Concordato preventivo biennale per forfettari: come funziona, aliquote ed esempi

Come funziona il concordato preventivo biennale per i forfettari, quali sono le aliquote, i vantaggi e come aderire: una guida completa.

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  • Il concordato preventivo biennale è un accordo tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate per agevolare la questione fiscale, rivolto anche ai forfettari.
  • Grazie a questo sistema il contribuente può fissare preventivamente, in accordo con l’AdE, l’importo delle imposte da pagare in un determinato periodo.
  • I contribuenti che aderiscono al concordato possono beneficiare di maggiore stabilità fiscale e della sospensione di eventuali accertamenti futuri.  

Anche i forfettari possono aderire al concordato preventivo biennale per l’anno di imposta 2024: accettando la proposta dell’Agenzia delle Entrate si possono semplificare gli obblighi fiscali e ottenere alcuni benefici.

Grazie a una determinazione preventiva del reddito 2024, calcolato in base ad alcuni fattori stabiliti dall’AdE, vengono calcolate le tasse da pagare agevolando le partite IVA ed escludendo i contribuenti da eventuali accertamenti fiscali successivi. La convenienza di questo strumento dipende però dal reddito concordato per il 2024 e da quello conseguito nell’anno precedente.

Scopriamo in questa guida come funziona il concordato preventivo biennale per le partite IVA forfettarie, come si calcolano le tasse e i contributi, come aderire e quali sono i vantaggi.

Concordato preventivo biennale per forfettari: come funziona

Il concordato preventivo biennale è un accordo tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate che permette di definire anticipatamente il reddito 2024 sul quale verranno calcolate le tasse da pagare: in questo modo, il Fisco vuole agevolare la questione fiscale ai contribuenti forfettari e ordinari soggetti agli ISA.

Tramite una proposta di reddito concordato, l’AdE fissa preventivamente l’importo delle imposte e dei contributi che il contribuente deve versare in un determinato periodo.

A differenza del concordato preventivo biennale per le partite IVA in regime ordinario, per i forfettari la durata dell’accordo con l’Agenzia delle Entrate è di un solo anno di imposta, il 2024. A regime, ovvero dal 2025, il concordato sarà valido per due anni anche per i contribuenti forfettari1.

Con questo strumento l’Agenzia delle Entrate vuole facilitare l’adempimento spontaneo dei professionisti, che a loro volta possono godere di maggiore stabilità fiscale e minori accertamenti futuri.

La convenienza del concordato preventivo dipende dal reddito effettivamente conseguito nel 2024: se quest’ultimo è superiore a quello concordato con il Fisco, si andranno a pagare meno tasse rispetto al dovuto. Al contrario, se il reddito effettivo risulta inferiore a quello preventivato, le tasse da pagare saranno superiori.

Come aderire al concordato preventivo biennale: i requisiti

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Per aderire al concordato preventivo biennale occorre soddisfare alcuni requisiti, tra i quali:

  • non avere debiti tributari o contributivi confermati da una sentenza definitiva o da atti non più contestabili;
  • in alternativa, aver saldato questi debiti in modo che l’importo totale residuo sia inferiore a 5.000 euro (inclusi eventuali interessi e sanzioni).

Oltre ai requisiti fino ad ora elencati, ci sono anche delle condizioni che possono compromettere l’adesione al concordato, cioè:

  • la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in almeno uno dei tre anni di imposta precedenti a quelli di adesione al concordato;
  • la condanna per uno dei reati che abbiano come obiettivo l’evasione fiscale, avvenuta negli ultimi tre periodi d’imposta antecedenti a quelli di applicazione del concordato; 
  • l’inizio della propria attività nell’anno precedente a quello di riferimento della proposta di concordato.

Una volta accettato il concordato preventivo biennale, il contribuente è tenuto a rispettare tutti gli obblighi fiscali concordati con l’Agenzia delle Entrate. Deve inoltre presentare la dichiarazione dei redditi inserendo gli importi preventivati.

Superamento della soglia e concordato preventivo biennale

Cosa succede se si aderisce al concordato preventivo biennale con partita IVA forfettaria e si supera la soglia di reddito annuo di 85.000 euro? La norma, come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, stabilisce che non sia possibile aderire al concordato con il fisco se i compensi nel 2023 sono stati superiori della soglia massima per questo regime fiscale.

Chi supera i limiti di legge passando al regime ordinario non può quindi continuare ad aderire al concordato. Questo però non è valido per chi invece non rispetta altri requisiti previsti per l’accesso al regime di vantaggio. Ad esempio se il lavoratore nello stesso anno ha percepito redditi da lavoro dipendente superiori a €30.000 può comunque continuare a beneficiare dell’accordo con il fisco.

Infine, la semplice scelta di passare dal regime forfettario a quello ordinario non comporta direttamente l’esclusione dal concordato preventivo biennale.

