- Esistono tre principali tipologie di regime fiscale associato alla partita IVA: il regime ordinario, quello semplificato e quello forfettario.
- Ciò che distingue principalmente questi tre regimi è il volume d’affari, oltre alla struttura dell’attività economica.
- Per determinare il proprio regime fiscale, la via più semplice è effettuare una verifica sulla propria dichiarazione dei redditi.
Una delle domande più comuni tra chi apre una partita IVA è proprio questa: come faccio a sapere il mio regime fiscale? La risposta non è sempre immediata, soprattutto per chi non ha familiarità con il sistema tributario italiano.
In questo articolo partiremo dunque dalla base, spiegando innanzitutto quali sono i principali regimi fiscali previsti dalla normativa, le loro caratteristiche e chi ne ha accesso. Dopodiché, vedremo come verificare il proprio regime fiscale a partire dalla dichiarazione dei redditi.
Indice
Come capire quale tipo di partita IVA ho
La normativa prevede tre principali regimi fiscali da associare alla partita IVA tra cui scegliere, a cui i contribuenti possono accedere. Ognuno presenta caratteristiche specifiche e requisiti di accesso ben definiti, che variano a seconda del volume d’affari e della struttura dell’impresa:
- il regime forfettario;
- il regime semplificato;
- il regime ordinario.
1. Regime fiscale forfettario
Il regime forfettario è un regime agevolato pensato per le piccole partite IVA e i lavoratori autonomi. La sua principale caratteristica è la determinazione forfettaria del reddito imponibile, calcolato applicando una percentuale predefinita, il coefficiente di redditività, ai ricavi lordi. Per accedere al regime forfettario bisogna soddisfare alcuni requisiti:
- presentare ricavi annui inferiori a 85.000 euro;
- non avere alcuna spesa superiore ai 20.000 euro annui per lavoro dipendente e collaboratori;
- non essere soci di società di persone, S.r.l. trasparenti o imprese familiari;
- non svolgere attività che si avvalgono di regimi speciali IVA.
I vantaggi principali sono una tassazione agevolata al 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività, e l’esonero dall’applicazione dell’IVA sulle fatture emesse. Nel 2025 il regime forfettario è soggetto ad alcune novità, tra cui la possibilità di contratto misto.
2. Regime fiscale semplificato
Il regime fiscale semplificato è rivolto a imprese e professionisti che non possono rientrare nel regime forfettario, ma non superano neanche determinati limiti di fatturato:
- 500.000 euro per le attività di vendita di beni;
- 400.000 euro per le attività di servizi.
Nel regime semplificato, la contabilità è più complessa di quello forfettario, ma nettamente più snella rispetto a quella del regime ordinario, poiché il reddito imponibile viene calcolato con il criterio della competenza di cassa: ciò significa che si considerano solo i ricavi effettivamente incassati e le spese effettivamente pagate durante l’anno.
3. Regime fiscale ordinario
Il regime fiscale ordinario è obbligatorio per tutte le imprese e i professionisti che superano i limiti di fatturato previsti per il regime forfettario e semplificato. Le principali caratteristiche del regime ordinario sono:
- una contabilità analitica e dettagliata;
- l’obbligo di dichiarazione IVA periodica;
- la determinazione del reddito imponibile calcolato sulla differenza tra ricavi e costi effettivamente sostenuti, con eventuali detrazioni e deduzioni;
- la tassazione secondo scaglioni IRPEF.
Regime fiscale persona fisica
In molti fanno confusione tra la natura giuridica della propria partita IVA e il regime fiscale adottato. Chiariamo questo punto: le persone fisiche, come professionisti con partita IVA individuale e lavoratori autonomi, possono accedere al regime forfettario o semplificato in base ai requisiti di fatturato e spese.
Anche i professionisti e lavoratori autonomi possono beneficiare delle semplificazioni offerte dal regime forfettario, se rispettano i limiti previsti.
Le imprese, che comprendono società di persone come S.n.c. e S.a.s. e società di capitali come S.r.l. e S.p.A., sono invece generalmente obbligate ad adottare il regime fiscale ordinario per via della complessità della loro gestione economica.
Verifica regime fiscale partita IVA
Ora che conosciamo le tipologie di regime fiscale a cui una partita IVA può aderire, vediamo come identificare il proprio. Rivolgersi al proprio commercialista o a un professionista specializzato in fiscalità è senza dubbio il metodo più rapido e affidabile.
Esiste però anche un altro metodo efficace, ovvero l’analisi della dichiarazione dei redditi. Ogni regime ha infatti specifici adempimenti e sezioni dedicate nella dichiarazione. Ecco quali quadri esaminare e cosa cercare:
- regime forfettario: troverai i tuoi ricavi e compensi dichiarati nel Quadro LM, sezione II, dedicato ai soggetti che applicano l’imposta sostitutiva. Il Quadro LM è specifico per chi non è soggetto a IVA e non deduce analiticamente i costi, dato che il reddito imponibile viene calcolato applicando un coefficiente di redditività;
- regime semplificato: il Quadro RG è specifico per i contribuenti che adottano il regime semplificato. Qui sono indicati i ricavi e i costi reali sostenuti durante l’anno, oltre alla determinazione del reddito imponibile. Dal 2017, si utilizza il criterio di cassa, quindi troverai solo i movimenti effettivamente incassati o pagati;
- regime ordinario: troverai il Quadro RF, che è molto più articolato rispetto agli altri. Qui vengono riportati tutti i ricavi e i costi calcolati secondo il criterio di competenza (cioè indipendentemente dall’effettivo incasso o pagamento), oltre ad ammortamenti, interessi e altre componenti reddituali.
Come faccio a sapere il mio regime fiscale – Domande frequenti
Per sapere se sei in regime forfettario, devi verificare innanzitutto se rispetti i requisiti previsti: il più importante è il limite di fatturato a 85.000 euro. Dopodiché puoi controllare sulla dichiarazione dei redditi se i tuoi redditi figurano nel Quadro LM.
I principali regimi fiscali in Italia sono il regime forfettario, il regime ordinario, il regime semplificato e, per chi lo ha adottato in passato, il regime dei minimi, che non è più attivabile ma resta in vigore per chi soddisfa ancora i requisiti.
Il regime dei minimi, basato su un decreto del 2011, prevede un’imposta sostitutiva del 5% ed è riservato a chi lo ha attivato prima della sua abolizione. Il regime forfettario, introdotto successivamente, applica un’imposta sostitutiva del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni in specifici casi).
Rientrano nel regime ordinario le attività che superano i limiti di ricavi previsti per il regime forfettario, quelle incompatibili con altri regimi agevolati e quelle che scelgono volontariamente questa modalità per ragioni organizzative o fiscali. Ci sono differenze sostanziali di requisiti tra regime ordinario e forfettario.
Trovare la partita IVA partendo da nome e cognome è possibile solamente in alcuni casi: il Registro delle Imprese ad esempio richiede anche il codice fiscale.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it