Quanto costa riscattare gli anni di contributi non versati e come procedere

È possibile arrivare alla pensione anche quando mancano alcuni anni di contribuzione: ecco quanto costa.

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  • L’INPS offre la possibilità ai lavoratori di integrare periodi di attività non coperti da contribuzione obbligatoria tramite versamenti facoltativi.
  • Gli importi versati serviranno a raggiungere i requisiti minimi per la pensione o ad aumentare l’ammontare dell’assegno.
  • Ogni tipologia di contribuente segue un calcolo diverso, che siano lavoratori dipendenti, professionisti, artigiani e commercianti, coltivatori diretti e lavoratori autonomi.

Il riscatto dei contributi, da non confondere con la ricongiunzione dei contributi, è una possibilità preziosa offerta dall’INPS e da altre casse previdenziali, pensata per i lavoratori e i professionisti che desiderano valorizzare periodi scoperti da contribuzione ai fini pensionistici.

I contributi facoltativi versati vengono accreditati retroattivamente sui periodi scoperti, ossia in cui il lavoratore non ha versato contributi IVS obbligatori. Vediamo come funziona.

Quanti anni di contributi si possono riscattare?

L’INPS offre la possibilità di riscattare fino a un massimo di cinque anni di contributi, anche non consecutivi, purché i periodi di riferimento siano compresi tra il 1° gennaio 1996 e il 29 gennaio 2019.

Il periodo riscattabile deve inoltre trovarsi all’interno dell’intervallo temporale compreso tra il primo e l’ultimo contributo versato (sia obbligatorio, sia figurativo o da riscatto) accreditato nell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o in altre forme previdenziali sostitutive, esclusive o speciali, come quelle per i lavoratori autonomi o nella Gestione Separata.

Quanto costa riscattare i contributi nel 2024

Il riscatto consente di recuperare anni di attività lavorativa, di studio o di altre esperienze non retribuite, incrementando l’anzianità contributiva necessaria per anticipare i requisiti pensionistici o aumentare l’importo della pensione di vecchiaia futura, tramite versamenti volontari da parte del lavoratore o del professionista. I periodi riscattabili variano e comprendono situazioni specifiche, come:

  • esperienze di lavoro all’estero non coperte da accordi di previdenza sociale con l’Italia;
  • congedi per motivi di formazione e studio;
  • anni accademici per il conseguimento di diplomi universitari o altri titoli equivalenti;
  • periodi di maternità e puerperio senza rapporto di lavoro;
  • congedi familiari per eventi gravi;
  • attività parasubordinate anteriori al 1996.

1. Quanto costa il riscatto dei contributi per i lavoratori dipendenti

Per i lavoratori dipendenti, il calcolo del riscatto dei contributi si basa sul salario dell’ultimo anno lavorativo, applicando un’aliquota del 33% secondo il minimale contributivo stabilito annualmente dall’INPS.

Supponendo, ad esempio, un minimale settimanale di 227,18€ per il 2023, il costo per una settimana di riscatto sarà di 74,97€. Qui vediamo una panoramica secondo i minimali contributivi dal 2002 in poi.

Questo importo viene quindi moltiplicato per il numero di settimane che si intende riscattare: per due anni (104 settimane), il costo totale sarà circa 7.797€. Anche i lavoratori che al momento non hanno un’occupazione possono riscattare i contributi, utilizzando come base di calcolo l’ultimo stipendio percepito.

2. Quanto costa il riscatto dei contributi per i professionisti autonomi

I professionisti autonomi appartenenti a categorie regolamentate, come avvocati, ingegneri o architetti, devono invece fare riferimento alle proprie casse previdenziali private per riscattare i contributi. Ogni cassa applica criteri specifici e aliquote diverse per il calcolo dell’importo dovuto e i costi sono quindi molto variabili a seconda della professione.

I lavoratori autonomi che operano sotto la Gestione Separata dell’INPS calcolano il riscatto dei contributi sui compensi medi dell’anno precedente, con un’aliquota del 25%. Per il 2023, il minimale contributivo era di 17.504€, il che porta il costo per un anno di riscatto a 4.376€. Il riscatto è possibile anche con regime fiscale forfettario.

Va evidenziato che ogni anno tali percentuali e minimali possono variare in base alle disposizioni INPS, per cui per un conteggio ottimale bisogna tenere conto delle aliquote stabilite nell’anno a cui si fa riferimento.

3. Quanto costa riscattare i contributi per Artigiani e Commercianti

Gli artigiani e i commercianti iscritti alla gestione INPS possono riscattare i contributi basandosi sul reddito medio degli ultimi 36 mesi, con un’aliquota rispettivamente del:

  • 24% per gli artigiani;
  • 24,48% per i commercianti.

Questo calcolo stabilisce l’importo annuo da versare, che può poi essere moltiplicato per il numero di anni da riscattare. Per gli anni in cui il lavoratore aveva un’età inferiore a 21 anni, vengono applicate aliquote più vantaggiose, al 23,70% per gli artigiani e al 24,18% per i commercianti secondo le attuali disposizioni.

4. Riscatto dei contributi per i coltivatori diretti

I coltivatori diretti hanno la possibilità di riscattare i contributi volontari utilizzando la media dei redditi degli ultimi tre anni. Tuttavia, l’importo non può essere inferiore a quello previsto per i lavoratori dipendenti: ad esempio, per riscattare un anno, un coltivatore diretto dovrà versare almeno 3.898,50€, cifra che corrisponde al minimo stabilito per i lavoratori dipendenti.

Quanto costa riscattare i contributi prima del 1996?

L’INPS permette al contribuente di riscattare anche i contributi non versati per periodi antecedenti al 1996, e anche qui l’importo pagato è interamente deducibile fiscalmente, anche in caso di pagamento rateale. Il costo dell’operazione è calcolato dall’INPS seguendo il metodo della riserva matematica. Tra i principali fattori che influenzano l’importo figurano:

  • l’età e il sesso del richiedente;
  • la retribuzione percepita al momento della domanda;
  • la durata del periodo che si intende riscattare.

L’INPS utilizza come base la retribuzione imponibile più recente, applicandola al periodo da riscattare per calcolare l’effetto che questi contributi avranno sull’importo pensionistico futuro. Retribuzioni più alte e un intervallo di tempo più lungo corrispondono a un costo più alto, poiché il beneficio pensionistico derivante dal riscatto sarà anch’esso più consistente.

La metodologia della riserva matematica, infatti, si basa sulla stima del valore attuale dei futuri flussi pensionistici derivanti dal periodo riscattato, considerando anche parametri come l’aliquota di rendimento del fondo previdenziale e le proiezioni dell’aspettativa di vita. Per procedere con il riscatto, è necessario presentare una domanda all’INPS, che elaborerà un calcolo personalizzato sulla base delle informazioni individuali.

Riscatto della laurea: cos’è e quanto costa

Esiste anche un’ulteriore opzione specifica per valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi universitari, a condizione che sia stato conseguito il relativo titolo. Il riscatto della laurea si rivolge a tutti coloro che hanno conseguito:

  • diplomi universitari di varia durata;
  • titoli di specializzazione o dottorati di ricerca;
  • percorsi di laurea triennale, specialistica e magistrale.

Possono essere riscattati solo i periodi non già coperti da altre forme di contribuzione previdenziale, obbligatoria o figurativa e il richiedente deve avere almeno un contributo obbligatorio nel sistema pensionistico di riferimento, salvo i casi di soggetti inoccupati. Il costo del riscatto varia in base al periodo di riferimento:

  • per gli anni che rientrano nel sistema retributivo, ossia quelli fino al 31 dicembre 1995, l’onere viene calcolato in base alla retribuzione media degli ultimi anni di lavoro;
  • per i periodi successivi il costo è determinato applicando l’aliquota contributiva vigente al reddito lordo dell’ultimo anno.

Per chi cerca una soluzione meno onerosa, esiste anche il riscatto agevolato per lavoratori autonomi, in cui il calcolo si basa sul minimale contributivo degli artigiani e commercianti.

Ad ogni modo, l’INPS offre un servizio online1 che permette di simulare il costo del riscatto, la sua rateizzazione e l’impatto sulla futura pensione. Il simulatore è accessibile a chiunque, senza necessità di autenticarsi e consente di ottenere una stima personalizzata basata sui dati inseriti.

  1. Simulazione del riscatto laurea, INPS, serviziweb2.inps.it ↩︎

Quanto costa riscattare gli anni di contributi – Domande frequenti

Quanto costa riscattare 2, 3, 5 anni di contributi?

Il costo per riscattare 2, 3 o 5 anni di contributi varia in base alla retribuzione annua lorda (RAL) e all’aliquota contributiva applicabile. Generalmente, per i lavoratori dipendenti, l’aliquota è del 33%. Ad esempio, con una RAL di 25.000 euro, il costo per riscattare un anno sarebbe di circa 8.250 euro.

Come avviene il recupero dei contributi per gli anni non lavorati?

Si possono riscattare fino a 5 anni, versando le somme corrispondenti al periodo lavorato, tramite una richiesta apposita all’INPS.

Quanto costa pagare 5 anni di contributi?

Tramite pace contributiva, da non confondere con la ricongiunzione dei contributi, è possibile riscattare fino a 5 anni versando la cifra corrispondente, che con un reddito imponibile lordo annuo di 30.000 euro ammontano a circa 10.000 euro annui.

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Francesca Di Feo

Redattrice Partitaiva.it

Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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