Cedolare secca per le Partite Iva: l’ultima proposta del governo

Il governo sta lavorando ad una nuova riforma fiscale, e tra le misure in cantiere c’è anche l’estensione della cedolare secca alle Partite Iva. Leggi quali sarebbero i vantaggi di tale misura e come potrebbe essere applicata.

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Cedolare secca per le Partite Iva
  • Il governo sta lavorando alla riforma fiscale e tra le misure in cantiere c’è l’estensione della cedolare secca per le Partite Iva.
  • La cedolare secca è un regime di tassazione agevolato riservato oggi alle persone fisiche e ai contratti di locazione ad uso abitativo.
  • L’estensione della cedolare secca per le Partite Iva rappresenterebbe un importante vantaggio che porterebbe ad una riduzione dei costi di locazione e alla possibilità di agevolare l’apertura di nuove imprese e attività.

La cedolare secca è un tipo di tassazione prevista sugli affitti riservata alle persone fisiche, ma la riforma fiscale in cantiere prevede di estenderla anche per le Partite Iva. Questa è una gran bella notizia per professionisti, locali commerciali e uffici, ma questo disegno diventerà realtà?

Il regime di cedolare secca è ad oggi riservato solamente alle persone fisiche e ai contratti di locazione ad uso abitativo, e quindi all’affitto di locali con classificazione catastale A/10. Tuttavia, già nel 2019 è stata sperimentata, per un periodo limitato, l’estensione della cedolare secca per gli immobili ad uso commerciale, in categoria catastale C/1 e con superficie inferiore a 600 m/q.

Oggi l’esecutivo sta rivalutando l’idea, ma i tempi di attuazione potrebbero essere molto lunghi. Intanto si iniziano a valutare i vantaggi che scaturirebbero da tale riforma, e tra questi vi è anche una riduzione dei canoni di locazione.

Ma vediamo in cosa consiste la proposta del governo, come funziona oggi il regime di cedolare secca e, soprattutto, quali vantaggi porterebbe la riforma in cantiere.

Cedolare secca: cos’è

I canoni di locazione possono essere tassati in due modi:

  • in modo ordinario con l’IRPEF e relative addizionali, oltre alle imposte indirette come imposta di registro ed imposta di bollo;
  • con cedolare secca, ossia pagando un’imposta sostitutiva.

Il sistema della cedolare secca è stato introdotto dall’articolo 3 del D.Lgs n. 23/2011 e permette al locatore di non applicare la tassazione ordinaria IRPEF sui redditi derivanti dalla locazione per uso abitativo.

Tuttavia, a questo sistema di tassazione agevolata possono accedere esclusivamente le persone fisiche che percepiscono redditi da contratti di locazione di immobili, purché siano ad uso abitativo e che, quindi, non siano effettuate nell’esercizio di un’impresa o di una libera professione.

Di conseguenza, ad oggi non è possibile applicare la cedolare secca nel caso in cui la locazione non sia ad uso abitativo, e quindi sono esclusi tutti i locali con classificazione catastale A/10, vale a dire uffici e studi professionali.

L’imposta sostitutiva della cedolare secca è pari a:

  • 21% per i contratti a canone libero;
  • 10% per i canoni relativi ad immobili affittati a canone convenzionato.

Si tratta di un regime di tassazione conveniente, considerando che l’aliquota più bassa dell’IRPEF parte dal 23%.

Il contribuente deve scegliere di applicare tale regime di tassazione, in quanto non viene applicato automaticamente sui contratti di locazione su locali ad uso abitativo.

Cedolare secca per le Partite Iva novità

La proposta del governo

La proposta del governo, che sta lavorando alla riforma fiscale, è quella di ampliare il regime della tassazione con la cedolare secca estendendola a Partite Iva e locali commerciali.

Di conseguenza, la proposta in cantiere prevede di estendere il regime di cedolare secca anche a chi effettua locazioni in modo professionale e per locali diversi rispetto a quelli ad uso abitativo.

