- Verranno stanziati nuovi fondi per la ricostruzione dei territori dell’Emilia-Romagna, delle Marche e della Toscana colpiti dall’alluvione.
- Un fondo da 2,5 miliardi di euro andrà a coprire le opere di ricostruzione nel triennio 2023-2025.
- Il 27 giugno è stata approvata dal Consiglio dei Ministri una dotazione finanziaria di 2,741 miliardi di euro per la ricostruzione nei territori travolti dal maltempo.
Arrivano nuovi aiuti destinati alla ricostruzione dei territori di Emilia-Romagna, Marche e Toscana colpiti dall’alluvione degli scorsi mesi.
Questo è quanto prevede il nuovo decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Infatti, in data 5 luglio è stato pubblicato il decreto 88/2023 “Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023”.
All’interno dell’articolo si disciplina il coordinamento delle procedure e delle attività di ricostruzione sui territori delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche interessati dagli eventi alluvionali che si sono verificati a partire dal 1° maggio 2023.
I territori interessati sono quelli elencati nell’allegato 1 al decreto – legge 1° giugno 2023, n. 61. Ma non solo. Infatti, di seguito vedremo quali sono i beneficiari dei nuovi aiuti.
Indice
Alluvione: arrivano nuovi aiuti per la ricostruzione
Con il decreto 88/2023 è stato istituito il nuovo Fondo per la ricostruzione del territorio delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, a seguito dell’alluvione che ha colpito i Comuni in questi territori e del primo Decreto Alluvione messo in campo.
Lo stanziamento complessivo è di 1.000 milioni di euro, suddiviso in 500 milioni di euro per l’anno 2023, in 300 milioni di euro per l’anno 2024 e in 200 milioni di euro per l’anno 2025. Questo fondo è alimentato dalle risultanze del bilancio dello Stato, che ha tagliato nel triennio il Fondo per l’avvio delle opere indifferibili previsto contro il caro materie prime dal Dl 50/2022.
Si aggiungono, poi, ulteriori 1.500 milioni di euro provenienti dalla riassegnazione delle risorse affluite all’entrata del bilancio dello Stato per l’importo di 1.391.503.011 euro e dalle risorse rinvenienti dalle riduzioni per l’importo di 108.496.989 euro. Quindi, questo miliardo e mezzo proviene da quelle somme inutilizzate stanziate dalle leggi di bilancio 2017 e 2019 per il Fondo dedicato agli investimenti e allo sviluppo infrastrutturale del Paese.
Ammonta, quindi, a circa 2,75 miliardi di euro totali il fondo destinato alla ricostruzione dei territori colpiti dall’Alluvione. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha annunciato che il testo sarà un emendamento del Dl “alluvione” (61/2023), che aveva già stanziato risorse pari a 2,2 miliardi per l’emergenza.
Questi sono numeri che possono apparire enormi, ma non sufficienti a coprire la spesa da sostenere. Infatti, basti pensare che la sola regione dell’Emilia-Romagna aveva calcolato un fabbisogno di 1,93 miliardi per la realizzazione delle prime 6mila misure su strade e argini dei fiumi, su un ammontare dei danni stimato in 8,8 miliardi.
Con il nuovo decreto n.88 del 5 luglio 2023, il governo introduce anche la figura del Commissario straordinario alla ricostruzione, oltre alla Cabina di coordinamento per la ricostruzione.
Decreto Ricostruzione Emilia-Romagna: i destinatari
Secondo quanto stabilito dal presente decreto relativo al coordinamento delle procedure e delle attività di ricostruzione sui territori delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, i nuovi aiuti sono destinati ai territori alluvionati.
Stiamo parlando di quei Comuni che sono stati colpiti da eventi alluvionali che si sono verificati a partire dal 1° maggio 2023, e che sono già stati elencati all’interno dell’allegato 1 al decreto- legge 1° giugno 2023, n. 61.
Tuttavia, le disposizioni presenti nel decreto si possono applicare, in alcune circostanze, anche a territori che ad oggi non sono inclusi in detta lista. Infatti, possono beneficiare dei nuovi aiuti anche altri territori delle medesime regioni dell’Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche.
Si tratta dei territori per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con delibere del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2023, del 23 maggio 2023 e del 25 maggio 2023.
Tuttavia, in caso di interventi relativi al patrimonio danneggiato privato, tali misure previste dal decreto sono applicate solamente su richiesta da parte degli interessati e previa dimostrazione. È, quindi, necessaria una perizia asseverata che dimostri del nesso di causalità diretto tra i danni subiti che si sono verificati e gli eventi alluvionali che ci sono stati a partire dal 1° maggio e oggetto degli aiuti.
Commissario straordinario alla ricostruzione per le zone alluvionate
Il decreto istituisce la figura del Commissario straordinario alla ricostruzione. Egli sarà un professionista individuato tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza gestionale per l’incarico da svolgere. Questa figura resterà in carica fino al 20 giugno 2024, con possibilità di rinnovo, secondo il Governo.
Il compito del commissario sarà quello di predisporre entro due mesi cinque piani speciali:
- per le opere pubbliche;
- per i beni culturali danneggiati;
- per gli interventi sui dissesti idrogeologici;
- per le infrastrutture ambientali;
- per le infrastrutture stradali.
La nomina di tale ruolo ricade sul generale Francesco Paolo Figliuolo, mentre i ministri Stefano Bonaccini, Francesco Acquaroli ed Eugenio Giani rivestiranno il ruolo di subcommissari.
Il commissario straordinario alla ricostruzione avrà ampi poteri di ordinanza in deroga a qualsiasi disposizione di legge, ad eccezione del rispetto delle norme penali, dei principi generali dell’ordinamento e del Codice antimafia. Dovrà, inoltre, rispettare i vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea.
Sarà, quindi, il generale Figliuolo a dover programmare le risorse e coordinare gli interventi per la ricostruzione pubblica e privata.
Inoltre, con cadenza semestrale il commissario sarà tenuto ad informare la cabina di coordinamento, un organo presieduto dal commissario che ne affianca l’azione. Questo nuovo organo è composto dai capi dipartimento di Protezione civile e Casa Italia, dai governatori, dai sindaci metropolitani e dai rappresentanti di Anci e Upi.
Il commissario dovrà, entro due mesi, definire gli interventi da effettuare, che saranno suddivisi tra:
- interventi di immediata riparazione per il rafforzamento locale degli edifici residenziali e produttivi che presentano danni lievi;
- di ripristino o ricostruzione degli edifici residenziali e produttivi che presentano danni gravi;
- di ricostruzione integrata dei centri e nuclei storici o urbani gravemente danneggiati o distrutti.
La Cabina di coordinamento per la ricostruzione
Oltre alla figura del Commissario straordinario, il governo istituisce anche la Cabina di coordinamento per la ricostruzione. Questa è composta da:
- Commissario straordinario alla ricostruzione che la presiede;
- Capo del Dipartimento casa Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
- Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
- presidenti delle regioni interessate;
- sindaci metropolitani interessati;
- un rappresentante delle province interessate designato dall’Unione province d’Italia;
- un rappresentante dei comuni interessati designato dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Il compito della Cabina di coordinamento è quello di coadiuvare il Commissario straordinario nelle sue opere di ricostruzione.
Aiuti ai Comuni alluvionati: la ricostruzione
Per quanto concerne la ricostruzione privata, il commissario dovrà individuare gli interventi sul patrimonio danneggiato, distinguendo tra quelli di:
- «immediata riparazione» per rafforzare gli edifici residenziali e produttivi;
- «ripristino o ricostruzione puntuale» delle strutture;
- «ricostruzione integrata» dei centri e nuclei storici distrutti o gravemente danneggiati.
Compito del commissario sarà, inoltre, quello di definire i criteri guida e i parametri per la determinazione dei costi.
Potranno essere erogati contributi per i danni ai fabbricati, a scorte e beni strumentali alle attività produttive, industriali, agricole, zootecniche, artigianali, turistiche, professionali, oltre che per la delocalizzazione temporanea.
È stata, inoltre, confermata la norma prevista dal ministero delle Imprese sull’equiparazione delle zone alluvionate che punta ad offrire nuovi aiuti alle aziende, con le aree di crisi industriale non complessa.
Si prevede anche un’altra proposta del Mimit, che punta a riconoscere la liquidazione immediata del danno nel limite del 30% alle imprese che hanno stipulato una polizza assicurativa.
I soggetti attuatori dei cinque piani di ricostruzione previsti potranno essere le Regioni, che saranno anche autorizzate a delegare i Comuni, ma anche i ministeri della Cultura e delle Infrastrutture, l’agenzia del Demanio, le diocesi e le università.
Alluvione – Domande frequenti
Per i territori di Emilia-Romagna, Marche e Toscana colpiti dall’alluvione, il governo ha stanziato un totale di oltre 2,5 miliardi di euro necessari per la ricostruzione. Gli aiuti saranno ripartiti nel triennio 2023-2025.
Il Commissario straordinario alla ricostruzione dovrà predisporre i cinque piani speciali per la ricostruzione dei territori alluvionati e gestire le spese necessarie. Sarà, inoltre, supportato dalla cabina di coordinamento.
Il Commissario straordinario alla ricostruzione dovrà definire i processi di ricostruzione suddividendo gli interventi tra quelli di immediata ricostruzione, quelli di ripristino o ricostruzione puntuale e di ricostruzione integrata. Scopri tutti i dettagli qui
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale