Aprire una farmacia veterinaria: come fare, requisiti, normativa e quanto costa

Come aprire una farmacia veterinaria in Italia: scopriamo i requisiti, le autorizzazioni, la normativa e i costi da sostenere.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Aprire una farmacia veterinaria al giorno d’oggi è un investimento che può fruttare, ma solo se gestito nel rispetto delle normative nazionali.
  • Vendere farmaci veterinari in Italia richiede il rispetto di requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, oltre a numerosi permessi per l’avvio dell’attività.
  • I costi da sostenere inizialmente possono essere elevati: per abbattere l’investimento iniziale si può scegliere di aprire un’attività in franchising.

Sono sempre di più le famiglie italiane che accolgono al loro interno degli animali domestici e si prendono cura di loro in ogni aspetto della quotidianità: aprire una farmacia veterinaria in una città dove i servizi per gli amici a quattro zampe sono scarsi o assenti potrebbe costituire un’ottima fonte di guadagno. Bisogna però rispettare alcuni requisiti e ottenere numerosi permessi e autorizzazioni per avviare l’attività.

Con l’entrata in vigore del decreto legislativo n.218 del 7 dicembre relativo alla vendita di farmaci veterinari in Italia sono state fissate precise regole e requisiti che un’attività di questa tipologia deve soddisfare per poter operare nel mercato italiano.

Scopriamo in questa guida quali sono gli adempimenti burocratici, i permessi e le autorizzazioni necessarie per aprire una farmacia veterinaria in Italia, quali requisiti rispettare e quali costi sostenere per l’avvio dell’attività.

Aprire una farmacia veterinaria in Italia

La prima scelta da prendere quando si ha intenzione di aprire una farmacia veterinaria in Italia è selezionare la location ideale per l’avvio dell’attività. Solitamente, per orientarsi, è opportuno effettuare un’analisi di mercato grazie alla quale valutare il locale più adatto (per dimensioni e per locazione), i potenziali concorrenti presenti nella zona e le possibilità di crescita.

Gli animali domestici, soprattutto cani e gatti, sono sempre più presenti nelle case degli italiani e l’attenzione per la loro salute è altissima: concentrarsi su quelle località dove i servizi di cura per gli amici a quattro zampe scarseggiano potrebbe essere la soluzione più redditizia.

Prima di avviare l’attività, comunque, è importante informarsi sulla normativa, i permessi e i requisiti che deve soddisfare una farmacia veterinaria per poter operare sul territorio nazionale. Per regolarizzare la proprio posizione fiscale, si renderà necessaria anche l’apertura della partita Iva.

In ultimo, ma non per importanza, anche l’assunzione di personale qualificato può fare la differenza.

Aprire una farmacia veterinaria: permessi e autorizzazioni

Per poter aprire una farmacia veterinaria occorre informarsi sulla documentazione che ogni Regione richiede agli imprenditori, con possibili differenze da una zona all’altra. In linea generale, dopo aver ottenuto l’autorizzazione sanitaria della Asl competente, andrà inviata la comunicazione di avvio dell’attività al Comune presso cui si trova la farmacia.

Prima ancora di aprire l’attività è bene regolarizzare la propria posizione fiscale e per farlo occorre aprire la partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate (o eventualmente affidandosi a un commercialista) ed effettuare l’iscrizione presso la Camera di Commercio entro 30 giorni dall’avvio dell’attività. Andranno poi aperte le relative posizioni INPS (presso la gestione separata degli artigiani e commerciati) e INAIL.

Il codice Ateco di riferimento per questa tipologia di attività è il 47.73.20, che corrisponde a: “Commercio al dettaglio in altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica”.

Il regime fiscale consigliato è quello forfettario per le numerose agevolazioni che prevede, soprattutto nei primi anni di attività: per aderirvi, però, occorre conseguire un fatturato annuale non superiore a 85.000 euro.

Forma societaria di una farmacia veterinaria

Per costituire una farmacia veterinaria si possono sfruttare diverse forme societarie previste dal nostro ordinamento:

  • ditta individuale, in cui la titolarità dell’esercizio è di una unica persona fisica;
  • società di persone, ovvero una società con responsabilità illimitata per i soci, con tassazione IRPEF per trasparenza sui soci;
  • società di capitali, ovvero una società con responsabilità limitata per i soci, con tassazione IRES del reddito.

I requisiti per la vendita di farmaci veterinari

Oltre agli adempimenti burocratici sin qui descritti, il Ministero della Salute ha individuato i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi che ogni esercizio commerciale deve possedere per la vendita di medicinali veterinari soggetti a prescrizione medica.

1. Requisiti strutturali

Tra requisiti strutturali che deve possedere un esercizio commerciale dedicato alla vendita di farmaci veterinari ci sono:

  • la presenza di un’area per il settore logistico-amministrativo per la ricezione e registrazione dei prodotti;
  • uno spazio dedicato alla vendita e alla conservazione dei medicinali veterinari ben indicato e separato dalle zone di vendita di prodotti diversi, inaccessibile al personale non addetto durante l’orario di chiusura al pubblico.

Gli spazi interni dell’esercizio commerciale e gli arredi, inoltre, devono garantire l’accessibilità da parte dei cittadini ai medicinali veterinari di cui all’art. 90 del D. Lgs. n. 193/2006, ovvero medicinali ad azione antiparassitaria e disinfestante per uso esterno e l’inaccessibilità alle altre tipologie di medicinali al di fuori degli orari di apertura.

