- Per diventare calciatore professionista servono molto allenamento, passione e dedizione, ma è importante conoscere anche la normativa fiscale e previdenziale della professione.
- Un calciatore può essere assunto sia come dipendente sia lavorare come autonomo. La partita Iva è obbligatoria per compensi superiori a 15.000 euro.
- Il lavoratore professionista con partita Iva gestisce in modo flessibile la propria carriera, si occupa del pagamento delle tasse e dei contributi previdenziali.
Considerando i cospicui guadagni nel mondo del calcio, sono tantissimi i giovani che sognano di diventare calciatori professionisti, ma questa carriera comporta numerosi sacrifici e una buona dose di allenamento. Con la riforma dello sport 20231 è stato riordinato un settore che comprende numerose professioni, autonome e subordinate, tra le quali quella di atleta, allenatore, direttore di gara, ecc.
La riforma va a specificare che il calciatore professionista può assumere il ruolo di lavoratore dipendente del club, oppure svolgere la propria attività sotto forma di collaborazione coordinata e continuativa: in quest’ultimo caso al lavoratore è richiesta l’apertura della partita Iva, oltre alla regolarizzazione della propria posizione al superamento di una determinata soglia di compensi.
Scopriamo come funziona la partita Iva di un lavoratore sportivo, come si diventa calciatore professionista, qual è la tassazione, la contribuzione da versare e altri consigli utili.
Indice
Come diventare calciatore professionista in Italia
Quella del calciatore professionista è una professione molto ambita soprattutto dai ragazzi che sperano di poter fare carriera nel mondo del calcio e di raggiungere risultati interessanti per poter guadagnare un ottimo stipendio. In realtà, la carriera del lavoratore sportivo è lunga e difficile dal punto di vista fisico e attitudinale.
Il percorso comincia in tenera età, tra i 4 e i 5 anni, quando il bambino inizia ad approcciarsi allo sport: è in questo momento che potrebbero emergere le caratteristiche essenziali di un futuro calciatore professionista. Le prime selezioni importanti, invece, si possono ottenere tra i 13 e i 14 anni, ma è solo dai 19 anni che il ragazzo può firmare un contratto come “professionista”.
La categoria “lavoratore sportivo“, secondo la riforma, include atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici e direttori di gara e altri tesserati che svolgono una mansione inclusa nell’elenco tenuto dal Dipartimento per lo Sport.
Queste figure possono essere assunte dalle associazioni sportive dilettantistiche o professionistiche con contratti di diversa tipologia e dunque assoggettarsi a normative fiscali e previdenziali diverse.
Diventare calciatore professionista: serve la partita Iva?
Con l’entrata in vigore della riforma dello sport 2023 è stato messo ordine alle norme riguardanti atleti, allenatori, direttori di gara e a tutte quelle professioni sportive che si svolgono da libero professionista o lavoratore autonomo. Per fare il calciatore professionista, quindi, serve la partita Iva?
L’art. 25 del d. lgs 36/2021 indica che l’attività di lavoro sportivo “può costituire oggetto di un rapporto di lavoro subordinato o di un rapporto di lavoro autonomo”: ciò significa che il calciatore professionista può essere assunto sia come lavoratore dipendente sia come professionista autonomo con partita Iva. Qual è la differenza?
Mentre un lavoratore dipendente è strettamente legato alle decisioni del club, il quale paga anche i contributi previdenziali del calciatore all’Ago, il professionista autonomo gestisce con maggiore flessibilità la sua carriera e si occupa, in tutto e per tutto, del pagamento delle tasse e dei contributi previdenziali. Tale rapporto di lavoro può essere definito tramite un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.
La riforma però prevede l’obbligo di apertura della partita Iva per i lavoratori sportivi che percepiscono compensi superiori a 15.000 euro: le tasse da pagare si calcolano solo nella parte eccedente i 15.000 euro e secondo il regime fiscale prescelto.
1. Codice Ateco per un lavoratore sportivo
Il codice Ateco di riferimento per l’atleta professionista è il 93.19.99, che identifica “Altre attività sportive n.c.a.” e include:
- attività professionali sportive indipendenti prestate da atleti professionisti;
- attività professionali svolte da operatori sportivi indipendenti (arbitri, giudici, cronometristi ecc).
2. Regime fiscale e tassazione
Al “professionista sportivo”, ai sensi del decreto legislativo numero 36/2021, vengono riconosciute alcune agevolazioni fiscali e previdenziali.
L’articolo 36, per esempio, prevede che i compensi percepiti nell’area del dilettantismo, non costituiscono base imponibile ai fini fiscali fino all’importo complessivo di 15.000 euro annui. Superata tale soglia, la tassazione si applica all’eccedenza di reddito prodotto, secondo il regime fiscale prescelto:
- se aderente al regime forfetario, la base imponibile si calcola applicando il coefficiente di redditività previsto in funzione del codice Ateco (in questo caso 67%). Le aliquote sono pari al 5% per i primi cinque anni di attività e poi al 15%;
- se aderente al regime ordinario, il calcolo avviene applicando le ordinarie aliquote fiscali.
