- Per diventare cuoco a domicilio occorre possedere l’attestato HACCP e avere una formazione adeguata nel campo della ristorazione.
- Il cuoco a domicilio deve aprire la Partita Iva con il codice Ateco 56.21.00: “catering per eventi, banqueting”.
- Il guadagno medio di un cuoco a domicilio può andare dai 30 ai 150 euro a persona, arrivando anche a più di 2.500 euro al mese.
Una figura professionale sempre più richiesta nell’organizzazione di eventi è lo chef a domicilio. Che si tratti di un compleanno, di una laurea o di un altro tipo di festa privata, lo chef a domicilio può essere un valido supporto.
Ma come diventare cuoco a domicilio? Si tratta di una figura professionale che si sta sviluppando solamente negli ultimi anni in Italia, ma che già da tempo è diffusa all’estero, soprattutto negli Stati Uniti.
Per diventare cuoco a domicilio occorre avere le giuste competenze, gli attestati per trattare alimenti e bevande e aprire la Partita Iva. In questa guida vedremo passo dopo passo come intraprendere questa professione e tutti i requisiti formativi e burocratici previsti.
Indice
Cuoco a domicilio: di cosa si occupa
Lo chef a domicilio, o cuoco a domicilio, è un professionista che viene contattato dal cliente per occuparsi della preparazione delle pietanze per un’occasione speciale in un luogo privato, che può essere una casa o una sala affittata per l’occasione.
Il cuoco, quindi, verifica gli spazi e le attrezzature che ha a disposizione, anche facendo un sopralluogo. Una volta concordato con il cliente il menu da preparare e il numero di persone a tavola, lo stesso cuoco a domicilio si occupa della spesa. Il giorno dell’evento si presenta nel luogo pattuito per preparare le pietanze.
Può preparare pranzi, cene, banchetti e tanto altro, seguendo il menu stabilito insieme al cliente. In alcuni casi, ove pattuito, lo chef si occupa della preparazione del menu in una cucina professionale, o nella propria casa, per portarlo poi nel luogo stabilito, già pronto e senza cucinare sul posto. Al termine dell’evento è sua responsabilità riordinare la cucina eventualmente usata sul posto.
Corsi per diventare cuoco a domicilio
Non basta avere la passione per la cucina per diventare un cuoco a domicilio professionista. Infatti, occorre anche avere una formazione adeguata o una grande esperienza nel settore della ristorazione.
Per quanto riguarda la formazione, gli aspiranti cuochi hanno a disposizione numerosi corsi professionali, alcuni proposti dalla Federazione Italiana Professional Personal Chef.
Gli aspiranti cuochi possono, infatti, scegliere tra:
- corsi teorici e pratici in scuole e accademie di cucina professionali;
- corsi che prevedono degli stage in ristoranti.
Inoltre, sono anche disponibili numerosi corsi online. Questi, tuttavia, hanno lo svantaggio di non offrire un supporto reale da parte di un professionista che osservi e corregga eventuali errori commessi nella preparazione delle pietanze.
La Federazione Italiana Professional Personal Chef si occupa appositamente della formazione di figure professionali anche attraverso lo studio dello statuto e del codice deontologico.
Diventare cuoco a domicilio: requisiti
Per iniziare a lavorare come cuoco a domicilio è necessario che il cuoco possegga i seguenti requisiti:
- almeno 2 anni di esperienza nel campo della ristorazione e della somministrazione di cibi e bevande nei 5 anni precedenti l’inizio dell’attività di chef a domicilio;
- possesso dell’attestato HACCP per la manipolazione e conservazione di alimenti e conoscenza delle norme di igiene;
- avere una formazione specializzata in cucina e ristorazione.
Di conseguenza, per lavorare come chef a domicilio bisogna seguire un corso HACCP per acquisire l’abilitazione a somministrare in sicurezza bevande e alimenti.
A questo punto occorre:
- aprire la Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate;
- aprire una posizione all’INPS e all’INAIL;
- comunicare la SCIA al Comune di riferimento.
Quanto costa diventare cuoco a domicilio
Quando non si ha a disposizione una cucina professionale, è necessario investire per acquistare il minimo indispensabile da utilizzare e spostare tra un cliente e l’altro.
Per questo per diventare cuoco a domicilio è necessario effettuare una spesa iniziale per acquistare la strumentazione adeguata.
Infatti, se in genere lo chef a domicilio utilizza gli attrezzi che trova nella casa dei clienti, a volte potrebbe mancare qualcosa, quindi è opportuno prevedere un investimento iniziale per avere kit da cuoco a domicilio.
In questo kit non possono mancare:
- l’abbigliamento professionale da chef;
- trolley da viaggio per trasportare l’equipaggiamento;
- padelle, risottiera, casseruole;
- coltelli e taglieri;
- pinze, leccapentole, palette, coppapasta;
- guanti monouso;
- termometri alimentari e timer.
Ai costi per diventare cuoco a domicilio bisogna, poi, considerare le spese burocratiche e il costo del commercialista.
Quanto guadagna un cuoco a domicilio
I guadagni di uno chef a domicilio possono essere elevati, e molto dipende dalla bravura dello chef e dalla sua capacità di promuoversi.