Concordato preventivo per forfettari: calcolo e aliquota

Se decidi di aderire al concordato preventivo biennale, riceverai una proposta per il tuo reddito 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate: questo sarà il reddito concordato sul quale verranno calcolate le tasse da pagare.

La proposta viene elaborata tenendo conto di alcuni fattori: in particolare, verranno presi in considerazione il reddito dichiarato nell’anno precedente (2023) e l’andamento del settore nel quale opera il contribuente.

Ma come viene eseguito il calcolo delle imposte? Le regole rispettano quanto previsto per il regime forfettario, quindi, viene applicata un’imposta sostitutiva al 5% per i primi cinque anni di attività, oppure al 15% per gli anni successivi.

Se il reddito concordato per il 2024 è maggiore rispetto a quello conseguito nel 2023, inoltre, verranno applicate queste ulteriori aliquote sull’eccedenza:

  • 3% se l’imposta sostitutiva forfettaria è del 5%;
  • 10% se l’imposta sostitutiva forfettaria è del 15%.

Per esempio: se un contribuente ha concordato un reddito 2024 pari a 30.000 euro e ha conseguito 25.000 euro nel 2023, dovrà pagare un’imposta aggiuntiva al 3% o al 10% (in base agli anni di attività) sui 5.000 euro di reddito eccedente. Sui restanti 25.000 euro verrà invece applicata l’aliquota ordinaria (al 5% o al 15%).

Concordato preventivo per forfettari: si applica sui contributi?

Il calcolo dei contributi è un po’ più complesso per chi aderisce al regime forfettario e riconosce due tipologie di contribuenti:

  • coloro che sono assoggettati all’INPS;
  • coloro che risultano iscritti a casse private.

Per i contribuenti che risultano iscritti all’INPS, gli eventuali redditi maggiori o minori non sono rilevanti ai fini del calcolo dei contributi obbligatori: si può quindi decidere di versare facoltativamente i contributi previdenziali sull’eventuale eccedenza del reddito rispetto a quanto concordato con l’AdE.

I professionisti iscritti a casse private, invece, dovranno comunicare al proprio istituto previdenziale il reddito effettivo conseguito nel 2024 per la determinazione dei contributi obbligatori da versare alla cassa.

Come aderire al concordato preventivo

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La procedura di adesione al concordato preventivo biennale comprende alcune fasi fondamentali:

  1. la verifica del possesso dei requisiti;
  2. la presentazione della richiesta di concordato;
  3. l’accettazione della proposta.

I contribuenti forfettari che hanno intenzione di aderire possono accettare la proposta del Fisco fino al 31 ottobre 2024.

Vantaggi e svantaggi del concordato preventivo per forfettari

Il principale vantaggio dell’adesione al concordato preventivo biennale riguarda l’esclusione del contribuente da eventuali accertamenti fiscali per gli anni di imposta oggetto di accordo.

L’adesione a questo strumento è particolarmente conveniente per i contribuenti forfettari che hanno in previsione il conseguimento di un reddito complessivo maggiore nel 2024 rispetto al reddito concordato con il Fisco.

In questo caso, infatti, le imposte verranno calcolate sulla quota concordata e quindi la differenza tra quest’ultima e il reddito effettivamente conseguito nel 2024 sarà esente da tassazione con notevole risparmio per il contribuente.

Se un forfettario che ha aderito al concordato consegue un reddito 2024 inferiore rispetto a quello preventivato, al contrario, dovrà pagare delle tasse più elevate rispetto a quanto avrebbe pagato senza adesione.

Per valutare la convenienza dell’adesione al concordato preventivo biennale occorre stimare attentamente il proprio reddito 2024 e, considerando che l’adesione può avvenire fino al 31 ottobre 2024, i contribuenti hanno tutti gli strumenti necessari per effettuare una stima piuttosto buona.

Concordato preventivo biennale per forfettari – Domande frequenti

Cos’è il concordato preventivo?

Il concordato preventivo biennale è un accordo tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate, in cui quest’ultima propone un reddito imponibile su cui calcolare le imposte (o l’imposta unica nel caso del regime forfettario) e i contributi per un periodo di due anni.

Come funziona il concordato preventivo biennale per forfettari?

L’adesione al concordato preventivo biennale impegna il contribuente a versare la cifra concordata nei successivi due anni, indipendentemente dal reddito effettivo. Per i forfettari c’è una piccola variazione: per il solo periodo d’imposta 2024, la proposta è valida per un solo anno.

Chi rientra nel concordato preventivo biennale?

Possono accedere a questo strumento i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA), ma anche i forfettari con alcune variazioni.

Il concordato preventivo biennale è obbligatorio per le partite IVA forfettarie?

No, non esiste alcun obbligo di aderire al concordato preventivo biennale, che in alcuni casi può essere una soluzione di risparmio delle imposte, mentre in altri può essere svantaggioso.

  1. Concordato preventivo biennale: come aderire entro il 31 ottobre 2024, MEF, mef.gov.it ↩︎

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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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