Revolut e dichiarazione dei redditi: il conto va dichiarato?

Il conto Revolut, in quanto conto corrente estero, va dichiarato in alcuni casi. Scopri quando e come fare.

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Dichiarazione conto Revolut
  • Il conto Revolut deve essere dichiarato ai fini tassativi e per il monitoraggio fiscale se superi i 5.000€ di giacenza media o se hai sul conto, anche per un solo giorno, importi superiori ai 15.000€.
  • Ai fini delle dichiarazione fiscale, devi indicare il conto Revolut nella sezione RW, sia come privato, sia se hai partita IVA. Inoltre, dovrai dichiarare anche eventuali guadagni ottenuti dagli investimenti.
  • Sul conto Revolut si applica l’IVAFE se superi i 5.000€ di giacenza media, oltre a una tassazione del 26% per i guadagni collegati agli investimenti.

Revolut è una banca online che ha ottenuto in pochi anni un discreto successo, grazie a un’offerta diversificata e a strumenti per investire e gestire al meglio il tuo denaro. Oggi è tra le aziende fintech più grandi in Europa, valutata oltre 45 miliardi di euro, con 40 milioni di utenti di cui 2 milioni sono in Italia.

Con Revolut hai accesso a un conto corrente estero business e per privati con IBAN lituano, con la possibilità di scegliere tra diversi piani di abbonamento e carte di debito. Un tempo era conosciuta anche come una delle poche piattaforme bancarie con cui potevi investire in crypto. Oggi, con la sezione Trading Revolut hai anche l’opportunità di operare su diversi asset tra cui azioni, obbligazioni ed ETF.

L’insieme di queste attività porta spesso a domandarsi se il conto Revolut vada dichiarato, in quali casi è obbligatorio farlo e quali tasse pagare.

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Il conto Revolut va dichiarato?

Il conto Revolut va dichiarato, in quanto è un conto estero. L’IBAN è lituano sia per le versioni per privati, sia per i conti business. L’IBAN italiano, come dichiarato da Revolut, probabilmente sarà richiedibile a fine 2024.

Quindi, si applicano le stesse regole e obblighi fiscali per la dichiarazione dei conti con sede all’estero, sia per il monitoraggio fiscale sia per i rendimenti collegati agli strumenti finanziari investiti.

Infatti, un conto Revolut Business o per privati, oltre a includere tutte le attività bancarie, ti offre anche una sezione di investimento, Revolut Trading, con cui puoi effettuare la compravendita di azioni, obbligazioni, ETF, materie prime e crypto. Ciò può portare a possibili guadagni che, a loro volta devono essere dichiarati.

Novità 2025: Revolut e IBAN italiano

Revolut ha annunciato che dal 2025 offrirà un conto corrente con IBAN italiano a tutti i nuovi clienti, privati e business. Questo significa che ogni conto aperto con IBAN IT avrà gli stessi trattamenti riservati a un tradizionale conto corrente italiano.

Quindi, in fase di dichiarazione, il cliente non dovrà più dichiarare Revolut come conto estero, ma la procedura sarà automatica come accade con un normale conto corrente italiano.

Anche chi è già cliente Revolut e possiede un IBAN estero potrà chiedere trasferimento nei prossimi mesi. Questo permetterà di non avere le incombenze in fase di dichiarazione mostrate in questo articolo.

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Quando va dichiarato il conto Revolut

Il conto Revolut è soggetto a dichiarazione se:

  • l’importo del conto supera anche per un solo giorno la somma di 15.000€ (ai fini di monitoraggio fiscale);
  • hai una giacenza media annua superiore ai 5.000€ (ai fini tassativi).

Invece, se la movimentazione sul conto Revolut è al di sotto di questi livelli, non dovrai dichiararlo. Per verificare se sei nei limiti oppure no, Revolut include una sezione dedicata in cui puoi scaricare la giacenza media.

Dove si trova? Basta accedere al tuo conto e selezionare la voce Documenti. A questo punto tra le diverse opzioni, c’è la sezione Giacenza Media. Al suo interno, potrai scaricare quella dell’anno di riferimento. Il documento contiene:

  • dati del titolare;
  • IBAN del conto;
  • importo della giacenza fino al 31 dicembre.

