Controlli sulle criptovalute: scambio di informazioni fiscali e nuove regole UE con l’Ocse

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, o Ocse, include tra le informazioni internazionali oggetto di scambio tra paesi anche le criptovalute. Ecco come aumentano i controlli sulle criptovalute.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • L’Ocse, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha pubblicato il Crypto-Asset Reporting Framework, o Carf, con le regole per migliorare lo scambio di informazioni sulle criptovalute.
  • Aumentano i controlli sulle criptovalute grazie alla creazione di un nuovo quadro per la trasparenza fiscale che prevede lo scambio automatico standardizzato di informazioni fiscali sulle transazioni in criptovaluta.
  • Per la prima volta sono state apportate modifiche al Common Reporting Standard (Crs), rimasto immutato dalla sua adozione, avvenuta nel 2014.

Aumentano i controlli sulle criptovalute da parte degli Stati dell’Ocse che avranno accesso alle informazioni fiscali sulle transazioni in criptovaluta.

Questo è quanto stabilito dal Crypto-Asset Reporting Framework (Carf) pubblicato dall’Ocse che allarga lo scambio delle informazioni fiscali tra gli Stati a criptovalute, moneta elettronica e alle valute digitali delle banche centrali.

La pubblicazione del Carf è avvenuta venerdì 8 giugno 2023 e ha così migliorato lo scambio di informazioni sulle criptovalute tra i Paesi aderenti. Sono state, inoltre, pubblicate le prime modifiche al Common Reporting Standard (Crs) dalla sua adozione dal 2014.

Ma vediamo nel dettaglio come cambia per gli Stati, quali sono i vantaggi che apporta il Crypto-Asset Reporting Framework e le novità introdotte al Common Reporting Standard.

Crypto-Asset Reporting Framework: cos’è e come funziona

L’Ocse è l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e si occupa di fornire supporto agli Stati partecipanti e di rafforzare le istituzioni democratiche e il rispetto dei diritti umani. Si tratta di un’organizzazione mondiale di studi economici per i Paesi membri, Paesi sviluppati che hanno in comune un’economia di mercato.

Attualmente conta 38 Paesi membri attivi, che partecipano alla cooperazione e allo scambio internazionale di informazioni.

Nel mese di agosto 2022 l’Ocse ha approvato il Crypto-Asset Reporting Framework, la regolamentazione delle informazioni fiscali sulle transazioni in Crypto-Asset in modo standardizzato, nell’ottica dello scambio automatico di tali informazioni.

Il Carf prima di tutto definisce le Cripto-Attività Rilevanti, e gli intermediari e altri fornitori di servizi che saranno oggetto di segnalazione, così da aggiornare gli standard globali antiriciclaggio della Financial Action Task Force.

All’interno dell’Unione europea, il Carf sarà, poi, implementato a partire dal 1° gennaio 2026 attraverso la direttiva sulla cooperazione amministrativa, ovvero la Dac8, anagrafe patrimoniale delle cripto-attività.

In questo modo le novità dovrebbero arrivare nel rispetto delle scadenze previste dal regolamento sui mercati delle cripto-attività (MiCA).

Sono passati sette anni dall’adozione del Crs, avvenuta nel 2014, come annuncia l’Ocse:

“Durante i quali più di 100 giurisdizioni hanno implementato il sistema e i mercati finanziari hanno continuato a evolversi, dando origine a nuove pratiche di investimento e pagamento”.

L’organizzazione, insieme ai paesi del G20, ha effettuato la prima revisione completa del Crs, consultando le giurisdizioni partecipanti, le istituzioni finanziarie e altre parti interessate.

Il risultato di tale revisione è stato la creazione di un nuovo quadro per la trasparenza fiscale, attraverso l’introduzione dello scambio automatico standardizzato di informazioni fiscali sulle transazioni in criptovaluta con le giurisdizioni di residenza dei contribuenti, ossia il Carf, ma anche una serie di emendamenti al Crs.

