- Per pagare meno tasse i liberi professionisti e le ditte individuali hanno la possibilità di adottare il regime forfettario, che permette di pagare una flat tax al 15%.
- Le agevolazioni fiscali invece permettono di investire in ricerca e sviluppo e di ottenere un credito d’imposta fino al 50%.
- I lavoratori dipendenti possono avere accesso a detrazioni fiscali su molte tipologie di spese legate, ad esempio, all’acquisto o alla ristrutturazione dell’abitazione principale, all’istruzione o alle spese sanitarie.
Oggi la pressione fiscale per le imprese ha quasi raggiungo il 45%, di conseguenza su un fatturato lordo di mille euro un’azienda dovrà versare quasi la metà in tasse. Ma come pagare meno tasse?
Senza percorrere la strada dell’illegalità, ci sono diverse opzioni che permettono sia ai titolari di Partita Iva che ai lavoratori dipendenti di ridurre le tasse da pagare. Si tratta di opzioni del tutto legali, come l’accesso a particolari agevolazioni o a forme di tassazione con riduzione delle imposte.
Il risparmio ad oggi sempre di più è diventato necessario, per imprese e Partite Iva, ma anche per lavoratori dipendenti. Ecco una panoramica delle possibilità previste dalle normative italiane per pagare meno imposte.
Indice
- Come pagare meno tasse in Italia
- Come pagare meno tasse: titolari di Partita Iva
- Pagare meno tasse con il regime forfettario
- Scaricare le spese dell’attività di impresa per pagare meno tasse
- La forma societaria per pagare meno tasse
- Come pagare meno tasse: investire in ricerca e sviluppo
- Come pagare meno tasse come lavoratore dipendente
Come pagare meno tasse in Italia
Il sistema fiscale italiano comprende decine di migliaia di leggi e normative, e fra queste si nascondono strategie e opzioni che permettono di risparmiare una bella somma ogni anno sul carico fiscale.
Tra i principali fattori che permettono di pagare meno tasse ci sono:
- la scelta del regime fiscale forfettario;
- il principio di inerenza deducendo le spese relative all’attività;
- l’accesso alle detrazioni fiscali riservate ai lavoratori dipendenti.
Il regime fiscale forfettario è una novità che garantisce i maggiori vantaggi attualmente per le Partite Iva, e per il 2023 la soglia massima di ricavi per accedervi è stata aumentata fino a 85.000 euro, come vedremo tra poco.
Come pagare meno tasse: titolari di Partita Iva
I titolari di Partita Iva pagano diverse tasse in base al regime fiscale adottato. Infatti, il regime fiscale determina quali sono le tasse, le imposte e i contributi previdenziali che dovranno essere pagati durante l’anno.
I regimi contabili, o fiscali, che oggi possono essere adottati sono fondamentalmente tre:
Tuttavia, alcune Partite Iva hanno aderito in passato al regime fiscale dei minimi che dal 2015 è stato abrogato. Il regime ordinario, insieme a quello semplificato, prevede il pagamento di diverse tasse e imposte, tra cui:
- IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche);
- IVA (imposta sul valore aggiunto);
- IRAP (imposta regionale sulle attività produttive).
Il regime forfetario, invece, introdotto con la legge 190/2014, è un regime fiscale agevolato ed economico, accessibile per tutti i titolari di Partita Iva con fatturato inferiore agli 85.000 euro (dai precedenti 65mila euro si passa a 85mila euro con la Legge di Bilancio 2023).
Ma vediamo più nel dettaglio come funziona il regime fiscale forfettario.
Pagare meno tasse con il regime forfettario
La principale caratteristica del regime forfettario è la sua flat tax al 15%, che si riduce al 5% per i primi cinque anni di attività dall’apertura della Partita Iva.
Inoltre, l’aliquota non si applica sul totale dei ricavi registrati, ma sul coefficiente di redditività stabilito dalla legge per ogni categoria professionale. Infatti, ad ogni codice Ateco corrisponde un coefficiente di redditività.
