Aprire una tabaccheria in Italia: requisiti, licenze e costi

Quanto costa aprire una tabaccheria in Italia nel 2024? Scopriamo quali sono i requisiti da rispettare e come ottenere la licenza tabacchi.

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  • Per aprire una tabaccheria in Italia è necessario richiedere e ottenere la licenza tabacchi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
  • Oltre a questo, è necessario aprire la partita Iva per regolarizzare la propria situazione e conseguentemente aprire le posizioni INPS e INAIL.
  • Ci sono numerosi requisiti da soddisfare per avviare l’attività di vendita di tabacchi e i costi sono inizialmente elevati: molti si chiedono se convenga ancora quest’anno.

La vendita di sigarette e tabacchi è un’attività regolamentata che richiede il possesso di alcune autorizzazioni, chiamate licenze, in quanto i tabacchi rientrano nei monopoli di Stato: per aprire un tabacchino, quindi, sono necessari diversi adempimenti burocratici.

Per prima cosa occorre ottenere la licenza tabacchi dall’Agenzia dei Monopoli. Il percorso per ottenerla non è semplice e prevede specifici requisiti e condizioni da soddisfare, ma i guadagni che derivano da questa attività potrebbero essere particolarmente interessanti. Trattandosi di un’attività commerciale di vendita di prodotti e servizi, è necessario aprire la partita Iva per regolarizzare la propria posizione.

Scopriamo il procedimento per aprire una tabaccheria in Italia: quali sono i requisiti e gli adempimenti necessari, come ottenere la licenza tabacchi, quanto costa e quanto conviene nel 2024.

Aprire una tabaccheria in Italia nel 2024

Aprire una tabaccheria in Italia è un’idea imprenditoriale interessante che consente di ottenere ottimi risultati in un settore particolarmente redditizio: la vendita di sigarette e tabacchi, infatti, non conosce crisi. Un tabacchino, in realtà, può offrire diverse tipologie di servizi presso la sua attività, che non si limitano solamente alla vendita dei tabacchi.

Infatti, la prima cosa da stabilire prima dell’avvio della tabaccheria è decidere se affiancare anche altre attività compatibili presso lo stesso locale. Non di rado, presso i tabacchini si possono trovare servizi di ricevitoria, giornali, bar o altre attività che permettono di attirare un numero di clienti maggiore e diversificato.

Non bisogna confondere, però, la tabaccheria dal negozio di vendita di sigarette elettroniche e prodotti per il vaping: queste attività, infatti, non sono sottoposte agli stessi limiti e vincoli rispetto ai tradizionali tabacchini.

Diverse tipologie di rivendita di tabacchi

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha classificato diverse tipologie di rivendita di tabacchi distinguendo:

  • le rivendite ordinarie, ossia le normali tabaccherie;
  • le rivendite speciali, che si trovano in strutture come porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, aree di servizio, caserme e istituti penali;
  • i patentini, che possono essere istituiti nei bar molto frequentati, i cui titolari si riforniscono presso la rivendita più vicina;
  • i distributori automatici, installati dal rivenditore nelle immediate vicinanze della tabaccheria.

I requisiti per aprire una tabaccheria

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La prima cosa da fare per aprire una tabaccheria è ottenere la licenza tabacchi presso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: il percorso non è semplice e prevede la soddisfazione di determinati requisiti basati su distanza, popolazione e produttività.

In primis, occorre rispettare la distanza della propria attività di tabaccheria dalle altre già attive sul territorio, rispettando queste limitazioni:

  • 300 metri per Comuni con meno di 30mila abitanti;
  • 250 metri per i Comuni con popolazione compresa tra 30mila e 100mila abitanti;
  • 200 metri per Comuni con più di 100mila abitanti.

La regola generale per i piccoli Comuni prevede la possibilità di aprire un tabacchino ogni 1.500 abitanti: l’unica eccezione può riguardare le attività che distano almeno 600 metri l’una dall’altra.

Un altro requisito importante riguarda la produttività: lo Stato, cioè, prima di elargire la licenza si accerta che la nuova attività possa avere un margine di guadagno. E per comprendere se l’attività può funzionare, si basa sull’aggio (ovvero la quarta parte del ricavo netto) delle tre tabaccherie più vicine a quella di nuova apertura.

La licenza viene concessa solo se il ricavato di queste ultime è pari o superiore a:

  • 19.965 euro per i Comuni con meno di 30mila abitanti;
  • 31.990 euro per i Comuni con popolazione compresa tra 30mila e 100mila abitanti;
  • 39.825 euro per i Comuni con più di 100mila abitanti.

Partita Iva di un tabacchino

Per quanto riguarda i requisiti burocratici, invece, prima ancora della richiesta della licenza occorre regolarizzare la propria posizione fiscale. A tal fine, ci sono una serie di passaggi da seguire:

  1. aprire la partita Iva come ditta individuale per lo svolgimento dell’attività;
  2. presentare una richiesta all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli;
  3. ottenere la licenza tramite il bando o vincere l’asta bandita dall’AAMS.

