Un titolare di negozio al dettaglio di vicinato può trasferire al figlio, coniuge o parente un negozio di commercio al dettaglio senza pagamento di imposte dirette e Iva.
Lo strumento giuridico valido da questo punto di vista è la donazione di azienda. Prendiamo il caso, ad esempio di una gioielleria e attività di vendita di preziosi.
In questi casi, prima di procedere al trasferimento, è necessario analizzare alcuni aspetti e valutare al meglio tempi e modalità, per evitare interruzioni dell’attività e brutte sorprese da un punto di vista finanziario ed economico.
Donazione di negozio, come funziona
Abbiamo elencato brevemente quali sono gli aspetti da verificare in merito ad una donazione di negozio, e sui quali concentrare l’attenzione, ovvero:
- operazioni da svolgere;
- dettaglio delle attività;
- costi dell’operazione.
1. Operazioni da svolgere
Tra le operazioni da svolgere per la donazione di un negozio ricordiamo:
- valutazione di azienda;
- subingresso SCIA;
- licenza questura;
- subingresso locazione;
- atto notarile;
- pratica di inizio attività successiva al trasferimento;
- operazioni contabili e fiscali conseguenti.
Da un punto di vista fiscale la donazione è neutra per il donante e per il donatario, a patto che avvenga al di fuori della attività di impresa. Nel caso di donazione a un figlio o al coniuge che non abbia aperto una partita Iva, non ci sono potenziali rischi.
2. Dettaglio delle attività
Vediamo nel dettaglio come devono essere svolte le diverse operazioni:
- valutazione di azienda: dovranno essere determinati in modo specifico i valori di libro per le attrezzature e arredi e il valore di ogni singolo bene trasferito (un inventario dettagliato della merce valorizzato). Dovrà essere determinato il valore di avviamento in modo specifico per la determinazione del valore dell’azienda al fine di quantificare l’imposta di donazione. La franchigia è fino al valore di 1.000.000 di euro. Il trasferimento non è assoggettato a Iva;
- subingresso SCIA: il trasferimento della titolarità dell’azienda con una comunicazione al Comune;
- licenza questura: è prevista la possibilità di richiedere e ottenere il nulla osta preventivo ed evitare dei vuoti nella gestione;
- subingresso locazione: valutare la possibilità e gli eventuali vincoli al trasferimento di titolarità. Da escludere che possa essere vincolante per la donazione, tuttavia è sempre conveniente informare preventivamente il locatore;
- atto notarile: da discutere con il notaio;
- pratica di inizio attività successiva al trasferimento: il notaio trasmetterà alla CCIAA il modello TA di trasferimento, per cui è necessario inviare il modello I1 di inizio attività, con l’inizio attività provvisorio e allegare il modello AA9 dell’Agenzia delle Entrate, con simultanea cessazione della precedente attività ed avvio della nuova. In una successiva pratica I2 del donante, sarà cessata l’attività anche ai fini INPS e, sempre con pratica I2 del donatario viene avviata la nuova azienda dopo i subingressi, con contestuale apertura della posizione INPS;
- operazioni contabili e fiscali conseguenti: i valori da libro cespiti ammortizzabili e registri iva acquisti e vendite dovranno evidenziare una congruità dei valori contabili tra donante e donatario. Da verificare la dichiarazione IVA della frazione d’anno, e la liquidazione periodica del trimestre interessato, in quanto si dovrà dichiarare in continuità.
I costi dell’operazione
Vediamo ora quali possono essere i principali costi per queste operazioni:
- costi per il notaio: sono escluse imposte sulle donazioni, se non si supera la soglia di 1.000.000 euro di valore trasferito;
- disbrigo pratiche: le pratiche da fare sono principalmente la SCIA, la licenza questura (avvio e cessazione), modello I1, Modelli I2, subingresso all’Agenzia delle Entrate e contratto di locazione, per un totale di 8 pratiche incluse spese (escluso eventuale costo delle planimetrie), per un costo complessivo che comprende anche le spese dei diritti, variabili;
- consulenza, assistenza e perizia di valutazione: costo per perizia non giurata, ma dettagliata, anche con il calcolo dell’avviamento.
Il totale stimato per le operazioni va da 6.000 a 8.000 euro, incluso l’atto del notaio.
Il costo delle attività può variare anche in base al luogo dove si trova il negozio e per eventuali costi di adeguamento dell’immobile alla nuova situazione.
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista