- Le imprese e i liberi professionisti possono decidere di internazionalizzare un business per espandersi in un mercato estero e raggiungere nuovi accordi commerciali.
- Lo scopo dell’internazionalizzazione delle PMI è quello di produrre, vendere o acquistare materie prime, ma anche individuare nuove fonti di finanziamento o nuovi mercati internazionali.
- Esistono diverse agevolazioni per internazionalizzare un business, i cui vantaggi riguardano la crescita e la sostenibilità dell’azienda.
Negli ultimi decenni il fenomeno della globalizzazione dei mercati ha spinto sempre più imprese a espandersi oltre i confini nazionali. L’opportunità di internazionalizzare un business consente anche a PMI e liberi professionisti di crescere e superare eventuali difficoltà economiche riscontrate nel mercato interno.
Il processo di internazionalizzazione di un’azienda passa attraverso diverse fasi e richiede la soddisfazione di alcuni requisiti, per esempio l’apertura di una partita IVA comunitaria e il rispetto delle normative sulla fatturazione estera.
Non solo: le PMI e i professionisti che hanno intenzione di spostare la produzione o la vendita di prodotti all’estero devono valutare anche le proprie capacità economiche, finanziarie e fiscali.
Indice
- Internazionalizzazione di un business: cosa significa
- Internazionalizzazione di un’impresa: i requisiti
- Internazionalizzazione per i liberi professionisti
- Come internazionalizzare un business: i passi
- Agevolazioni per l’internazionalizzazione di un business
- Business internazionale e fatturazione elettronica
Internazionalizzazione di un business: cosa significa
Prima di chiedersi come internazionalizzare un business, è utile conoscere il significato del termine. L’internazionalizzazione di una PMI è quel processo tramite il quale l’impresa espande i propri orizzonti produttivi e commerciali oltre i confini nazionali. L’azienda, in altre parole, decide di allargare il proprio mercato di riferimento tramite:
- la produzione, vendita o acquisto di beni e servizi dall’estero;
- la stipula di nuovi accordi commerciali con altri Paesi,
- la ricerca di nuove fonti di finanziamento;
- l’identificazione di un nuovo target di consumatori a cui rivolgersi.
L’internazionalizzazione, al giorno d’oggi, è il naturale processo evolutivo per un’azienda che intende crescere e accogliere gli stimoli di un mercato a carattere globale. Può essere una valida risposta a periodi di espansione, ma anche a situazioni di crisi sopraggiunte in un particolare territorio.
Internazionalizzazione di un’impresa: i requisiti
Un’impresa che decide di internazionalizzare il proprio business deve soddisfare alcuni requisiti essenziali per intraprendere questo percorso e per avere maggiori opportunità di successo.
Per internazionalizzare una PMI occorre soddisfare le seguenti condizioni:
- disporre di prodotti qualitativamente adatti ai mercati esteri;
- godere di solidità finanziaria ed economica;
- essere informati sulle norme del paese in cui si espande il business;
- tenere dei prezzi competitivi;
- avere risorse da investire (denaro, personale e tempo).
Per poter operare nel mercato internazionale all’interno dell’UE, inoltre, l’impresa deve essere iscritta al registro VIES (VAT Information Exchange System).
Internazionalizzazione per i liberi professionisti
Il processo di internazionalizzazione può riguardare anche i liberi professionisti titolari di una ditta individuale o di una attività autonoma: in questo caso, è necessario verificare che la propria partita IVA sia intracomunitaria.
Con la partita IVA intracomunitaria è possibile effettuare transazioni commerciali con altri soggetti all’interno dell’Unione europea senza l’applicazione dell’IVA nello stato di origine. Quindi per operare in un mercato internazionale anche il libero professionista deve essere iscritto al registro VIES.
Per aprire una partita IVA comunitaria bisogna compilare il modulo di dichiarazione di inizio attività e consegnalo all’Agenzia delle Entrate, specificando l’intenzione di operare con soggetti UE.
Non meno importante è la ricerca di un nuovo bacino di clienti all’estero: bisogna farsi conoscere, proporre servizi mirati in base al nuovo target, avviare strategie di comunicazione e marketing specifiche per ottenere riscontri positivi.
Come internazionalizzare un business: i passi
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Esistono diverse strategie per internazionalizzare un business, ma la prima cosa da fare in questo senso è una valutazione delle possibilità che un’azienda ha a livello produttivo, nel breve e nel lungo periodo.
Una volta delineata la capacità e le possibilità del business di entrare in un mercato internazionale, si può procedere con le fasi successive dell’internazionalizzazione:
- selezionare il mercato a cui rivolgersi;
- scegliere i canali di distribuzione dei prodotti;
- valutare il budget e la capacità finanziare dell’azienda.
Per affrontare un percorso di export o entrare in un mercato internazionale, è necessario avere ben chiari i vantaggi e gli svantaggi di questa mossa: il supporto e la consulenza di figure specializzate in questi ambiti può fare la differenza. La stesura di un business plan permette di valutare le capacità economiche, finanziarie e patrimoniali di un’impresa prima di rivolgersi al nuovo mercato internazionale.