Il coefficiente di redditività, infatti, altro non è che la percentuale applicata agli incassi realizzati, per determinare la base imponibile su cui verranno applicate l’imposta sostitutiva e i contributi previdenziali. Questa percentuale può andare da un minimo del 40% fino ad un massimo dei 78% per le attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi.
In quest’ultimo caso, infatti, se si sia registrato un fatturato 30.000 euro, la base imponibile su cui applicare l’aliquota della flat tax è 23.400,00 euro, vale a dire il 78% di 30.000 euro.
Di conseguenza, su un ricavo di 30.000 euro, il professionista verserà di imposta sostitutiva 3.510 euro oppure 1.170,00 euro, se è nei primi cinque anni di attività.
I vantaggi del regime fiscale forfettario
Come abbiamo già visto, non è difficile intuire quali siano i principali vantaggi del regime fiscale forfettario. Ma in realtà i benefici di questo regime contabile non si riducono solamente ad un carico fiscale ridotto.
Ecco quali sono i principali vantaggi di questo regime:
- tasse ridotte: il regime forfettario sostituisce i classici tributi come IRPEF e le addizionali con un’unica imposta sostitutiva pari al 15% o al 5% applicata sulla base imponibile;
- franchigia IVA: per le vendite e le prestazioni di servizi eseguite dai titolari di Partita Iva forfettaria non si applica alcuna maggiorazione IVA;
- contabilità alleggerita: l’unico obbligo previsto nel regime forfettario è quello di conservare le fatture con numerazione in ordine progressivo;
- adempimenti contabili e fiscali: non sono soggetti ad obblighi legati all’IVA e alla tenuta dei registri contabili o alla presentazione dell’esterometro, e così via.
Regime fiscale forfettario: i requisiti per pagare il 5%
Per pagare l’imposta sostitutiva ridotta al 5% per i primi anni di attività non è sufficiente aderire al regime forfettario. Infatti, bisogna essere in possesso di ulteriori requisiti, che sono i seguenti:
- il titolare della Partita Iva non deve, nei tre anni precedenti all’apertura della nuova Partita Iva, aver esercitato attività artistica, professionale o d’impresa (neanche in forma familiare / associata);
- la nuova attività non deve essere una prosecuzione di un’attività esercitata in precedenza, sotto forma di lavoro autonomo o di lavoro subordinato, ma fanno eccezione la pratica obbligatoria per l’accesso a determinate professioni;
- se l’attività è la prosecuzione di altra attività svolta da un soggetto terzo, e i ricavi ottenuti nell’anno precedente devono essere inferiori alla soglia massima consentita di 65.000 euro.
Scaricare le spese dell’attività di impresa per pagare meno tasse
Secondo il principio di inerenza, le spese che vengono sostenute dal professionista nell’ambito dell’esercizio della propria attività possono essere dedotte.
Per dedurre le spese inerenti all’esercizio dell’attività è necessario controllare attentamente se il costo sostenuto è da imputare alla sfera personale o, al contrario, all’attività lavorativa. Vi sono spese:
- totalmente deducibili;
- parzialmente deducibili.
Alcuni esempi di beni deducibili sono i beni immobili che secondo l’ordinamento sono considerati strumentali per l’esercizio dell’attività professionale.
Un ulteriore esempio sono le abitazioni private destinate anche solo parzialmente allo svolgimento dell’attività. In questo caso l’immobile è destinato a uso promiscuo oltre che ad ambiente lavorativo, perciò le spese come l’acquisto, l’affitto e le bollette sono deducibili a metà. Questo è consentito purché l’immobile sia intestato al professionista.
Vi sono, poi, le spese detraibili, che danno luogo ad una detrazione fiscale. Un esempio è rappresentato dalle spese telefoniche, che sono detraibili all’80%, o quelle legate all’auto aziendale, detraibili al 100%, all’80% in caso di agenti di commercio o 20% in caso di utilizzi promiscui.
Per conoscere nel dettaglio quali spese possono essere detratte o dedotte a livello fiscale, è consigliata l’assistenza di un commercialista esperto.
La forma societaria per pagare meno tasse
Nel caso delle società, un modo per pagare meno tasse è quello di scegliere la forma societaria più conveniente.