Non si tratta certo di una vera e propria novità. Infatti, già nel 2019 è stata prevista questa possibilità per immobili ad uso commerciale, in categoria catastale C/1 e con superficie inferiore a 600 m/q.

L’esecutivo sta lavorando a due possibili modalità di estensione della cedolare secca alle Partite Iva. La prima ipotesi è quella di applicare la cedolare secca agli immobili diversi dalle abitazioni seguendo gli attuali criteri di tassazione agevolata.

Di conseguenza, in questo modo anche i proprietari di immobili non residenziali non dovranno pagare l’Irpef o altre tipologie di tasse.

Invece, la seconda ipotesi prevede misure uguali a quelle già previste nel 2019, applicate per tutti i contratti di affitto nuovi e escludendo, quindi, i contratti già in essere.

Ad oggi tale ipotesi è ancora in fase di elaborazione, e i tempi di attuazione di una tale riforma potrebbero essere anche piuttosto lunghi. Inoltre, il governo potrebbe decidere anche di applicare aliquote differenti rispetto alla cedolare secca prevista per le persone fisiche.

Cedolare secca per le Partite Iva aliquote

Cedolare secca per le Partite Iva: i vantaggi

La misura prevista dal governo non sarebbe temporanea e porterebbe importanti vantaggi a molti soggetti, non solo per le Partite Iva, e quindi alle imprese, ma anche all’economia locale e agli imprenditori che vogliono avviare una nuova attività.

Uno dei principali vantaggi da considerare riguarda le imprese che hanno locali in disuso. Queste, infatti, potrebbero trarre profitti dando i locali in locazione con il regime di cedolare secca.

Altro vantaggio non trascurabile è quello di incentivare il comparto immobiliare delle aree non residenziali e più periferiche. In più, in queste zone, incentivando le locazioni dei locali, potrebbero sorgere nuove imprese e attività.

La terza conseguenza che porterebbe l’estensione della cedolare secca alle Partite Iva sarebbe la riduzione dei costi di locazione, semplificando così l’apertura di nuove attività.

Intanto si attendono ulteriori aggiornamenti sull’avanzamento della proposta, nel mentre non resta che aspettare di vedere che tipo di direzione prenderà il governo.

Cedolare secca per le Partite Iva – Domande frequenti

Quando non è ammessa la cedolare secca?

Il regime di cedolare secca non è ammesso nei contratti con conduttori che agiscono nell’esercizio di attività di impresa o di lavoro autonomo. È, infatti, riservato alle persone fisiche e ai contratti di locazione ad esclusivo uso abitativo.

Quali vantaggi porterebbe la cedolare secca per le Partite Iva?

L’estensione della cedolare secca alle Partite Iva incentiverebbe l’affitto di locali in disuso e il comparto immobiliare nelle aree periferiche e potrebbe persino portare alla riduzione dei canoni di locazione.

Quali sono le aliquote della cedolare secca?

Oggi la cedolare secca prevede due aliquote: l’aliquota al 21% per i contratti a canone libero e l’aliquota al 10% per i canoni relativi ad immobili affittati a canone convenzionato.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

2 commenti su “Cedolare secca per le Partite Iva: l’ultima proposta del governo”

  1. Buongiorno,

    con una partita iva in regime semplificato (opero negli affitti brevi).
    Devo prendere un appartamento in sublocazione, il proprietario vuole optare per la cedolare secca.

    – Posso dedurre come costo il canone di locazione?
    – Eventualmente, lo posso intestare a me, come persona fisica e subaffittarlo alla mia azienda e farmi pagare come rimborso spese?

    Vi ringrazio.

    Rispondi
    • Buongiorno,
      dal sito della agenzia delle entrate:
      Chi può scegliere la cedolare secca
      Possono optare per il regime della cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto), che non locano l’immobile nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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