Diventare insegnante di yoga: formazione, requisiti e Partita Iva

Per diventare insegnante di yoga non c’è un iter obbligatorio da seguire. Tuttavia, per mettersi in proprio e avviare un’attività continuativa è necessario aprire la Partita Iva. Continua a leggere la guida per sapere come aprila, quali sono le tasse e gli adempimenti.

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diventare insegnante di yoga
  • Ad oggi in Italia non è previsto dalla legge un titolo di studi o professionale da conseguire per essere riconosciuto come insegnante di yoga. Vi sono però corsi formativi facoltativi per imparare il mestiere.
  • Se l’insegnante di yoga esercita l’attività, online o presso una struttura, in modo continuativo e organizzato, è tenuto ad aprire la Partita Iva.
  • I guadagni di un insegnante di yoga possono andare da un minimo di 700 euro fino a superare i 3.500 euro netti al mese.

Lo yoga è una attività fisica e mentale che agisce su ogni aspetto della persona, fino a quello spirituale. Oggi questa pratica, composta di sessioni in aula o a casa da remoto, è molto diffusa.

Le persone che si sono date all’insegnamento di questa disciplina affermano che diventare insegnante di yoga è parte di un percorso che si fa con il corpo e con la mente. Ma ciò che vedremo in questa guida è l’aspetto pratico del diventare insegnante di yoga.

Come per qualsiasi professione, anche in questo caso è necessario seguire una formazione, e per avviare l’attività è indispensabile aprire una Partita Iva e seguire tutte le normative italiane in merito alle procedure fiscali e contabili.

Cosa fa l’insegnante di yoga

L’insegnante di yoga è un istruttore esperto nelle pratiche e negli stili yoga e guida le lezioni di gruppo o individuali. Il compito dell’insegnante di yoga è quello di introdurre i partecipanti alle lezioni a tutto ciò che concerne lo yoga, sia a livello fisico che mentale, insegnando la pratica corretta, le posizioni, le tecniche di respirazione e le sequenze, oltre alla meditazione.

diventare insegnante di yoga partita iva

Questo tipo di attività si può svolgere sia con una classe che con singoli individui, sia in una classe fisica che online. In particolare, con la diffusione dello smart working, questa tipologia di pratica ha avuto molto successo online, per cui chi insegna può valutare la possibilità di garantire lezioni tramite video-corsi.

Per sviluppare questa professione in rete è sufficiente disporre di un software per il collegamento da remoto, e avere un sito web a cui riferirsi può essere una valida soluzione per farsi conoscere sul web.

Come diventare insegnante di yoga: formazione

La legge italiana non prevede una formazione specifica per diventare insegnante di yoga, ma è molto importante, pur essendo solamente facoltativo, seguire dei corsi specializzati presso scuole e istituzioni riconosciute. Al termine può essere anche necessario sostenere un esame per ottenere un vero e proprio diploma, che comunque non è obbligatorio per dedicarsi all’insegnamento.

Ci sono diversi corsi in Italia e all’estero che rilasciano detti diplomi, o attestati di partecipazione, con durate diverse che possono andare dal mese fino a due anni di corso.

Quelli con la durata maggiore solitamente sono i corsi che garantiscono agli allievi, e futuri insegnanti, una preparazione più completa. In Italia esiste la Federazione Italiana Yoga, o FIY.

Ai membri della federazione sono riservati gli Istituti Superiori per la Formazione Insegnanti Yoga, o ISFIY, in cui si adotta il Programma di Base Europeo (PBE) insieme alle direttive di Sarva Yoga International. Il PBE e le direttive di Sarva Yoga International garantiscono ai partecipanti un elevato standard formativo. 

I corsi di formazione degli ISFIY durano 3 o 4 anni, in base al livello di specializzazione che si vuole raggiungere. Inoltre, tali corsi sono riconosciuti da tutti i paesi che aderiscono all’UEY, l’Unione Europea di Yoga, ma anche dalla Sarva Yoga, l’associazione di yoga più antica. Le materie di studio dei corsi ISFIY sono:

  • Asana;
  • Pratyahara, Dharana, Dhyana;
  • filosofie dell’India;
  • pedagogia e didattica dello yoga;
  • deontologia;
  • anatomia e fisiologia;
  • psicologia generale e psicologia della meditazione;
  • alimentazione.

Al termine di ogni anno, i partecipanti devono sostenere gli esami che, se superati, permettono di accedere all’anno successivo.

Diventare insegnante di yoga: requisiti

La pratica yoga è più uno stile di vita che uno sport vero e proprio, e può essere una vocazione anche a livello personale. Proprio per questo non esiste ad oggi un vero e proprio percorso formativo obbligatorio per diventare insegnante di yoga.

Tuttavia, oltre alla passione per questa pratica, sono molto importanti anche la formazione e l’aggiornamento continuo. Questo perché gli insegnanti devono comunque disporre della giusta esperienza e la giusta formazione.

Vi sono centri yoga che impongono alcuni requisiti per dare corsi di yoga. Questi requisiti sono:

  • avere un’esperienza di almeno due anni di pratica yoga;
  • essere maggiorenni (in alcune associazioni l’età minima è 21 anni);
  • avere un’ottima motivazione per insegnare ad una classe.

Diventare insegnante di yoga: sbocchi lavorativi

Una volta ottenuti gli attestati formativi che abbiamo visto sopra, molto utili ma non obbligatori per dedicarsi all’insegnamento, ci sono diversi sbocchi lavorativi e opportunità di carriera.

L’insegnante di yoga, infatti, può tenere corsi presso centri fitness, palestre e wellness center, ma anche in centri yoga specializzati, oppure lavorare presso centri olistici che offrono ai clienti sessioni di yoga e percorsi di mindfulness.

In alternativa può avviare una sua attività aprendo la Partita Iva. Ciò può avvenire sia aprendo un centro yoga fisico, sia online. Come anticipato, è possibile lavorare presso strutture adibite o locali specifici, tuttavia anche le aree aperte come parchi, luoghi come le palestre, oppure uno spazio online possono essere ideali per praticare la professione.

Diventare insegnante di yoga online

Insegnare le pratiche yoga di persona è sempre l’opzione migliore, ma con la pandemia anche lo yoga si è saputo adattare alla tecnologia.

Oggi sono tantissimi gli insegnanti yoga che decidono di svolgere le proprie lezioni online, offrendo corsi alle persone interessate in giro per il mondo.

Insegnare yoga online offre una lunga serie di vantaggi, come la possibilità di avere clienti in tutto il mondo, ridurre i costi di affitto e mantenere alti i guadagni.

Offrendo lezioni pre-registrate, inoltre, insegnare yoga online rappresenta anche un’ottima opportunità per guadagnare in modo passivo. In questo caso il professionista può munirsi di un proprio sito ufficiale, oppure accedere ad un portale di corsi online proponendo le lezioni.

Diventare insegnante di yoga: guadagno

I guadagni di un insegnante di yoga possono andare da un minimo di 700 euro netti al mese, ma possono anche superare i 3.500 euro netti al mese. Lo stipendio medio di un insegnante di yoga è di circa 1.700 euro al mese.

Insegnante yoga freelance

Lavorare come insegnante è possibile come dipendenti di una palestra, oppure di una struttura dedicata a questa pratica, tuttavia la strada del lavoro freelance è la più consigliata per questo genere di disciplina. Mentre nel primo caso il guadagno è derivato da uno stipendio, nel secondo caso è possibile accrescere i propri guadagni sulla base di diversi fattori.

Dall’esperienza maturata alla durata dei corsi e delle lezioni, un insegnante può proporre diverse modalità di accesso alla formazione, per cui il guadagno con una Partita Iva può essere anche molto variabile nel tempo.

Diventare insegnante di yoga: Partita Iva

Come abbiamo anticipato, se si lavora in proprio e non come lavoratore dipendente presso un centro yoga, e l’attività si svolge in modo continuativo e organizzato, diventa obbligatoria l’apertura della Partita Iva.

La Partita Iva consente non solo di emettere fattura, ma anche di versare i contributi e le imposte per conto dell’attività. Il primo passo da compiere per aprire la Partita Iva per svolgere l’attività di insegnante di yoga è quello di compilare il Modello AA9/12 e inviarlo all’Agenzia delle Entrate, che al termine della procedura fornirà il Certificato di attribuzione di Partita Iva.

Per aprire la Partita Iva, tuttavia, è necessario stabilire:

  • il codice Ateco dell’attività;
  • il regime fiscale da adottare (forfettario, ordinario o semplificato);
  • la cassa previdenziale a cui iscriversi.

Tutte queste informazioni e decisioni vanno prese prima di aprire la Partita Iva perché sono richieste anche nel Modello AA9/12. L’inquadramento fiscale per gli insegnanti di yoga è la libera professione, di conseguenza è necessario iscriverti alla Gestione Separata Inps, a cui bisogna versare i contributi.

Partita Iva insegnante di yoga: codice Ateco

Il codice Ateco è un codice numerico a cui corrisponde un’attività economica. Nel caso dell’insegnante di yoga, il codice Ateco da utilizzare è: “85.51.00 – Corsi sportivi e ricreativi“.

Questo codice include le attività di:

  • formazione sportiva;
  • corsi di ginnastica;
  • centri e campi scuola per la formazione sportiva;
  • corsi o scuole di equitazione;
  • corsi di nuoto;
  • istruttori, insegnanti ed allenatori sportivi;
  • corsi di arti marziali;
  • formazione culturale;
  • corsi di giochi di carte;
  • corsi di yoga.

Per questo codice Ateco il coefficiente di redditività è del 78%. Da questa percentuale si calcolano le spese da sostenere per ciò che riguardano le tasse.

Partita Iva insegnante di yoga: regime fiscale

Il regime fiscale riguarda l’insieme degli obblighi che il lavoratore autonomo deve rispettare per poter condurre l’attività. In base al regime scelto, è possibile risparmiare o meno su determinate tasse.

I regimi fiscali da adottare sono tre:

  • forfettario;
  • semplificato;
  • ordinario.

Tra i regimi semplificato e ordinario le differenze sono minime, quindi, andremo a vedere le caratteristiche e le differenze dei regimi ordinario e forfettario.

Insegnante yoga regime forfettario

Regime Forfettario

Il regime forfettario, o agevolato è quello più conveniente per le nuove Partite Iva. Per poter adottare questo regime bisogna presentare alcuni requisiti. Quello più importante riguarda i ricavi. I contribuenti possono accedere al regime forfettario se hanno ricavi inferiori a 65.000 euro.

Una delle caratteristiche del regime forfettario riguarda il calcolo del reddito imponibile per cui ai ricavi conseguiti andrà moltiplicato il coefficiente di redditività che abbiamo visto prima. Sul reddito imponibile vengono calcolate le imposte, ma nel regime forfettario non è prevista alcuna detrazione sulle spese sostenute.

Uno dei vantaggi principali del regime forfettario riguarda l’imposta sostitutiva pari al 15%, che può essere ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività se si rispettano i requisiti.

Per quanto concerne la fatturazione, le Partite Iva con fatturato inferiore ai 25.000 euro annui, fino al 1° gennaio 2024 sono esonerate dall’emissione delle fatture elettroniche.

Con il regime forfettario, nelle fatture emesse:

  • non bisogna inserire l’Iva;
  • non bisogna inserire la ritenuta d’acconto;
  • si applica una marca da bollo del valore di 2 euro per tutte le fatture di importi superiori ai 77,47 euro.

Regime ordinario e semplificato

Se non si rispettano i requisiti richiesti per il regime forfettario, le alternative sono il regime ordinario o quello semplificato. In questi casi, al reddito imponibile, su cui vengono calcolate imposte e contributi, è possibile portare in detrazione o deduzione i costi e le spese sostenute.

Tra le imposte da pagare c’è l’Irpef a scaglioni e addizionali, a partire da 23% fino al 43% in base al reddito. Con il regime ordinario è previsto l’obbligo di fatturazione elettronica. Gli adempimenti previsti con questo regime sono, inoltre:

  • versamento dell’Iva, mensilmente o trimestralmente;
  • dichiarazione Iva all’Agenzia delle Entrate per via telematica su base annuale;
  • comunicazione trimestrale dell’esterometro sulle fatture estere;
  • compilazione del modello ISA per la verifica di ricavi e compensi.

Partita Iva per insegnante di yoga: contributi

Una volta aperta la Partita Iva come insegnate di yoga bisogna versare i contributi previdenziali. I contributi vanno versati in questo caso Gestione Separata Inps, se emetti le tue fatture verso soggetti privati. Per gli insegnanti di yoga non ci sono casse previdenziali specifiche, e questa è la soluzione migliore in caso di Partita Iva.

Rientrando nella categoria dei professionisti, gli insegnanti di yoga versano i contributi alla Gestione previdenziale per il 26,23% del reddito. Ovvero anche i contributi vengono calcolati sulla base di ciò che si guadagna, non vi sono costi fissi da sostenere.

Per chi svolge sia l’attività di insegnante di yoga sia con Partita Iva sia con lavoro dipendente, o si percepisce una pensione, i contributi da versare si riducono al 24%.

Diventare insegnante di yoga – Domande frequenti

Quanto costa un corso per diventare insegnante di yoga?

I corsi per diventare insegnante di yoga possono avere prezzi differenti sia in base alla durata che al tipo di attestato rilasciato. Possono costare da poche centinaia di euro a diverse migliaia.

Come si fa a diventare insegnante di yoga?

In Italia la Legge non stabilisce un iter obbligatorio per diventare insegnante di yoga, ma è consigliabile frequentare corsi di preparazione che rilasciano attestati accreditati.

Quanto guadagna un insegnante di yoga?

I guadagni di un Insegnante di yoga possono andare da un minimo di 700 € al mese, ma possono anche superare i 3.500 € mensili. Ecco come lavorare come freelance in questo settore.

Autore
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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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