2. Requisiti tecnologici

I requisiti tecnologici, invece, comprendono:

  • un sistema di registrazione e di trasmissione dei dati relativi alla commercializzazione dei medicinali veterinari e sistemi di registrazione dello scarico dei medicinali veterinari scaduti o imperfetti;
  • un frigorifero o un altro strumento in grado di garantire le corrette condizioni di conservazione dei medicinali, compresi i limiti di temperatura quando previsti;
  • una temperatura dell’aria non superiore ai 25 gradi centigradi, sia nel negozio sia nel magazzino;
  • un sistema per la ricezione degli avvisi di ritiro o sequestro di medicinali veterinari e una strumentazione idonea per identificare i medicinali sequestrati, scaduti o non idonei alla vendita.

3. Requisiti organizzativi

Infine, tra i requisiti organizzativi per lo svolgimento dell’attività sono richiesti:

  • la presenza di personale qualificato, ovvero individui abilitati all’esercizio della professione e iscritti al relativo Ordine, che devono coprire l’intero orario di apertura dell’attività;
  • i farmacisti veterinari e il resto del personale devono distinguersi con camici di diversi colori;
  • il titolare deve comunicare al Ministero della Salute, alla Asl territoriale e al Comune dove ha sede l’esercizio, l’inizio dell’attività d vendita di medicinali veterinari;
  • il titolare deve altresì comunicare all’ASL e all’Ordine dei farmacisti territorialmente competente i nominativi dei farmacisti operanti nell’esercizio commerciale e il rispettivo reparto di competenza.

Quanto costa aprire una farmacia veterinaria

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I costi da sostenere per l’apertura di una farmacia veterinaria comprendono moltissime variabili e possono differenziarsi in base alla Regione in cui si opera e alla tipologia di attività che si intende avviare.

La spesa più ingente riguarda l’affitto o l’acquisto dei locali commerciali, dove avrà sede l’attività: occorre scegliere un luogo ideale, possibilmente con pochi concorrenti e soprattutto con gli spazi necessari per garantire un buon rifornimento di medicinali veterinari. L’investimento iniziale può raggiungere anche i 100.000 euro, a cui occorre sommare le spese relative al rifornimento di medicinali.

La dotazione tecnologica è essenziale per una farmacia: a tal fine, si renderà necessario l’acquisto di alcuni computer per la gestione dei prodotti in magazzino e per l’effettuazione degli ordini, ma anche dei software ed eventualmente degli strumenti per la lettura veloce dei codici a barre.

L’assunzione di personale qualificato, in possesso dei titoli e delle abilitazioni richieste, è un’altra spesa importante da sostenere, a cui si aggiunge quella relativa al commercialista o al consulente che si occuperà degli adempimenti fiscali e burocratici. Infine è utile anche investire nella promozione dell’attività tramite cartelloni pubblicitari o sponsorizzazioni online.

Aprire una farmacia veterinaria in franchising: come funziona

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Una soluzione interessante per chi desidera aprire una farmacia veterinaria è scegliere il franchising, ovvero affidarsi a un marchio già conosciuto e inserito nel mercato per poter godere di una base di partenza sicura.

La scelta di aprire un’attività in franchising presenta numerosi vantaggi, in primis il fatto di poter contare su un brand già conosciuto che potrebbe spingere al rialzo le vendite. Di contro, però, il franchisee deve sottostare alle direttive della casa madre, che indirizza le attività e può limitarle verso l’una o l’altra direzione.

Con una farmacia veterinaria in franchising si possono abbattere i costi relativi all’investimento iniziale, si può godere di una continua assistenza in relazione alle scelte di mercato, si fruisce di campagne promozionali efficaci e si sfrutta la notorietà di un marchio già inserito nel mercato. Tuttavia, ci sono delle limitazioni per quanto riguarda lo svolgimento dell’attività da tenere in considerazione.

Aprire una farmacia veterinaria – Domande frequenti

Come diventare farmacista veterinario?

Per diventare farmacista veterinario, si può conseguire una laurea in Medicina veterinaria o in Agraria, proseguire gli studi frequentando appositi corsi di specializzazione e iscriversi all’Ordine dei medici veterinari, passaggio che abilita all’esercizio della professione.

Cosa ci vuole per aprire una farmacia veterinaria?

Innanzitutto è necessario comunicare al Comune di riferimento l’inizio della nuova attività, richiedere all’Asl l’autorizzazione sanitaria, aprire la partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate ed effettuare l’iscrizione presso la Camera di Commercio.

Quanto guadagna un farmacista veterinario?

Secondo i dati raccolti da Jooble,  un farmacista veterinario che lavora come dipendente guadagna 26.798 euro l’anno: scendendo nel dettaglio, la retribuzione media in Italia è di 2.233 euro al mese, ovvero 515 euro alla settimana.

Oggi è possibile aprire una farmacia veterinaria online?

Oggi molti negozi decidono di affiancare l’attività in loco con una digitale tramite e-commerce: anche le farmacie veterinarie possono scegliere questo strumento. Aprire una nuova attività esclusivamente online prevede comunque il rispetto delle normative italiane del settore.

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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 21 Novembre 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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