Se poi insieme alla tabaccheria si intendono aprire un bar o altri servizi commerciali specifici, occorre ottenere le relative autorizzazioni.

Conseguentemente all’apertura della partita Iva e della ditta individuale, occorre iscrivere la propria attività presso il Registro delle Imprese alla Camera di Commercio e aprire le relative posizioni INPS e INAIL.

Codice Ateco e regime fiscale per la vendita di tabacchi

Il codice Ateco che identifica l’attività di vendita di sigarette e tabacchi è il 47.26.00: “Commercio al dettaglio di generi di monopolio” (tabaccherie).

Il regime fiscale a cui aderire è necessariamente quello ordinario: la normativa sul regime forfettario, infatti, esclude le attività di vendita di sali e tabacchi dalla possibilità di aderirvi.

Tassazione tabaccheria: come funziona

La tassazione di una tabaccheria segue delle regole molto particolari dipendenti direttamente dalla tipologia di prodotti commercializzati. Aderendo al regime ordinario, il titolare pagherà le tasse in base agli scaglioni di reddito.

    La vendita di generi di monopolio è assoggettata all’applicazione dell’imposta in forma “monofase” ed è esonerata dall’emissione dello scontrino fiscale. L’esonero vale anche per le macchinette distributrici automatiche. Se il punto vendita include anche prodotti diversi (come profumi, articoli regalo, cancelleria o altro), invece, l’emissione dello scontrino è obbligatoria.

    L’IVA sui generi di monopolio viene assolta dall’Amministrazione dei Monopoli in funzione del prezzo di rivendita al pubblico, mentre per i giochi e i concorsi (per esempio lotto, superenalotto, gratta e vinci) è prevista l’esenzione IVA. 

    Licenza tabacchi: come ottenerla

    Una volta soddisfatti i requisiti sin qui descritti, non resta che chiedere all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (AAMS) la licenza tabacchi indispensabile per aprire una nuova attività: la richiesta si effettua compilando e inviando l’apposito modello all’AAMS. All’interno del modulo vanno inserite le proprie generalità e recapiti, la localizzazione della tabaccheria e l’ubicazione di almeno altre tre attività simili situate nelle vicinanze.

    La concessione delle licenze può avvenire in due modi:

    1. nei Comuni meno popolosi tramite un bando pubblico per l’assegnazione delle licenze;
    2. nei Comuni con oltre 30mila abitanti, invece, l’assegnazione avviene tramite un’asta pubblica

    Una volta inoltrata la richiesta, l’Agenzia avrà 6 mesi a disposizione per verificare la soddisfazione dei requisiti richiesti e per stilare un piano provvisorio delle aperture, pubblicato direttamente sul sito ministeriale.

    Entro i successivi 20 giorni dalla pubblicazione del piano provvisorio, ogni cittadino ha la possibilità di presentare eventuali osservazioni: allo scadere dei termini viene poi pubblicato il piano definitivo delle aperture, dove sono specificate le zone nelle quali possono sorgere nuove attività. Infine, una volta ottenute le licenze, i titolari dei tabacchi devono seguire un corso di formazione obbligatorio.

    Quanto costa aprire una tabaccheria

    I costi da sostenere per l’apertura di un tabacchino possono essere inizialmente elevati, soprattutto se si intende avviare un’attività da zero. La spesa più elevata riguarda l’acquisto o affitto del locale dove si svolgerà l’attività di vendita di sigarette e tabacchi: considerano che la metratura minima prevista dalla legge è 30 mq, l’investimento iniziale potrebbe raggiungere i 30-35mila euro.

    A ciò bisogna poi aggiungere l’acquisto di arredamento, cassa, espositori, bancone e tutto quanto necessario per avviare l’attività: si stimano almeno 10mila euro di spese.

    Ci sono poi i costi relativi all’apertura della partita Iva e a tutti gli altri adempimenti burocratici (circa 5.000 euro), le eventuali altre attività connesse, oltre al rifornimento della merce.

    Aprire una tabaccheria in Italia – Domande frequenti

    Quali sono i requisiti per aprire una tabaccheria?

    Per aprire una tabaccheria è necessario ottenere una licenza dall’AAMS (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli): per ottenere queste licenze è possibile partecipare a un bando pubblico per l’assegnazione oppure acquistarle direttamente tramite un’asta dell’AAMS.

    Come tabaccheria posso aderire al regime forfettario?

    La normativa del regime forfettario esclude dalla possibilità di applicare tale regime agevolato le attività di vendita di sali e tabacchi.

    Come si calcola il guadagno di una tabaccheria?

    L’aggio spettante al rivenditore al dettaglio (tabaccaio), è pari al 10% del prezzo di vendita al pubblico.

    Quanto soldi ci vogliono per aprire una tabaccheria?

    Generalmente per ottenere la licenza tabacchi bisogna sostenere un investimento minimo di 50.000 euro, ma alcune licenze possono arrivare anche alla cifra di 100.000 euro.

    Autore
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    Laura Pellegrini

    Giornalista e content editor

    Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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