- Secondo i dati Unioncamere sul periodo estivo 2023, riprende la vitalità delle imprese italiane.
- Ripartono le aperture delle imprese individuali, soprattutto nel settore delle costruzioni.
- Il segno positivo è stato riscontrato in tutte le regioni del paese.
L’estate 2023 è stata contrassegnata da una sostanziale ripresa della vitalità delle imprese italiane: stando ai dati riportati dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, tra i mesi di luglio e settembre 2023 è stato registrato un saldo attivo di 15.407 attività economiche, con un +0,26%.
Complessivamente ci sono state 59.236 nuove iscrizioni a fronte di 43.829 cessazioni delle attività. I dati dell’ultimo report Unioncamere sono consultabili sul sito di Infocamere1. Anche se lievemente, quindi, la vitalità delle imprese si riprende.
Il feedback di quelle che stanno già operando, però, è in chiaroscuro. Secondo le previsioni, benché il quadro internazionale risulti essere decisamente complesso, per un quarto delle imprese italiane gli affari cresceranno nel corso del 2024, mentre per la maggior parte rimarranno stabili.
Indice
Bilancio anagrafico imprese: tutti i dati
Nel corso dell’estate il sistema imprenditoriale italiano ha ripreso vitalità, anche se lievemente. Nel periodo compreso tra i mesi di luglio e settembre è stato rilevato dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio un saldo attivo di 15.407 attività economiche.
Sostanzialmente nel corso del trimestre è stata registrata una vitalità contenuta del sistema imprenditoriale. Il saldo registrato, infatti, si va a collocare al di sotto della media degli ultimi dieci anni. Ma va anche considerato che i flussi di apertura e di chiusura sono, a tutti gli effetti, i meno brillanti di tutto il periodo preso in considerazione.
Va considerato che l’andamento generale valutato nell’arco degli ultimi 10 anni non è dei più rosei: il quadro positivo si può delineare tuttavia analizzando i dati del 2022 con quelli del 2023.
Ad essere contraddistinte dal segno positivo sono tutte le macro aree dell’Italia e le regioni del nostro Paese. A mettersi in evidenza, comunque, è il Lazio, con un tasso di crescita, rispetto al trimestre precedente, pari ad un +0,44%. La Regione ha beneficiato della spinta ricevuta da Roma (+0,5%).
L’espansione maggiore della base imprenditoriale, in termini assoluti, ha comunque riguardato la Lombardia, dove è stata registrata una crescita di 3.334 imprese, con un tasso pari allo 0,35%. Milano registra la migliore performance, attestandosi su un +0,49%, rimanendo in linea con quella della Capitale.
In quali settori sono state aperte più imprese
In quali settori sono state aperte più imprese? Poco meno di un quarto del saldo è appannaggio delle costruzioni: 4.213 imprese in più rispetto alla fine di giugno, pari a una crescita dello 0,5%. Il tasso più sostenuto, però, è stato registrato per quanto riguarda le attività professionali, scientifiche e tecniche. In questo caso è stato registrato un +1,1% corrispondente a 2.597 attività in più nel trimestre.
Si mettono in evidenza, inoltre, le attività di alloggio e ristorazione, settore nel quale sono state registrate +2.285 unità, che corrispondono ad una crescita dello 0,62% rispetto alla fine di giugno.
Rimangono indietro i settori del commercio e delle attività manifatturiere, per i quali è stata registrata una crescita inferiore allo 0,1%. L’agricoltura, la silvicoltura e la pesca risultano essere gli unici comparti che chiudono con il segno meno: -0,1%.
Un terzo delle imprese, ossia 19.929 nuove aperture, nasce come società di capitali. In questo trimestre rappresenta la formula organizzativa più dinamica: +0,68% il tasso di crescita, con un saldo tra entrate e uscite che si attesta a 12.658 unità, l’82% dell’intero saldo trimestrale.
L’impresa individuale, in termini assoluti, continua a rimanere la principale forma organizzativa per i neo imprenditori. Nel corso del trimestre ci sono state 35.531 iscrizioni. A fronte, però, di qualcosa come 31.596 chiusure registrate nello stesso periodo.
Andamento delle imprese operative
Soffermandosi, invece, sul sentiment delle imprese già operative, secondo un sondaggio condotto da Ipsos-Unioncamere-Tagliacarne2, almeno un quarto ritiene che gli affari cresceranno nel corso del 2024. La maggior parte, invece, pensa che rimarranno stabili.
Sei imprenditori su dieci ritengono che nel corso dei prossimi dodici mesi la situazione rimarrà la stessa. Per il 25%, invece, migliorerà. Prossima al 18% la quota dei pessimisti, che comunque è in discesa rispetto allo scorso anno, quando si era attestata al 42%.
A mantenere questo profilo, però, non è tutto il paese. A mostrare maggiore ottimismo sono le aziende del Nord: al Nord gli ottimisti o i “neutrali” sono l’85% mentre al Sud tale quota scende all’81% e al Centro al 77%.
La manifattura e i servizi contano inoltre le quote più elevate di imprese che propendono per una stabilità dell’andamento aziendale nei prossimi mesi o in un suo miglioramento, rispetto al commercio.
Bilancio anagrafico imprese – Domande frequenti
Nei mesi compresi tra luglio e settembre sono state aperte complessivamente 59.236 nuove aziende a fronte di 43.829 cessazioni.
A far da padrone sono le società di capitali, anche se la maggior parte degli imprenditori preferisce le ditte individuali. Scopri qui tutti i dati su aperture e cessazioni.
Sul fronte degli affari, almeno secondo le aziende che operano già, si ritiene che il 2024 sarà sostanzialmente stabile.
Secondo l’ultimo report Unioncamere, il Lazio si attesta come regione con il maggior numero di aperture di nuove imprese. Ecco tutti i dati.
- Comunicato stampa Unioncamere, Infocamere.it ↩︎
- Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, Tagliacarne.it ↩︎
Pierpaolo Molinengo
Giornalista