “96.09.09 – Servizi alla persona nca”, “96.02.02 – Servizi degli istituti di bellezza” o “90.02.09 – Supporto alle attività artistiche”.
Il mondo dello spettacolo, della moda e degli eventi non può fare a meno di una figura professionale molto importante: la truccatrice. Ma cosa bisogna fare per diventare truccatrice o truccatore?
Non esiste oggi un percorso specifico per intraprendere questa carriera, e le aree di specializzazione sono tantissime. Tuttavia, le aziende prediligono i professionisti con una certa preparazione, e che hanno frequentato corsi di trucco professionale accreditati.
Truccatori e truccatrici hanno, inoltre, la possibilità di lavorare in autonomia, come freelance, aprendo la Partita Iva, se l’attività è continuativa e non occasionale.
Continua a leggere la nostra guida per scoprire come diventare truccatrice, quando è necessario aprire la Partita Iva, come funziona e quali sono i guadagni medi.
Indice
Diventare truccatrice: la formazione
Diventare truccatrice è un percorso non molto diverso da quello previsto per diventare make up artist. Anzi, spesso i due termini sono sinonimi e indicano quella figura professionale che si occupa di realizzare interventi di trucco attraverso l’uso di cosmetici.
Una truccatrice, o truccatore, può lavorare nell’ambito televisivo, per far apparire i soggetti ripresi senza difetti sulla pelle e con un make up impeccabile. Nel campo cinematografico, invece, si occupa anche di creare degli effetti particolari attraverso l’utilizzo del trucco scenico.
Per fare tutto questo, però, è previsto un percorso formativo, non obbligatoriamente universitario. Infatti, ad oggi non sono previsti particolari percorsi di studio per intraprendere questa carriera, ma vi sono tantissimi corsi professionali per truccatori in cui, soprattutto attraverso la pratica, i professionisti del settore trasmettono tips, curiosità e tecniche utili a realizzare i migliori make up.
Ad oggi il settore dei truccatori si divide in due rami ben distinti, disciplinati da diversi riferimenti normativi. I due settori in questione sono:
- trucco artigiano: disciplinato dalla legge 1/90;
- trucco professionale per lo spettacolo: regolamentato dai contratti nazionali del settore.
Nel caso del trucco artigiano, vige l’obbligo di conseguire l’Attestato e dell’Abilitazione di Estetista. Invece, nel secondo caso non sono previsti particolari obblighi per quanto concerne la formazione professionale.
Quanto guadagna una truccatrice
Il guadagno medio di un truccatore varia molto in base a diversi fattori, tra cui il settore di specializzazione e in cui ha scelto di lavorare, il luogo di lavoro, gli anni di esperienza e tanto altro ancora.
Inoltre, i guadagni dipendono anche dal tipo di attività svolta, se come lavoratore o lavoratrice dipendente o come truccatore o truccatrice freelance. In quest’ultimo caso, il o la professionista può lavorare per più clienti senza un rapporto di subordinazione.
Per diventare freelance, spesso diventa necessario avere una Partita Iva. Infatti, nel momento in cui l’attività lavorativa risponde ai requisiti di continuità e professionalità, allora è obbligatoria l’apertura della Partita Iva.
È possibile, al contrario, lavorare senza Partita Iva, emettendo la ritenuta d’acconto, quando si svolge l’attività in maniera occasionale.
Come diventare truccatrice professionista: la Partita Iva
Come abbiamo appena visto, aprire la Partita Iva è obbligatorio per truccatori e truccatrici che svolgono l’attività in modo professionale, continuativo e non occasionale.
Per fare ciò la procedura è molto breve e semplice. Tuttavia, è consigliabile richiedere il supporto di un commercialista in modo da non commettere errori, soprattutto nella compilazione dei documenti burocratici. Infatti, un professionista può guidare il truccatore o la truccatrice in ogni passaggio.
Una volta aperta la Partita Iva, alla truccatrice o al truccatore viene assegnato un codice di 11 cifre, che corrisponde in modo univoco all’attività. Con tale codice il professionista potrà versare i contributi e le imposte, ed emettere le fatture.
In questa fase bisogna prima di tutto individuare il codice Ateco corrispondente all’attività lavorativa. Occorre, poi, stabilire quale regime contabile adottare e aprire una posizione presso l’INPS per versare i contributi previdenziali.
Tuttavia, prima è necessario capire in quale delle seguenti due casistiche si rientra:
- professionista che lavora come truccatore freelance;
- apertura di uno studio.
Nel primo caso, infatti, se il truccatore lavora come freelance viene inquadrato come libero professionista. Invece, nel secondo caso il professionista viene inquadrato come ditta individuale e, quindi, come artigiano.
