Diritto all’oblio, esiste per la Camera di Commercio? Ecco cosa sapere

Il diritto all'oblio si può applicare anche sui dati conservati e resi pubblici dalla Camera di Commercio? Ecco le principali sentenze.

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  • Il diritto all’oblio è anche noto come “diritto ad essere dimenticati”, ed è uno strumento che si può applicare in modi diversi in base ai contesti.
  • Ad oggi si fa riferimento al diritto all’oblio soprattutto in materia di diffusione digitale e sul web di informazioni.
  • Secondo la giurisprudenza non esiste un diritto all’oblio da applicare anche alle informazioni contenute al Registro delle Imprese o alla Camera di Commercio.

Il diritto all’oblio costituisce una possibilità ad oggi molto dibattuta e articolata, soprattutto a causa dell’arrivo di internet e della digitalizzazione. Questo diritto rappresenta la possibilità, per le persone fisiche, di essere dimenticate, ovvero la garanzia di non diffusione di particolari informazioni, anche di natura giudiziaria, che possono pregiudicare l’onore di una persona.

La questione del diritto all’oblio si è complicata ulteriormente con l’introduzione delle nuove regole europee sui diritti alla privacy, e alla gestione dei dati degli utenti da parte di chi dispone di piattaforme online in cui è possibile o necessario inserire diverse informazioni.

Tuttavia, come confermato da sentenze recenti, una eccezione alla possibilità di richiedere il diritto all’oblio riguarda le imprese e le società, in relazione ai dati contenuti nel Registro delle Imprese o dalla Camera di Commercio. Approfondiamo qui questi aspetti.

Cos’è il diritto all’oblio

Andiamo a vedere nel dettaglio cos’è e come funziona il diritto all’oblio secondo la legge italiana. Il diritto all’oblio costituisce una garanzia, per le persone fisiche, che impedisce la diffusione di informazioni che possono pregiudicare l’onore di una persona, ovvero in riferimento ai precedenti giudiziari.

Una persona fisica quindi può richiedere l’intervento del diritto all’oblio per non essere esposta per un lungo periodo alle conseguenze negative relative a fatti commessi in passato, o intorno a eventi che sono diventati al centro della cronaca.

Se le informazioni non sono più rilevanti per scopi di cronaca, queste possono quindi essere cancellate, in modo che siano dimenticate. Questo non è possibile quando i fatti sono rilevanti per fatti di cronaca nel momento attuale.

Tuttavia i confini di applicazione del diritto all’oblio non sono sempre facili da individuare, anche perché è necessario comprendere quali informazioni possono essere considerate come di pubblico interesse, e quali invece possono essere dimenticate.

Diritto all’oblio e internet

Anche se il diritto all’oblio esiste da molti anni, ha assunto diverse connotazioni, e una rilevanza maggiore, con l’arrivo di internet e della digitalizzazione. Il web infatti è un vasto mare di informazioni, e talvolta i dati relativi ad una persona possono rimanere online per un periodo di tempo piuttosto lungo.

Oltre al diritto all’oblio, la legge ha stabilito, soprattutto a livello europeo, nuovi standard e regole specifiche per la tutela dei dati e della privacy delle persone.

Parliamo prima di tutto del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 sul diritto connesso alla privacy, ovvero il codice per la tutela dei dati personali. Successivamente, con il Reg. UE 679/2016 è stato proposto un regolamento generale sulla protezione dei dati, in riferimento poi al GDPR.

Attualmente i siti web e le piattaforme online che utilizzano, raccolgono e gestiscono i dati degli utenti devono rendere note al pubblico le finalità di questo utilizzo dei dati, il periodo di conservazione e tutte pe informazioni correlate.

Il regolamento europeo ha quindi potenziato la tutela della privacy dei dati, per cui il diritto all’oblio si può affiancare a queste regole, soprattutto per ciò che riguarda la conservazione di dati per un lungo periodo di tempo.

