- Il malfunzionamento della piattaforma per la dichiarazione precompilata – avvenuto ieri sera alle 18:00 circa – ha gettato nel caos il sistema fiscale italiano.
- Questi gravi errori tecnici hanno messo in luce anche una vulnerabilità dei dati personali dei contribuenti.
- Il futuro del sistema delle precompilate dovrà affrontare importanti sfide per garantire accuratezza, affidabilità e rispetto della privacy dei cittadini, al fine di evitare simili episodi nel prossimo futuro.
Centinaia contribuenti italiani e i loro consulenti fiscali si sono trovati ieri a fare i conti con un malfunzionamento della piattaforma online dedicata alla dichiarazione precompilata, gestita dall’Agenzia delle Entrate.
Diversi utenti, come riporta ItaliaOggi, hanno segnalato in massa errori e sviste del sistema. I cassetti fiscali di alcuni contribuenti presentavano infatti Certificazioni Uniche relative a persone sconosciute, con cui i soggetti dichiaravano di non aver mai avuto alcun tipo di rapporto professionale o lavorativo.
Disagi che hanno creato scompiglio non solo tra i contribuenti, ma anche per i consulenti che, in questi giorni, stanno facendo le ore piccole per chiudere le dichiarazioni dei redditi relative all’anno 2022.
Risposta immediata dall’Associazione Nazionale dei Commercialisti
L’Associazione Nazionale dei Commercialisti è stata la voce di migliaia di professionisti esasperati da questa situazione.
Attraverso un comunicato stampa, il presidente Marco Cuchel ha messo in luce le difficoltà affrontate dalla categoria, sottolineando l’incapacità della piattaforma di fornire informazioni accurate e corrette.
“Centinaia di dati personali di cittadini italiani e stranieri sono stati a disposizione di chiunque, con evidente violazione delle più elementari norme sulla privacy, le stesse per le quali noi professionisti siamo sottoposti a controlli continui e sanzioni pesantissime. Ci saremmo aspettati una comunicazione ufficiale su questa grave anomalia e le conseguenti scuse all’utenza. Invece no, solo silenzio, come se la cosa non fosse mai successa e come se, soprattutto, non costituisse un problema”
Molti consulenti hanno trovato i cassetti fiscali dei loro clienti invasi da decine e decine di Certificazioni Uniche relative a persone sconosciute e neanche lontanamente pertinenti al soggetto dichiarante. Un errore non solo frustrante, ma potenzialmente pericoloso.
Ma, come sottolinea ancora Cuchel, il crash si configura come un ennesimo rallentamento nell’invio delle dichiarazioni, trend che va nella direzione esattamente opposta a quella delineata dagli obiettivi di transizione digitale per la Pubblica Amministrazione:
“Non solo: questo grave data breach si aggiunge ai conclamati limiti da cui è afflitto il sistema telematico pubblico, che limita gli accessi o estromette improvvisamente l’utente, costringendolo a ripetere da capo le operazioni”
Preoccupazioni per la privacy dei dati
Oltre ai problemi tecnici, appunto, le disfunzioni sulla piattaforma hanno comportato un serio rischio per la privacy dei contribuenti. Gli utenti hanno avuto accesso a Certificazioni Uniche e a informazioni personali di soggetti terzi. Il che costituisce, di fatto, violazione delle norme sulla protezione dei dati personali.
Una vulnerabilità che ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza dell’anagrafe tributaria e ha messo in discussione la capacità dell’Agenzia delle Entrate di proteggere adeguatamente i dati sensibili dei cittadini.
Sogei SpA, società responsabile per la gestione della piattaforma per conto dell’Agenzia delle Entrate, ha riconosciuto ed ammesso le proprie responsabilità.
Ben 49 i soggetti coinvolti, in particolare stranieri, a causa di un errore nell’omocodia del codice fiscale. Nonostante il malfunzionamento sia durato solo 23 minuti – tra le 18:02 e le 18:25 di ieri – l’impatto sui contribuenti e i loro consulenti è stato significativo, specialmente considerando la scadenza critica del 31 luglio per il pagamento delle imposte, già maggiorate allo 0,40% allo scadere del termine fissato per il 20 luglio.
Conclude Cuchel:
“Tutto questo avviene quest’anno in assenza di proroga del termine per i versamenti, nonostante ANC l’abbia chiesta a gran voce e con ragione, rimanendo purtroppo inascoltata dalle Istituzioni, che sino ad ora non hanno risposto, lasciando la categoria in balìa di un sistema, quello dell’amministrazione finanziaria, che fa acqua da tutte le parti”
L’Agenzia delle Entrate però rassicura: attraverso la convenzione 2023-2025 su cui si è aperto il confronto nei giorni scorsi tra il Ministero dell’economia, l’Agenzia delle entrate e l’Agenzia della riscossione, l’obiettivo sarà quello di ridurre i costi di adempimento dichiarativo per i contribuenti attraverso il consolidamento dei modelli precompilati e ulteriori miglioramenti da apportarvi.
Dall’11 maggio 2023 è consentito l’invio della dichiarazione precompilata modello 730/2023, sia con eventuali modifiche apportate, sia senza, a seguito della disponibilità fornita dall’Agenzia delle Entrate a partire dal 2 maggio. Qui maggiori informazioni.
Per inviare la dichiarazione, sarà necessario accedere al proprio cassetto fiscale, verificare/modificare i dati precompilati, completare i dati mancanti, e inviare la dichiarazione. Ecco cos’è e come accedere al cassetto fiscale.
I dati coperti da privacy sono informazioni personali e sensibili relative agli individui, in sostanza i dettagli che possono identificare una persona. Il Gdpr regola la protezione dei dati personali.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it