In entrambi i casi occorre compilare il modello AA9/12 per persone fisiche da inviare all’Agenzia delle Entrate scegliendo tra le seguenti modalità:
- online dal sito dell’Agenzia delle Entrate;
- presso la sede dell’Agenzia delle Entrate di riferimento;
- tramite raccomandata A/R.
1. Codice Ateco
Il codice Ateco è un codice utile non solo a indicare in modo univoco l’attività economica svolta, ma anche a stabilire il coefficiente di redditività, utile anche nel caso del regime forfettario. Infatti, questo coefficiente permette di calcolare la base imponibile su cui applicare le imposte e i contributi previdenziali.
Nel caso dei truccatori, i codici Ateco che si possono utilizzare sono i seguenti:
- codice Ateco 96.09.09: “Servizi alla persona nca”, per i liberi professionisti, con coefficiente di redditività del 67%;
- codice Ateco 96.02.02: “Servizi degli istituti di bellezza”, per artigiani, con coefficiente di redditività del 67%;
- codice Ateco 90.02.09: “Supporto alle attività artistiche”, per artigiani, con coefficiente di redditività del 67%.
È anche possibile aggiungere più di un codice alla Partita Iva in un secondo momento.
2. Regime contabile
Il regime contabile è l’insieme degli obblighi che il professionista deve rispettare nell’esercizio della sua attività.
Il più conveniente al momento è sicuramente il regime forfettario, ma può essere adottato solamente da ditte individuali o liberi professionisti che registrano ricavi fino a 85.000 euro l’anno.
Questo regime è comodo e conveniente perché esonera i professionisti da diversi obblighi, come gli studi di settore e l’invio dell’esterometro, oltre alla tenuta della contabilità ad eccezione delle fatture in entrata e in uscita, numerate in ordine progressivo.
In più, il regime forfettario prevede un’imposta sostitutiva, o flat tax, pari al 15% della base imponibile, calcolata con il coefficiente di redditività sul totale dei guadagni. La flat tax si abbassa al 5% per i primi 5 anni per le startup.
Non è neanche prevista l’applicazione dell’Iva in fattura, e fino al 1° gennaio 2024 non è previsto l’obbligo di fatturazione elettronica se il fatturato è inferiore a 25.000 euro.
Con il regime ordinario, invece, al posto dell’imposta sostitutiva è previsto il pagamento dell’IRPEF e delle addizionali. Tuttavia, con questo regime è possibile portare in detrazione le spese e risparmiare su alcune tasse.
3. Regime previdenziale
I truccatori che figurano come liberi professionisti devono aprire una posizione presso la Gestione Separata INPS, in quanto non hanno una cassa professionale dedicata. In tal caso si deve versare annualmente il 33% del reddito imponibile alla cassa previdenziale.
Invece, i truccatori che aprono una ditta individuale devono aprire una posizione previdenziale alla Gestione Artigiani INPS.
In tal caso è previsto un contributo pari al 24% sulla base imponibile ma è possibile richiedere una riduzione del 35% sui contributi da versare.
Quanto costa diventare truccatrice
Diventare truccatrice comporta un investimento iniziale in termini di formazione: è possibile individuare diversi corsi professionalizzanti, tuttavia alcuni possono anche costare cifre che superano 5.000 euro.
Per diventare truccatrice o truccatore è anche necessario, specialmente se si lavora come freelance, sostenere ulteriori costi. A partire dall’acquisto dei prodotti da utilizzare, fino a tutto il materiale necessario per lavorare in autonomia, e i costi per sostenere il locale in cui si lavora come truccatrice o truccatore.
Prima di intraprendere questa professione è utile farsi assistere da un commercialista per conoscere da vicino gli adempimenti burocratici, e stabilire come procedere in base al budget a disposizione.
Diventare truccatrice – Domande frequenti
Per diventare truccatrice occorre seguire un corso professionale in una scuola o in un’accademia specializzata professionale, scegliendo tra le varie aree di specializzazione, tra cui make up artist di moda, truccatore per il cinema, truccatore per la fotografia.
Lo stipendio medio di una truccatrice è di circa a 20.000 l’anno, o circa €1.700 netti al mese. I guadagni possono essere maggiori lavorando come truccatrice freelance. Leggi quando bisogna aprire la Partita Iva.
La truccatrice può lavorare in vari settori, dalla moda, ai servizi fotografici, dalle sfilate al teatro fino al mondo dello spettacolo e del cinema. Lavora anche per eventi e cerimonie private.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale