- Il futuro del commercialista e dello studio professionale sta nella rete e nell’adozione di una innovation lab.
- La governance dello studio deve oggi tenere conto di diversi fattori, come l’impatto sul territorio, la capacità di innovazione e di attrarre nuovi clienti.
- Ad oggi si assiste ad un aumento delle figure professionali autonome e indipendenti, a discapito del lavoro subordinato.
Una rete professionale, anche semplicemente rete-contratto, può essere strutturata con il modello della swarm chain organization, con un innovation lab al centro della catena e tutti i blocchi distribuiti, e questo innovation lab non è gerarchicamente superiore, ed è variabile, perché ognuno dei blocchi della catena può diventarlo a sua volta, se sviluppa una tecnologia superiore.
Un innovation lab è un luogo preposto alla progettazione e alla cooperazione tra soggetti diversi per innovare e accrescere la cultura digitale, ed è utile pensare a questo approccio anche per uno studio professionale di commercialisti.
Ma come si può applicare oggi questo schema? Vediamo una panoramica generale in questo articolo su come creare una rete professionale basata anche su un innovation lab, e su quali sono i vantaggi.
Indice
La governance nella rete professionale
La governance in un sistema DAO in cui le regole stabiliscono in anticipo i parametri di valorizzazione dell’attività di ogni studio si basa sui seguenti parametri:
- qualità del lavoro;
- tempo dedicato al lavoro;
- competenze professionali secondo una valorizzazione analitica e non presumibilmente indotta da fattori quali anzianità di iscrizione;
- capacità di innovazione;
- impatto territoriale;
- capacità di attrarre nuovi clienti;
- capacità di valorizzare il lavoro svolto al cliente;
- sostenibilità ambientale di genere e generazionale.
La governance è variabile e democratica, le scelte sono determinate, in un dato periodo, dalla maggiore incidenza di ogni studio alla crescita della rete professionale, non solo in termini di fatturato, ma anche di specializzazione.
La remunerazione può essere agganciata alla governance o, per esempio, gestita tramite l’emissione di token e regolata da fattori stabiliti al momento di creazione della struttura, democraticamente modificabili attraverso votazioni successive.
Vantaggi della rete professionale
Un altro beneficio della rete professionale così gestita è la valorizzazione dello studio di piccole dimensioni che, in un contesto normale, può avere un valore irrisorio o addirittura nullo. Con un sistema di governance distribuito è più semplice dare un valore e scambiarlo con regole, anche in questo caso da stabilire a priori, al momento dell’avvio del sistema.
Le potenzialità di un modello simile sono enormi, certamente anche in Italia, se si considera che oggi le strutture professionali più piccole faticano nei confronti delle società di consulenza più importanti.
Con questo modello, se si accende la scintilla motivazionale, presso un capitale umano che possiede competenze, contatti e informazioni che non ha eguali in Italia, per quantità e qualità della profilazione, è possibile superare il gap con aziende più strutturate che, tuttavia, nell’elemento motivazionale hanno il loro punto debole.
È riscontrato che un lavoratore autonomo e indipendente è più stimolato e motivato rispetto al dipendente di una società di consulenza, soprattutto se in questo ultimo caso fare carriera è una chimera e crescere professionalmente è una promessa di Priamo.
Rete professionale e autonomia
In questi ultimi anni vi è la tendenza all’autonomia e all’indipendenza, un valore in più rispetto al successo economico e di carriera.
La prospettiva di una società democratica e egualitaria attrae soprattutto i giovani e la possibilità di entrare in un’organizzazione, che garantisce autonomia, solidarietà, indipendenza, crescita professionale, libero arbitrio sui tempi di lavoro e opportunità di guadagno, legate alla competenza e ai tempi di lavoro, è in linea con questo potenziale mercato.
Negli Stati Uniti questa tendenza è in atto già da qualche anno e sta modificando il mercato del lavoro, nella direzione di un aumento del lavoro autonomo indipendente e della decrescita del lavoro dipendente come mezzo di impiego.
In controtendenza con quello che sta avvenendo in questi ultimi anni, sul fronte della consulenza, con le società multinazionali e più strutturate che stanno crescendo in modo veloce, potrebbe esserci un’inversione nel prossimo futuro, a beneficio di strutture democratiche e indipendenti, piuttosto che centralizzate.
Il passato del commercialista e, in genere, delle professioni ordinistiche nel settore della consulenza alle imprese, è stato soddisfacente e ha permesso la creazione di importanti rendite di posizione, oggi rivoluzionate dall’evoluzione tecnologica che ha ridimensionato il mercato dei servizi professionali ripetitivi.
Lo studio professionale del futuro
La partita del prossimo futuro si gioca nel campo dell’organizzazione. Per usare una metafora calcistica, il professionista, invece di restare arroccato al classico schema di gioco della difesa con contropiede, potrebbe cambiare tattica.
E con uno schema d’attacco a tutto campo, pressing alto, possesso palla tecnico, senza paura dell’avversario potrebbe superare le difficoltà in un colpo e ritrovarsi a competere in un torneo dal quale fino a oggi, anche nei suoi anni migliori, era rimasto escluso.
Questo non solo dalle piccole e medie aziende, ma anche dalle grandi. Si tratta solo di crederci, avere la motivazione giusta e cambiare schema di gioco. Applicare la swarm chain organization è un modo per realizzare uno studio sostenibile e in crescita costante.
C’è una sottile differenza tra prendersi il merito e premiare il merito, la sfida è quella di superare l’autoreferenzialità professionale e raccogliere la sfida della modernità, con un modello organizzativo dello studio professionale che ispiri una crescita della struttura, a beneficio dei professionisti e del sistema paese.
Che sia la volta buona?
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista