- Con il Decreto Coesione arrivano alcune importanti novità per imprese e partite Iva: vengono disposti nuovi incentivi per la creazione e lo sviluppo delle attività.
- Arrivano con il decreto alcuni bonus che incentivano l’autoimprenditorialità: da un lato si prevede un voucher per l’acquisto di beni o servizi, dall’altro lato nuovi contributi a fondo perduto.
- Le novità includono anche l’accesso a diverse forme di sgravio contributivo per i giovani che aprono un’impresa o un’attività autonoma in determinati settori.
Con il Decreto Coesione arrivano numerose novità per lavoratori e datori di lavoro, ma anche importanti sgravi contributivi e sostegni mirati all’avvio di nuove imprese e quindi all’apertura di nuove partite Iva.
Con il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n.79 del 30 aprile 20241 e con la relativa conferenza stampa possiamo conoscere alcuni dettagli su quali saranno le misure messe in campo per favorire l’imprenditorialità in Italia e quindi la nascita di nuove attività.
Un’attenzione particolare viene rivolta ai giovani che intendono fare impresa, specialmente in settori considerati strategici, ovvero che portano avanti progetti di innovazione tecnologica e transizione verde.
Indice
Bonus autoimprenditorialità: cosa prevede il Decreto Coesione
Il Decreto Coesione introduce diverse misure per lavoratori e aziende, intervenendo sulla tassazione su diversi tipi di redditi. Oltre al focus sulle tasse, tratta in particolare il tema dell’autoimprenditorialità proponendo diversi incentivi.
I sostegni coinvolgeranno sia il Nord che il Sud del paese:
- Autoimpiego Centro-Nord Italia;
- Investire al Sud 2.0.
Per il Mezzogiorno in particolare potrebbe arrivare una misura similare a Resto al Sud 2.0. Gli aiuti allo sviluppo economico e imprenditoriale per il meridione sono al centro di questo decreto, coinvolgendo tutta la ZES.
Nel dettaglio, per l’autoimprenditorialità verranno messi a disposizione, secondo le prime indiscrezioni, dei voucher per sostenere l’acquisto di beni, servizi o strumenti con il fine di avviare una nuova attività di impresa. Il limite massimo potrebbe variare tra 30.000 e 50.000 euro, con le cifre maggiori riservate al Sud Italia per favorire la transizione green o la digitalizzazione dei sistemi.
Un altro sostegno all’imprenditorialità è un nuovo contributo a fondo perduto, di cui non si conoscono ancora i dettagli, che potrebbe andare a vantaggio delle imprese che sostengono spese fino ad un limite di 200.000 euro e a copertura dal 60% al 75% dei costi.
Chi può accedere ai sostegni all’autoimprenditorialità
Per poter accedere agli incentivi bisognerà quindi aprire una partita Iva, avviando un’attività autonoma. Secondo le previsioni sono ammesse diverse tipologie di attività di impresa o professionale, incluse le società in diversa forma.
Questi bonus quindi sono fruibili sia per avviare attività organizzate in forma collettiva che individuale: possono accedervi le nuove imprese oppure i liberi professionisti. Per questi ultimi le iniziative sono accessibili sia se è prevista l’iscrizione ad un Albo sia se non è prevista.
Al centro delle agevolazioni ci sono iniziative specifiche come: servizi di formazione e accompagnamento all’apertura dell’attività, tutoraggio, erogazione di incentivi economici per avviare l’impresa.
Incentivi all’imprenditorialità giovanile
Un sostegno specifico verrà garantito a tutti i giovani che intendono avviare un’attività imprenditoriale: ci si riferisce a coloro che hanno meno di 35 anni di età che aprono una partita Iva con un’idea di business.
Si parla a questo proposito di uno sgravio contributivo totale, ovvero al 100%, per gli under 35 che avviano un’impresa in determinati settori, considerati strategici per il paese. In linea con il PNRR, con le disposizioni europee e con gli obiettivi generali dell’attuale governo, si intende incentivare il settore digitale e la transizione verde.
Lo sgravio contributivo arriverebbe ad un massimo di 800 euro e sarebbe rivolto anche ai giovani lavoratori dipendenti. A questo proposito ricordiamo che per tutte le imprese il Decreto Coesione prevede sgravi sui contributi specifici per l’assunzione a tempo indeterminato di alcune categorie di lavoratori.
Decreto Coesione: gli incentivi per chi assume
Un’attenzione particolare viene data nel Decreto Coesione all’assunzione di lavoratori disoccupati, in particolare per coloro che fanno parte di alcune categorie più svantaggiate. Vengono disposti infatti degli sgravi contributivi per le aziende che assumono a tempo indeterminato nuovo personale.
Sono previsti infatti esoneri al 100% per assumere giovani e donne, ma lo stesso viene garantito sulle assunzioni che avvengono al Sud Italia, nella Zona Economica Speciale. Questo tipo di incentivo ha una durata di due anni, con soglie massime specifiche in base alla categoria di riferimento.
Società tra professionisti: novità con il Decreto Coesione
Tra le imprese coinvolte dalle novità del Decreto Coesione ci sono anche le società tra professionisti: questa particolare forma organizzativa è coinvolta da una nuova neutralità fiscale su determinate operazioni specifiche.
Sono incluse operazioni di tipo straordinario come: conferimenti, trasformazioni, fusioni e scissioni tra società di professionisti. Questo vuol dire che non andranno più a realizzare alcuna plusvalenza o minusvalenza a fini fiscali.
- Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n.79 del 30 aprile 2024, governo.it ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista