- Ogni PMI ha la necessità di svolgere diversi adempimenti burocratici e di rispettare tutte le scadenze fiscali previste dalla legge: un commercialista è un valido consulente in questo senso.
- Trovare un commercialista specializzato nell’ambito in cui si muove la PMI è consigliato per una consulenza specifica.
- Per le SRL il costo del commercialista può variare tra 2.000 e 3.000 euro annui.
Avere un commercialista valido al proprio fianco significa poter contare su un vero e proprio partner strategico per il successo. Un professionista competente può infatti fare la differenza in diversi ambiti: vi aiuta a risparmiare, evita problemi legali e pianifica strategie fiscali che vi permettono di cogliere al volo le opportunità di crescita.
La scelta, dunque, non va presa alla leggera. Non si tratta infatti solo di trovare qualcuno che si occupi delle tasse, ma di selezionare una persona che conosca a fondo il vostro settore e che sia pronta a supportarvi nelle sfide quotidiane che la vostra impresa affronta.
In questo articolo, vedremo quali sono i criteri fondamentali per scegliere il commercialista giusto per la vostra PMI, consigli pratici su come valutarne le competenze e l’affidabilità, quali domande porre durante il colloquio e quali sono i costi medi.
Indice
Come scegliere un commercialista?
Abbiamo dunque compreso, nelle righe precedenti, che nello scegliere un commercialista è fondamentale andare oltre la semplice competenza tecnica e il prezzo, per considerare un insieme di criteri che vi permetteranno di trovare una persona capace di offrire un supporto completo. Ecco nel dettaglio i principali aspetti da valutare.
1. Esperienza e specializzazione
Il primo aspetto da considerare è l’esperienza. Un professionista con una lunga esperienza alle spalle avrà sicuramente affrontato una varietà di situazioni complesse, sviluppando una competenza pratica che può fare davvero la differenza.
Tuttavia, non basta l’anzianità: è altrettanto importante che il commercialista abbia una specializzazione nel settore in cui operate. Un esperto che conosce le specificità del vostro mercato sarà in grado di offrirvi consulenze mirate, evitandovi errori comuni e aiutandovi a cogliere opportunità che potrebbero sfuggire a un professionista generico.
2. Propensione all’aggiornamento
Ogni settore comprende una moltitudine di variabili e lo stesso vale per la contabilità e la fiscalità. Pensate, ad esempio, a quanto possono essere diverse le normative nel settore del commercio all’ingrosso rispetto a quello al dettaglio o all’e-commerce.
Scegliere un commercialista che ha esperienza nel vostro campo specifico e intraprende formazione continua significherà poter contare su un professionista più preparato a gestire le specifiche sfide della vostra attività, sia che si tratti di sfruttare incentivi fiscali specifici, sia che si debbano monitorare contratti particolari o adempimenti normativi complessi. Un vero e proprio vantaggio competitivo.
3. Disponibilità e accessibilità
Un buon rapporto con il commercialista si basa su una comunicazione efficace e tempestiva. Non basta che sia disponibile durante le scadenze fiscali: deve essere pronto a rispondere alle vostre domande e a offrirvi consulenza in tempi rapidi ogni volta che ne avete bisogno.
Viviamo in un mondo sempre più digitalizzato, quindi la possibilità di interagire anche attraverso strumenti di videoconferenza o piattaforme di gestione documentale online rappresenta un enorme valore aggiunto.
4. Tariffe e rapporto qualità-prezzo
Il costo dei servizi del commercialista è certamente un aspetto da non sottovalutare. È importante chiarire subito quanto andrete a spendere e cosa è incluso nel pacchetto offerto.
Non sempre il commercialista più economico è però la scelta migliore. Un professionista che offre un servizio di qualità, pur a un prezzo leggermente superiore, può farvi risparmiare nel lungo termine grazie a una gestione fiscale più accurata e a consulenze strategiche che evitano errori costosi.
Quanto costa un commercialista per partite IVA?
Il costo di un commercialista per una PMI può variare parecchio a seconda di diversi fattori, come la complessità della vostra attività, il volume delle transazioni e il regime contabile adottato.
Per un libero professionista o una ditta individuale in regime forfettario, il costo annuo può variare in media tra i 400 e i 1.000 euro. Se invece si tratta di una ditta individuale con contabilità ordinaria, si può arrivare a pagare tra 1.000 e 2.000 euro all’anno.
Le società a responsabilità limitata (SRL), che richiedono una gestione contabile più complessa, possono aspettarsi di pagare tra i 2.000 e i 3.000 euro all’anno, soprattutto se necessitano di consulenze aggiuntive o gestiscono operazioni internazionali.
Attenzione però: i costi possono variare anche in base alla regione in cui operate. Le tariffe tendono a essere più alte nel Nord Italia rispetto al Sud. Inoltre, alcuni commercialisti possono addebitare costi extra per servizi aggiuntivi: meglio sempre informarsi su cosa è incluso nel pacchetto.
Cosa chiedere a un commercialista
Porre le giuste domande durante il colloquio preliminare può aiutarvi a capire se il commercialista che avete davanti è la persona giusta per supportare la vostra azienda. Ecco alcune domande che potrebbero essere utili nello scegliere un commercialista e come interpretare le risposte.
- Quali esperienze ha nel lavorare con imprese del mio settore?
Un commercialista che ha già lavorato con aziende simili alla vostra sarà meglio preparato a comprendere le sfide specifiche del vostro settore. Se vi risponde con esempi concreti di clienti passati o attuali, significa che ha l’esperienza necessaria e che è capace di adattarsi alle esigenze particolari del vostro campo.
- Quali servizi sono inclusi nel suo pacchetto standard e quali sono considerati extra?
Questa domanda è essenziale per evitare brutte sorprese in fattura. Un commercialista trasparente vi fornirà un elenco chiaro dei servizi inclusi e di quelli che comportano costi aggiuntivi. Se la risposta è vaga o poco chiara, potrebbe essere un segnale d’allarme per possibili costi nascosti in futuro.
- Come gestisce le scadenze fiscali e quali strumenti utilizza per garantire l’accuratezza e la tempestività delle operazioni?
Un buon commercialista deve avere un sistema ben organizzato per rispettare le scadenze e gestire le pratiche in modo efficiente. La risposta a questa domanda vi darà un’idea della sua organizzazione interna e della capacità di evitare ritardi o errori che potrebbero costare caro alla vostra impresa.
- Come preferisce comunicare con i suoi clienti?
La comunicazione è fondamentale nel rapporto con il commercialista. Chiedere come preferisce comunicare vi aiuterà a capire se è accessibile e se utilizza metodi che si adattano alle vostre esigenze, che sia tramite e-mail, telefono o piattaforme digitali. Se preferisce un canale specifico, è importante che questo si allinei con le vostre preferenze per evitare malintesi.
- Come gestisce i cambiamenti normativi e come tiene i clienti aggiornati?
Le normative fiscali e contabili cambiano frequentemente e un buon commercialista deve essere aggiornato e pronto a informare i clienti su come tali cambiamenti potrebbero influire sulla loro attività. Se vi parla di un sistema di aggiornamento regolare, come newsletter o incontri periodici, è un buon segno di professionalità.
Cosa deve fare un buon commercialista per le imprese
Un buon commercialista svolge una serie di compiti fondamentali che vanno ben oltre la semplice gestione della contabilità aziendale. Il suo ruolo è cruciale per garantire la salute finanziaria dell’impresa e per supportare le decisioni strategiche della direzione. Ecco le principali attività che un buon commercialista dovrebbe svolgere:
- registrazione delle operazioni finanziarie, gestione dei libri contabili e assicurazione che i conti siano aggiornati e corretti;
- preparazione e presentazione delle dichiarazioni fiscali, pianificazione fiscale per ottimizzare le obbligazioni;
- analisi finanziaria, supporto nelle decisioni aziendali, pianificazione degli investimenti;
- elaborazione delle buste paga, consulenza giuslavoristica;
- aggiornamento normativo, audit e revisione per garantire la conformità alle leggi.
Come scegliere un commercialista – Domande frequenti
Il momento ideale per cambiare commercialista è l’inizio dell’anno fiscale, cioè da gennaio. In questo modo, il vecchio commercialista può chiudere i conti e completare gli adempimenti relativi all’anno precedente.
Il costo di un colloquio può variare in base alla complessità del servizio richiesto e alla località, ma generalmente si aggira tra i 50 e i 150 euro per una consulenza base. Alcuni commercialisti offrono la prima consulenza gratuita, specialmente online.
Dovresti rivolgerti a un commercialista ogni volta che hai bisogno di assistenza nella gestione della contabilità, nella preparazione della dichiarazione dei redditi o per consulenze su tematiche fiscali e legali. In particolare, è consigliabile farlo all’apertura di una partita IVA, in occasione di cambiamenti normativi o quando ci sono questioni fiscali complesse.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it