Questo regolamento contiene anche disposizioni su come gli utenti devono essere informati a proposito dei dati contenuti, conservati e gestiti dalle piattaforme: in breve l’utente deve poter sempre verificare quali dei suoi dati vengono trattati e gestiti dai siti web.

Camera di Commercio e diritto all’oblio

Abbiamo visto che il diritto all’oblio scatta oggi soprattutto in relazione alle informazioni diffuse e contenute su internet. Tuttavia fino ad ora ci si è riferiti al diritto delle persone fisiche. Come viene applicato il diritto all’oblio sulle imprese? Le regole relative alla privacy sono da applicare anche sui dati conservati dal Registro delle Imprese o la Camera di Commercio?

Su questo punto bisogna subito chiarire che non esiste alcun diritto all’oblio per le persone fisiche i cui dati sono contenuti nel Registro delle Imprese o alla Camera di Commercio. Per fare un esempio, a ribadire questa regola è stata la Corte di Giustizia dell’Unione europea con la sentenza del 9 marzo 2017, che ha stabilito che questi dati devono essere mantenuti invariati.

In particolare il Registro delle Imprese ha la funzione di garantire trasparenza sui dati relativi alle società, tutelando i diritti di soggetti terzi nel consultare liberamente queste informazioni. Tra questi dati possono quindi essere inclusi quelli anagrafici degli imprenditori coinvolti nell’impresa, la sua costituzione, scioglimento o eventuale fallimento.

Su questi dati quindi è difficile applicare il diritto all’oblio, secondo anche quanto è stato confermato da ulteriori sentenze sull’argomento. Si parla in questo caso di pubblicità commerciale gestita per una funzione sociale, per cui non si possa applicare la tutela individuale come accade invece per le piattaforme online.

Il caso della società in fallimento

Un esempio chiaro di questa situazione può essere quello di una società fallita, il cui imprenditore chiede che sia applicato il diritto all’oblio per cancellare il proprio nome dal Registro delle Imprese o dalla Camera di Commercio.

Secondo l’interpretazione vista in precedenza, l’imprenditore non potrebbe chiedere l’applicazione al diritto all’oblio per questi dati, che sono ritenuti di pubblica utilità. Tuttavia intorno a questo genere di questione si sono aperti ampi dibattiti, e nella sentenza del 9 marzo 2017 in particolare la Corte di Giustizia Europea ha rimandato la questione all’analisi a livello nazionale.

Anche se in linea generale non è possibile applicare il diritto all’oblio sui dati contenuti nel Registro delle Imprese, si lascia aperta la possibilità di interpretazioni specifiche, in base al tipo di gestione dei dati e alle finalità.

Uno dei rischi correlati all’applicazione eventuale del diritto all’oblio di questi dati è quello di manipolare le informazioni, non rendendole più chiare e trasparenti per i soggetti terzi interessati alla consultazione. Dall’altro lato, il rischio per gli imprenditori i cui dati sono contenuti nel Registro delle Imprese, è quello di non vedere applicato a sufficienza il diritto alla privacy.

Diritto all’oblio e Camera di Commercio – Domande frequenti

Cos’è il diritto all’oblio?

Il diritto all’oblio costituisce una garanzia, per le persone fisiche, che impedisce la diffusione di informazioni che possono pregiudicarne l’onore, anche in riferimento ai precedenti giudiziari.

Come si applica il diritto all’oblio sui dati alla Camera di Commercio?

Sui dati presenti alla Camera di Commercio o al Registro delle Imprese difficilmente si può applicare il diritto all’oblio, in relazione alle informazioni relative alle società.

Come funziona il diritto all’oblio oggi?

Oggi il diritto all’oblio fa riferimento soprattutto alle informazioni e ai dati contenuti presso siti web e piattaforme online, da cui sono scaturite diverse leggi, come il GDPR.

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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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