Come spendere il welfare aziendale: buoni pasto, buoni acquisto e altri benefits

Le aziende riconoscono ai loro dipendenti dei benefit che fanno parte del welfare aziendale. Leggi la guida su come spendere il welfare aziendale e tutti i vantaggi a cui puoi accedere.

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  • Il welfare aziendale è l’insieme di benefit e vantaggi che il datore di lavoro riconosce ai lavoratori dipendenti.
  • Fanno parte del welfare aziendale sia i buoni pasto che i fringe benefit sotto forma di buoni acquisto, che godono di specifiche agevolazioni fiscali.
  • Per spendere il welfare aziendale oggi ci sono tantissime alternative, come i negozi convenzionati.

Le aziende possono riconoscere ai loro dipendenti dei benefici come forma di ricompensa o guadagno aggiuntivo rispetto allo stipendio. Stiamo parlando del piano di welfare aziendale.

Per capire qual è il modo più intelligente di spendere il welfare aziendale è prima di tutto necessario conoscere nel dettaglio in cosa consiste.

Questo può essere concesso dalle aziende in quantità e modalità differenti, e si possono anche prevedere particolari condizioni. In questo articolo vedremo in cosa consiste il welfare aziendale e in che modo spenderlo.

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Cos’è il welfare aziendale

Le origini del welfare aziendale sono da ricercare negli Stati Uniti, quando negli anni Cinquanta le grandi aziende offrivano benefit e vantaggi di vario tipo ai propri dipendenti. Da allora l’idea di concedere ulteriori benefici, oltre allo stipendio, ai dipendenti ha raggiunto anche l’Europa e l’Italia.

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Il welfare aziendale oggi è inteso come l’insieme di benefit e piani messi a disposizione del lavoratore dipendente dal datore di lavoro. È bene specificare, però, che si tratta di vantaggi aggiuntivi rispetto allo stipendio che il lavoratore ha il diritto di percepire in cambio della sua prestazione all’interno dell’azienda.

Questi vantaggi possono essere costituiti da voucher, cartacei o elettronici, che valgono come credito personale del lavoratore. Quest’ultimo può, quindi, utilizzare detti voucher per effettuare acquisti o accedere a servizi presso esercizi convenzionati.

I limiti del welfare aziendale

La disciplina relativa al welfare aziendale è regolata dal TUIR, Testo Unico sulle Imposte sul Reddito. Il comma 3-bis dell’articolo 51 del TUIR stabilisce che l’emissione di beni e sevizi da parte dell’azienda può avere luogo attraverso documenti di legittimazione, sia in modalità elettronica che cartacea. Questo a condizione che riportino un valore nominale.

Come gli altri beni e servizi di welfare, i voucher godono di agevolazioni fiscali. Infatti, non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente in busta paga. Inoltre, sono esenti da tassazione fino alla soglia di 3.000,00€ a persona per lavoratori con figli a carico, mentre resta il limite di 258,23 € per tutti gli altri dipendenti.

L’art. 6 del TUIR, invece, stabilisce che i voucher presentano le seguenti caratteristiche:

  • non possono essere ceduti a terzi;
  • non possono essere convertiti in denaro;
  • devono riportare il nominativo del lavoratore che li riceve e quindi essere nominativi;
  • salvo eccezioni, offrono il diritto all’erogazione di un singolo bene, servizio o prestazione per il valore nominale interno e non è concesso che siano integrati dal titolare;
  • possono essere utilizzati soltanto dal titolare o, al massimo, dai familiari fino al primo grado di parentela.

Come spendere il welfare aziendale

Scegliere come spendere il welfare aziendale dipende da diversi fattori, tra cui:

  • le esigenze personali o della famiglia;
  • i servizi offerti dal fornitore scelto dall’azienda.

Infatti, ogni fornitore di benefit aziendali può offrire diversi servizi e vantaggi. Vediamo qui di seguito un elenco di idee di strumenti di welfare aziendale che le imprese possono mettere a disposizione dei lavoratori.

  1. Buoni pasto;
  2. Buoni acquisto;
  3. Buoni spesa, shopping e carburante;
  4. Sport e benessere;
  5. Istruzione e formazione;
  6. Assistenza alla famiglia;
  7. Mutui;
  8. Trasporto pubblico;
  9. Salute;
  10. Previdenza completementare.

1. Buoni pasto

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I buoni pasto, spesso previsti da contratto, sono una forma di benefit che va a sostituire la mensa aziendale e che permettono al lavoratore di utilizzare il credito riconosciuto dall’azienda (che va in genere da 2 a 8 euro) presso ristoranti e supermercati per acquistare beni di genere alimentare.

I buoni pasto, offerti ad esempio da Edenred, sono deducibili al 100% per le aziende e sono disponibili sia in formato elettronico che cartaceo. In più, per il dipendente i ticket restaurant e i buoni pasto in generale non concorrono a formare il reddito da lavoro.

Questo è valido per la soglia di 4 euro al giorno per i buoni cartacei, e per 8 euro massimi al giorno per i buoni erogati in formato elettronico.

2. Buoni acquisto

I buoni acquisto fanno anche parte dei cosiddetti fringe benefit. Si tratta di uno strumento che permette di aumentare il potere di acquisto dei lavoratori e dei collaboratori. Viene anche considerato come un premio, o un incentivo, che permette ai lavoratori di accedere a servizi o di effettuare acquisti di diverso genere presso negozi convenzionati.

I buoni acquisto o regalo sono considerati come un’erogazione “in natura”. Di conseguenza, possono essere erogati ai dipendenti in modo detassato entro il limite previsto dalla normativa vigente (258,23€ erogati in natura e non tramite cedolino).

In base all’95 del T.U.I.R. è prevista la deducibilità dell’incentivo dato ai dipendenti sotto forma di fringe benefits. Per importi entro il limite previsto dalla normativa attuale, ossia di 258,23€ erogati in natura, è possibile esporre in busta paga il valore nominale del buono acquisto.

3. Buoni spesa, shopping e carburante

Le aziende possono concedere benefit anche attraverso specifici buoni spesa, buoni carburante o voucher per fare shopping presso gli esercizi convenzionati con il fornitore.

I voucher shopping sono spendibili per effettuare acquisti di vario tipo, dai prodotti di elettronica agli acquisti per la casa, ma anche libri, gaming e tanto altro ancora. Particolarmente interessanti sono i buoni per comprare carburanti, che le aziende possono erogare ai lavoratori.

4. Sport e benessere

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Tra gli esercizi convenzionati a cui il lavoratore può accedere ci sono palestre, musei, spa e tanto altro ancora. I datori di lavoro quindi possono scegliere di erogare ai propri dipendenti specifici servizi come benefit aziendali.

Ad esempio, con alcuni fornitori è possibile sottoscrivere abbonamenti per i musei, o ancora abbonamenti presso le palestre convenzionate.

C’è anche la possibilità di acquistare voucher spendibili al cinema o al teatro per guardare film e spettacoli gratuitamente o usufruendo di sconti.

5. Istruzione e formazione

I benefit in settori come istruzione e formazione sono particolarmente utili per i lavoratori che hanno figli a carico. Infatti attraverso questi bonus si possono garantire ai dipendenti dei rimborsi sulle spese per la scuola dei figli, ma anche un rimborso sulle tasse scolastiche e universitarie.

I benefit possono anche essere erogati sotto forma di partecipazione a corsi di formazione per i lavoratori specifici, o per prendere parte a eventi e manifestazioni di settore. In questo modo si applica un potente strumento di welfare aziendale utile per accrescere le competenze del lavoratore.

6. Assistenza alla famiglia

Il benefit per l’assistenza alla famiglia è un tipo di premio che permette ai lavoratori di attingere a particolari agevolazioni per familiari a carico che necessitano di assistenza.

In questo modo il lavoratore può richiedere un rimborso sulle prestazioni come i servizi di trasporto e accompagnamento o per la permanenza del familiare a carico presso strutture specializzate, purché convenzionate.

7. Mutui

Il welfare aziendale può essere utile anche per i lavoratori che devono richiedere un mutuo per l’acquisto di una casa. Si tratta di un benefit meno conosciuto, ma possibile. Mutui e finanziamenti per i lavoratori dipendenti possono essere sostenuti in alcuni casi, e in parte, dall’azienda.

Va anche ricordato che su questo tema i lavoratori possono sempre ottenere un rimborso degli interessi del mutuo, detraendo il 19% sugli interessi passivi sostenuti attraverso la dichiarazione dei redditi. Il limite della detrazione è pari a 4.000 euro per la prima casa.

8. Trasporto pubblico

Il benefit legato al trasporto pubblico permette ai lavoratori di richiedere un rimborso sugli abbonamenti dei mezzi pubblici.

Questo vale non solo per il lavoratore dipendente ma, a volte, anche per i familiari a carico. Anche in questo caso le aziende possono scegliere come procedere.

9. Salute

Tramite welfare aziendale i lavoratori hanno accesso spesso anche ad agevolazioni riguardanti la salute propria e dei familiari a carico. Infatti, il welfare sanitario aziendale consente alle aziende di supportare la salute e il benessere dei lavoratori attraverso vantaggi specifici.

Questi possono consistere in una copertura sanitaria migliorativa rispetto a quella prevista dal contratto collettivo, ma anche nell’attivazione di piani sanitari, o ancora nella possibilità di richiedere rimborsi e sconti per visite presso i centri convenzionati.

10. Previdenza complementare

Alcuni piani di welfare aziendale includono anche la previdenza complementare. Infatti, alcune aziende prevedono la possibilità di trasformare il totale o parte dell’ammontare del welfare aziendale in contributi previdenziali.

In questo modo il lavoratore potrà versare l’importo riconosciuto dall’azienda al fondo di previdenza complementare. Questi benefit si sommano ai contributi versati obbligatoriamente dalla legge dal datore di lavoro per il dipendente.

Come spendere il welfare aziendale – Domande frequenti

In che modo si può spendere il welfare aziendale?

Le aziende possono offrire diversi piani di welfare aziendale, che possono includere piani per la previdenza, agevolazioni riguardanti la salute, ma anche sconti e agevolazioni per la formazione e l’istruzione, per la cultura, sui mutui e tanto altro ancora.

Quanto si può spendere di welfare?

Il welfare aziendale è riconosciuto entro una soglia massima di esenzione di 3.000 euro per ogni lavoratore dipendente con figli a carico, mentre per gli altri il limite previsto di esenzione è di 258,23 euro annui.

Cosa si può fare con il welfare?

Con il welfare aziendale i lavoratori dipendenti possono pagare asili, tasse scolastiche, ma anche ottenere voucher per la cultura come biglietti per cinema e musei, accedere a prestazioni sanitarie con sconti e agevolazioni e tanto altro.

Come viene erogato il welfare aziendale?

Il welfare aziendale viene erogato in base alle decisioni specifiche dell’azienda, ai lavoratori dipendenti, sotto forma di diversi benefit. Scopri qui come funzionano.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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