- La dichiarazione dei redditi scomparirà per lasciare posto solamente alla precompilata.
- In linea teorica i contribuenti saranno completamente autonomi per le pratiche fiscali.
- Nell’arco dei prossimi tre anni verranno perfezionate le precompilate.
Potenziare le dichiarazioni precompilate e fare in modo che diventino la scelta preferita dai contribuenti e dire addio alla dichiarazione dei redditi: questo è, in estrema sintesi, il nuovo obiettivo del legislatore.
Sarà direttamente l’amministrazione tributaria a provvedere alla compilazione della documentazione per conto dei diretti interessati. A prevedere queste importanti novità è una convenzione siglata tra il Ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate, che copre il triennio compreso tra il 2023 ed il 2025.
L’obiettivo è quello di andare a semplificare al massimo gli oneri amministrativi dei contribuenti. Questi ultimi dovranno limitarsi unicamente a verificare ed inviare la dichiarazione precompilata, senza doversi preoccupare di aggiungere eventuali dati che sono stati omessi o andare a correggere eventuali informazioni errate.
Indice
Come cambierà la dichiarazione dei redditi
Nel momento in cui l’obiettivo del Governo devesse essere completamente centrato, i lavoratori autonomi e i dipendenti potranno essere sostanzialmente sgravati di un adempimento importante.
A questo punto non sarà più necessario andare a raccogliere documenti, fatture, contratti e qualsiasi altra certificazione per presentare la dichiarazione dei redditi. Attraverso questa semplificazione amministrativa, si cercherà di andare a potenziare i modelli precompilati.
Sicuramente il punto cardine intorno al quale verterà la convenzione siglata tra il Ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate, nella quale sono contenuti gli obiettivi per il triennio compreso tra il 2023 ed il 2025, è il potenziamento della dichiarazione precompilata. Questo, in estrema sintesi, costituisce lo strumento di maggiore efficacia riservato ai contribuenti.
Quali sono gli obiettivi che ha intenzione di centrare il legislatore? Sostanzialmente lo scopo finale è quello di non richiedere ulteriori correttivi alla dichiarazione precompilata. I compiti in capo al contribuente verranno ridotti: dovranno limitarsi a verificare e ad inviare la dichiarazione dei redditi senza la necessità di aggiungere o correggere eventuali informazioni sbagliate.
Ricordiamo che tra gli obiettivi che sono stati previsti dal PNRR c’è la digitalizzazione dei servizi. Grazie a queste novità, il contribuente avrà la possibilità di diventare completamente autonomo, nel momento in cui dovrà assolvere agli obblighi dichiarativi.
A questo punto, almeno in linea teorica, non dovrebbe più avere bisogno dell’assistenza di un commercialista o del Caf. Sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate a fornire l’assistenza necessaria al contribuente, laddove ne avesse bisogno.
Come avverranno le procedure automatizzate
Quali saranno i compiti del contribuente? Quando dovrà compilare la dichiarazione dei redditi, quest’ultimo dovrà unicamente verificare i dati che vengono inseriti dall’Agenzia delle Entrate. Non sarà tenuto ad apportare delle modifiche o delle integrazioni.
Stando agli ultimi dati in possesso dell’amministrazione fiscale, sono stati almeno 4,2 milioni i contribuenti che hanno utilizzato la dichiarazione precompilata in completa autonomia. Il 22,3% di questi soggetti l’ha utilizzata senza apportare alcun tipo di modifica.
Gli uffici preposti, a questo punto, saranno tenuti ad effettuare ancora molto lavoro prima di poter arrivare ad una dichiarazione precompilata realmente perfetta. Questo perché solo un quinto dei contribuenti sono riusciti ad utilizzarla accettando i dati che ha inserito l’Agenzia delle Entrate, senza la necessità di apportare delle correzioni o inserire eventuali integrazioni.
Purtroppo, continuano ad essere ancora alti i numeri dei contribuenti che segnalano che, all’interno della dichiarazione dei redditi precompilata, sono stati inseriti dei dati errati. La convenzione siglata dall’Agenzia delle Entrate con il Ministero delle Finanze è particolarmente ottimista. Riuscire a raggiungere entro il 2025 gli obiettivi fissati non sembra, infatti, così facile.
Se l’obiettivo del governo trovasse conferma, i lavoratori dipendenti e autonomi potranno essere sgravati di un adempimento importante. Non ci sarà più bisogno di raccogliere documenti, fatture, contratti e altre certificazioni per presentare la dichiarazione dei redditi.
Dichiarazione dei redditi sotto osservazione
Nel corso del prossimo triennio l’Agenzia delle Entrate andrà ad analizzare i dati relativi all’utilizzo delle dichiarazioni precompilate. Sono stati individuati tre indicatori istituzionali, il cui scopo è quello di valutare l’eventuale successo o meno dei vari servizi rivolti ai contribuenti:
- il tasso di copertura di determinati oneri che vengono inseriti all’interno della dichiarazione precompilata, rispetto a quelli che sono stati dichiarati complessivamente. Sotto la lente d’ingrandimento ci saranno le persone fisiche;
- i soggetti per i quali vengono predisposte le bozze dei registri Iva, che dovrebbe essere nell’intervallo tra i 2.300.000 soggetti ed i 2.500.000 soggetti;
- il numero delle dichiarazioni Iva che vengono messe a disposizione agli operatori, nel corso dell’esercizio fiscale precedente. Anche in questo caso, l’operazione dovrebbe coinvolgere tra i 2.300.000 ed i 2.500.000 soggetti.
A questi indicatori se ne andrà ad affiancare un altro, il quale, nel corso del 2023, permetterà di misurare il numero delle dichiarazioni dei redditi precompilate che sono state inviate dai contribuenti.
Benché per il momento l’Agenzia delle Entrate preferisca non sbilanciarsi, la stima è che per quanto riguarda le dichiarazioni dei redditi del 2023, ne possano essere inviate più di 4,1 milioni direttamente dai contribuenti.
Dichiarazione dei redditi – Domande frequenti
L’ipotesi è che nell’arco dei prossimi tre anni i diretti interessati possano diventare autonomi, grazie all’impiego delle precompilate.
Almeno in linea teorica sembrerebbe di sì. I contribuenti dovrebbero essere messi in condizione di muoversi in maniera autonoma. Ecco le previsioni.
No, questo servizio sarà esteso anche ai registri Iva e alle dichiarazioni Iva.
Pierpaolo Molinengo
Giornalista