- Il pedagogista è uno specialista dei processi educativi e formativi che può lavorare sia come dipendente che come libero professionista aprendo la partita IVA.
- Lo stipendio medio di un pedagogista parte da 20.000 euro annui, ma aumentano con l’esperienza e possono essere anche maggiori se si lavora da liberi professionisti.
- Per diventare pedagogista occorre conseguire una Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione.
Una delle professioni legate all’ambito socio-educativo è quella del pedagogista, lo specialista dei processi educativi e formativi. Il suo compito è quello di sostenere lo sviluppo cognitivo e di apprendimento e può operare nei presidi socio-educativi, socio-assistenziali e socio-sanitari.
Per diventare pedagogista è necessario seguire un iter formativo prestabilito, tuttavia è possibile scegliere tra l’esercizio della professione come personale dipendente o se diventare libero professionista. In quest’ultimo caso, però, è necessario aprire la partita IVA.
Indice
Pedagogista: cosa fa
Il pedagogista è la figura professionale che si occupa di progettare interventi di educazione e di formazione rivolti a bambini e adulti. Per fare ciò e quindi sviluppare il potenziale umano di bambini e adulti, la sua attività si fonda sull’osservazione, l’analisi dei bisogni educativi e la strutturazione degli interventi.
L’ANPE, Associazione Nazionale Pedagogisti italiani1, definisce questa figura come il professionista specialista dei processi educativi e formativi, con propria autonomia scientifica e responsabilità deontologica.
Questo professionista svolge funzioni di progettazione, coordinamento, intervento e valutazione pedagogica in diversi contesti educativi e formativi, nei comparti socio-assistenziale, socio-educativo e socio-sanitario.
Inoltre, l’ANPE chiarisce che il professionista può operare nei servizi e nei presìdi socio-educativi e socio-assistenziali, nei confronti di persone di ogni età, nei seguenti ambiti: educativo, formativo, scolastico, culturale, giudiziario, ambientale, sportivo e motorio, dell’integrazione e della cooperazione internazionale, nonché nei servizi e nei presìdi socio-sanitari limitatamente agli aspetti socio-educativi.
Le principali attività di cui si occupa il professionista sono le seguenti:
- progettazione, coordinamento e gestione di nuove iniziative di politica educativa, prevenzione, sviluppo del territorio, formazione continua;
- progettazione di impianti di valutazione delle iniziative di educazione, prevenzione, sviluppo e formazione;
- consulenza finalizzata all’analisi dei fabbisogni formativi delle risorse umane;
- progettazione e redazione di strumenti informativi, didattici e multimediali per la formazione;
- progettazione e coordinamento di iniziative di orientamento scolastico e professionale;
- colloqui di orientamento individuali;
- interventi di orientamento di gruppo;
- gestione dei percorsi di bilancio di competenze;
- docenza e formazione;
- redazione di programmi di recupero ed integrazione di soggetti in situazione di difficoltà;
- consulenza individualizzata per valutare le competenze, gli apprendimenti, strategie di analisi e soluzione di problemi;
- consulenza pedagogica ai singoli, alla coppia, alla famiglia;
- consulenza alle agenzie formative per la definizione di piani educativi individualizzati;
- elaborazione di progetti di educazione e formazione interculturale;
- consulenza tecnica d’ufficio (CTU);
- ricerca e sperimentazione educativa e di nuove metodologie di intervento educativo e formativo;
- consulenza in ambito assicurativo.
Come diventare pedagogista
L’ANPE chiarisce che il professionista può operare nei servizi e nei presìdi socio-educativi e socio-assistenziali, nei confronti di persone di ogni età, nei seguenti ambiti: educativo, formativo, scolastico, culturale, giudiziario, ambientale, sportivo e motorio, dell’integrazione e della cooperazione internazionale, nonché nei servizi e nei presìdi socio-sanitari limitatamente agli aspetti socio-educativi.
