- Il CIN è il nuovo Codice Identificativo Nazionale che tutti i proprietari di case poste con la modalità di affitto breve dovranno richiedere all’apposta piattaforma online, fornita dal Ministero del Turismo.
- Questo codice dovrà essere posto sia all’esterno dell’immobile, sia segnalato in tutti gli annunci online pubblicati con lo scopo di trovare clienti e turisti, per affitti inferiori a 30 giorni.
- Entro gennaio 2025 bisognerà aggiornarsi richiedendo il codice tramite piattaforma ufficiale dell’iniziativa, pena l’applicazione di sanzioni in denaro.
Il CIN, Codice Identificativo Nazionale, è l’ultima novità prevista tra le normative che coinvolgono il settore degli affitti brevi. Con la diffusione di questa nuova tipologia di locazione, molto in voga tra i turisti e incentivata da diverse piattaforme online di intermediazione, è sorta infatti la necessità di introdurre una maggiore regolamentazione.
Conoscere il funzionamento del CIN è molto importante per tutti i proprietari di casa che intendono proporre i propri spazi in locazione per un periodo di tempo inferiore ai 30 giorni. Fino ad ora per individuare gli immobili destinati a questo tipo di affitto c’erano solamente i codici regionali, differenti e con regole variabili in base alla zona.
Da quest’anno viene introdotto un metodo nazionale per registrare tutti gli appartamenti posti in locazione breve. Il CIN ha anche l’obiettivo di incentivare una maggiore trasparenza in questo settore, sia dal punto di vista fiscale che di quello della sicurezza. Ma vediamo come funziona e cosa cambia per i proprietari.
Indice
Cos’è il CIN e a cosa serve
Chi deve chiedere il CIN | Titolari di strutture ricettive e turistiche Locatori di immobili con finalità turistiche Locatori di immobili per affitti brevi Chi utilizza piattaforme di intermediazione online |
Scadenza per la richiesta | Entro il 1 gennaio 2025 |
Dove esporre il CIN | All’esterno dell’immobile In ogni annuncio online |
Cosa allegare alla richiesta | Dati catastali Dati titolare dell’attività ricettiva Autocertificazione per la sicurezza Codice identificativo regionale o provinciale se disponibile |
Sanzioni per mancato CIN | 800-8.000 euro per la mancata richiesta 500-5.000 euro per la mancata esposizione |
In linea con gli obiettivi europei di introdurre una maggiore regolamentazione per gli affitti brevi, l’Italia ha deciso di introdurre il CIN, il Codice Identificativo Nazionale da associare agli appartamenti in locazione per meno di 30 giorni.
A stabilire la sua introduzione è stato il Decreto Anticipi e coinvolge da vicino tutte le unità immobiliari utilizzate per locazioni brevi da parte di soggetti privati, strutture turistico-ricettive alberghiere e B&B. Il nuovo sistema è stato introdotto a favore della concorrenza nel settore del turismo, nell’ottica di una maggiore trasparenza in questo mercato.
Da quando si sono diffuse diverse piattaforme online di domanda e offerta di appartamenti per pernottamenti limitati nel tempo, si sono moltiplicati i casi di redditi non dichiarati, evasione fiscale e concorrenza sleale. I nuovi codici vanno da un lato a individuare nello specifico gli spazi dedicati alle locazioni brevi e dall’altro a incentivare un comportamento più trasparente, anche nei riguardi della sicurezza degli ambienti.
Ricordiamo che intorno al settore recentemente sono state introdotte nuove norme fiscali, come la cedolare secca al 21% per il primo immobile che sale al 26% per gli immobili successivi affittati.
Il CIN è obbligatorio?
Il CIN di fatto sarà obbligatorio per tutti i proprietari di spazi e immobili destinati agli affitti brevi, come appartamenti, B&B o altre tipologie di strutture.
Anche chi utilizza le più note piattaforme di intermediazione online come Booking o Airbnb dovrà munirsi di questo codice. Non ci sono quindi eccezioni di alcun tipo rispetto a questo obbligo, è sufficiente avere un solo appartamento con questo scopo.
A partire dal 1 settembre 2024 con l’avvio della banca dati relativa ai codici a livello nazionale, viene confermato l’obbligo di richiedere il CIN telematicamente. Dall’arrivo della banca dati quindi i proprietari di casa devono mettersi in regola richiedendo il proprio CIN.
Come ottenere il codice CIN
Il rilascio del codice CIN non sarà automatico: saranno i proprietari degli immobili destinati a locazione breve (che, ricordiamo, è di un massimo di 30 giorni per lo stesso cliente) a doverlo richiedere. Vediamo tutti i passaggi necessari a ottenere il CIN1, tenendo presente che si può procedere solamente per via telematica:
- collegarsi alla piattaforma ufficiale bdsr.ministeroturismo.gov.it;
- cliccare su “ottieni cin” nella parte dedicata al proprietario di casa, al gestore o ad un delegato;
- accedere con SPID o CIE;
- visualizzare l’elenco delle strutture associate al tuo codice fiscale;
- selezionare “dettaglio scheda” in riferimento alla struttura specifica e chiedere il CIN;
- compilare il modulo con tutte le informazioni mancanti, ad esempio il numero di posti letto, selezionare se persona fisica con o senza partita IVA;
- cliccare poi su “ottieni cin“.
Se la struttura risulta mancante nel sistema, pur facendo parte di una regione censita secondo i nuovi codici, si può cliccare su “Segnala Struttura mancante” e compilare poi un modulo con tutte le informazioni richieste.
Ricordiamo che il cittadino dovrà anche provvedere a segnalare tramite autocertificazione che nella struttura sono rispettate tutte le norme di sicurezza per ospitare i turisti, ad esempio con la presenza di estintori e rilevatori di fumo.
Chi può ottenere il CIN
Il Ministero del Turismo negli scorsi mesi ha aggiornato periodicamente le sue comunicazioni in base alle Regioni che sono entrate nel sistema BDSR.
Recentemente sono state incluse nella banca dati2 anche Emilia-Romagna, Piemonte e Valle d’Aosta, che si aggiungono ad Abruzzo, Calabria, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano.
Recentemente è stata data conferma dell’arrivo della banca dati nazionale3, per cui scatta il conto alla rovescia per l’introduzione dell’obbligo del CIN. In questo periodo di transizione ancora non si applicano sanzioni in caso di mancata richiesta di CIN.
Serve il CIN anche a chi ha già un codice regionale?
In molti casi chi affitta casa tramite locazione breve ha già un codice, assegnato a livello regionale o provinciale, in base alle regole presenti nella propria zona. In questi casi è necessario anche richiedere il CIN?
In questa situazione l’ente territoriale competente deve provvedere alla decodifica dei codici già assegnati, aggiungendo alcune cifre fornite dal Ministero del Turismo.
Anche in questo caso tuttavia il proprietario dell’immobile deve procedere alla richiesta del CIN telematicamente, per poterlo comunicare online e apporre all’entrata della struttura.
Dove apporre il CIN: tutti gli obblighi
Una volta ottenuto questo codice, il proprietario è obbligato a comunicarlo ai potenziali clienti e turisti, ovvero deve provvedere a:
- posizionarlo in modo chiaro e leggibile all’esterno della struttura, in modo che possa essere visto davanti all’immobile posto in locazione breve;
- comunicarlo online in ogni annuncio che riguarda l’immobile in locazione, che si tratti di una pubblicità su canali web generici, social network o altri tipi di strumenti, sia se presente nelle piattaforme di intermediazione come Airbnb e Booking.
La mancata segnalazione di questo codice comporterà l’applicazione di sanzioni in denaro al proprietario. Va anche evidenziato che è importante rispettare tutte le norme di sicurezza stabilite per questo tipo di attività, per non incorrere in multe o la sospensione dell’attività.
Sanzioni per mancato CIN
Nel caso in cui queste nuove regole, sia a proposito della sicurezza, sia per l’obbligo del CIN, non vengano rispettate, potranno essere applicate diverse sanzioni. Secondo le ultime disposizioni del Ministero del Turismo, c’è tempo fino al 1 gennaio 2025 per aggiornarsi e per non incorrere in sanzioni.
Le multe saranno calcolate in base all’illecito:
- mancata richiesta del CIN: sanzione variabile da 800 a 8.000 euro;
- mancata comunicazione del CIN: sanzione variabile da 500 a 5.000 euro.
Vengono applicate sanzioni variabili in base al territorio anche se non sono rispettate le norme di sicurezza o se non viene presentata la SCIA al Comune (in questo caso variabili da 2.000 a 10.000 euro).
- Manuale Operatore Privato – Richiesta CIN, Ministero del Turismo, bdsr.ministeroturismo.gov.it ↩︎
- Banca dati strutture ricettive, Ministero del Turismo, bdsr.ministeroturismo.gov.it ↩︎
- Comunicato del Ministero del Turismo del 3 settembre 2024, ministeroturismo.gov.it ↩︎
Buongiorno ,io ho una struttura senza impianto a gas. Posso mettere solo i rilevatori di monossido oppure devo installare anche quelli per gas???
Buongiorno,
consigliamo di contattare un ingegnere per verificare requisiti e condizioni da inserire in una eventuale comunicazione al Comune.
Team partitaiva.it
Buongiorno,
io sono amministratore di una Srl e abbiamo una struttura di 5 case, come faccio con lo spid che e’ il mio ?
posso ugualmente fare la richiesta ?
Vedo che in base allo spid si vedono poi tutte le proprieta’ intestate a me , ma non credo che queste 5 unita possano essere individuate
Mi fa sapere
Grazie
ML Boschiero
Buongiorno,
lo SPID è intestato alla persona fisica, pertanto lei è autorizzato ad utilizzare il suo SPID personale come legale rappresentante della società a responsabilità limitata. Dovrebbe verificare se l’intestazione delle strutture è correttamente riferita alla s.r.l. e, in difetto, aggiornare le intestazioni.
Grazie per averci scritto