- Si torna a parlare della questione Pos, in particolare sugli sgravi dei costi per coloro che hanno una attività e garantiscono questo strumento di pagamento ai clienti.
- Il governo ha confermato un credito di imposta del 30% sulle commissioni, per tutte le Partite Iva e imprese con fatturato fino a 400.000 euro annui.
- Ricordiamo che quest’anno gli esercenti sono tenuti a fornire ai clienti strumenti di pagamento elettronico come il Pos, in caso contrario vengono assegnate delle sanzioni.
Il governo torna sulla questione Pos, dopo le diverse ipotesi introdotte l’anno scorso sull’abolizione dell’obbligo. Ricordiamo che di fatto quest’anno risulta obbligatorio per Partite Iva e esercenti che offrono beni e servizi essere muniti di questo strumento elettronico, per favorire i pagamenti tracciabili.
Questo vuol dire che nel caso in cui un esercente non metta a disposizione questa possibilità, può essere sanzionato per legge con 30 euro a transazione, più il 4% del valore della stessa. Queste sanzioni, introdotte recentemente, hanno rafforzato l’obbligo per Partite Iva e imprese di munirsi di strumenti per il pagamento elettronico.
Tuttavia il governo introduce alcune misure di compensazione, ovvero agevolazioni per tutti coloro che mettono a disposizione dei propri clienti questo metodo di pagamento. Si parla quindi di un credito di imposta sul costo delle commissioni: vediamo nel dettaglio come funziona.
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Indice
Bonus Pos 2023: di cosa si tratta
Si parla di un nuovo bonus Pos che coinvolge da vicino Partite Iva e imprese esercenti che erogano prodotti e servizi al pubblico. Questo nuovo sostegno ha l’obiettivo di aiutare questi soggetti nelle spese per consentire pagamenti tracciabili.
Uno dei principali problemi emersi l’anno scorso a proposito dell’obbligo del Pos, è quello relativo ai costi per le attività di impresa, ad adottare questi sistemi. Il principale ostacolo infatti sarebbero i costi delle commissioni, troppo alti per le attività, che nonostante l’introduzione delle sanzioni, potrebbero scegliere di non munirsi di Pos per risparmiare.
Per rispondere a queste esigenze, il governo introduce una misura che riguarda un credito di imposta sulle spese per le commissioni bancarie, del 30%, da poter usare in compensazione. La Legge di Bilancio 2023 è intervenuta per delineare alcune regole proprio intorno a questi costi.
Nuovi accordi per il bonus Pos
Intorno all’esigenza di risparmio degli esercenti e le Partite Iva, il governo con la Legge di Bilancio 2023 ha incentivato le banche e le società che erogano servizi similari a trovare un accordo con le imprese.
Si tratta di un tavolo di dialogo tra associazioni e esercenti per garantire il pagamento tramite Pos, come i commercianti, e coloro che prestano servizi di pagamento, come banche e società similari. L’obiettivo è quello di arrivare ad accordi che vadano a garantire costi trasparenti e calcolati in modo proporzionale proprio sulle commissioni.
Una delle questioni ancora centrali riguarda il pagamento, tramite Pos, di cifre molto basse da parte dei clienti. Lo scorso anno il governo infatti voleva togliere l’obbligo del Pos per importi molto bassi, tuttavia la proposta dello stop all’obbligo del Pos sotto i 60 euro, non è passata.
Rimane l’obbligo del Pos anche per piccole transazioni, tuttavia il governo vuole trovare nuove regole intorno a questi pagamenti, in modo che non diventino troppo dispendiosi in termini di commissioni per gli esercenti.
Mentre il governo continua a lavorare per questi accordi, le imprese che hanno avuto un fatturato annuo inferiore a 400.000 euro nel 2022, possono richiedere un contributo del 30% di sconto sulle commissioni, ovvero il bonus pos.
Oltre al contributo del 30%, alcune ipotesi parlano anche di un contributo al 100% sui costi per l’acquisto del dispositivo per i pagamenti elettronici, con limite massimo di 50 euro. Questa misura ha soprattutto l’obiettivo di dotare di Pos tutte le piccole attività che ancora ne rimangono sprovviste e rischiano le sanzioni.
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Bonus Pos 2023 e contributo straordinario
Il governo intende incentivare quindi la nascita di un accordo per mitigare i costi delle commissioni a carico degli esercenti. Tuttavia, viene previsto un particolare intervento nel caso questo accordo non dovesse arrivare.
