- Per aprire un pub, è essenziale partire da un concept distintivo che rispecchi l’atmosfera e lo stile del locale, oltre a elaborare un business plan che includa tutte le spese iniziali.
- I requisiti principali comprendono l’ottenimento della licenza UTF per la somministrazione di alcolici, la certificazione HACCP per la sicurezza alimentare e l’iscrizione al corso SAB, oltre a eventuali autorizzazioni per la musica dal vivo.
- I costi di avvio possono variare molto, tra affitto o acquisto del locale, ristrutturazioni, arredi e attrezzature: le cifre possono arrivare a decine di migliaia di euro.
Birrerie, Irish Pub, locali a tema e gourmet: in Italia, la cultura del pub ha conosciuto un vero e proprio rinascimento nel post pandemia. Un fenomeno alimentato dal desiderio dei consumatori di ritrovare momenti di socialità in contesti più informali e accessibili rispetto al tradizionale ristorante.
Il pub, abbreviazione di “public house”, nasce come un locale dedicato prevalentemente al consumo di bevande alcoliche, con la birra in primo piano. Tuttavia, il settore si è trasformato nel corso degli anni, evolvendosi in forme più raffinate come i gastro-pub, dove anche l’offerta culinaria e le specialità gourmet giocano un ruolo di rilievo.
Con un mercato in espansione e un pubblico sempre più interessato, aprire un pub rappresenta un’opportunità allettante per molti. Oggi però, lanciarsi in questo settore non è un’impresa semplice: richiede una pianificazione meticolosa e un’attenzione elevata ai dettagli. In questo articolo, esploreremo i passaggi fondamentali per avviare un pub di successo, dalla definizione del concept alla stesura di un business plan solido.
Indice
Come aprire un pub in Italia
Il primo passo fondamentale è definire il concept del tuo pub. Non dovrà essere un’idea vaga, ma il cuore pulsante del locale, ciò che lo rende unico e memorabile. Stabilire chiaramente il concept ti permette di differenziarti dalla concorrenza per attirare un pubblico specifico e fidelizzandolo.
Ogni scelta, dall’arredamento al tipo di bevande, deve quindi riflettere una visione ben precisa. Ad esempio, potresti decidere di creare un pub dall’atmosfera vintage, un locale moderno e minimalista o un ambiente che richiama i tipici pub irlandesi. Qualunque sia la tua scelta, deve essere coerente e distintiva.
Avere un concept ben definito ti consente anche di orientare tutte le altre decisioni strategiche, come il tipo di intrattenimento che offrirai o il modo in cui comunicherai con il tuo pubblico attraverso i social media e le iniziative promozionali.
Caratteristiche e offerte del pub in base al target
Chi saranno i tuoi clienti ideali? Studenti universitari, giovani lavoratori, famiglie o professionisti alla ricerca di un luogo tranquillo per rilassarsi dopo il lavoro? La risposta a questa domanda influenzerà ogni aspetto della tua attività.
Se, ad esempio, decidi di rivolgerti a un pubblico giovane e dinamico, potrebbe essere una buona idea puntare su un’offerta di birre artigianali e cocktail originali, con eventi a tema o musica dal vivo per animare le serate. Se, al contrario, preferisci attrarre un pubblico più adulto, potrebbe essere opportuno puntare su un ambiente più tradizionale, mantenendo però l’autenticità caratteristica dei locali di questo tipo.
Studiare il mercato locale ti permetterà di capire quali sono le esigenze del pubblico nella tua zona e ti darà un vantaggio competitivo, ma valutare la concorrenza è altrettanto cruciale. Individuare quali locali già esistono nella zona, che tipo di offerta propongono e quali lacune potresti colmare con il tuo pub ti aiuterà a trovare il tuo spazio.
Scelta della location per il pub
Un cliente deve sentirsi accolto dal momento in cui varca la soglia del locale. Ogni dettaglio dell’ambiente contribuisce a creare un’esperienza immersiva e memorabile: dall’arredamento all’illuminazione, dalla musica al servizio.
L’ambiente deve essere in armonia con il concept del pub nel creare un’identità coerente e distintiva. Se, ad esempio, il tuo locale si rivolge a una clientela giovane, un design moderno con mattoni a vista, mobili in legno grezzo e lampade in metallo potrebbero essere la scelta giusta. Al contrario, se vuoi creare un’atmosfera più raffinata, potresti optare per un arredamento minimalista, con toni neutri e materiali di alta qualità.
La musica è un altro elemento fondamentale. Un locale dall’atmosfera rilassata potrebbe avere playlist di jazz o musica ambient, mentre un pub vivace potrebbe optare per rock, indie o musica dal vivo. Anche l’illuminazione gioca un ruolo cruciale: luci soffuse possono creare un ambiente intimo e accogliente, mentre luci più vivaci e colorate si adattano meglio a un locale dinamico e giovanile.
Come aprire un pub: il business plan
Oltre alla creatività, è fondamentale mettere a punto un business plan solido e dettagliato, una vera e propria guida strategica per gestire il pub in modo efficiente. Dovrai valutare attentamente i costi di avvio, che includono:
- l’affitto o l’acquisto del locale;
- eventuali ristrutturazioni;
- l’arredamento;
- l’acquisto delle scorte iniziali di bevande e cibo;
- le spese per il personale.
È altrettanto importante considerare preventivamente i costi operativi ricorrenti, come:
- le utenze;
- il marketing;
- gli stipendi del personale.
Se non disponi di fondi sufficienti per coprire i costi di avvio, ci sono diverse opzioni di finanziamento che puoi esplorare. Tra queste ci sono naturalmente i finanziamenti bancari, ma anche le agevolazioni pubbliche per l’apertura di nuove attività (come fondi a fondo perduto o finanziamenti agevolati per giovani imprenditori), il crowdfunding o la ricerca di investitori privati. Ogni opzione ha i suoi pro e contro, ma la scelta più adatta dipende dalle tue necessità e dal tipo di pub che intendi aprire.
Aprire un pub: requisiti e licenze
Per somministrare bevande alcoliche, è obbligatorio ottenere la licenza UTF (Ufficio Tecnico di Finanza), reintrodotta nel 2019 e completare il corso SAB (Somministrazione di Alimenti e Bevande), che forma i titolari sulle norme relative alla somministrazione di cibi e bevande.
Inoltre, ogni pub deve rispettare le norme igienico-sanitarie e ottenere la certificazione HACCP, che attesta la corretta gestione degli alimenti.
Se prevedi di organizzare eventi musicali o riprodurre musica a volume elevato, dovrai ottenere autorizzazioni dalla SIAE per la tutela dei diritti d’autore e, in alcuni casi, richiedere permessi specifici alla Questura per eventi particolarmente affollati o che si svolgono all’aperto.
Ogni comune ha regole diverse per quanto riguarda l’organizzazione di eventi e la diffusione di musica, quindi è importante informarsi sulle ordinanze locali per evitare sanzioni.
Quanto costa aprire un pub
Aprire un pub da zero è un’avventura entusiasmante, ma anche un’operazione economicamente complessa che richiede un ingente investimento a seconda di numerosi fattori: la scelta della zona, la dimensione del locale, il concept e il tipo di clientela che si intende attrarre. I costi possono essere suddivisi in diverse categorie, ognuna delle quali è determinante per il successo dell’attività.
1. Spese per la location
Se si decide di affittare, i costi dipendono dalla zona. In città come Roma o Milano, l’affitto mensile può facilmente superare i 3.000-5.000 euro al mese per un locale di dimensioni medie, ma in altre aree più periferiche potrebbe essere molto più contenuto.
Se si opta per l’acquisto, l’investimento iniziale sarà maggiore, con prezzi al metro quadro che variano enormemente in base alla localizzazione (da 1.000 a oltre 5.000 euro al metro quadro in alcune zone di pregio).
Prima di aprire, sarà necessario adeguare il locale alle norme di sicurezza e sanitarie, oltre che renderlo esteticamente accogliente per i clienti. I costi di ristrutturazione possono variare molto: da un minimo di 10.000-20.000 euro per piccoli lavori di adeguamento fino a oltre 100.000 euro per una ristrutturazione completa.
Il costo per arredare un pub dipende dallo stile scelto (rustico, moderno, tematico, ecc.) e dalla qualità dei materiali. Sedie, tavoli, banconi, illuminazione, decorazioni e altri elementi d’arredo possono costare tra 15.000 e 50.000 euro o più, a seconda delle scelte fatte.
2. Attrezzature e forniture
Anche se molti pub non hanno una cucina completa, potrebbe essere necessario investire in attrezzature come frigoriferi, spillatori di birra, lavastoviglie, piani cottura e forni, costi che possono facilmente oscillare tra i 20.000-40.000 euro.