Ad esempio, le società a responsabilità limitata, o S.r.l, presentano una struttura flessibile e si adattano meglio a imprese di piccole e medie dimensioni, con un capitale sociale minimo pari a 10.000 euro.
Una delle forme societarie più avvantaggiate in Italia è la S.a.s., la società in accomandita semplice. Infatti, le S.a.s. godono dei seguenti vantaggi:
- l’IRAP si calcola sull’utile prodotto dall’impresa;
- i contributi INPS si calcolano sull’utile, in base alla quota versata dai soci;
- l’IRPEF si calcola sull’utile, in base alla quota versata dai soci;
- non viene applicata l’IRES.
In più, altro importante vantaggio è l’assenza di un capitale sociale minimo.
Come pagare meno tasse: investire in ricerca e sviluppo
Annualmente il Governo propone degli incentivi fiscali per supportare le aziende e le imprese a sostenere le spese da sostenere ai fini di ricerca e sviluppo.
Di conseguenza, la maggior parte dei costi relativi alla formazione del personale o del titolare, agli investimenti tecnologici e all’acquisto di beni che ogni azienda già sostiene rientrano tra le spese con incentivi fiscali.
In genere, tali incentivi consistono in un credito d’imposta per ricerca e sviluppo che può arrivare anche a superare il 50%. Di conseguenza, metà di quello che si spende viene restituito in credito fiscale dallo Stato, in modo da pagare meno tasse.
Oltre a questo credito, ogni anno vengono pubblicati alcuni interessanti bandi rivolti a settori specifici, imprese, o anche a professionisti autonomi e startup. Uno dei siti principali dove vengono ospitati i bandi e le iniziative dello stato è Invitalia.it.
Come pagare meno tasse come lavoratore dipendente
Vedere l’importo lordo in busta paga può essere piuttosto doloroso. Infatti, mensilmente buona parte della busta paga viene trattenuta dal datore di lavoro per pagare le tasse, in qualità di sostituto d’imposta.
Le trattenute effettuate ogni mese generalmente riguardano:
- i contributi previdenziali Inps;
- le trattenute Irpef;
- le addizionali Irpef regionali e comunali;
- i contributi Inail.
Ma anche il lavoratore dipendente ha qualche agevolazione per pagare meno tasse, ma come? Il modo migliore è quello di chiedere l’accesso alle detrazioni fiscali sull’Irpef.
In questo modo si possono ottenere degli sconti sulle tasse o ricevere un credito aggiuntivo in busta paga. Le detrazioni fiscali danno accesso a sconti su:
- spese sanitarie;
- spese per l’acquisto e la riparazione di veicoli per persone con disabilità;
- spese per acquisto di cani da guida e spese veterinarie;
- interessi per mutui ipotecari per l’acquisto o la costruzione dell’abitazione principale;
- interessi per prestiti o mutui agrari;
- spese di istruzione, anche universitaria e per le rette per la frequenza di asili nido;
- spese funebri;
- spese per addetti all’assistenza personale;
- spese per intermediazione immobiliare e sui canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede;
- erogazioni liberali di vario genere;
- spese sostenute per servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordi;
- spese per i contributi versati per i familiari a carico relativi al riscatto degli anni di laurea;
- premi relativi alle assicurazioni;
- spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico;
- spese per canoni di leasing di immobile da adibire ad abitazione principale;
- superbonus 110%, bonus facciate, ecc.
Come pagare meno tasse – Domande frequenti
Il modo più semplice per pagare meno tasse per un titolare di Partita Iva è aderire al regime fiscale forfettario, per pagare l’imposta sostitutiva al 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività. Leggi quali sono i requisiti per ridurre la flat tax e i limiti.
Per pagare meno tasse in busta paga bisogna chiedere l’accesso alle detrazioni fiscali sull’Irpef ottenendo vantaggi fiscali e sconti sulle spese sostenute. Leggi quali spese danno accesso alle detrazioni fiscali.
Con il regime forfettario professionisti e ditte individuali pagano meno tasse rispetto al regime ordinario, non applicano l’IVA in fattura e hanno minori adempimenti burocratici e fiscali.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale