- Alcuni crediti di imposta sono messi a disposizione delle imprese intorno agli investimenti in progetti di ricerca e sviluppo, a cui si può accedere tramite una certificazione apposita. Il 4 luglio 2024 sono state approvate le linee guida per il credito.
- Vengono specificate quali sono le regole e quali i requisiti che le imprese devono rispettare per ottenere una certificazione sui progetti presentati, al fine di ricevere il credito di imposta.
- Come confermato da una recente comunicazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nasce l’Albo dei Certificatori, intorno al credito di imposta in ricerca e sviluppo. Dal 15 maggio 2024 è possibile accedere alla piattaforma ufficiale dell’Albo.
Una comunicazione del 19 settembre 2023 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy aveva annunciato il decreto apposito che riguarda la certificazione preventiva che le imprese potranno portare avanti per accedere al credito di imposta in ricerca e sviluppo.
Nel frattempo è nato anche l’apposito Albo dei Certificatori, a cui hanno potuto iscriversi a partire dal 21 febbraio 2024 diversi soggetti, per certificare le imprese che intendono accedere al credito di imposta con i propri progetti. A vigilare sulle certificazioni rilasciate, è proprio il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Dopo un’attesa di quasi un anno, arrivano quindi importanti novità per coloro che intendono accedere al contributo, ma anche per i soggetti certificatori. L’Albo è ufficialmente disponibile online, con elenco consultabile. Inoltre il 4 luglio 2024 il Ministero delle Imprese e del Made in Italy1 ha confermato le linee guida per il credito.
Indice
Cos’è la certificazione per il credito di ricerca e sviluppo
Con la comunicazione recente del Ministero delle Imprese e del Made in Italy vengono confermate le linee guida per il credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo, in particolare intorno alla certificazione che le imprese possono ottenere.
Il Ministero aveva spiegato qual è l’obiettivo della nuova disciplina: permettere ai soggetti di impresa di chiedere una certificazione che attesta la qualificazione degli investimenti che sono stati effettuati o da portare avanti, ovvero le attività di innovazione tecnologica verso gli obiettivi di transizione digitale 4.0 ed ecologica. Il fine è quello di applicare un credito di imposta specifico.
Le imprese possono così agire preventivamente e ottenere una certificazione intorno ai propri progetti di ricerca e sviluppo, in particolare quelli ammessi al credito di imposta come: attività di innovazione tecnologica, di design, di ideazione estetica. Secondo recenti novità, il sostegno è rinnovato fino alla fine del 2025.
Come funziona il credito di imposta in ricerca e sviluppo
Ricordiamo brevemente in cosa consiste e come funziona il credito di imposta dedicato alle imprese per la ricerca e lo sviluppo. Questo credito è introdotto dallo stato per incentivare la competitività delle aziende sul territorio e viene garantito indipendentemente dalla tipologia di impresa.
Può essere quindi percepito a prescindere dalla natura giuridica dell’azienda, della dimensione della stessa o del settore specifico in cui opera, ed è indifferente anche il regime contabile in cui l’impresa si trova. Sono tuttavia escluse da questa possibilità le imprese che si trovano in stato di fallimento, che sono destinatarie di sanzioni interdittive e che non rispettano le norme di sicurezza sul lavoro.
Le imprese che intendono accedere al contributo devono anche provvedere al corretto versamento di contributi e premi assicurativi ai lavoratori dipendenti. Il credito di imposta varia in base all’attività innovativa portata avanti dall’impresa.
Ad esempio per l’innovazione tecnologica si parlava di un sostegno del 10% delle spese, nel limite di due milioni di euro annui, per l’anno 2023. Queste tipologie di credito vanno a coprire le spese per la realizzazione dei progetti, per il personale coinvolto, per canoni di locazione finanziaria, spese per materiali e servizi di consulenza.
La percentuale di agevolazione quindi dipende dal tipo di investimento effettuato:
- investimento nella ricerca fondamentale: 10% di agevolazione dal 1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2031, con limite massimo di spesa di 5 milioni di euro (fino alla fine del 2022 era al 20%);
- investimento nell’innovazione tecnologica: 5% di agevolazione dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, con limite massimo di spesa di 2 milioni di euro (fino alla fine del 2023 era al 10%);
- investimenti nella transizione ecologica: 5% di agevolazione dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, con limite massimo di spesa di 4 milioni di euro (fino alla fine del 2022 era al 15%);
- investimenti nel design e nell’innovazione estetica: 5% di agevolazione dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, con limite massimo di spesa di 2 milioni di euro.
Arriva l’Albo dei Certificatori
Una novità recente e attesa da tempo è l’arrivo dell’Albo dei Certificatori, che consente a diversi soggetti di iscriversi per certificare i progetti e le imprese che intendono accedere ai diversi crediti di imposta per la ricerca e lo sviluppo.
Con la comunicazione del 21 febbraio 20242, il MIMIT aveva dato il via alle iscrizioni all’Albo dei Certificatori, specificando le modalità per l’inserimento. Questo è stato possibile per diversi soggetti: persone fisiche, imprese, enti di ricerca o università, purché in possesso dei requisiti stabiliti dalla normativa.
Ogni soggetto coinvolto deve quindi rispettare precisi requisiti e indicarli al momento della presentazione della domanda sulla piattaforma del MIMIT. Per fare un esempio, le imprese che intendono iscriversi devono avere sede in Italia, devono essere inserite nel Registro delle Imprese e non trovarsi in liquidazione, procedura concorsuale, concordato preventivo o simili.
Il MIMIT ha poi comunicato3 che dal 15 maggio 2024 l’Albo è disponibile online con la lista dei soggetti certificatori, con cui le imprese possono procedere a visionare i nomi, selezionarli e versare i diritti di segreteria. Il rilascio delle certificazioni invece avviene da parte degli incaricati a partire dall’8 luglio 2024.
Certificazione credito di imposta: come funziona per le imprese
Come funziona per le imprese la certificazione? Per le aziende che intendono accedere ai diversi contributi erogati per la ricerca e lo sviluppo, è necessario ottenere una certificazione apposita, da un ente preposto.
In particolare questa va ad attestare la qualificazione degli investimenti che l’impresa intende effettuare o che ha effettuato, confermando che rispetta tutti i requisiti per rientrare tra i beneficiari. Questa certificazione sarà necessaria nella maggior parte dei casi, per ottenere i contributi.
A controllare l’operato dei Certificatori sarà direttamente il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Per le imprese verranno quindi analizzate, per emettere la certificazione, le capacità organizzative, le competenze tecniche rispetto agli investimenti e i progetti pianificati, con la loro descrizione e il piano di realizzazione, oltre alle motivazioni e i requisiti per essere ammesse al credito o eventualmente ad una maggiorazione dell’aliquota prevista.
Certificazione credito imposta ricerca e sviluppo – Domande frequenti
Per poter accedere al credito di imposta per ricerca e sviluppo, per le imprese è necessario ottenere una specifica certificazione, da parte di un ente iscritto all’Albo dei Certificatori.
L’Albo dei Certificatori è un apposito albo a cui possono iscriversi diversi enti pubblici e privati per poter certificare i requisiti delle imprese che accedono al credito di imposta per ricerca e sviluppo.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha messo a disposizione delle imprese diversi crediti di imposta per ricerca, sviluppo, innovazione tecnologica e sostenibilità.
- Pubblicate le linee guida del credito d’imposta in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, mimit.gov.it ↩︎
- Comunicazione del 21 febbraio 2024, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, mimit.gov.it ↩︎
- Comunicazione del 15 maggio 2024, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, mimit.gov.it ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista