- Per vendere online tramite una attività continuativa è necessario aprire la Partita IVA.
- Ad oggi è possibile vendere online utilizzando una apposita piattaforma web, ovvero un e-commerce, appoggiandosi ad alcune grandi aziende o procedendo in autonomia.
- Per vendere online è necessario seguire la normativa italiana per il commercio elettronico, e rispettare alcuni requisiti, specialmente nel caso di vendita di prodotti alimentari.
Vendere online e avviare una attività di commercio elettronico (tramite e-commerce) è l’obiettivo di molti giovani o di coloro che hanno già una propria attività, ma vogliono arrotondare lo stipendio con dei guadagni extra. Si tratta di una possibilità molto vantaggiosa per trovare nuovi potenziali clienti anche per chi ha già un negozio fisico.
Nell’ultimo periodo infatti, è ormai una pratica comune vendere prodotti online attraverso portali dedicati come Ebay, Amazon o Etsy, o realizzando il proprio e-commerce dedicato. Tuttavia per avviare una attività di commercio elettronico è indispensabile seguire alcune normative italiane, in base ai prodotti specifici che vengono venduti.
Inoltre, anche sul commercio elettronico esiste una normativa fiscale che ne regolamenta il pagamento delle tasse. Vediamo in questo articolo cosa c’è da sapere se si decide di avviare una attività di commercio elettronico.
Indice
Cos’è il commercio elettronico
Prima di vedere come funziona il commercio elettronico, diamone una definizione. Per legge si definiscono in questo modo quelle attività di commercio che si possono svolgere in modo digitale. In questa definizione rientrano molte attività diverse, tra cui:
- Commercializzazione di beni o servizi di diverso tipo tramite strumenti web, come i negozi virtuali;
- Utilizzo dei mezzi telematici per azioni di tipo finanziario, per l’acquisto o la vendita di terreni e immobili, per vendite all’asta e acquisizione di polizze assicurative;
- Vendita online attraverso e-commerce di prodotti completamente virtuali (come audio e video);
- Vendita di servizi digitali online, come software, spazi hosting e applicazioni informatiche.
Il commercio elettronico nell’ultimo periodo si è diffuso in modo massiccio, e ha coinvolto moltissimi settori lavorativi. Molti lavoratori autonomi infatti hanno iniziato ad utilizzare proprio gli strumenti del web per individuare nuovi clienti a cui rivolgersi, proponendo piattaforme di e-commerce in cui presentare i propri servizi e venderli a distanza.
Commercio elettronico diretto e indiretto
Prima di parlare nello specifico delle normative sul commercio elettronico, è opportuno distinguere tra due diverse tipologie di e-commerce. Dal punto di vista fiscale infatti è opportuno fare una distinzione tra commercio elettronico diretto e commercio elettronico indiretto.
Il commercio elettronico “diretto” è così definito quando vengono proposti online prodotti e servizi completamente digitali. Si tratta nello specifico della vendita di prodotti informatici, per cui la compravendita avviene telematicamente. Per fare alcuni esempi di prodotti di questo tipo, si possono trovare: software, testi e immagini, video, musica, tutto ciò che non ha un supporto fisico, ma che può essere facilmente scambiato online. In questo caso sia lo stoccaggio che la consegna non avvengono al di fuori della rete: indubbiamente si tratta di un mercato in crescita con numerose possibilità e costi quasi azzerati.
Il commercio elettronico “indiretto” è così definito perché prevede la vendita, tramite internet, di beni materiali, per cui è necessario un luogo fisico per lo stoccaggio e un corriere per la consegna. In questo caso il prodotto viene solamente presentato online, con le proprie caratteristiche, i tempi di spedizione e i costi, per poi essere consegnato fisicamente al cliente in un momento successivo. Il pagamento può comunque avvenire online. Rientrano in questa categoria tutti i siti di e-commerce come Amazon o E-Bay.
Le due modalità di vendita sono piuttosto diverse, e in alcuni casi è possibile risparmiare notevolmente sui costi di gestione del magazzino o delle eventuali consegne (vendendo per esempio prodotti informatici). In altri casi è invece indispensabile disporre di un magazzino per prodotti fisici.
Commercio elettronico e normativa con Partita IVA
Per aprire un negozio virtuale ed iniziare a vendere online, dovrai prima di tutto decidere se avviare una attività di commercio diretto o indiretto, e decidere quali prodotti offrire . Dovrai tenere presente che se decidi di vendere prodotti fisici, dovrai disporre di un magazzino e avvalerti di uno o più corrieri per le consegne.
In un secondo momento dovrai pensare ad adempiere ad alcuni obblighi fiscali. Questo perché, da alcuni anni, il negozio digitale è considerato dal fisco alla stregua di un negozio fisico, soprattutto se si tratta di una attività svolta abitualmente. In particolare, gli adempimenti di cui dovrai tenere conto sono:
- Aprire una partita IVA e inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate;
- Iscriverti al Registro delle Imprese con relativo codice ATECO. Il codice ATECO per il commercio elettronico è 47.91.10 e denota il “commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet“;
- Iscriverti all’INPS nella categoria commercianti, e eventualmente iscriverti all’INAIL;
- Registrarti alla Camera di Commercio con la tua attività;
- Inviare la comunicazione tramite la SCIA per il commercio online;
- Eventualmente iscriverti al VIES per poter vendere beni o servizi anche all’estero;
- Eventualmente potresti avere bisogno di autorizzazioni specifiche per la vendita di determinati prodotti (ad esempio i farmaci o prodotti alimentari).
Questi sono i principali step che puoi seguire se decidi di avviare una vera e propria attività con il tuo E-commerce. Si tratta di operazioni che puoi svolgere anche da solo online, affidandoti ai siti istituzionali, tuttavia nel momento in cui avvii un’attività di vendita online con Partita IVA, è sempre bene chiedere una consulenza da un esperto per capire esattamente in quali categorie risiede la tua idea di business digitale, e come muoverti dal punto di vista fiscale.
Dato che un e-commerce gestito come una attività continuativa richiede l’apertura di una Partita IVA, è importante anche tenere conto di alcuni passaggi, come la scelta del regime fiscale e contributivo da seguire. Il regime fiscale determina le tasse che andrai a pagare su quanto guadagnerai dalla vendita, mentre la scelta del regime contributivo influenzerà il versamento dei contributi per la pensione.
Il regime fiscale forfettario si sposa anche con questo tipo di attività, tuttavia per potervi rientrare dovrai avere un fatturato annuo inferiore a 65.000 euro. La tassazione in questa modalità è molto ridotta, al 5% per i primi cinque anni di attività, e al 15% per i successivi. Per quanto riguarda invece i contributi INPS, dovrai versare una quota fissa ogni anno, più una percentuale variabile, in quanto categoria appartenente al settore “artigiani e commercianti”. Questo regime fiscale è particolarmente vantaggioso se stai avviando una nuova attività.
Vendere online: è necessario un magazzino?
Per aprire un e-commerce ed iniziare a vendere online prodotti fisici è generalmente necessario possedere un locale a norma adibito a stoccaggio merci. Diverso è il discorso per la vendita di prodotti informatici, che si possono inviare tramite web e che non comportano la necessità di avere uno spazio fisico.
Diversamente, per il deposito, ogni Comune ha le proprie regole. Il locale deve essere adibito alla giusta destinazione d’uso. Tuttavia, esso può anche essere la propria abitazione (nel caso in cui, il 20% della proprietà sia libera per provvedere a questa funzione o nel caso di un garage). In generale, però, il locale deve essere autorizzato e accettato come idoneo dal proprio Comune in base alle linee guida delle diverse leggi comunali.
Nel caso in cui tu intenda mettere in piedi un magazzino o un locale per vendere online, sarà necessario fare attenzione anche ad altre normative come, per esempio, le dimensioni del locale. In base alle tue necessità, scegli con cura il locale adibito a magazzino e prova a proporlo al Comune o, in alternativa, informati precedentemente e chiedi l’aiuto di un commercialista della zona.
Come vendere online all’estero
La Legge italiana ed europea prevede diverse normative e adempimenti fiscali nel caso si voglia vendere online, soprattutto se le vendite vengono fatte all’estero. La possibilità di vendere anche all’estero è molto conveniente in quanto garantisce l’accesso ad un pubblico di potenziali clienti decisamente maggiore rispetto a quello italiano.
Tuttavia, sia se l’organizzazione del tuo e-commerce è in forma diretta, sia in forma indiretta, dovrai preoccuparti di assolvere ad alcuni obblighi burocratici per poter vendere fuori dai confini italiani. Per poter vendere all’estero in Europa è necessario procedere con l’iscrizione al VIES, che permette di intraprendere azioni di scambio tra paesi dell’Unione Europea. La tua Partita IVA diventerà intracomunitaria.
L’iscrizione al VIES è un adempimento obbligatorio per poter vendere in Europa, e per cui viene anche applicata l’IVA. Per poter richiedere l’iscrizione tuttavia non è necessario pagare, perché si tratta di una procedura gratuita.
