Aprire un birrificio: obblighi, requisiti e adempimenti

Per aprire un birrificio, vanno considerati tutti gli aspetti burocratici ed economici. Se anche tu vuoi avviare un birrificio o un beer shop, continua a leggere la guida per scoprire le procedure, i requisiti e i costi da affrontare.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Apertura birrificio
  • Per aprire un birrificio è necessario aprire la Partita Iva e iscriversi al Registro delle Imprese della provincia di competenza.
  • Esistono tre categorie principali di birrificio: il birrificio agricolo o artigianale, il brewpub e il microbirrificio.
  • Per l’apertura di un birrificio è necessario soddisfare alcuni requisiti tra cui avere il nullaosta sanitario dell’ASL, il Sab e HACCP per la somministrazione di alimenti e bevande.

La passione per la birra può diventare un’attività redditizia, ma cosa occorre per aprire un birrificio? Come per qualsiasi attività, è necessario informarsi approfonditamente per capire quali sono i requisiti da rispettare e gli adempimenti necessari per avviare il birrificio o il beer shop.

In alcuni casi aprire un birrificio equivale ad avviare un’attività concentrata sulla produzione artigianale della birra, mentre in altri casi può anche essere affiancata alla vendita diretta dei prodotti. In alternativa, è possibile produrre per vendere e distribuire presso bar, pub e ristoranti.

In questo articolo vedremo proprio quali soni i requisiti necessari per aprire un birrificio, gli adempimenti burocratici e fiscali e tutti i passaggi e i costi per avviare l’attività.

Aprire un birrificio: come funziona

Saper fare la birra non è un semplice hobby, e non è raro che le persone con questa particolare passione vogliano trasformarla in una vera e propria professione. Ma conoscere tutto ciò che c’è da sapere sulla birra non è sufficiente per aprire un’attività. Infatti, è anche necessario avere tutte le informazioni per avviare un’attività dedicata sia alla produzione che alla vendita di birra.

Per cominciare è necessario capire quale tipo di attività o di birreria aprire. Infatti, esistono diverse tipologie, come:

  • birrificio artigianale o agricolo: una struttura tipicamente industriale per la produzione di birra e la distribuzione nelle zone limitrofe;
  • microbirrificio: attività dedicata alla produzione della birra e vendita a ristoranti e pub in tutto il paese;
  • brewpub: attività dedicata alla produzione e all’imbottigliamento della birra con la possibilità di consumarla in loco.

Prima di capire quali sono i permessi necessari è importante decidere di cosa si occuperà l’attività e se prevede dei locali in cui proporre la consumazione della birra. C’è poi una quarta alternativa, ossia quella del beer shop, un negozio al dettaglio in cui vendere birra e altri beni relativi alla birra.

Ma per avviare un’attività basata sulla produzione e vendita di bevande come la birra è necessario soddisfare alcuni requisiti fondamentali, e ottenere alcune certificazioni specifiche.

Aprire un birrificio

Requisiti per aprire un birrificio

Per avviare un’attività che si occupa della vendita di prodotti alimentari e di bevande è necessario soddisfare tutti i requisiti che garantiscano la sicurezza e l’igiene. Anche nel caso del birrificio, quindi, è necessario ottenere:

  • il certificato HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points, ossia il sistema di analisi dei rischi e punti di controllo critico) per la somministrazione di alimenti e bevande;
  • la licenza all’Agenzia delle Dogane (Ufficio Tecnico Finanze) sulle accise sull’alcool;
  • l’abilitazione SAB (ex REC) per la somministrazione di alimenti e bevande.

È anche necessario ottenere i permessi relativi alla struttura in cui si produce o distribuisce birra, che deve rispettare tutte le norme igienico-sanitarie, e di conseguenza ottenere le autorizzazioni dall’Asl. Successivamente, un altro requisito fondamentale è quello di aprire la Partita Iva e di iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di competenza.

Per avviare ufficialmente l’attività è poi necessario trasmettere la SCIA, ossia la Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Si tratta di un’autocertificazione che consente all’attività di iniziare ad operare senza dover attendere ulteriori permessi e controlli.  

Aprire un birrificio: la Partita Iva

Come abbiamo anticipato, per aprire un birrificio o un beer shop è necessario aprire la Partita Iva e ottenere così un codice numerico univoco che corrisponde all’attività. La Partita Iva è necessaria per pagare le tasse al fisco e per essere in regola. Insieme alla Partita Iva è necessario:

  • creare un indirizzo di Posta Elettronica Certificata, o PEC;
  • individuare il codice Ateco più adatto all’attività da avviare;
  • effettuare l’iscrizione alla cassa previdenziale;
  • scegliere il regime contabile a cui aderire;
  • aprire le posizioni INPS e INAIL.

Il birrificio può essere costituito sia come ditta individuale che come società. Per l’avvio dell’attività e l’apertura della Partita Iva si può utilizzare il servizio telematico ComUnica in cui inserire tutte le informazioni specifiche (codice Ateco, cassa previdenziale, regime contabile) oltre ai dati personali.

Codice Ateco per un birrificio

Il codice Ateco è un codice a cui corrisponde una specifica attività economica. Nel caso del birrificio, il codice Ateco di riferimento è: “11.05.00 – Produzione di birra“. Questo codice prevede un coefficiente di redditività del 40%.

Invece, nel caso del beer shop, il codice Ateco più adatto è il seguente: “47.25.00 – Commercio al dettaglio di bevande“. Anche questo codice Ateco prevede un coefficiente di redditività del 40%. Questo codice include attività di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto. Le bevande possono essere sia alcoliche che analcoliche.

Se si intende sia produrre che vendere la birra, è possibile con la stessa Partita Iva inserire entrambi i codici Ateco visti qui.

Aprire Partita Iva birrificio

Regime fiscale per un birrificio

Il regime contabile definisce quelli che sono i documenti da conservare e gli obblighi da rispettare. In Italia sono tre i regimi contabili tra cui scegliere:

  • forfettario;
  • semplificato;
  • ordinario.

In base alla scelta, si pagheranno le cifre corrette relative alle imposte sul reddito prodotto dall’attività, verranno applicate determinate percentuali di imposizione, e saranno previste o meno specifiche agevolazioni.

Regime contabile forfettario

Il regime contabile forfettario è dedicato alle ditte individuali e ai liberi professionisti che non superano i 65.000 euro di fatturato annuo e i 20.000 euro di spese per il personale. I vantaggi previsti da questo regime sono i seguenti:

  • imposta sostitutiva al 15% (5% per i primi 5 anni di attività);
  • nessun obbligo di tenuta della contabilità;
  • nessun obbligo di applicazione dell’Iva in fattura.

Con questo regime contabile, quindi, è sufficiente conservare le fatture. Tuttavia, lo svantaggio è che non è prevista la possibilità di detrarre le spese dalla base imponibile per il calcolo delle imposte e dei contributi. In più, a partire da luglio 2022 è previsto l’obbligo di fatturazione digitale, ma solamente per le Partite Iva che superano i 25.000 euro di fatturato annuo.

Con il regime forfettario è anche possibile chiedere una riduzione del 30% sui contributi previdenziali per la cassa previdenziale dedicata al Commercio o Artigianato, facendo apposita richiesta entro i primi mesi dell’anno.

Regime contabile semplificato

Se non si rispettano i requisiti previsti per il regime forfettario si può aderire al regime semplificato, purché non si superino i 400.00 euro di fatturato per le attività che effettuano prestazione di servizi o i 700.000 euro per le altre tipologie di attività.

Con il regime semplificato è previsto il pagamento dell’Irpef con aliquota a scaglioni che varia in base al fatturato, andando dal 23% fino al 43% calcolato su quanto è stato effettivamente incassato. In più sono previsti maggiori obblighi per quanto riguarda la conservazione delle scritture contabili. Con il regime semplificato è prevista la possibilità di scaricare i costi relativi all’attività.

Regime contabile ordinario

Infine, l’ultimo regime contabile è il regime ordinario che prevede il pagamento dell’Irpef sempre con aliquota a scaglioni dal 23 al 43%. Nel dettaglio, dal 2022 le aliquote sono così suddivise, in base al fatturato annuo:

  • fino a 15.000 euro di fatturato: aliquota al 23%;
  • da 15.001 a 28.000 euro di fatturato: aliquota al 25%;
  • da 28.001 a 50.000 euro di fatturato: aliquota al 35%;
  • oltre 50.001 euro di fatturato: aliquota al 43%.

Per le società di capitali, inoltre, un’imposta da pagare è l’Ires che per il 2022 è fissata al 24%. A differenza del regime fiscale forfettario, viene applicata l’IVA, ovvero l’Imposta sul Valore Aggiunto.

Costi apertura birrificio

Quanto costa l’apertura di un birrificio

Per definire le spese che si andranno ad affrontare nell’apertura di un birrificio è molto importante elaborare un business plan. Questo strumento, infatti, permette di individuare i costi e di ottimizzare le risorse per la crescita dell’attività. In più, presentando un business plan è anche possibile richiedere finanziamenti dedicati.

Aprire la Partita Iva non richiede particolari costi, infatti si tratta di una procedura gratuita, ma vi sono altre spese da considerare per avviare l’attività commerciale. Tra i costi da considerare troviamo:

  • casella Pec;
  • diritto Camerale;
  • costo del commercialista;
  • costi per il personale;
  • Irpef, Ires o imposta sostitutiva;
  • contributi previdenziali;
  • eventuali corsi per ottenere l’abilitazione SAB e la certificazione HACCP.