In genere, un cuoco a domicilio può chiedere tra i 30 e i 50 euro l’ora se si tratta di un servizio semplice, ma il guadagno può anche andare dai 20 ai 100 euro a persona nei grandi eventi.
Per stabilire un costo si fa riferimento a diversi fattori, tra cui: la bravura e l’esperienza dello chef, la complessità del menu, il periodo, i prezzi della concorrenza, il luogo, il tipo di evento.
Il guadagno non è sempre uguale, è quindi molto variabile, come accade normalmente per chi lavora in autonomia con una Partita Iva.
Diventare cuoco a domicilio: la Partita Iva
Abbiamo già detto che per lavorare come cuoco a domicilio è necessario aprire la Partita Iva. Questo richiede una procedura molto semplice, ma è consigliabile affidarsi ad un commercialista in modo da non commettere errori in questa fase delicata.
Per aprire la Partita Iva occorre prima di tutto individuare il codice Ateco corrispondente all’attività lavorativa e stabilire il regime contabile da adottare, oltre ad aprire una posizione presso l’INPS per versare i contributi previdenziali.
Il passaggio successivo è quello di compilare il modello AA9/12 per persone fisiche da inviare all’Agenzia delle Entrate scegliendo tra le seguenti modalità:
- online dal sito dell’Agenzia delle Entrate;
- presso la sede dell’Agenzia delle Entrate di riferimento;
- tramite raccomandata A/R.
Una volta portata a termine la procedura, il cuoco ottiene un codice a 11 cifre, che corrisponde in modo univoco all’attività, e con questo il professionista versa i contributi e le imposte, ed emette le fatture.
1. Codice Ateco
Il codice Ateco serve sia a identificare in modo univoco l’attività economica, ma anche a stabilire il coefficiente di redditività. Si tratta di un elemento necessario nel caso del regime forfettario che consente di calcolare la base imponibile su cui applicare le imposte e i contributi previdenziali.
Il codice Ateco dello chef a domicilio è il seguente:
- Codice Ateco 56.21.00: “catering per eventi, banqueting”.
Il coefficiente di redditività di questo codice Ateco è del 40% su cui, nel caso di regime contabile forfettario, viene applicata l’imposta sostitutiva.
Anche in un secondo momento il professionista potrà aggiungere altri codici Ateco alla stessa Partita Iva gratuitamente. Questo è utile per i professionisti che affiancano al servizio di chef a domicilio un altro tipo di servizio similare o complementare.
2. Regime contabile
Il regime contabile rappresenta l’insieme degli obblighi previsti nella gestione dell’attività. Il più conveniente è il regime forfettario. Tuttavia, possono aderire a questo regime solamente ditte individuali e liberi professionisti che registrano ricavi fino a 85.000 euro l’anno.
Questo regime ha il vantaggio di liberare i professionisti da diversi obblighi, come gli studi di settore e l’invio dell’esterometro, oltre alla tenuta della contabilità. Fanno eccezione, tuttavia, le fatture in entrata e in uscita numerate in ordine progressivo.
Il regime forfettario è conveniente ed economico perché prevede un’imposta sostitutiva, o flat tax, pari al 15% della base imponibile. Questa è calcolata in base al coefficiente di redditività sul totale dei guadagni. Inoltre, per le startup la flat tax scende al 5% per i primi 5 anni.
Un altro importante vantaggio di questo regime è che non prevede l’applicazione dell’Iva in fattura. In più, fino al 1° gennaio 2024 non è previsto l’obbligo di fatturazione elettronica se il fatturato è inferiore a 25.000 euro.
Con il regime ordinario, invece, non è prevista l’imposta sostitutiva, ma è previsto il pagamento dell’IRPEF e delle addizionali. Il vantaggio, però, è la possibilità di portare in detrazione le spese.
3. Regime previdenziale
Gli chef a domicilio figurano come liberi professionisti senza cassa. Per questo devono aprire una posizione presso la Gestione Separata INPS.
Di conseguenza, sono tenuti a versare annualmente alla cassa previdenziale i contributi, pari al 33% del reddito imponibile. Per gli adempimenti e le scadenze che riguardano la Partita iva, è consigliato per il professionista farsi affiancare da un commercialista.
Diventare cuoco a domicilio – Domande frequenti
Lo chef a domicilio può guadagnare tra i 30 e i 50 euro l’ora, ma per gli eventi più elaborati il prezzo può andare dai 30 ai 150 euro a persona. Leggi la guida ai requisiti per diventare cuoco a domicilio.
Per diventare cuoco a domicilio occorre avere una formazione adeguata, almeno due anni di esperienza nel settore, avere l’attestato HACCP e aprire la Partita Iva. Leggi quali sono i passaggi da seguire per aprire la Partita Iva.
Se l’attività di cuoco a domicilio è svolta in modo professionale, continuativo e non occasionale è obbligatorio aprire la Partita Iva. Ecco come funziona.
Buongiorno, in caso di forfettario start up, sapete quanto sono le spese fisse burocratiche e fiscali? Mi han detto 2600€ di inps l’anno, ma c’è altro immagino…
Grazie
Buongiorno,
oltre a questa cifra dovrebbe considerare il costo per commercialista, imposta sostitutiva, diritti camerali.
Grazie per averci scritto