Aprire un piccolo supermercato o minimarket: cosa serve, requisiti e costi

Qual è l'iter da seguire per aprire un minimarket di alimentari o prodotti vari e quali sono i costi? Scopriamo gli adempimenti necessari in questa guida.

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aprire un piccolo supermercato
  • Aprire un piccolo supermercato o un negozio di alimentari in un luogo strategico può essere un’ottima opportunità di investimento.
  • Per avviare l’attività di minimarket devi aprire la partita IVA, iscriverti al Registro delle Imprese e ottenere una serie di permessi.
  • I costi iniziali per l’apertura del supermercato possono essere elevati: aprire un’attività in franchising può far risparmiare tempo e denaro.

La Grande Distribuzione Organizzata (GDO) offre numerose opportunità di investimento e crescita: nonostante la concorrenza, aprire un piccolo supermercato può essere anche oggi una scelta di successo. Oltre alla scelta della location, è fondamentale analizzare il target di rifermento e specializzarsi su una categoria di prodotti da offrire alla clientela.

Le difficoltà maggiori riguardano gli adempimenti burocratici e fiscali per l’avvio del minimarket. Oltre alla partita IVA, occorre seguire dei corsi di formazione, ottenere dei permessi ed effettuare un investimento iniziale importante. I guadagni dell’attività andranno a ripagare i sacrifici effettuati.

Scopriamo in questa guida cosa serve per aprire un minimarket in Italia, quali sono i requisiti, l’iter burocratico e i costi da sostenere.

Come aprire un piccolo supermercato in Italia

Aprire un piccolo supermercato, un negozio di alimentari, di abbigliamento o di detersivi comporta il rispetto di numerose regole e adempimenti burocratici. Spesso l’iter di avvio dell’attività è lungo e complesso e necessita la mediazione di professionisti qualificati. Il settore della Grande Distribuzione Organizzata è talmente ampio che, per fare il proprio ingresso, occorre studiare attentamente il mercato e il target di riferimento.

Scegliere la location ideale è fondamentale per un minimarket: rispetto ai grandi supermercati, posizionarsi nei piccoli quartieri di periferia, meno serviti e collegati alle città, può essere una scelta strategica. Posizionarsi lungo una strada trafficata o disporre di un comodo parcheggio sono sicuramente aspetti vantaggiosi.

Dopo aver analizzato le preferenze dei consumatori, scegli una nicchia nella quale inserirti: specializza il tuo negozio nella vendita di particolari prodotti che possano attrarre il maggior numero di clienti possibile. Possono essere, per esempio, prodotti alimentari come salumi, pane fresco, prodotti pronti, ecc.

Una volta definito il business plan e valutate attentamente tutte le variabili del caso, non ti resta che passare agli adempimenti burocratici e fiscali per avviare l’attività di minimarket.

Requisiti per aprire un piccolo supermercato di alimentari

La prima cosa da fare per avviare un negozio di alimentari è aprire la partita IVA per costituire una ditta individuale o una società. A questo punto dovrai:

  • effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese;
  • regolarizzare le posizioni INPS e INAIL;
  • stipulare un’assicurazione.

Dovrai poi partecipare a corsi di formazione per ottenere la certificazione HCCP o il SAB (ex REC) necessaria per la somministrazione di alimenti e bevande. Inoltre, dovrai ottenere la certificazione della ASL che attesti la conformità del locale alle direttive igienico sanitarie. In seguito all’ispezione, ti verrà rilasciata la licenza per la vendita di alimenti.

Se deciderai di diffondere musica all’interno del minimarket dovrai pagare i diritti alla SIAE, mentre se desideri vendere anche bevande alcoliche dovrai ottenere la relativa licenza di vendita.

Infine, il commercialista provvederà a inviare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) alla competente amministrazione comunale almeno 30 giorni prima dell’avvio dell’attività. Questa dichiarazione certifica che il locale è conforme alle norme urbanistiche, edilizie, igienico-sanitarie e ambientali.

Partita IVA per minimarket

aprire un minimarket

Come avviene per l’avvio di qualsiasi attività commerciale, uno dei primi adempimenti necessari è l’apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate.

La procedura si può svolgere in autonomia, avendo cura di inviare tutta la documentazione adeguata all’Agenzia delle Entrate e scegliendo accuratamente il Codice Ateco che identifica l’attività svolta. In alternativa puoi rivolgerti a un commercialista per avere la garanzia di sicurezza e affidabilità nel completamento delle procedure.

1. Codice Ateco minimarket alimentari

Il Codice Ateco da associare alla partita IVA per l’apertura di un piccolo negozio di alimentari o prodotti vari (fino a 400 mq) dipende dalla tipologia di attività che intendi svolgere.

Codice AtecoAttività
47.11.30Discount di alimentari
47.11.40Minimarket e altri esercizi non specializzati di alimentari vari
47.11.50Commercio al dettaglio di prodotti surgelati

Questi codici includono esercizi la cui attività prevalente è la vendita al dettaglio di una grande varietà di articoli, fra i quali prevalentemente i prodotti alimentari e le bevande. Sono incluse anche attività di esercizi generici che, oltre alla vendita predominante, offrono diverse altre possibilità.

2. Regime fiscale piccolo supermercato

Per quanto riguarda il regime fiscale da adottare, in base al quale dovrai pagare le imposte, puoi scegliere tra:

  • regime forfettario, se la tua attività ha ricavi e compensi non superiori a 85.000 euro;
  • regime ordinario, se la tua attività ha ricavi e compensi superiori a tale soglia.

Aderendo al regime forfettario hai diritto a una serie di agevolazioni fiscali, quali l’esenzione IVA e l’applicazione di un’imposta sostitutiva unica al 15% (o al 5% per i primi anni di attività). Nel regime ordinario, invece, pagherai le tasse in base al reddito prodotto nel corso dell’anno e secondo le aliquote IRPEF del tuo scaglione, ma potrai scaricare le spese.

Oltre alle tasse, dovrai anche prevedere il versamento dei contributi previdenziali in base alla cassa INPS di riferimento. Inoltre andrai a versare stipendi, tasse e contributi anche per i lavoratori dipendenti assunti.

Quanto costa aprire un piccolo supermercato

Aprire una qualsiasi tipologia di attività comporta dei costi, fissi e variabili, da calcolare in anticipo e da tenere in considerazione. Preparare un business plan può aiutarti a chiarire le idee e a valutare l’investimento.

Un piccolo supermercato ha bisogno anzitutto di un locale adeguatamente spazioso da affittare o acquistare (di almeno 80/90 mq) da adibire a negozio: il costo iniziale, in base all’area geografica e all’ampiezza del magazzino, può variare tra i 30.000 e i 50.000 euro.

Non bisogna dimenticare i costi legati all’acquisto di arredi o scaffalature, macchinari per la conservazione della merce, affettatrici, frigoriferi, materiali per il confezionamento e naturalmente i sistemi di sicurezza, il POS e i registratori di cassa. Ci sono poi da considerare le utenze, le tasse ed eventuali spese per la frequenza di corsi obbligatori per la manipolazione dei prodotti o per l’igiene degli ambienti.

A questo punto occorre valutare quanti dipendenti assumere per la corretta gestione del punto vendita: per ogni lavoratore andranno versati stipendio, contributi previdenziali e assistenziali, ed eventuali premi.

Infine, non possono mancare le spese relative al marketing e alla promozione della catena alimentare, così come il supporto di un buon commercialista.

Aprire un minimarket in franchising

Aprire un negozio di alimentari o un piccolo supermercato in franchising permette di ottenere numerosi vantaggi sia dal punto di vista economico (costi ridotti) sia da quello della reputazione (maggiori opportunità di successo).

Poter contare su un brand già inserto nel mercato, conosciuto e apprezzato dai consumatori è un vantaggio notevole. Carrefour ad esempio mette a disposizione formule di affiliazione per l’apertura di piccoli negozi (Carrefour Express). Lidl invece gestisce direttamente i propri punti vendita senza concedere la possibilità di aprire attività in franchising.

Nonostante alcune limitazioni, ci sono tantissime opportunità da sfruttare per avviare un’attività a costi ridotti tramite un brand della GDO già affermato sul mercato. Chiaramente, anche per aprire un’attività in franchising dovrai rispettare i requisiti e gli adempimenti elencati nei precedenti paragrafi.

Aprire un piccolo supermercato – Domande frequenti

Cosa serve per aprire un supermercato?

Se vuoi avviare una piccola attività di minimarket devi aprire la partita IVA e iscriverti al Registro delle Imprese, regolarizzando le posizioni INPS e INAIL. Dovrai ottenere tutti i permessi relativi all’esposizione dell’insegna, alla sicurezza e all’igiene degli ambienti e dovrai anche inviare la comunicazione di inizio attività al Comune.

Quanto guadagna il proprietario di un piccolo supermercato?

Un piccolo negozio alimentare può avere dei guadagni molto variabili. Tuttavia, possiamo ipotizzare un profitto di 20.000 euro al mese per garantire un ritorno mensile di circa 2.000 – 2.500 euro al titolare.

Quali agevolazioni o finanziamenti ci sono per aprire un supermercato?

Puoi richiedere alcuni contributi a fondo perduto come: ON – Oltre Nuove Imprese a tasso zero (rivolto ai giovani e alle donne), oppure Resto al Sud (per le attività avviate nel meridione dell’Italia).

Aprire un minimarket conviene?

Oggi un piccolo supermercato può avere una rendita molto variabile, a partire da 5.000 a salire fino a 50.000 euro mensili. Il guadagno è di sicuro interesse e il settore è affidabile.

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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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