- I costi deducibili dai professionisti possono essere sottratti al calcolo complessivo del reddito per l’imposizione fiscale.
- Alcune spese a carico dei professionisti sono detraibili al 100%, altre con percentuali differenti.
- L’uso promiscuo di un bene è determinato da suo utilizzo non limitato esclusivamente alle motivazioni professionali.
Quali sono i costi deducibili che un professionista con partita Iva può scaricare? È una delle domande che si pongono molti lavoratori autonomi, che si trovano di fronte a spese, fatture, costi deducibili e diversi altri risvolti, che ruotano attorno ad una qualsiasi attività professionale.
È importante, infatti, cercare di comprendere quali siano i costi realmente deducibili: questo permetterà di comprendere se una determinata spesa la possiamo scaricare dalle tasse e soprattutto in quale percentuale. Molto importante è anche capire quali siano le spese promiscue e come debbano essere gestite.
Prima di proseguire, comunque, dobbiamo sottolineare che questo articolo non è rivolto ai professionisti che abbiano aderito al regime forfettario, in quanto questi contribuenti non hanno la possibilità di scaricare alcun costo: la percentuale delle spese realmente scaricabili viene assegnata tramite un apposito coefficiente di redditività. In questa sede ci occuperemo di quanti abbiano aderito al regime ordinario.
Indice
Costi deducibili per i professionisti: quali sono
Sono molti i costi deducibili al 100% per i professionisti. Tra questi rientrano:
- le spese di cancelleria;
- i valori bollati;
- i libri;
- le riviste professionali;
- corsi di formazione e aggiornamento professionale: in questo caso per poter detrarre i costi al 100% non bisogna superare la spesa di 10.000 euro all’anno;
- software gestionali;
- attrezzatura professionale strumentale, come personal computer, stampante, fax e così via.
L’articolo 54 del Tuir prevede che i costi sostenuti dal professionista siano deducibili dal reddito da lavoro autonomo nel momento stesso in cui vengono effettuati. Questo significa che vige il principio di cassa. Ma sono previste alcune eccezioni.
Costi | In ufficio deducibile al | A casa/studio deducibile al |
Telefono | 100% | 50% |
Elettricità | 100% | 50% |
Computer | 100% | 100% |
Stampante | 100% | 50% |
Spese condominiali | 100% | 50% |
Spese ristorante | 75% | 75% |
Spese cancelleria | 100% | 100% |
Valori bollati | 100% | 100% |
Riviste professionali | 100% | 100% |
Corsi di formazione | 100% | 100% |
Le eccezioni
Quali sono le eccezioni che coinvolgono i costi deducibili? In alcuni casi, quando si sostengono delle spese per acquistare dei beni strumentali, questi possono essere scaricati secondo un particolare piano di ammortamento.
Un esempio classico potrebbe essere quello relativo alle spese di ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli immobili, che vengono utilizzati per l’esercizio della professione. Con alcune limitazioni devono seguire un particolare piano di ammortamento anche i canoni leasing.
Discorso a parte sono quelle che vengono considerate come spese promiscue, ossia che riguardano sia la sfera personale che quella professionale.
Costi deducibili: criteri per stabilire se lo sono
Un costo deducibile deve essere in possesso di determinati requisiti. Questi sono contenuti all’interno dell’ex articolo 54 del Dpr 917/1986 e sono i seguenti:
- effettività;
- inerenza;
- congruità.
Nel caso in cui il professionista sia sottoposto ad un accertamento, dovrà mostrare le fatture che dimostrino che gli acquisti sono stati effettivamente fatti, ma anche dimostrare che i costi sostenuti abbiano i suddetti requisiti.
Il professionista senza ufficio
Sempre più spesso accade che il professionista decida di utilizzare la propria abitazione come studio professionale, arrivando a ricavare tra le mura domestiche uno spazio entro il quale svolgere il proprio lavoro.
Questo è uno dei classici casi in cui si può parlare di uso promiscuo degli oggetti acquistati. I costi, che il professionista sostiene per quell’immobile, hanno una certa incidenza anche sulla sfera professionale. Cosa significa questo?