Per poter intraprendere questa professione è necessario rispettare alcuni requisiti formativi. Infatti, il professionista deve conseguire una Laurea in Pedagogia o Scienze dell’Educazione quadriennale, laurea specialistica 65/S – 56/S – 87/S o magistrale di secondo livello in una delle seguenti classi:
- Programmazione e gestione dei servizi formativi e psico-pedagogici (LM50);
- Scienze dell’Educazione degli adulti e della formazione continua (LM57);
- Scienze Pedagogiche (LM85);
- Teorie e metodologie dell’e-learning e della media education (LM93).
Il pedagogista può svolgere la sua professione presso le Pubbliche Amministrazioni e nei servizi pubblici e privati in qualità di lavoratore dipendente, come consulente o libero professionista. Negli ultimi due casi, però, sarà tenuto ad aprire la partita IVA.
Il professionista può, quindi, svolgere la sua prestazione professionale come dipendente in:
- scuole;
- enti locali;
- servizi del Ministero della Giustizia;
- università;
- aziende;
- imprese;
- enti del privato sociale.
Tuttavia, può svolgere attività libero professionale presso studi privati o collaborando con Enti Pubblici e Privati.
Come diventare pedagogista forense
Per diventare pedagogista forense è necessario conseguire la laurea specifica e si può svolgere un tirocinio formativo ente pubblico o privato che opera nel campo della pedagogia forense. Il tirocinio consente al futuro pedagogista forense di acquisire competenze pratiche e di sperimentare le conoscenze acquisite durante il percorso di studi.
Risulta importante che il pedagogista forense abbia una buona conoscenza del diritto, della psicologia e della sociologia. È inoltre importante che abbia competenze relazionali e comunicative, capacità di problem solving e capacità di lavorare in team.
Il pedagogista forense può lavorare in diversi contesti, tra cui in Tribunale: svolge ad esempio valutazioni psicologiche e pedagogiche di minori e adulti coinvolti in procedimenti giudiziari.
Qual è lo stipendio del pedagogista
Lo stipendio medio del pedagogista può partire da circa 20.000 euro annui. Tuttavia, proprio come spesso accade in molte altre professioni, lo stipendio è più basso a inizio carriera, quando si ha poca esperienza.
Invece, con l’aumentare dell’esperienza, lo stipendio annuo di un pedagogista può anche superare i 65.000 euro.
In genere, i guadagni più elevati sono quelli generati da chi esercita a libera professione. Ma vediamo quali sono i passaggi necessari per aprire la partita IVA.
Pedagogista: la partita IVA
Il pedagogista che decide di svolgere la libera professione e lavorare in autonomia dovrà obbligatoriamente aprire la partita IVA. Si tratta di un codice composto da 11 cifre assegnato ad un’attività e serve a versare i contributi e le imposte.
Per fare questo, però, ci sono alcuni passaggi da seguire. Infatti, è necessario:
- individuare il codice ATECO relativo all’attività da svolgere;
- scegliere il regime fiscale più adatto in base alle esigenze del professionista;
- aprire una posizione previdenziale presso l’INPS.
L’apertura della partita IVA consiste in una semplice operazione gratuita che si può effettuare direttamente online, ma si consiglia l’assistenza di un professionista. Per aprire la partita IVA occorre inserire tutte le informazioni necessarie indicate nel modello AA9/12 da inoltrare all’Agenzia delle Entrate con una delle seguenti modalità:
- online;
- presso la sede dell’Agenzia delle Entrate di riferimento;
- con raccomandata a/r.
1. Il codice ATECO
Tra i dati da indicare al momento dell’apertura della partita IVA c’è il codice ATECO. Ad oggi non vi è uno specifico codice ATECO da utilizzare per svolgere questo tipo di professione, ma i professionisti scelgono in genere uno tra i seguenti codici:
- codice ATECO 88.99.00: altre attività di assistenza sociale non residenziale nca;
- codice ATECO 96.09.09: altre attività di servizi per la persona.
