- L’art bonus è un particolare credito di imposta del 65% sulle erogazioni liberali proposte con l’obiettivo di tutelare il patrimonio culturale.
- Il bonus è destinato a persone fisiche, enti non commerciali e soggetti titolari di reddito di impresa.
- Recentemente è stato chiarito dall’Agenzia delle Entrate che la sola concessione di uno spazio pubblico da parte del Comune non è sufficiente per garantire l’accesso al credito.
L’art bonus è uno specifico sostegno di tipo fiscale istituito per sostenere il patrimonio culturale italiano. Questo bonus di tipo fiscale viene applicato al 65% su tutte le erogazioni liberali effettuate in denaro a favore della cultura e dello spettacolo.
Va tenuto presente che questo sostegno è stato disposto con l’art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, ovvero: “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”.
Ad oggi è possibile accedere al sostegno sia come persone fisiche che come soggetti titolari di un reddito di impresa, effettuando un’erogazione liberale a favore della cultura, dello spettacolo, e in generale per promuovere il design italiano. Va considerato che alcune operazioni sono escluse da questi ambiti: vediamo quali.
Cos’è l’art bonus
L’art bonus è stato istituito e introdotto in modo strutturale già da diversi anni, e consiste in un sostegno di tipo fiscale sulle erogazioni liberali effettuate, a partire dal 2014, in denaro, per determinati obiettivi. Diversi soggetti possono accedere al credito di imposta del 65%, se le erogazioni vengono effettuate a favore di:
- verso un Bene Culturale Pubblico, ovvero per il restauro, la protezione e la manutenzione del bene;
- verso istituti e luoghi di cultura di natura pubblica, come musei, biblioteche, parchi, complessi monumentali e così via;
- a enti o istituzioni pubbliche senza scopo di lucro, che svolgono attività nel settore dello spettacolo, con il fine di realizzare nuove strutture, oppure restaurare e potenziare quelle presenti.
Chi effettua una erogazione liberale può quindi procedere a chiedere l’accesso alla detrazione del 65% se queste somme vengono destinate a determinate tipologie di intervento, e per istituti di natura pubblica si intendono, oltre ai musei, anche le seguenti realtà:
- fondazioni lirico-sinfoniche;
- teatri di tradizione;
- istituzioni concertistico-orchestrali;
- dei teatri nazionali;
- teatri di rilevante interesse culturale;
- festival;
- imprese e centri di produzione teatrale e di danza;
- circuiti di distribuzione;
- complessi strumentali;
- società concertistiche e corali;
- circhi e spettacoli viaggianti.
Come funziona l’art bonus
Il vantaggio fiscale dato dall’art bonus si calcola sul 65% delle spese per le donazioni liberali, e questa agevolazione viene garantita attraverso tre quote annuali dello stesso importo. Queste quote prevedono il limite del 15% del reddito imponibile per persone fisiche ed enti non commerciali, e del 5 per mille dei ricavi annui per i titolari di reddito di impresa.
Per potervi accedere, è indispensabile che il progetto, ente o realtà a cui si versa il denaro sia dello Stato, ma allo stesso tempo devono essere rispettate altre condizioni, ovvero:
- deve esserci una maggioranza pubblica dei soci e dei partecipanti, oppure la realtà a cui vengono versate le somme deve essersi costituita per iniziativa di soggetti pubblici;
- il finanziamento dev’essere esclusivamente portato avanti con risorse pubbliche;
- la gestione del patrimonio culturale dev’essere pubblica;
- devono essere rispettate le regole stabilite dalla pubblica amministrazione, ad esempio in materia di appalti pubblici;
- il controllo dev’essere svolto dalla Pubblica Amministrazione.
Inoltre, per l’art bonus vengono anche indicati i sistemi di pagamento specifici da utilizzare per le erogazioni liberali, ovvero si deve procedere tramite banca, ad esempio con un bonifico, o tramite ufficio postale, oppure con carte di debito, di credito e carte prepagate, assegni bancari o circolari.
Concessione di uno spazio pubblico per l’Art Bonus
Una comunicazione specifica dell’Agenzia delle Entrate stabilisce che non sia possibile accedere all’art bonus semplicemente con la concessione di uno spazio pubblico. La questione ha riguardato in particolare una fondazione che ha chiesto l’accesso ai beneficiari delle erogazioni con sostegno fiscale, a cui ha risposto l’Agenzia delle Entrate con l’interpello n. 546 del 2022.
La Fondazione disponeva di una collezione storica di design, e ha richiesto di rientrare tra i beni culturali considerati pubblici per l’art bonus. Tuttavia il Ministero della Cultura aveva specificato che:
“In virtù della natura privata della collezione (di proprietà della Fondazione), pur essendo stata dichiarata di eccezionale interesse artistico e storico, non costituisce un bene culturale pubblico.”
La concessione di uno spazio da parte del Comune a questa Fondazione inoltre non costituisce un elemento sufficiente per poter accedere tra i possibili destinatari delle erogazioni liberali agevolate con l’art bonus.
Queste disposizioni mettono in evidenza la necessità che l’ente a cui vengono effettuati i versamenti come donazioni liberali devono essere dello Stato, ovvero avere una natura esclusivamente pubblica. Le realtà che hanno finalità o organizzazioni private sono escluse dai beneficiari a cui si possono erogare somme accedendo all’art bonus.
Art bonus – Domande frequenti
L’art bonus è un particolare sostegno che si può ricevere sotto forma di credito di imposta tramite donazioni liberali a enti o realtà pubbliche, al fine di valorizzarne il patrimonio culturale. Scopri qui tutti i dettagli della misura.
L’art bonus garantisce un credito di imposta del 65% sulle erogazioni liberali a favore della cultura e dello spettacolo, secondo precisi requisiti.
Vengono escluse dalla lista di realtà a cui è possibile associare l’art bonus quelle private: scopri l’ultima comunicazione in merito dell’Agenzia delle Entrate.
Valeria Oggero
Giornalista