Da aprile potrebbe quindi arrivare l’imposizione di un contributo straordinario a carico dei soggetti che prestano servizi di pagamento, o di gestori di circuiti, sul 50% dei ricavi che derivano dalle transazioni inferiori a 30 euro.
Si tratterebbe di un prelievo effettuato solamente per l’anno in corso, e per le cui somme verrebbero destinate ad un particolare Fondo.
Questo Fondo verrebbe poi impiegato per sostenere ulteriormente Partite Iva ed esercenti che sono obbligati a munirsi di Pos per i pagamenti elettronici.
Come chiedere l’accesso al bonus Pos 2023
Per il momento il governo sta ancora decidendo quali misure specifiche mettere in campo per sostenere le imprese e gli esercenti, tuttavia il credito di imposta al 30%, già annunciato da diversi mesi, è ancora accessibile per determinati soggetti.
Possono ricevere il sostegno i professionisti con Partita Iva, commercianti, esercenti, artigiani, imprenditori, indipendentemente dal tipo di attività e dal regime fiscale adottato. Tuttavia è necessario non aver superato 400.000 euro di ricavi durante il 2022.
Per ciò che riguarda la fruizione, questo sostegno può essere ricevuto in compensazione sulle transazioni effettuate, dal mese successivo. Per approvare il sostegno, l’imprenditore deve inviare all’Agenzia delle Entrate una comunicazione, entro il ventesimo giorno del mese successivo ai pagamenti, contenente tutte le informazioni sui pagamenti e sul credito.
Questa comunicazione può essere fatta in autonomia tramite canali telematici, o in alternativa con il supporto del proprio commercialista. Il credito si può usare in compensazione con il modello F24, con codice tributo 6916.
Bonus Pos 2023 – Domande frequenti
Si tratta di una misura introdotta dal governo per sostenere Partite Iva ed esercenti nel pagamento delle commissioni bancarie per l’uso del Pos.
Il bonus Pos 2023 prevede un credito di imposta del 30% per esercenti che garantiscono il Pos per i pagamenti elettronici, con un massimo di 400.000 euro di ricavi annui.
Possono accedervi Partite Iva, imprese, esercenti e commercianti con ricavi inferiori a 400.000 euro nel 2022. Sarà possibile richiederlo in autonomia o tramite l’aiuto del commercialista.
Buongiorno,
può usufruire del Bonus Pos anche un’Associazione ricreativa culturale con attività commerciale in regime 398/91, per gli incassi pos ricevuti durante la Sagra svolta dall’associazione?
Buonasera,
il bonus è fruibile da esercenti imprese, arti e professione, in quanto obbligati. Non sembrerebbe avere accesso l’ente no profit.
Grazie per averci scritto
Buongiorno
quindi se non ho interpretato male per poter utilizzare il credito bisogna obbligatoriamente inviare all’agenzia il resoconto delle transazioni? Utilizzando quale modello?
E si potrà utilizzare solo entro il mese successivo?
Per quanto riguarda le commissioni pagate a gennaio competenza dicembre rimane la vecchia normativa?
Grazie. Saluti
Buonasera,
dovrebbe ancora essere valido il provvedimento che stabilisce le specifiche operative, che si trova sul sito istituzionale dell’agenzia delle entrate https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/2468489/ENTRATE_Provvedimento+AdE+Credito+Imposta+pagamenti+elettronici+-+art+22_DL+124-2019_vfin.pdf/cb7e955e-a294-3b8d-0cd1-7be509b3a0ef.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
La ringrazio per le informazioni dato che per l’ennesima volta ci avevano lasciati in un limbo dove non era di nuovo ben chiaro quale fosse effettivamente la regola oggi.
L’unica mia incertezza riguarda le sigarette e i valori bollati. Le ultime informazioni le trovo ad ottobre 2022, nel momento in cui vi è stata l’esenzione per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici.
Riuscirebbe a chiarirmi quest’ultima problematica?
La ringrazio.
Buongiorno,
purtroppo con il fisco italiano e le leggi italiane siamo tutti, sempre, nel limbo. La proposta del governo è stata bocciata dalla comunità europea e tutto, per ora, resta com’è. Può seguirci sui social, linkedin e facebook per restare sempre aggiornato sulle novità.
Grazie per averci scritto