3. Contributi INPS
Dal punto di vista previdenziale, invece, il decreto legislativo prevede il diritto all’assicurazione previdenziale e assistenziale: i calciatori professionisti devono quindi iscriversi alla Gestione Separata INPS e pagare i relativi contributi previdenziali in base alle aliquote correnti.
Dovranno quindi versare l’aliquota per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) pari al:
- 26,23% per coloro che non sono assicurati presso altre gestioni di previdenza né pensionati (inclusi i contributi di maternità, gli assegni al nucleo familiare, la degenza ospedaliera, malattia, il congedo parentale, l’indennità ISCRO);
- 24% per i pensionati o soggetti assicurati presso altre forme di previdenza obbligatorie.
Tali aliquote previdenziali si applicano sul compenso eccedente i primi 5.000 euro. La riforma, infine, ha previsto che fino al 31 dicembre 2027 la base imponibile su cui calcolare il contributo previdenziale venga ridotta del 50%.
Quanto guadagna un calciatore professionista
Uno dei motivi che spinge i giovani ad avvicinarsi al calcio e a diventare calciatore professionista, oltre alla passione per questo sport, è anche il guadagno che ne deriva.
Per definire lo stipendio medio di un calciatore professionista possiamo considerare il documento ufficiale che la Lega Serie A ha pubblicato per delineare il compenso minimo garantito a un calciatore professionista2: questo compenso varia in relazione alla categoria (Serie A, B, C, ecc) e all’età del calciatore.
Un calciatore tesserato per una squadra che gioca in Serie A nella stagione 2023/24, può ottenere le seguenti cifre (da considerare come lorde):
- dai 16 ai 19 anni: 22.959,35 euro;
- dai 20 ai 23 anni: 33.290,47 euro;
- dai 24 anni in su: 45.917,63 euro.
Bisogna poi distinguere altre due casistiche:
- rapporto di addestramento tecnico (specifico per calciatori soggetti a vincolo per l’ultimo anno): 17.219,24 euro;
- primo contratto da professionista: 33.290,47 euro.
Ovviamente qui si parla di stipendio minimo, che per molti calciatori si alza notevolmente in base al livello agonistico raggiunto, alla partecipazione a determinate partite e ai contratti stipulati con le squadre.
Come diventare calciatore professionista: formazione e carriera
Qual è il percorso scolastico da seguire per diventare calciatore professionista? In realtà non esiste una scuola in grado di preparare i giovani atleti per questa professione, ma sicuramente l’allenamento quotidiano e sin dalla tenera età svolge un ruolo fondamentale.
I bambini iniziano a calciare il pallone sin dai primi anni di vita, ma è attorno ai 4-5 anni che si possono iniziare a insegnare le tecniche di base per poter intraprendere la carriera nel mondo del calcio. Con un buon potenziale e tanta passione si possono raggiungere i primi risultati e le prime selezioni a partire dai 13-14 anni: è questa l’età in cu gli allenatori scelgono i ragazzi che possiedono le caratteristiche necessarie per diventare professionisti.
Da qui iniziano i sacrifici e i duri allenamenti giornalieri che portano a perfezionare le proprie tecniche di gioco e permettono di confrontarsi con atleti di alto livello. Mettersi in mostra di fronte a tecnici e direttori di gara può costituire un biglietto da visita vincente per entrare nei team più importanti e conosciuti.
Per quanto riguarda il percorso formativo, può essere utile frequentare un liceo sportivo (in vista della possibile carriera da allenatore) ed eventualmente una scuola di calcio. Non tutte le famiglie, però, hanno le possibilità economiche per intraprendere questa strada.
Come diventare calciatore professionista – Domande frequenti
Secondo le norme organizzative interne della FIGC, iI primo contratto da “professionista” può essere stipulato dai calciatori che abbiano compiuto almeno il 19° anno di età nell’anno precedente a quello in cui ha inizio la stagione sportiva.
Il calciatore professionista, al pari di qualsiasi lavoratore sportivo, può essere assunto come dipendente (i cui contributi vengono pagati dall’Ago), oppure lavorare come collaboratore coordinato e continuativo. La partita Iva per lavoratori sportivi è obbligatoria sopra una certa soglia di reddito.
La carriera di un calciatore dura mediamente 15 anni, inizia verso i 18 e termina al massimo a 35. Un calciatore professionista, però, può accedere alla pensione anticipata con 20 anni di contributi e 54 anni di età (se ha versato contributi entro il 31 dicembre 1995), oppure con 20 anni di contributi e 64 anni di età.
- Riforma del lavoro sportivo, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ↩︎
- Comunicato ufficiale Serie A, tabella minimi retributivi calciatori stagione sportiva 2023/2024, 2 agosto 2023 ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor