Aprire partita IVA senza commercialista: ecco come fare

Sei un aspirante imprenditore con spirito di iniziativa e desideri avviare la tua attività senza il supporto di un commercialista? Ecco due opzioni per farlo.

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  • Avviare un’attività imprenditoriale richiede l’apertura di una partita IVA, che impone obblighi contabili e fiscali specifici.
  • L’apertura può essere gestita autonomamente o tramite servizi offerti dai CAF, senza necessariamente ricorrere a un commercialista.
  • È fondamentale scegliere il codice ATECO appropriato, determinare la natura dell’attività (libero professionista o ditta individuale) e optare per il regime fiscale più adatto (forfettario o ordinario).

Avviare un’attività imprenditoriale richiede sempre l’apertura di una partita IVA, ovvero una posizione fiscale che colloca il titolare in una specifica categoria tributaria, imponendogli l’obbligo di adempiere a una serie di regole contabili e fiscali per la corretta gestione dell’attività economica.

Contrariamente all’opinione comune, non è però strettamente necessario ricorrere a un commercialista per l’apertura della partita IVA, in particolare durante le prime fasi. L’imprenditore in erba può infatti scegliere di gestire la procedura in autonomia o di usufruire dei servizi offerti dai CAF a costi notevolmente ridotti. Ecco come.

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Aprire partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate

Una volta delineate le caratteristiche fondamentali dell’attività economica, l’imprenditore deve procedere con la compilazione e l’invio del modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate, specifico per l’apertura di una partita IVA. I dati da tenere sempre sotto mano saranno:

  • dati anagrafici dell’imprenditore, ovvero nome, cognome, data di nascita, codice fiscale, residenza;
  • tipologia di attività svolta e codice ATECO;
  • tipologia di regime fiscale scelto;
  • indirizzo dell’attività.

Il modulo AA9/12 potrà essere inviato telematicamente alla Direzione Provinciale appropriata dell’AdE tramite Posta Elettronica Certificata, la PEC, avendo cura di specificare nell’oggetto della mail “Dichiarazione di inizio attività”. Sarà necessario infine sottoscrivere il modello con firma digitale o autografa. In quest’ultimo caso, l’imprenditore dovrà allegare una copia del proprio documento di identità.

In alternativa, è possibile recarsi di persona a uno degli uffici dell’Agenzia delle Entrate previa prenotazione di un appuntamento sul portale specifico, oppure inviare il modulo tramite raccomandata, sempre inserendo un documento di identità valido.

Le tempistiche di apertura di una partita IVA variano a seconda della tipologia di attività svolta: i liberi professionisti potranno ricevere una conferma pressoché immediata, mentre le ditte individuali dovranno attendere da 1 a 7 giorni l’iscrizione al Registro delle Imprese. La procedura con l’Agenzia a differenza di quella con il commercialista è gratuita.

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Aprire partita IVA tramite CAF

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Un’altra opzione possibile per coloro che non desiderano rivolgersi a un commercialista nelle fasi iniziali dell’avvio della propria attività è quella di rivolgersi a un CAF, organizzazione autorizzata dall’Agenzia delle Entrate che offre servizi di consulenza e assistenza fiscale a cittadini e imprese.

Con uffici sparsi capillarmente su tutto il territorio nazionale, i CAF svolgono anche una fondamentale funzione di supporto ai nuovi imprenditori, seguendoli nell’apertura della propria posizione fiscale. Per prima cosa, sarà necessario prenotare un appuntamento, telefonicamente o in presenza, nel CAF più vicino.

In sede di appuntamento, l’imprenditore dovrà esporre la documentazione fondamentale per l’apertura della partita IVA, ovvero:

  • un documento di identità valido;
  • il codice fiscale;
  • eventuali titoli di studio o certificazioni professionali, se la professione lo richiede;
  • una descrizione dell’attività che si intende svolgere.