1. Scelta del mercato a cui rivolgersi
Per espandere la propria azienda oltre i confini nazionali occorre conoscere i mercati di riferimento, le loro caratteristiche e soprattutto studiare la cultura e le leggi del paese a cui si intende puntare per gestire al meglio le trattative commerciali. Andranno quindi valutati i tassi di crescita, lo stile di vita prevalente, le preferenze dei consumatori finali e altri aspetti cruciali del mercato stesso.
Se l’azienda è alla sua prima esperienza di internazionalizzazione è bene optare per mercati simili a livello culturale e linguistico per affrontare un rischio più basso. Al contrario, se l’esperienza è elevata si può puntare verso mercati culturalmente diversi e più rischiosi e tentare di ottenere un profitto maggiore.
Bisogna riservare una particolare attenzione alle leggi e alle normative presenti in ogni paese: in alcuni casi è infatti necessario ottenere particolari permessi o licenze per operare, in base al settore specifico, oppure rispettare requisiti specifici come impresa. Anche le forme giuridiche presenti all’estero non equivalgono in tutto e per tutto a quelle italiane, per cui è consigliato ricevere consulenza da un esperto sul territorio.
Inoltre talvolta può rendersi necessario registrare il proprio marchio a livello europeo o internazionale, a tutela della proprietà intellettuale dei progetti.
2. Selezione dei canali di distribuzione
Un’altra scelta fondamentale da compiere riguarda i canali di distribuzione dei prodotti di un’azienda: si può procedere vendendo direttamente il prodotto al cliente, oppure optare per un’intermediazione commerciale.
In entrambi i casi è opportuno garantire una rapida consegna del prodotto (o un accesso semplice al servizio) al cliente, mantenendo un prezzo competitivo.
Per effettuare la scelta migliore è opportuno valutare anche i servizi dei competitors e soprattutto tenere sotto controllo i loro prezzi per scegliere strategie di business vincenti.
3. Valutazione del budget
Se l’azienda o il business non hanno le risorse necessarie per avviare un processo di internazionalizzazione, si può chiedere sostegno a un istituto bancario con esperienza nel commercio estero. La sua presenza nel Paese di destinazione è fondamentale per garantire la buona riuscita del processo evitando problematiche.
Esistono anche delle agevolazioni per l’internazionalizzazione di PMI o professionisti che possono fornire il giusto supporto per far crescere il tuo business.
Agevolazioni per l’internazionalizzazione di un business
Una delle principali agevolazioni per l’internazionalizzazione di imprese e liberi professionisti è quella offerta dal bando SIMEST. Attraverso un piano strategico che abbraccia il triennio 2023-2025, la Società SIMEST del Gruppo CDP sostiene la crescita delle imprese italiane che vogliono espandersi o consolidare la propria presenza sui mercati esteri.
Il bando prevede il sostegno a progetti di internazionalizzazione presentati a imprese nazionali e offre finanziamenti agevolati insieme a una quota di contributo a fondo perduto fino al 10%. I progetti devono riguardare tre aree tematiche principali: innovazione tecnologica, transizione green, digitalizzazione.
Negli ultimi anni sono emerse anche diverse iniziative a livello territoriale: per esempio, esistono dei contributi attivi in Lombardia, nel Lazio, nelle Marche e in altri Comuni italiani.
Business internazionale e fatturazione elettronica
Con l’arrivo della fatturazione obbligatoria in Italia, talvolta può essere complicato procedere nel modo corretto quando ci si rivolge a mercati esteri, pur mantenendo la propria sede in Italia. In particolare bisogna tenere conto che all’estero ci sono altri sistemi di fatturazione, diversi dal sistema SDI dell’Agenzia delle Entrate.
Tutte le partite IVA, anche con regime fiscale forfettario, sono tenute a usare il sistema elettronico di fatturazione, anche nel caso di clienti situati all’estero. In questo caso però bisogna seguire questi passaggi:
- inserire come codice destinatario la dicitura “XXXXXXX” per il cliente estero;
- inserire l’ID paese corrispondente, in base a dove si trova il cliente;
- inserire il codice IVA comunitario;
- una volta inviata la fattura tramite SDI, dovrai anche inviarla al cliente in formato PDF per una corretta ricezione.
Come internazionalizzare un business – Domande frequenti
L’internazionalizzazione di una PMI o di un libero professionista è quel processo con cui l’impresa potrà vendere i propri prodotti all’estero, aprire altre sedi in altri Paesi, stringere accordi commerciali con aziende internazionali, spostare la produzione all’estero o trovare nuove fonti di finanziamento.
Dopo aver valutato e pianificato attentamente le attività che si vogliono internazionalizzare, è necessario scegliere il mercato a cui rivolgersi e studiare il suo target di riferimento. Occorre poi scegliere i canali di distribuzione e valutare la capacità finanziaria dell’impresa. Importante anche farsi conoscere all’interno del nuovo mercato.
Il motivo principale per cui una PMI o un libero professionista decide di internazionalizzare il proprio business è garantire la crescita e la sostenibilità dell’impresa nel lungo termine. Ulteriori benefici dell’internazionalizzazione possono riguardare aspetti economici, produttivi o fiscali.
Per farlo si può optare per l’internazionalizzazione del business, ovvero l’apertura di nuovi orizzonti verso l’estero. In alternativa si possono proporre prodotti o servizi aggiuntivi, offrire particolari opzioni ai clienti finali o mettere in atto nuove strategie di marketing.
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor