Come proteggere i risparmi da guerre, inflazione e dazi che mandano in tilt i mercati (e l’oro alle stelle)

Una piccola tregua sui dazi e le Borse tornano a respirare, ma l'impatto su tutte le categorie di investimento è alto. Come proteggere i propri risparmi.

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  • Una piccola tregua sui dazi fa già volare Wall Street, dopo le turbolenze dell’ultima settimana, ma l’impatto comunque c’è stato, su tutte le categorie di investimento.
  • Mettersi sulla difensiva è la strada consigliata, indirizzandosi verso i cosiddetti beni rifugio.
  • Vendere seguendo l’istinto e l’emotività, se i mercati crollano da un giorno all’altro, non è mai la soluzione migliore, in quanto le perdite potrebbero cristallizzarsi in via definitiva.

L’oro è il primo bene rifugio, non ha rivali e i dati di marzo 2025 lo dimostrano. Sale a oltre 3 mila dollari l’oncia (che equivale a poco più di 28 grammi), senza dubbio record storico in linea con la domanda alle stelle da parte di banche e investitori.

E la posizione dei principali analisti di mercato è rialzista. Come proteggere i risparmi alla luce di queste turbolenze, tra guerre (anche commerciali), inflazione e indebolimento del dollaro? Dividendi, Btp e valute pregiate sono gli strumenti alternativi da prendere in considerazione.

Come proteggere i risparmi

I risparmi di ogni singola persona sono importanti e lasciare che siano altri a gestire questa risorsa può riservare amare sorprese. Comprensibilmente però, in tempi incerti tra inflazione e turbolenze a livello mondiale, non è da dare per scontato il fatto di avere coraggio e spostare nell’eventualità i propri risparmi da un asset all’altro.

Senza dubbio, chi non ha mai pensato all’investimento come forma di tutela dei propri risparmi, non troverà ora la motivazione giusta per iniziare, viste le congiunture internazionali.

Coloro che invece hanno già collocato una parte del loro capitale in investimenti, come possono in questo momento cercare di proteggerli al meglio?

Il consiglio degli esperti è di mettersi sulla difensiva. Per quanto differenziare il portafoglio del capitale di rischio possa risultare vantaggioso, la strada più sicura da percorrere al momento prevede di indirizzarsi verso i cosiddetti beni rifugio.

Il secondo consiglio, da seguire in parallelo, è di non “fuggire dalle Borse” quando c’è aria di instabilità, quindi di non vendere se i mercati crollano da un giorno all’altro, seguendo quindi l’istinto e l’emotività.

Tra l’altro, per inciso, proprio in queste ore lo scenario tragico che si prospettava sull’introduzione dei dazi messo in agenda da Trump sembra si stia ridimensionando. Con il moderato dietrofront, che prevede una pausa di 90 giorni, le Borse respirano.

L’oro al centro del risparmio

Intanto, tregua transitoria oppure no, l’introduzione dei dazi imposta da Trump ha impattato immediatamente su tutte le categorie di investimento. La domanda che più interessa gli investitori, in questo momento, è: “come proteggere il portafoglio e magari continuare anche a guadagnare?”.

Mettersi al riparo significa puntare a quei settori generalmente considerati come difensivi, a partire dagli alimentari ad esempio, per arrivare a farmaceutici e alle utilities, vale a dire quei servizi essenziali come energia elettrica, gas, acqua e servizi di telecomunicazione, sia verso privati che aziende. 

Ad ogni modo, ci sono beni che collettivamente sono considerati come rifugio contro la tempesta, e l’oro è quello che spicca in cima al podio, brillando di più tra le classi di attività (asset class).

Al di là delle performance del prezzo dell’oro negli ultimi 5 anni, già in queste poche settimane dall’inizio del 2025, l’oro si trova in una corsa senza limiti1, che va a sommarsi ai rendimenti più che generosi degli ultimi due anni.

Senza dubbio l’oro dovrebbe far parte, in maniera strutturale, di ogni paniere di investimenti che voglia definirsi bilanciato, proprio a difesa della volatilità dei mercati che a volte si manifesta in maniera prorompente.

Bund e Btp

Stando alla pubblicazione n.910 di Banca d’Italia2, le scelte delle famiglie italiane, per quel che concerne i risparmi, appaiono alquanto altalenanti, dal 2000 a oggi, con attività finanziarie come depositi e prodotti assicurativi e previdenziali in ascesa, mentre fondi comuni e obbligazioni bancarie sono rimasti pressoché stabili.

I Btp, alla luce del nuovo contraccolpo subito dai mercati finanziari all’indomani dell’imposizione dei dazi voluta da Trump, hanno comunque mantenuto stabile il portafoglio, e il rendimento del Btp decennale è rimasto stabile al 3,75% (è doveroso sottolineare che, male che vada, se i bond si portano a scadenza, a ogni modo non c’è da temere alcuna perdita).

Nonostante l’elevata volatilità che caratterizza i mercati in questa fase, investire sui titoli di Stato resta un’opzione valida e, in particolare, i Bund tedeschi si percepiscono quali bene rifugio e la stessa considerazione potrebbe valere anche per i nostri Btp, a maggior ragione se la Bce (Banca Centrale Europea) porterà avanti la sua politica di riduzione dei tassi d’interesse. E questo nonostante uno spread (differenziale) tra BTP italiani e Bund tedeschi in aumento.

Investire in monete poco volatili

Se solo si volge lo sguardo addietro di poco, lo stesso dollaro era considerato di per sé un bene rifugio, mentre a oggi, rispetto a gennaio 2025, continua a indebolirsi e a perdere il suo valore. E se l’economia statunitense dovesse entrare in recessione, il suo deprezzamento appare ancora più certo.

Anche se proprio il taglio dei tassi intrapreso dalla Bce potrebbe porre un freno all’apprezzamento dell’euro e quindi al calo del dollaro.

A oggi, le due valute che, come prevedibile, si confermano più stabili, sono il franco svizzero e lo yen giapponese, anche se con rendimenti che superano appena l’1%.

  1. Oro: corsa senza limiti nel 2025, Banca Generali, bancagenerali.com ↩︎
  2. N. 910 – La composizione del portafoglio delle famiglie nel periodo 2010-23: evidenze dai Conti finanziari, Banca d’Italia, bancaditalia.it ↩︎
Autore
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Natalia Piemontese

Giornalista

Giornalista pubblicista, sono laureata con Master in selezione e gestione delle Risorse Umane e specializzata in ricerca attiva del lavoro. Fondatrice dell'Academy di Mamma Che Brand, per l'empowerment femminile e la valorizzazione delle soft skills in particolare dopo la maternità, insegno le competenze digitali che servono per lavorare online.

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