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Controlli sulle criptovalute: composizione del Carf

Il Carf è suddiviso in alcune parti distinte. La prima riguarda le regole da integrare nella legislazione nazionale, che hanno ad oggetto la raccolta delle informazioni dai fornitori di servizi di segnalazione di criptovalute, mediante un collegamento con la giurisdizione che va ad implementare il Carf.

La seconda consiste in un Accordo Multilaterale delle autorità competenti che regola lo scambio automatico di informazioni in base al Carf (Carf Mcaa).

Infine, la terza componente è uno schema Xml in formato elettronico, che serve alle autorità competenti per lo scambio di informazioni al Carf, ma anche ai fornitori di servizi per segnalare le informazioni alle autorità fiscali.

Le nuove regole sui controlli delle criptovalute

Le nuove regole aggiunte alla legislazione nazionale relative ai controlli sulle criptovalute si fondano su quattro concetti fondamentali, che sono:

  • l’ambito delle criptovalute da coprire nello scambio;
  • le entità e gli individui soggetti agli obblighi di raccolta e segnalazione dei dati;
  • le transazioni soggette a segnalazione, le informazioni da segnalare in relazione a tali transazioni;
  • le procedure di due diligence per identificare gli utilizzatori di cirptovalute.

Quest’ultimo punto permette di determinare le giurisdizioni fiscali rilevanti ai fini della segnalazione e dello scambio.

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Controlli UE criptovalute: il Common Reporting Standard

Oltre all’implementazione del Carf, sono state anche apportate importanti modifiche al Common Reporting Standard.

Il Common Reporting Standard è uno standard informativo che permette lo scambio automatico di informazioni sui conti finanziari a livello globale, tra autorità fiscali degli Stati appartenenti all’organizzazione.

L’obiettivo di tale standard è combattere l’evasione fiscale, ed è disciplinato da uno standard dettagliato che nei giorni scorsi ha subìto per la prima volta delle modifiche.

Il Crs stabilisce che ogni Stato membro dell’Ocse deve scambiare automaticamente ogni anno con gli altri Paesi le seguenti informazioni:

  • nome, indirizzo, numero di identificazione fiscale (TIN) e data e luogo di nascita dei soggetti che sono oggetto di comunicazione;
  • il numero di conto;
  • nome e numero identificativo dell’istituto finanziario segnalante;
  • il saldo o il valore del conto alla fine dell’anno solare in questione o alla sua chiusura, se il conto è stato chiuso;
  • le distribuzioni effettuate sul conto (dividendi, interessi, proventi lordi/rimborsi, altro).

Le modifiche hanno l’obiettivo di includere nuove attività, prodotti e intermediari finanziari allo standard informativo. Ciò si è reso indispensabile in quanto rappresentano potenziali alternative ai prodotti finanziari tradizionali, come il caso della moneta elettronica e delle valute digitali.

Tra le modifiche apportate al Crs ci sono state anche quelle volte a migliorare i risultati della rendicontazione nell’ambito del Crs attraverso:

  • l’introduzione di requisiti di rendicontazione più dettagliati;
  • il rafforzamento delle procedure di due diligence;
  • la creazione di una nuova categoria facoltativa di istituzioni finanziarie non soggette a rendicontazione per le organizzazioni non profit.

Controlli criptovalute – Domande frequenti

Di cosa si occupa l’Ocse?

L’Ocse è l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, e ha l’obiettivo di creare una cooperazione tra i paesi membri per garantire il rispetto dei diritti e combattere l’evasione fiscale.

Cos’è il Crypto-Asset Reporting Framework?

Il Crypto-Asset Reporting Framework, o Carf, è una struttura organizzativa che stabilisce le regole per lo scambio delle informazioni relative alle criptovalute tra gli stati membri dell’Organizzazione. Scopri qui come funziona.

Quali modifiche sono state apportate al Crs dell’Ocse?

Sono state apportate le modifiche al Crs, o Crypto-Asset Reporting Framework, volte a migliorare i risultati della rendicontazione attraverso l’introduzione di requisiti più dettagliati, il rafforzamento delle procedure e la creazione di una nuova categoria di istituzioni finanziarie.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 15 Giugno 2023
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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