Alcuni costi che vengono sostenuti riguarderanno servizi che possono essere utilizzati sia per la sfera professionale sia per quella personale: un classico esempio può essere dato dalla connessione internet, che può essere utilizzata per fini lavorativi o di svago, e anche dal resto della famiglia. Questi sono costi che non sono deducibili al 50%.
Casa-studio: le spese promiscue
Nel caso in cui il professionista abbia lo studio in casa, questa non è un immobile strumentale, ma promiscuo. Sarà possibile detrarre i costi relativi a bollette, affitto e spese condominiali nella misura del 50% dell’importo.
Poter dedurre queste spese al 50% rappresenta sicuramente un’opportunità molto importante per il professionista, che abbia scelto il regime ordinario. Quanti invece sono nel regime forfettario non possono usufruire di questa opportunità, perché stanno già usufruendo di molte agevolazioni.
Le bollette del telefono, ad esempio, sono dei costi deducibili al 50%. In questo caso non sarà necessario dimostrare quando sono state effettuate le telefonate. Lo stesso vale per la bolletta dell’elettricità.
È necessario ed importante, però, che le bollette siano intestate direttamente al professionista: dovrà essere indicata la partita Iva e non il codice fiscale. Stesso discorso vale per le spese condominiali.
Nel caso in cui il professionista sia in affitto, avrà la possibilità di detrarre i costi dei canoni di locazione al 50%. Anche se il contratto è stato stipulato con la cedolare secca, il professionista potrà detrarre fino al 50% del canone.
Costi deducibili: beni strumentali
Per l’acquisto di tutti i beni strumentali, necessari per lo svolgimento della professione, è possibile portare in detrazione il costo nella misura del 100%, anche per i beni che sono stati collocati all’interno della casa-ufficio.
Questo significa che se viene acquistato un personal computer o una stampante potranno essere considerate un costo deducibile al 100%. Teoricamente comunque, potrebbero anche non essere utilizzati a fini lavorativi.
Nel caso in cui la spesa sia inferiore a 516,46 euro (ovviamente ci stiamo sempre riferendo ai beni strumentali) il costo può essere dedotto integralmente nel corso dello stesso anno. Se supera questa cifra si procederà con una deduzione parziale di anno in anno.
Alberghi e ristoranti
La spesa al ristorante o presso l’albergo sono dei costi deducibili. Il professionista dovrà farsi rilasciare la fattura e potrà scaricare il 75% dei costi nel limite del 2% dei compensi fatturati in un anno e detrarre il 100% dell’Iva.
Se il professionista non si fa rilasciare la fattura, ma ha soltanto una ricevuta, sarà sempre possibile dedurre il 75% del costo ma non sarà possibile detrarre l’Iva. Stesso discorso se si utilizzano i buoni pasto: potrà essere scaricato il 75% del costo complessivo dei buoni, sempre con il limite che abbiamo visto dei ristoranti.
Nel caso in cui le spese alberghiere siano sostenute nell’ambito dell’attività professionale, queste possono essere detratte al 100%, se poi queste vengono addebitate analiticamente al committente finale.
Tutte quelle spese relative a omaggi a clienti, attività promozionali, feste e ricevimenti, inaugurazioni del proprio studio sono deducibili al 100% (nel limite del 1% dei compensi percepiti) mentre l’IVA è assolutamente indetraibile.
I costi deducibili più comuni sono quelli che vengono sottratti alla somma del reddito complessivo, al fine di determinare le tasse: le spese di cancelleria, i valori bollati, spese per trasferte, computer e stampanti. Scopri di più nell’articolo.
No. Alcune spese, quelle considerate ad uso promiscuo, possono essere portate in detrazione solo al 50%. Ecco quali sono.
Sono le spese che sono effettuate per lo svolgimento della professione, ma che possono essere usate anche per la vita privata. Ne è un esempio l’abbonamento ad Internet per i professionisti che abbiano lo studio in casa.
Pierpaolo Molinengo
Giornalista