Se si intende servire anche del cibo, il costo delle attrezzature da cucina può aumentare ulteriormente, poiché sarà necessario acquistare anche cappe aspiranti, friggitrici, griglie e altre attrezzature specifiche.
La scorta iniziale di alcolici (birra, vino, liquori) è una delle voci di spesa principali per un pub. Questa varia in base alla tipologia e al numero di fornitori, ma può aggirarsi tra 5.000 e 10.000 euro per un piccolo locale, salendo di molto a seconda delle dimensioni della struttura, anche fino ai 100.000 euro per un pub che intende offrire una selezione estremamente diversificata. Se il pub serve anche cibo, bisognerà aggiungere i costi delle scorte alimentari.
3. Costi amministrativi e burocratici
Per aprire un pub è necessario ottenere diverse licenze e permessi, tra cui:
- la licenza per la somministrazione di alcolici, che può costare diverse centinaia di euro e richiede corsi specifici;
- certificazioni sanitarie rilasciate dalla ASL competente;
- permessi di occupazione del suolo pubblico se si vuole avere un’area esterna per i clienti;
- permessi di sicurezza antincendio richiesti dai Vigili del Fuoco.
Il totale per queste licenze e permessi può variare tra i 1.000 e i 3.000 euro. A ciò si aggiungono i costi per la costituzione di una società, come una SRL e l’apertura della partita IVA, che comportano spese legali e notarili tra i 1.000 e i 2.000 euro.
Infine, è fondamentale stipulare un’assicurazione per coprire rischi legati all’attività, come danni, furti o incidenti ai clienti, con un costo annuale che può variare tra i 1.000 e i 3.000 euro, a seconda della copertura scelta.
4. Spese per il personale
Il personale rappresenta un costo fisso importante sin dalle fasi iniziali. Prima di inaugurare il pub, sarà infatti necessario assumere camerieri, baristi e personale di cucina, ed avere in anticipo i fondi per poterli pagare, poiché il fatturato del primo mese potrebbe non essere sufficiente a coprire l’interezza dei costi fissi e operativi.
Lo stipendio medio per un cameriere o barista si aggira intorno ai 1.200-1.500 euro al mese, ma questo varia in base al livello di esperienza e alla posizione geografica.
Se il pub prevede un’apertura lunga (es. aperto fino a tarda notte), sarà necessario assumere più persone per coprire i turni, aumentando quindi i costi mensili per il personale. Oltre al salario netto, il datore di lavoro deve versare i contributi previdenziali, che incidono per circa il 30% in più del salario lordo.
5. Promozione e marketing
Per quanto geniale e inedito, un pub non potrà mai farsi conoscere in mancanza di un’adeguata strategia di promozione. Sarà quindi necessario tenere in considerazione anche i primi costi di marketing, che includono:
- la realizzazione del logo;
- la gestione dei social media;
- la pubblicità online e tradizionale;
- l’organizzazione di eventi.
Si può partire con un budget di 2.000-5.000 euro per le prime campagne promozionali, ma anche avere un sito web professionale e una presenza sui social media è fondamentale. Il costo per la creazione di un sito può variare da 1.000 a 5.000 euro, mentre la gestione mensile dei social media e di eventuali campagne pubblicitarie su Facebook o Instagram potrebbe richiedere circa 500-1.000 euro al mese.
6. Altri costi operativi
Da non trascurare anche i primi costi per la luce e il gas, poiché anche in questo caso il fatturato del primo mese potrebbe non essere sufficiente a coprire tutti i costi nell’interezza. Le utenze mensili possono variare molto a seconda delle dimensioni del locale e del consumo, ma generalmente si aggirano intorno a 500-1.500 euro al mese.
Altri costi operativi includono la manutenzione del locale e delle attrezzature, la pulizia e l’acquisto di materiali di consumo (come bicchieri, tovaglioli, ecc.). Queste spese possono oscillare tra 500 e 2.000 euro al mese.
Aprire un pub: la partita IVA
Aprire un pub costituisce un’attività imprenditoriale che prevede la vendita di beni e servizi. Per questo motivo, è obbligatorio iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio competente. Tale iscrizione può avvenire in due modalità principali:
- ditta individuale, per chi intende gestire il pub da solo;
- società, per coloro che condividono la proprietà con altri soci.
In entrambi i casi, è necessaria l’apertura della partita IVA, una procedura rapida che può essere effettuata compilando e inviando il modello AA9/12 per persone fisiche all’Agenzia delle Entrate. Ci sono tre modalità per inviare questo documento, anche se è consigliabile iniziare fin da subito a rivolgersi a un commercialista:
- tramite il sito web dell’Agenzia delle Entrate;
- recandosi presso gli uffici fisici dell’Agenzia;
- inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Oltre all’apertura della partita IVA, è essenziale anche:
- identificare il codice Ateco corrispondente all’attività del pub;
- scegliere il regime fiscale più adatto all’attività;
- iscriversi presso l’INPS per la posizione previdenziale e all’INAIL nel caso in cui sia previsto personale dipendente.
1. Codice ATECO
Per la “ristorazione con somministrazione” bisogna scegliere il codice Ateco 56.10.11. Esso include una varietà di attività, come ristoranti, bar, enoteche, birrerie, rosticcerie, pizzerie e qualsiasi locale che abbia cucina e posti a sedere, come ad esempio, un pub.
La caratteristica fondamentale per rientrare in questa categoria è la presenza di uno spazio dedicato alla somministrazione di cibi e bevande direttamente ai clienti. Pertanto, se un pub dispone di un’area dove i clienti possono consumare sul posto, rientrerà anch’essa in questo codice.
2. Regime contabile e fiscale
I regimi contabili disponibili per una ditta individuale sono i seguenti:
- forfettario;
- semplificato;
- ordinario.
Tra questi, il regime forfettario è spesso considerato il più vantaggioso, poiché prevede un’imposta sostitutiva (o flat tax) del 15% sulla base imponibile. Tuttavia, per poter accedere al regime forfettario, è necessario che l’impresa abbia un fatturato annuo inferiore a 85.000 euro (secondo le più recenti modifiche) e spese per il personale non superiori a 20.000 euro, una prospettiva a dir poco impensabile per un pub di successo.
L’unica soluzione sarà quindi il regime ordinario, sistema contabile più strutturato e complesso tra quelli disponibili per le imprese, obbligatorio per chi supera determinati limiti di fatturato o per specifiche categorie di attività. A differenza del regime forfettario o semplificato, il regime ordinario prevede la tenuta di una contabilità completa, che include la gestione del bilancio e la registrazione dettagliata di tutti i movimenti economici.
In questo regime, l’imprenditore deve tenere traccia di tutti i costi e ricavi, con la possibilità di dedurre le spese sostenute per l’attività, come materie prime, spese di gestione, stipendi e ammortamenti. Il reddito imponibile si calcola sottraendo tali costi dai ricavi.
Il regime ordinario prevede anche l’applicazione dell’IVA sulle vendite e l’emissione di fatture elettroniche. A livello fiscale, i soggetti in regime ordinario devono pagare l’IRPEF (e IRES per le società), le addizionali regionali e comunali e altre imposte specifiche come l’IRAP, in base alla tipologia di impresa.
La gestione della contabilità nel regime ordinario richiede la redazione di scritture contabili obbligatorie, tra cui il libro giornale, il libro degli inventari e altre registrazioni specifiche previste dalla normativa fiscale italiana. Questo implica la necessità di affidarsi a un commercialista o a un professionista per evitare errori e garantire la correttezza delle operazioni.
3. Contributi INPS
Oltre all’apertura della partita IVA, il proprietario di un pub deve iscriversi alla Gestione Commercianti INPS, dove sarà tenuto a versare i contributi previdenziali obbligatori annualmente.
Le aliquote per il calcolo dei contributi previdenziali nel 2024 sono fissate:
- al 24,48% per i titolari con più di 21 anni;
- al 24,18%% per quelli con meno di 21 anni.
Il contributo minimo da versare è:
- di € 4.515,43 euro per gli over 21;
- di € 4.460,19 euro per gli under 21.
Quanto guadagna un pub?
Il fatturato medio di un pub varia notevolmente in base a diversi fattori, come la posizione, le dimensioni del locale e la clientela. In media, un pub ben avviato può generare un fatturato che oscilla tra i 100.000 e i 400.000 euro all’anno.
Tuttavia, è importante considerare che, da questi ricavi, devono essere sottratti i costi operativi, che includono forniture, personale, tasse e contributi. L’utile netto può quindi variare dal 10% al 20% del fatturato, con una forbice di guadagno che si attesta tra i 10.000 e i 80.000 euro annuali, a seconda della gestione e della localizzazione.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it