- La direttiva UE sulle case green impatta anche sul settore edile e sulle famiglie in Italia.
- Gli immobili dovranno essere adeguati alla normativa entro il 2033.
- La direttiva garantirà alle imprese del settore edile un importante giro di affari.
Tempi sempre più stretti per le case green: la svolta ecologica ed ambientalista dell’Unione europea diventa più stringente: i proprietari devono programmare gli interventi sugli immobili entro il 2033, almeno per quelli che rientrano nelle classi energetiche F e G.
La Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo già il 9 febbraio 2023, con 49 voti a favore, 18 contrati e 6 astenuti aveva approvato la direttiva sulle prestazioni energetiche degli immobili. Secondo le ultime novità, la direttiva verrà convalidata in modo definitivo nel mese di marzo 2024.
Si prevede quindi la ristrutturazione, entro il 2033, degli immobili che rientrano nelle classi energetiche F e G. Ad essere coinvolti nella direttiva sono gli edifici residenziali: la spesa a carico dei cittadini potrebbe essere intorno a 20.000-55.000 euro a famiglia.
Indice
Case green, i provvedimenti UE
Rispetto alla proposta lanciata a dicembre 2021, l’esecutivo di Bruxelles ha modificato il testo del provvedimento diverse volte negli ultimi mesi. Quando la nuova Energy Performance of Building Directive (Epbd) arriverà nella Gazzetta Ufficiale europea, a marzo 2024, saranno resi definitivi gli obiettivi dei provvedimenti.
Sempre più importante quindi è l’economia verde, che rispetta l’ambiente e garantisce nel tempo un risparmio ai cittadini. Non solo le imprese ne sono coinvolte, ma anche i privati.
Ovviamente la direttiva sulle case green trova due schieramenti opposti: le motivazioni per essere a favore della stessa sono strettamente connesse ai benefici sull’ambiente, ai potenziali risparmi in bolletta e alla creazione di posti di lavoro.
Contro ai provvedimenti ci sono coloro che si dimostrano perplessi sui deprezzamenti degli immobili inquinanti, sui tempi troppo stretti e sui rischi di un aumento dei prezzi dei materiali, come si era già visto con il Superbonus.
Gli obiettivi sono netti: si dovrà procedere ad una riduzione delle emissioni prodotte a livello abitativo del 16% entro il 2030 e fino al 22% entro il 2035. La neutralità climatica è l’obiettivo ultimo di questa serie di interventi, che mirano a ridurre drasticamente gli agenti inquinanti e i consumi dei paesi membri.
Nella prima fase quindi saranno posti sotto osservazione gli edifici con le più basse prestazioni energetiche, al fine di ridurre drasticamente le emissioni. Il provvedimento nella sua ultima versione è decisamente più flessibile rispetto alle precedenti, con la possibilità di accedere in alcuni casi a delle deroghe specifiche.
Case green: quanti edifici sono coinvolti in Italia
Le intenzioni della direttiva europea sulle case green sono senza dubbio positive. È innegabile la necessità di avere degli immobili ecologici e che impattino il meno possibile sull’ambiente. Purtroppo le buone intenzioni si scontrano con una realtà particolarmente pesante, almeno in Italia.
Stando ai dati in possesso di Confedilizia1, in Italia almeno il 74% delle abitazioni hanno una classe energetica inferiore alla D. Si parla di almeno 11 milioni di edifici. La maggior parte degli immobili presenti nel nostro paese è stata costruita prima che entrasse in vigore la normativa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica.
Andando a dare un’occhiata agli attestati di prestazione energetica, che sono stati emessi nel 2020, il 75,4% si riferisce ad immobili che rientrano nelle classi energetiche più inquinanti: E, F e G. oltre il 35,5% degli immobili appartiene proprio a quest’ultima classe energetica.
Le conseguenze della direttiva Ue
Quali sono le conseguenze della direttiva sulle case green per gli italiani? I contribuenti nostrani, per adeguarsi alle linee imposte dall’Europa, saranno costretti ad effettuare costose ristrutturazioni, per almeno due immobili su tre. Una delle conseguenze più pesanti della decisione europea è una svalutazione degli immobili nella classe energetica più bassa.
Confedilizia, inoltre, ha sottolineato un ulteriore problema: in molti casi gli interventi richiesti per le case green non si possono realizzare materialmente, a causa delle caratteristiche stesse degli edifici interessati.
I tempi strettissimi, con i quali adeguare gli immobili, inoltre, potrebbero provocare un vero e proprio scossone al mercato, causando un aumento spropositato dei prezzi, per l’impossibilità di trovare le materie prime, i ponteggi e la manodopera.
Rinnovare gli edifici esistenti che consumano maggiormente è l’obiettivo del nuovo provvedimento europeo: non è sufficiente infatti agire solamente sulle nuove costruzioni.
Immobili ecologici: quanto impattano sull’economia
Per avere un’idea di quale impatto economico possano avere le case green sulle imprese e sul loro giro d’affari, è sufficiente dare un’occhiata agli effetti economici del Superbonus.
A fare una stima ci ha pensato il Censis2, che ha valutato in 55 miliardi di euro gli investimenti certificati dall’Enea nel periodo compreso tra agosto 2020 ed ottobre 2022.
Questi numeri sono relativi ad operazioni effettuate utilizzando il superbonus, che hanno attivato un valore di produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi di euro (effetto diretto).
A questi si sommano 36 miliardi di euro di produzione attivata in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto (effetto indiretto), per un totale di almeno 115 miliardi di euro.
Nella pratica, le imprese dell’edilizia saranno coinvolte nel cambiamento green, data la necessità di sostituire infissi, coibentare tetti, sostituire finestre, innovare gli impianti di riscaldamento attuali e così via. Se per le imprese di questo settore si tratta di un’opportunità da non sottovalutare, per i cittadini potrebbe essere piuttosto dispendioso.
Case green – Domande frequenti
Si prevede la ristrutturazione, entro il 2033, degli immobili che rientrano nelle classi energetiche F e G. L’UE ha stabilito diversi obiettivi in base alla tipologia di consumi.
Secondo le stime di Confedilizia, dovranno essere ristrutturati almeno 9 milioni di edifici. Tutti i dati nell’articolo.
Possiamo dare una risposta a questa domanda osservando l’andamento del superbonus: 55 miliardi di investimenti certificati. Si prospetta un giro di affari imponente per le case green.
- Direttiva case green, Confedilizia, confedilizia.it ↩︎
- Ecobonus e superbonus per la transizione energetica del Paese, comunicato stampa Censis, censis.it ↩︎
Se io che non ho assolutamente intenzione (né soldi) per ristrutturare la casa in cui abito, quali conseguenze pratiche avrò a parte il deprezzamento dell’immobile (che comunque non ho nessuna intenzione di vendere, né di ipotecare ecc.)?
Buongiorno,
non ci sarà alcuna conseguenza pratica nel breve termine, se non un minore incremento del valore dell’immobile o, addirittura, un decremento di valore, in riferimento a immobili con caratteristiche green, che avranno più mercato per la vendita e la locazione.
Grazie per averci scritto