Durante il primo incontro, l’operatore raccoglierà i documenti e le informazioni necessarie. Sarà il momento per discutere i dettagli dell’attività da svolgere e ricevere consulenza su quale regime fiscale sia più vantaggioso in base al proprio caso specifico (regime forfettario, regime ordinario, ecc.).

Sarà quindi l’operatore, previo compenso, a occuparsi della compilazione e della presentazione della domanda di apertura partita IVA all’Agenzia delle Entrate. Una volta inviata la richiesta, bisognerà attendere la conferma dall’Agenzia delle Entrate, notificata dal CAF all’imprenditore in tempistiche variabili come spiegato sopra.

La procedura di apertura condotta da un centro CAF potrebbe comunque comportare dei costi, anche se solitamente inferiori a quelli previsti per il commercialista.

Aprire partita IVA senza commercialista: cosa scegliere

Aprire una partita Iva comporta anche una serie di scelte da fare, per cui se si opera senza commercialista è opportuno informarsi su quale opzione è maggiormente conveniente, sia per ciò che riguarda la tipologia di attività, sia per il regime fiscale e il codice Ateco più adatto.

1. Codice ATECO

Il primo step per aprire partita IVA senza il supporto di un commercialista è l’individuazione del codice ATECO, utilizzato per identificare l’attività economica principale di un’impresa, specificando il settore di appartenenza in base alla natura dell’attività svolta. Anche questo passaggio può essere svolto in autonomia, consultando la nostra pagina dedicata ai codici ATECO.

2. Tipologia di attività

Successivamente, sarà necessario determinare la natura dell’attività che si intende avviare: l’imprenditore sarà chiamato a scegliere se operare come libero professionista o istituire una ditta individuale, una società o un’altra forma di organizzazione.

 Si qualifica come libero professionista chi esercita professioni intellettuali:

  • in forma ordinistica, ovvero con obbligo di iscrizione alle casse previdenziali relative a un ordine professionale specifico, come quello dei medici, degli avvocati e dei notai;
  • in forma non ordinistica, ovvero operante in quelle professioni che non dispongono di un ordine professionale specifico e quindi per il versamento dei contributi deve iscriversi ad una gestione INPS.

Diventa necessario optare per la creazione di una ditta individuale se l’attività svolta in autonomia rientra in ambiti artigianali, commerciali o industriali, come nel caso di un parrucchiere o di un idraulico. In questi casi, bisogna completare la registrazione dell’attività nel Registro delle Imprese, tramite la procedura Comunica.

3. Scelta del regime fiscale

Se l’imprenditore prevede che i ricavi annui previsti dall’attività non supereranno la soglia di fatturato di 85.000 euro, potrà optare per il regime forfettario, che prevede una tassazione semplificata e una serie di agevolazioni. La tassazione in questo caso è al 15%, ma scende al 5% per i primi 5 anni.

Le attività con ricavi previsti superiori dovranno invece adottare il regime ordinario, che porta con sé una gestione contabile più complessa. In questo caso le tasse variano dal 23% al 43% e si applicano anche eventuali detrazioni e deduzioni, assenti nel regime forfettario.

Per scegliere in modo appropriato bisogna anche valutare tutte le altre differenze tra regime ordinario e forfettario e informarsi quanto prima per avviare l’attività in modo da attingere a diversi vantaggi fiscali.

4. Scelta della cassa previdenziale

L’ultimo passaggio, ma non meno importante, è quello della scelta della cassa previdenziale più adatta alla propria attività autonoma. Se si lavora come liberi professionisti iscritti ad un Albo solitamente è obbligatorio iscriversi alla cassa di riferimento, che ha regole precise e specifiche per il versamento dei contributi.

Se invece non è presente alcuna cassa professionale e si opera invece come ditta individuale o con altra forma giuridica, bisogna rivolgersi all’INPS. Si può optare quindi per la Gestione Separata oppure per la cassa Artigiani e Commercianti in base all’attività svolta.

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Autore
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Francesca Di Feo

Redattrice Partitaiva.it

Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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