- La remissione in bonis non sempre è utilizzabile, ad esempio per sanare la mancanza di asseverazione tecnica.
- Non è possibile farlo nel momento in cui la documentazione non è stata predisposta in tempo.
- L’asseverazione tecnica deve essere predisposta entro 90 giorni dal termine dei lavori.
Non è possibile usufruire della remissione in bonis nel caso di omessa asseverazione e comunicazione della cessione crediti. Questa è, in estrema sintesi, la risposta dell’Agenzia delle Entrate al quesito posto da un contribuente agli uffici preposti.
È bene ricordare, prima di proseguire, che l’invio, da parte di un tecnico abilitato, dell’asseverazione ENEA costituisce, a tutti gli effetti, un adempimento collaterale alla comunicazione della cessione dei crediti relativi al Superbonus.
Grazie all’asseverazione tecnica, infatti, è possibile certificare che l’intervento che è stato effettuato risulti essere conforme ai requisiti richiesti. Ma soprattutto che le spese sostenute siano congrue in relazione agli interventi che sono stati effettuati.
Indice
A cosa serve l’asseverazione tecnica
Il caso che prendiamo in esame in questa sede parte dall’interpello n. 406/2023 inviato da un contribuente all’Agenzia delle Entrate, nel quale l’istante ha spiegato che il tecnico abilitato non è riuscito ad inviare l’asseverazione all’Enea al 1° SAL entro il termine previsto del 31 marzo 2023.
L’invio non è stato effettuato a causa di alcuni problemi del portale ENEA e il soggetto coinvolto intendeva inviarla in un momento successivo rispetto a questa data. In altre parole dopo il 1° aprile 2023.
La domanda posta dall’istante a questo punto è chiara: è possibile sanare questa omissione con la remissione in bonis?
Partiamo dal presupposto che l’asseverazione tecnica è importantissima perché comporta l’intervento di un tecnico abilitato, che svolge una perizia per verificare che i lavori svolti sull’edificio rispettino tutti i requisiti per poter avere accesso al bonus fiscale richiesto. Senza questa certificazione, non si può accedere all’agevolazione fiscale.
Remissione in bonis: come funziona
A questo punto diventa necessario soffermarsi un attimo sulla remissione in bonis e spiegare a cosa serva. Questo strumento è necessario per comunicare all’Agenzia delle Entrate la cessione del credito ad una istituzione finanziaria delle spese sostenute nel corso del 2022 o l’ottenimento dello sconto in fattura previsto dall’articolo 121 del Decreto Legge n. 34/2020.
Questa operazione è collegata ad un contratto firmato dopo il 31 marzo 2023, data della scadenza originaria per la comunicazione.
La remissione in bonis serve, in altre parole, a regolarizzare il mancato rispetto della scadenza di marzo, provvedendo ad inviare la comunicazione entro il prossimo 30 novembre 2023. Questo significa, in altre parole, che ad essere interessate sono solo le spese relative al 2022 e non quelle sostenute nel corso del 2023: in questo caso i termini per la comunicazione scadono il 16 marzo 2024.
Omessa asseverazione tecnica: conseguenze
Torniamo ad approfondire il caso in questione. La richiesta inoltrata all’Agenzia delle Entrate riguardava dei lavori per l’efficientamento energetico, che rientravano nel superbonus 110%, avviati nel 2022. L’immobile oggetto dell’intervento è stato identificato come edificio composto da due a quattro unità immobiliari, che sono state accatastate distintamente.
Nella risposta all’interpello, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che la remissione in bonis non può essere applicata nel caso di omessa asseverazione: la comunicazione deve essere predisposta e presentata entro novanta giorni dal termine di ciascun stato di avanzamento dei lavori.
In alternativa deve essere presentata entro novanta giorni dal termine dei lavori, quando l’asseverazione tecnica viene presentata facendo riferimento a dei lavori conclusi.
Soffermandosi nello specifico sul caso preso in esame, l’Agenzia delle Entrate ha fatto presente che alla data di scadenza dell’obbligo di predisposizione ed invio all’ENEA nessuna asseverazione tecnica era stata compilata, predisposta e debitamente firmata in ogni pagina. Ma soprattutto non era stata firmata sulla pagina finale con il timbro professionale.
In altre parole, nel caso preso in esame, viene a mancare l’asseverazione del tecnico abilitato che è una condizione essenziale per accedere alla cessione del credito. L’assenza della remissione non permette di ricorrere all’istituto della remissione in bonis per sanarne l’omesso invio nei termini all’ENEA. La conseguenza diretta di questa situazione è che non è possibile sanare l’omessa comunicazione dell’opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito.
La remissione in bonis serve ad evitare che il contribuente perda un beneficio fiscale a seguito di un mero inadempimento comunicativo o di natura formale. Devono, però, sussistere le condizioni sostanziali per poter accedere alle agevolazioni, che nel caso preso in esame non sussistono.
Asseverazione tecnica – Domande frequenti
No, se non è stata predisposta nei tempi e nei termini previstiti dalla legge. Ecco la risposta specifica dell’Agenzia delle Entrate.
L’asseverazione tecnica deve essere predisposta e presentata entro novanta giorni dal termine di ciascun stato di avanzamento dei lavori o entro novanta giorni dal termine dei lavori.
Purtroppo sì, il rischio è quello di perdere ogni diritto di accedere alle agevolazioni per i bonus per l’edilizia, in particolare il superbonus.
Pierpaolo Molinengo
Giornalista