Bisogna poi considerare tutti quei costi relativi alla consegna o ai locali per le degustazioni, oltre a tutti i costi necessari per la produzione della birra come le materie prime e l’imballaggio, oltre alle attrezzature e ai macchinari.

Tra i costi rientrano anche quelle spese relative ai locali dedicati all’attività, quindi le utenze, l’affitto dello spazio e gli interventi di ristrutturazione e manutenzione. Oltre a questi costi sono previste anche le spese relative alla pubblicità e al marketing del birrificio.

Per avviare un’attività come quella del birrificio è quindi necessario fare un investimento iniziale di circa 200.000 euro, ma per accelerare l’avvio dell’attività è possibile richiedere, se si rispettano i requisiti, dei finanziamenti a fondo perduto promossi dall’Unione Europea e destinati all’avvio di nuove microimprese.

Inoltre, per ridurre i costi c’è anche l’alternativa del franchising, soprattutto per i beer shop. Con il franchising i costi di avviamento sono più contenuti, e si ha il vantaggio di acquisire il know-how di un’impresa già consolidata ed efficiente, soprattutto se si sceglie la formula “chiavi in mano”. In  più, questa soluzione permette di abbattere i costi relativi al marketing e alla pubblicità.

Guadagni apertura birrificio

Aprire un birrificio: i guadagni

Visti quali sono i costi per avviare un birrificio, vediamo quali possono essere i guadagni di questa attività. Calcolare quanto può guadagnare un birrificio non è semplice, perché tutto dipende da diversi fattori, come: la quantità di birra prodotta, la quantità venduta, la possibilità di vendere direttamente ai clienti, o di esportare i prodotti.

Al guadagno effettivo vanno poi sottratte tutte le spese che si devono sostenere per continuare l’attività del birrificio, ovvero le spese per il mantenimento dei locali, dei macchinari, il personale, le materie prime, e così via. Indicativamente a pieno regime un birrificio avviato può anche guadagnare fino a 250.000 euro annui, da cui poi togliere le spese.

Aprire un birrificio – Domande frequenti

Quanto costa aprire un birrificio?

Per l’apertura di un birrificio partendo da zero è necessario un investimento iniziale di circa 200.000 euro per sostenere i costi di affitto e messa in regola dei locali, oltre all’acquisto di materie prime.

Qual è il codice Ateco per un birrificio e di un beer shop?

Il codice Ateco di un birrificio è: “11.05.00 – Produzione di birra”, con un coefficiente di redditività del 40%. Invece, per il beer shop, il codice Ateco è: “47.25.00 – Commercio al dettaglio di bevande”, sempre con un coefficiente di redditività del 40%.

Quali sono i requisiti per aprire un birrificio?

Per avviare un’attività di produzione e vendita di birra è necessario ottenere certificato HACCP, la licenza all’Agenzia delle Dogane, le abilitazioni da parte dell’Asl e l’abilitazione SAB per la somministrazione di alimenti e bevande. È anche necessario aprire la Partita Iva e comunicare la SCIA. Ecco come procedere, nella guida.

Autore
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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 1 Luglio 2022
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

8 commenti su “Aprire un birrificio: obblighi, requisiti e adempimenti”

    • Buongiorno,
      un codice idoneo, per restare nell’ambito agricolo, potrebbe essere 01.62.00 – Attività dei servizi connessi alla silvicoltura e all’agricoltura, inclusa la trasformazione dei prodotti agricoli da parte di aziende agricole.

      Redazione

      Rispondi
  1. Ottimo articolo e merita di essere stampato.
    Ho domanda: un mio amico ha una pizzeria nella quale stiamo pensando di introdurre birra artigianale prodotta da noi. Quali sono le pratiche da modificare/aprire?

    Rispondi
    • Buongiorno,
      da un punto di vista amministrativo il passaggio fondamentale è quello sanitario. E’ necessario adeguare il locale e la sua planimetria alla nuova attività che si intende avviare. Dopo l’adeguamento e l’invio della SCIA sanitaria al comune, sarà sufficiente aggiornare la posizione in camera di commercio e agenzia delle entrate. L’attività resta sempre di somministrazione (se è pizzeria con posti a sedere, non da asporto).

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  2. Ottimo articolo! Chiaro e completo.
    Un chiarimento: qual è la destinazione d’uso dello stabile per fare solo produzione? E per fare produzione con somministrazione? (Negozio, magazzino, capannone, etc..)

    Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      per fare solo produzione dovrebbe essere sufficiente un capannone a destinazione artigiana o industriale (In catasto C/3 o categoria D). Per produzione e somministrazione potrebbe essere sufficiente anche un immobile artigianale con una area di degustazione. Le variabili sono diverse e, in ogni caso, dopo aver individuato l’immobile è sempre consigliabile chiedere al Comune (non fidarsi solo del dato del catasto).

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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