Dichiarazione trading online con Revolut

Revolut ti permette di acquistare azioni, obbligazioni, ETF e criptovalute. In quanto conto di investimento, eventuali guadagni ottenuti dal trading o collegati a rendimenti andranno a contribuire al tuo reddito imponibile e, come tali, devono essere tassati e quindi dichiarati.

Dichiarare il conto Revolut

Revolut Bank ha sede al di fuori dell’Italia. Quindi, non svolge la funzione di sostituto d’imposta. Ai fini fiscali, devi applicare il regime dichiarativo. Ciò significa che, in caso di guadagni ottenuti dal trading o altri investimenti sul conto Revolut, li dovrai inserire nella dichiarazione dei redditi.

Anche in questo caso Revolut semplifica molto il procedimento, dato che a fine anno puoi scaricare dall’app l’Estratto consolidato, in cui trovi il totale delle plusvalenze e delle minusvalenze.

Un’eccezione riguarda gli investimenti in criptovalute: la Legge di Bilancio 2023 ha introdotto nuove regole sulla tassazione e l’obbligo di dichiarazione, imponendo una franchigia di 2.000€. Quindi, qualunque guadagno ottenuto, che non superi questo importo, non deve essere inserito nella dichiarazione dei redditi.

Come fare la dichiarazione del conto Revolut

Dichiarazione dei redditi e conto Revolut

Il conto Revolut deve essere inserito nel Quadro RW della dichiarazione dei redditi nella sezione: “Conti correnti e depositi esteri“, sia se come persona fisica compili il Modello Redditi PF o il Modello 730, sia se hai partita IVA.

Se devi segnalare il conto ai fini del monitoraggio fiscale, devi evidenziare la colonna 20. Invece, se la giacenza del conto ha superato gli importi di 5.000€, allora dovrai compilare anche le sezioni riguardanti l’IVAFE 2024 (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie all’Estero). Corrisponde in un certo qual modo all’imposta di bollo per i conti italiani.

In questo caso devi compilare anche le colonne:

  • 10: giorni IVAFE;
  • 11: importo IVAFE;
  • sezione 15: totale IVAFE dovuta.

Nel Quadro RW devi inserire anche le crypto ai fini del monitoraggio fiscale. Invece, i proventi derivanti dagli investimenti su Revolut vanno nelle seguenti sezioni:

  • Quadro RT (plusvalenze di natura finanziaria): guadagni delle crypto e proventi dovuti al trading su azioni, obbligazioni e altri asset;
  • Quadro RL (altri redditi): proventi da staking, dividendi di azioni, cedole di obbligazioni, redimenti di ETF;
  • Sezione RM (redditi a tassazione separata): obbligazioni ed ETF che hanno al loro interno Titoli di Stato italiani.

Come dichiarare il conto Revolut nell’ISEE

Ai fini del calcolo ISEE, il conto Revolut deve essere inserito nella sezione del patrimonio mobiliare, dato che è un conto corrente bancario a tutti gli effetti.

Infatti, il denaro disponibile andrà sommato agli importi delle giacenze medie di tutti i conti e delle carte prepagate con IBAN del nucleo familiare, per determinare il complesso del patrimonio mobiliare.

Revolut semplifica questo processo, permettendoti di scaricare la giacenza media valida ai fini ISEE dall’app all’inizio di gennaio dell’anno successivo.

Quali tasse si pagano sul conto Revolut

Sul conto Revolut sei tenuto a pagare le seguenti tasse:

  • IVAFE: in caso di giacenza media sul conto/conto titoli di 5.000€. L’importo è pari a 34,20€ per i privati e allo 0,2% per i conti Business;
  • sul trading: pari al 26% per i guadagni collegati alla compravendita di titoli;
  • crypto: se superi la franchigia di 2.000€, pari al 26% delle plusvalenze;
  • dividendi e rendimenti: equivalente al 26%;
  • tassazione agevolata: si applica un’agevolazione del 12,5% per titoli e asset che contengono Titoli di Stato italiani, solo però per gli importi ad essi riferiti.

L’offerta Revolut per business e partite IVA

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Quando va dichiarato il conto Revolut – Domande frequenti

Quanti soldi si possono tenere su conto Revolut?

Sul conto Revolut non c’è un limite di denaro che puoi tenere. Tuttavia, se la giacenza è superiore ai 5.000€ sei obbligato ai fini di monitoraggio fiscale e per le tasse a dichiararlo.

Quando non va dichiarato un conto Revolut?

Non sei obbligato a dichiarare il conto estero Revolut se la giacenza media su di esso è inferiore ai 5.000€ all’anno.

Il conto Revolut va dichiarato nell’ISEE?

Sì, il conto Revolut anche se estero va comunque inserito nella sezione patrimonio mobiliare dell’ISEE, andando a concorrere per definire il patrimonio complessivo del gruppo familiare insieme ad altri conti e alle carte prepagate con IBAN.

Il conto Revolut è pignorabile?

Sì. Come ogni altro conto corrente personale o business, Revolut non fa eccezione. Oggi le banche europee e le autorità italiane collaborano e dialogano apertamente, e in caso di controlli o provvedimenti di pignoramento non sarà difficile per il fisco risalire a un conto Revolut e pignorarlo.

Revolut è un conto estero?

Sì, Revolut è una banca nata in Lituania e oggi con sede nel Regno Unito. Per questo offre un conto corrente estero online con IBAN straniero, anche se presto potrebbe offrire anche IBAN italiano. Per il momento rimane quindi un conto estero che va dichiarato al fisco italiano.

Revolut può essere rintracciato?

Il conto corrente Revolut è rintracciabile come qualsiasi altro conto europeo. In caso di accertamento, infatti, le autorità fiscali italiane collaborano con gli organi di controllo esteri per ottenere le informazioni che cercano. Ricordiamo che Revolut è una banca autorizzata in UK ed Europa.

Autore
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

6 commenti su “Revolut e dichiarazione dei redditi: il conto va dichiarato?”

  1. Buongiorno, relativamente alla pignorabilità del conto volevo chiedere se le banche estere forniscono periodicamente i dati dei correntisti italiani all’Anagrafe Tributaria per alimentare il Registro dei conti correnti o se questi dati vengono forniti solamente in caso di richiesta specifica fatta alle banche.

    Fatto salvo il diritto dell’agenzia delle entrate di pignorare un conto estero, volevo inoltre chiedere se questa procedura era comunque più complessa, lunga e dispendiosa rispetto a quella fatta per un conto corrente italiano.

    Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      Le banche estere non trasmettono regolarmente i dati dei correntisti italiani all’Anagrafe Tributaria. Tuttavia, grazie ad accordi internazionali come il Common Reporting Standard (CRS), molte giurisdizioni inviano periodicamente informazioni sui conti di cittadini italiani, inclusi saldi e redditi da capitale, alle autorità fiscali del Paese di residenza.

      Il pignoramento di un conto estero da parte dell’Agenzia delle Entrate è tecnicamente possibile ma più complesso rispetto a un conto italiano. Questa procedura richiede l’individuazione del conto e la collaborazione delle autorità estere, con tempi e costi che possono variare in base al Paese coinvolto. In particolare, le differenze normative tra Paesi UE ed extra-UE possono influire significativamente sulla durata e sull’efficacia del processo.

      Team partitaiva.it

      Rispondi
  2. Buongiorno, ho un amico in Portogallo che mi ha chiesto se per un periodo posso accreditare la sua retribuzione sul mio conto corrente.
    Vi chiedo cortesemente:
    É possibile l’accredito sul mio conto corrente italiano?
    Nel caso in cui io apra un conto corrente portoghese o revolut, a cosa vado in contro tenendo presente di tenere la giacenza sotto i 5000 euro. A quali obblighi fiscali devo adempiere?
    Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      è consigliabile che il conto corrente sia acceso a favore del soggetto che percepisce le somme. Con una giacenza minima non sarebbe necessario dichiararlo, ma questo non esclude potenziali verifiche sulla regolarità delle transazioni.

      Team partitaiva.it

      Rispondi
  3. Buongiorno ho dei dubbi relativi al termine giacenza… vuol dire che basta spendere o prelevare in modo da mantenersi sotto i 5000€ per non pagare nulla o meglio solo i 34,50€ e si è a norma di legge?

    Rispondi

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