Nel codice ATECO 88.99.00 sono incluse le seguenti attività:
- servizi sociali, di counselling, di assistenza sociale, di aiuto ai profughi ed immigrati, di orientamento e simili, svolti a favore di individui o famiglie, presso il loro domicilio od altrove, ed erogati da enti pubblici o da organizzazioni private, da organizzazioni di soccorso alle vittime di calamità e da organismi nazionali o locali di autosostegno, nonché da specialisti che forniscono servizi di consulenza;
- attività di tutela e di orientamento per bambini ed adolescenti;
- attività finalizzate all’adozione e alla prevenzione di maltrattamenti a danno di minori e donne;
- consulenza in materia di bilanci familiari, attività dei consultori matrimoniali e familiari;
- assistenza alle vittime di calamità, profughi, immigrati eccetera, incluso l’allestimento di strutture di rifugio temporanee;
- accertamento del diritto al ricevimento di aiuti, sotto forma di sussidi per l’affitto o di buoni per generi alimentari;
- strutture di accoglienza diurna per senzatetto ed altri gruppi socialmente svantaggiati;
- attività di beneficenza, raccolta di fondi o altre attività di supporto, finalizzate ad opere di assistenza sociale.
Invece, nel codice ATECO 96.09.09 sono incluse diverse attività che non rientrano in altri codici specifici. Ad esempio:
- massaggiatore;
- servizi di ricerca genealogica;
- attività di astrologi e spiritisti;
- servizi di lustrascarpe, addetti al parcheggio di automobili, ecc.;
- gestione di macchine a moneta per servizi alla persona (cabine per fototessera, bilance pesapersone, macchine per misurare la pressione del sangue, armadietti a chiave funzionanti a moneta);
- assistenza bagnanti (bagnini);
- servizi domestici svolti da lavoratori autonomi.
2. Regime contabile
Il regime contabile adottato dal professionista stabilisce quali sono gli obblighi, gli adempimenti, le imposte e i contributi da rispettare.
I principali regimi contabili disponibili sono due: il regime forfettario e il regime ordinario. Il regime agevolato, o forfettario, è adottabile solamente dai professionisti con fatturato inferiore a 85.000 euro, mentre il regime ordinario non prevede alcun requisito.
Il regime fiscale forfettario è quello più economico e più facile da gestire. Infatti, esonera il libero professionista da diversi obblighi e dal pagamento di alcune imposte. In questo caso il professionista deve solamente conservare le fatture in entrata e in uscita e numerarle in ordine progressivo.
Con il regime forfettario il professionista gode dei seguenti vantaggi:
- l’imposta sostitutiva al 15% (5% per i primi cinque anni) sulla base imponibile;
- nessuna applicazione dell’Iva in fattura;
- nessun obbligo di fatturazione elettronica se il fatturato è inferiore ai 25.000 euro (fino al 2024).
3. Contributi previdenziali
Non esiste una cassa previdenziale per pedagogisti, di conseguenza i professionisti dovranno iscriversi alla Gestione Separata INPS.
In tal caso dovranno versare annualmente i contributi previdenziali alla cassa INPS, che ammontano al 26,23% del reddito imponibile.
Pedagogista – Domande frequenti
Il pedagogista è il professionista che si occupa dei processi educativi, formativi e di apprendimento ed è specializzato nello sviluppo del potenziale umano. Leggi nel dettaglio quali sono i suoi compiti e chi si rivolge a questa figura professionale.
In media, i pedagogisti possono guadagnare a partire da 20.000 euro annui. Gli stipendi sono più bassi durante i primi anni di esperienza e aumentano con il tempo.
Il pedagogista che vuole operare come libero professionista deve aprire la partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate indicando il codice ATECO e scegliendo il regime contabile da adottare. Dovrà anche aprire una posizione presso la Gestione Separata INPS.
Per diventare pedagogista infantile è necessario seguire un apposito iter formativo, a cui è possibile poi aggiungere la frequenza di master specifici. Scopri qui cosa fare per avviare la professione autonoma.
- Associazione Nazionale Pedagogisti, anpe.it ↩︎
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale