Aprire un centro massaggi in Italia: requisiti, adempimenti e costi da sostenere

Per aprire un centro massaggi occorre soddisfare alcuni requisiti personali e degli adempimenti burocratici: in questa guida scopriamo come fare e quali costi sostenere.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Per aprire un centro massaggi in Italia è necessario possedere un diploma specifico per l’abilitazione alla professione.
  • A livello burocratico, un massaggiatore che svolge l’attività come libero professionista deve aprire la partita Iva e iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS.
  • I costi per l’apertura di un centro massaggi comprendono l’acquisto dei locali, il pagamento dei dipendenti e la dotazione degli strumenti adeguati per lo svolgimento della professione: si parte da circa 10.000 euro.

Aprire un centro massaggi in Italia è possibile soprattutto con la formula della ditta individuale, operante nel settore del wellness e dei servizi alla persona. Questo ambito è in crescita e i guadagni possono essere alti, soprattutto in considerazione del crescente interesse delle persone verso il benessere e la riduzione dello stress.

Un massaggiatore che svolge la propria attività come libero professionista o che lavora in forma imprenditoriale però, deve possedere il diploma specifico per lo svolgimento alla professione, deve aprire la partita IVA e regolarizzare la propria posizione fiscale e previdenziale. Se intende avviare un’attività di centro massaggi strutturata e assumere altri dipendenti, inoltre, deve iscriversi al Registro delle Imprese.

Scopriamo nel dettaglio quali sono i requisiti e gli adempimenti necessari per aprire un centro massaggi in Italia: dall’iter ai costi, una guida completa.

Come aprire un centro massaggi in Italia

Un business in crescita, quello del benessere e dei servizi alla persona, soprattutto per quanto riguarda la cura di sé stessi e del proprio corpo: aprire un centro massaggi in Italia può essere una scelta di business azzeccata, se realizzata nel modo migliore e con le giuste competenze richieste. Sempre più persone, infatti, richiedono massaggi per la riduzione dello stress giornaliero o per sciogliere blocchi muscolari.

La normativa prevede delle differenze da Regione a Regione, ma in linea generale è bene concentrarsi su uno specifico settore: per esempio, puntare sui massaggi piuttosto che trattamenti fisioterapici, estetici o medici che richiederebbero ulteriori qualifiche e permessi.

Una scelta fondamentale riguarda il locale da adibire a centro massaggi: la location deve essere accogliente e deve rispettare normative precise stabilite dalla Asl di competenza. Per esempio, se si ha una capienza di 100 persone si deve avere una superficie superiore a 200 metri quadri.

La vicinanza a luoghi strategici (come centri commerciali, uffici, palestre, ecc.) è un vantaggio nella promozione dei propri servizi. Bisogna infatti studiare un piano di azione per partire e per farsi conoscere nella propria zona.

Aprire un centro massaggi: requisiti e adempimenti

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Uno dei requisiti essenziali per aprire un centro massaggi o un centro olistico in Italia è il possesso di un Diploma come Estetista oppure un Diploma di Operatore del Massaggio Olistico ai fini della legge n.4 del 2013. Possedere le competenze e conoscenze necessarie per effettuare massaggi è una condizione fondamentale per aprire un’attività dedicata al benessere.

Il possesso del diploma riguarda sia il titolare del centro massaggi sia i dipendenti che collaborano al suo interno: per adeguarsi alla normativa vigente, esistono diverse scuole e accademie che offrono dei corsi riconosciuti che partono dal livello di base e arrivano fino alla specializzazione su determinate tipologie di massaggio.

Oltre alla professionalità, un centro massaggi deve rispettare anche determinate regole di igiene e sicurezza degli ambienti, oltre a ricevere l’autorizzazione sanitaria, rilasciata dall’Azienda Sanitaria Locale, dopo l’effettuazione di un sopralluogo per la verifica degli strumenti utilizzati.

Infine, prima di inviare la comunicazione di inizio attività al Comune e la richiesta per l’esposizione dell’insegna, occorre ottenere anche il certificato di prevenzione incendi rilasciato in seguito all’ispezione a cura dei Vigili del Fuoco.

Come aprire partita IVA come massaggiatore

L’apertura della partita IVA come massaggiatore è un passaggio fondamentale per regolarizzare la propria posizione fiscale e per essere riconosciuto come professionista del settore. Il lavoratore autonomo, lo ricordiamo, è colui che svolge un’attività in modo continuativo e abituale, indipendentemente dai guadagni che ne consegue.

La procedura, gratuita se effettuata in autonomia, prevede la compilazione del modello AA9/12 e la trasmissione del documento all’Agenzia delle Entrate. Questo passaggio si può completare con diverse modalità:

  • online tramite il sito web dell’Agenzia delle Entrate;
  • consegnandolo a mano in uno degli sportelli territoriali;
  • inviandolo per posta raccomandata.

Se poi l’operatore intende assumere anche altri dipendenti all’interno della propria attività dovrà effettuare l’iscrizione presso la Camera di Commercio. Affidarsi ad un commercialista esperto per svolgere tutte le pratiche è consigliato sia in fase di apertura che successivamente.

1. Codice Ateco

Il Codice Ateco è fondamentale per identificare la tipologia di attività svolta dal lavoratore autonomo: per il massaggiatore che desidera intraprendere una carriera da libero professionista o sotto forma di ditta individuale, il codice più adatto è il 96.04.10, che si riferisce a: “Servizi dei Centri per il Benessere Fisico“.

Diverso, invece, è il codice Ateco per un’estetista, che può comunque occuparsi di massaggi se ha svolto i corsi e ottenuto le abilitazioni necessarie. Risulta possibile cambiare o aggiungere codici Ateco anche successivamente all’apertura, in qualsiasi momento.

2. Regime fiscale

Per quanto riguarda la scelta del regime fiscale, ci sono due opzioni per un centro massaggi:

  • regime forfettario, nel quale è prevista un’imposta sostitutiva del 15% o del 5% nei primi 5 anni a di attività. In questo caso non è richiesto l’addebito IVA sui servizi, ma non è possibile dedurre le spese effettive. Consigliato per professionisti autonomi e ditte individuali;
  • regime ordinario, nel quale l’IRPEF ha aliquote progressive che vanno dal 23% al 43% sul reddito fiscale, calcolato sottraendo i costi aziendali dai ricavi. In questo regime, inoltre, è necessario addebitare e versare l’IVA sui prezzi dei servizi all’Agenzia delle Entrate. Consigliato per chi intende avviare un’attività più strutturata e di grandi dimensioni, includendo dipendenti.

Va ricordato che dal 2024 la fatturazione elettronica è obbligatoria per tutti, per cui anche per l’attività qui esposta è necessario procedere munendosi di un apposito software. Presso il centro massaggi poi è necessario avere a disposizione un POS, con cui permettere i pagamenti digitali.

3. Contributi INPS e posizione previdenziale

Una volta concluse le operazioni di apertura della partita IVA e la scelta del regime fiscale, non resta che aprire la propria posizione previdenziale. Nel caso di un centro massaggi o di un massaggiatore che svolge l’attività come libero professionista non esiste una cassa professionale specifica ed è quindi richiesta l’iscrizione alla Gestione Separata dell’INPS.

Questa cassa prevede il versamento dei contributi in proporzione ai ricavi effettivamente generati: l’aliquota fissata per il 2024 è del 26,07%. Anche per questi versamenti e per rispettare le scadenze è consigliata l’assistenza di un commercialista.

Quanto costa aprire un centro massaggi

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Veniamo ora alla considerazione dei costi da sostenere per aprire un centro massaggi. In primis, la spesa relativa all’acquisto o affitto dei locali: per una metratura media (50 mq) si dovranno spendere almeno 10.000 euro.

A ciò si deve aggiungere l’arredamento e l’attrezzatura necessaria per lo svolgimento dell’attività (circa 5.000 euro totali): seppur minimale, l’arredo richiede un ambiente accogliente e pulito, la presenza di lettini per i massaggi in base al numero di sale presenti, attrezzature di base per effettuare i massaggi (olii, incensi, ecc). Luci, candele profumate e musica sono delle aggiunte che possono rendere l’esperienza ancora più piacevole.

Per quanto riguarda, invece, le consulenze, gli adempimenti burocratici e i corsi formativi obbligatori si devono mettere in conto almeno 2.500 euro. Per il pagamento dell’eventuale personale assunto come collaboratore e per la stipula delle assicurazioni obbligatorie si devono considerare altre spese da sostenere. In generale, l’investimento iniziale per un aprire un centro massaggi richiedere almeno 15.000 – 20.000 euro.

Aprire un centro massaggi – Domande frequenti

Cosa serve per aprire un centro massaggi?

Aprire un centro massaggi significa creare un’impresa: per farlo si deve presentare domanda per l’attribuzione della partita IVA all’Agenzia delle Entrate e successivamente effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio.

Cosa fare per lavorare come massaggiatore a domicilio?

Per esercitare i massaggi a casa in modo sicuro e legale, è necessario aver frequentato dei corsi di massaggio riconosciuti validati da enti preposti alle attività di massaggio e cultura sportiva, come i corsi per massaggiatore AIM riconosciuti dal CONI.

Quanto guadagna un massaggiatore privato?

Un massaggiatore privato, per esempio a domicilio, può guadagnare dai circa un centinaio di euro al giorno, passando dagli stipendi “fissi” part-time di 800 euro mensili, con una media di 1.400 euro per massaggiatori esperti.

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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 23 Dicembre 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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