L’iscrizione avviene tramite Agenzia delle Entrate, e può avvenire sia nel momento in cui viene avviata l’attività, ovvero quando viene aperta la Partita IVA, sia in un secondo momento, quando si decide di rivolgersi anche ai mercati esteri. Anche per questo adempimento è possibile procedere direttamente online al portale ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.
Risulta anche possibile consultare i registri VIES per verificare che effettivamente la Partita IVA sia registrata correttamente per poter vendere all’estero. Anche per questo adempimento può essere utile l’appoggio di un commercialista esperto.
Commercio elettronico alimentare
Un approfondimento va fatto per quanto riguarda la vendita di prodotti alimentari online. Ci sono, infatti, alcune limitazioni e problematiche che possono derivare dalla vendita online di prodotti di questo tipo.
In ogni caso è sempre consigliato verificare presso il proprio Comune di competenza quali sono le normative e gli adempimenti per il commercio elettronico specifico che s’intende portare avanti, soprattutto nel caso della vendita online di prodotti alimentari.
In questo caso entrano in gioco diversi fattori legati alla deperibilità ed alla manipolazione degli alimenti stessi. In Italia, la normativa relativa alla vendita di prodotti alimentari online è regolamentata dal Regolamento europeo 1169/2011/UE, il quale prescrive alcuni adempimenti finalizzati alla tutela del consumatore, e dal D. Lgs. 114/1998 (Decreto Bersani), modificato dal D. Lgs. 59/2010, che impone requisiti morali e professionali. Va inoltre applicata la normativa che disciplina la vendita online dettata dal D.Lgs 70/2003.
Innanzitutto, per aprire un e-commerce alimentare, è necessario rispettare tutti gli adempimenti burocratici visti prima, come l’apertura di una Partita IVA. Si aggiungono poi alcuni requisiti di tipo personale e morale per vendere prodotti alimentari online:
- non essere dichiarato come delinquente abituale o, in caso contrario, aver ottenuto un attestato di riabilitazione;
- non essere stato condannato per delitto volontario o aver scontato 3 o più anni di reclusione per condanne simili;
- non essere un condannato per ricettazione, riciclaggio, estorsione, rapina, insolvenza fraudolenta, usura, violenza;
- non essere stati condannati per reati contro l’igiene e la sanità pubblica;
- non aver riportato due o più condanne durante i 5 anni precedenti all’inizio dell’attività.
Nel caso in cui si parli di una società, gli stessi requisiti devono essere soddisfatti dal titolare o dal legale rappresentante e da altro soggetto scelto dell’attività commerciale. Inoltre si aggiungono alcuni requisiti professionali richiesti per questo tipo di attività, di cui almeno uno deve essere rispettato:
- aver lavorato per almeno due anni, negli ultimi cinque, in proprio o presso un’attività di vendita o di produzione alimentare;
- aver concluso con esito positivo il corso SAB (Somministrazione di Alimenti e Bevande);
- possedere un diploma o una laurea in un indirizzo di studi in materia di commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti.
Informazioni da inserire per vendere alimentari online
In caso di vendita online di prodotti alimentari, oltre a inserire nel tuo negozio virtuale le informazioni sulla tua attività e sulla Partita IVA, dovrai anche fornire obbligatoriamente le caratteristiche e le schede tecniche dei prodotti venduti. In particolare:
- nome, denominazione e stato fisico dell’articolo alimentare. Lo stato fisico denota il trattamento a cui è stato sottoposto l’alimento (disidratato, surgelato ecc.);
- ingredienti, categorie e quantità degli stessi;
- presenza di eventuali allergeni;
- quantità netta;
- condizioni di conservazione e d’utilizzo. Ad esempio, “conservare in un luogo asciutto” o “conservare in frigorifero tra 2 e 7 gradi”:
- nome e indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile che commercializza il prodotto;
- paese di produzione o origine del prodotto;
- istruzioni per l’uso, ma solo nel caso in cui, questo fattore, possa compromettere la qualità dell’alimento;
- gradazione alcolica per tutte quelle bevande che superano l’1,2% di alcol per volume;
- valori nutrizionali.
Per quanto riguarda, invece, la data di scadenza, questo dato può essere fornito nel momento in cui l’alimento viene consegnato. Tutte queste informazioni devono necessariamente essere fruibili in una lingua che il consumatore conosca o, in alternativa, in inglese per tutti gli acquirenti dell’Unione Europea.
Vendere online – Domande Frequenti
Per vendere online è obbligatoria la Partita IVA quando l’attività è svolta in modo prevalente Ecco come fare, nell’articolo.
Rientrano nella definizione di commercio elettronico tutte le attività di vendita online di prodotti e servizi, virtuali o fisici. Scopri qual è la normativa italiana qui.
Andrea Murgia