- Per aprire un’azienda occorre prima di tutto scegliere la forma giuridica più adatta per l’impresa.
- Il costo medio per l’apertura di un’azienda si aggira intorno ai 10mila euro, che aumentano in caso di aziende di grandi dimensioni.
- Per aprire un’azienda da zero bisogna aprire la Partita Iva e iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.
Come si fa ad aprire un’azienda da zero? Quali sono i passaggi da seguire, i requisiti da possedere e, soprattutto, i costi da sostenere?
Per azienda si intende l’organismo composto da persone e beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. Erroneamente spesso si tende a confondere i due termini, azienda e impresa, tuttavia in realtà quest’ultimo termine mette in evidenza sia l’imprenditore che l’azienda.
Decidere di avviare un’azienda può rappresentare un’ottima idea imprenditoriale, ma bisogna farlo con consapevolezza e considerando anche i rischi. In questa guida analizzeremo tutti i passaggi necessari per aprire un’azienda, i costi e i requisiti.
Indice
Aprire un’azienda: le forme giuridiche
Scegliere la forma giuridica dell’azienda che si intende avviare è un passo cruciale, perché determinerà fattori importanti come il capitale minimo, il numero di soci, gli obblighi da rispettare e le responsabilità da assumere.
In Italia le aziende, o meglio, le società, si suddividono in:
- società di persone: società semplici (S.s.), società in nome collettivo (S.n.c.), società in accomandita semplice (S.a.s.);
- società di capitali: società per azioni (S.p.a.), società in accomandita per azioni (S.a.p.a.), società a responsabilità limitata (S.r.l.), società a responsabilità limitata semplificata (S.r.l.s.);
- cooperative.
Vediamo nel dettaglio le caratteristiche principali di tutte le forme giuridiche.
1. Società Semplice (S.s.)
La società semplice, o S.s., è un’attività economica non commerciale ed è considerata la forma più elementare di società.
Per creare una S.s. non è previsto un capitale minimo. Le caratteristiche di questa società sono:
- la responsabilità personale illimitata e solidale di tutti i soci;
- può svolgere l’esercizio di un’attività economica non commerciale.
Inoltre, non è soggetta al fallimento. Infatti, la società è soggetta a scioglimento per il decorso del termine di durata, per il conseguimento dell’oggetto sociale o se vi è l’impossibilità di conseguirlo.
Alcuni esempi di questo tipo di società possono essere: la società semplice agricola, un’attività professionale o intellettuale, un’attività sportiva dilettantistica.
2. Società in Nome Collettivo (S.n.c.)
La Società in Nome Collettivo, S.n.c., è un tipo di attività commerciale in cui i soci assumono la responsabilità illimitata e solidale per le obbligazioni sociali. Non è previsto un capitale minimo per avviare l’attività, tuttavia l’importo deve essere indicato nell’atto costitutivo.
Per la creazione della S.n.c. è obbligatorio un atto scritto registrato presso l’Ufficio delle imprese. In questo documento devono essere presenti i seguenti elementi:
- ragione sociale della società;
- generalità dei soci;
- oggetto sociale;
- indicazione dei soci amministratori;
- indicazione della sede;
- conferimenti di ogni socio;
- modalità di distribuzione di utili e perdite;
- durata della società.
Nelle S.n.c. non si possono distribuire somme tra i soci, ad esclusione degli utili realmente generati. In caso di perdita del capitale sociale, non è consentita la distribuzione degli utili fino a che la perdita non sarà reintegrata o ridotta.
Lo svantaggio principale di questo tipo di società è il fatto che la responsabilità solidale può portare il singolo socio a dover intervenire con il proprio patrimonio personale in caso di impossibilità della società di saldare i debiti.
3. Società in Accomandita Semplice (S.a.s.)
La Società in Accomandita Semplice, o S.a.s., è caratterizzata dalla suddivisione dei soci in due diverse categorie distinte, che sono:
- soci accomandatari: gestiscono e amministrano la società;
- soci accomandanti: rispondono alle obbligazioni solidali in modo proporzionale alla quota societaria da loro posseduta.
Il codice civile italiano stabilisce che nella ragionale sociale deve essere riportato almeno uno dei nomi dei soci accomandatari. Viene prevista l’iscrizione al Registro delle Imprese.
In caso di fallimento, i soci accomandatari rispondono con i loro beni, mentre i soci accomandanti, non sono soggetti alla procedura fallimentare.
4. Società a Responsabilità Limitata (S.r.l.)
La Società a Responsabilità Limitata, o S.r.l., è una società di capitali che dispone di una personalità giuridica e di un’autonomia patrimoniale perfetta. Questa caratteristica permette ai soci di non essere personalmente responsabili per le obbligazioni della società.
Per l’apertura della S.r.l è necessario un capitale minimo di € 10.000. Si tratta di una delle forme giuridiche più utilizzate, che garantisce maggiore protezione del patrimonio personale rispetto ad altre forme societarie.
Non è previsto un numero minimo di soci, e la responsabilità è limitata alla quota di capitale posseduta. Per aprire una S.r.l. è necessaria l’iscrizione al Registro delle Imprese, con la gestione della contabilità in modo specifico. Una società di questo tipo può anche configurarsi sotto forma di startup innovativa.
5. Società per Azioni (S.p.A.)
La Società per Azioni, o S.p.A., è un’azienda di capitali che ha l’obiettivo di effettuare investimenti di grandi somme di denaro. Anche nel caso delle S.p.A. la società ha una personalità giuridica e un’autonomia patrimoniale perfetta. Anche in questo caso vi è una distinzione tra patrimonio della società e dei soci.
Per diventare soci di una S.p.A. bisogna acquistare le azioni, ma i soci non possono ottenere alcun potere amministrativo. Per costituire una S.p.A è necessario un capitale minimo di € 50.000. Il capitale sociale di fatto è suddiviso in azioni che possono essere acquistati o venduti sul mercato, per cui gli azionisti partecipano in caso di acquisizione di più azioni.
Le S.p.a. si costituiscono tramite un atto pubblico, e possono emettere obbligazioni, nel caso ad esempio di finanziamenti. esiste poi un preciso organo di controllo interno alla cosietà.
6. Società Cooperative
La cooperativa è un’azienda a capitale variabile in cui i soci possono partecipare liberamente al capitale. I tre principi fondamentali su cui si basa questa forma giuridica sono:
- mutualità;
- solidarietà;
- democrazia.
Le cooperative sono senza scopo di lucro, ma forniscono ai soci dei servizi o beni a prezzi vantaggiosi. Per aprire questo tipo di attività bisogna effettuare un atto pubblico e il numero minimo di soci è nove. In questa realtà non esistono titolari e dipendenti, ma solo soci che collaborano tra di loro.
L’adesione a questa realtà è quindi libera e del tutto volontaria, e prevede sia una partecipazione economica sia un certo grado di autonomia e indipendenza. Esistono diversi tipi di cooperative: possono essere sociali, agricole, di lavoro, edilizie, di trasporto e così via.
Come aprire un’azienda
Ad oggi in Italia si possono distinguere tre macro-settori:
- settore primario: agricoltura, pesca, foreste, allevamento;
- settore secondario: costruzioni, industria manifatturiera, di produzione;
- settore terziario: attività di servizi.
Per poter aprire un’azienda occorre prima di tutto trovare un’idea di business valida e fare un business plan in cui mettere nero su bianco i costi, il tipo di azienda, il mercato a cui ci si rivolgerà, il piano operativo e il piano finanziario.
In alcuni casi può convenire trovare un socio o un co-founder per condividere le responsabilità e l’onere di avviare una startup.
È fondamentale analizzare la concorrenza, il mercato e la strategia di acquisizione dei clienti che si vuole applicare in base al target di vendita individuato.
Aprire un’azienda: iter e requisiti
Le procedure da seguire per aprire un’azienda variano in base alla forma giuridica scelta, al settore di riferimento e al luogo di apertura.
Facendo riferimento alle attività commerciali tradizionali, l’iter burocratico da seguire prevede:
- l’apertura della Partita IVA;
- l’iscrizione al Registro delle Imprese;
- la comunicazione degli atti alla Camera di Commercio;
- l’invio della dichiarazione di Inizio Attività al comune (SCIA);
- l’apertura delle posizioni INPS e INAIL nel caso di assunzione di personale.
In alcuni casi è anche necessario informarsi e rispettare le normative locali, stabilite su base regionale o comunale. Per alcuni tipi di attività, inoltre, sono richiesti ulteriori adempimenti, come nel caso delle attività di ristorazione, che devono possedere gli attestati SAB o HACCP.
Per non commettere errori, in questa fase è fondamentale farsi seguire da un commercialista che guida gli imprenditori in tutta la procedura.
Quanto costa aprire un’azienda
Aprire un’azienda comporta dei costi e spesso anche piuttosto elevati, ma ancora una volta, questo dipende dal tipo di azienda che si vuole avviare e a come si vuole sviluppare il progetto.
Infatti, in alcuni casi potrebbe essere necessario investire in infrastrutture in cui l’azienda potrà operare o sostenere l’eventuale costo per le materie prime e la trasformazione di queste in prodotti finiti attraverso l’utilizzo di macchinari.
In genere, possiamo dire che per aprire un’azienda occorrono circa 10 mila euro, soprattutto per attività di piccole dimensioni. Come abbiamo visto, però, per società più grandi come le S.p.a. il capitale minimo è di 50.000 euro, a cui si sommano tutti gli investimenti necessari per avviare l’attività.
Tra i costi da calcolare ci sono:
- acquisto o affitto dei locali;
- acquisto o noleggio delle attrezzature;
- utenze;
- acquisto delle materie e delle merci;
- commercialista;
- costi per la burocrazia.
Aprire un’azienda: la Partita Iva
Come abbiamo visto, aprire la Partita Iva è uno dei requisiti principali da rispettare per poter aprire una nuova azienda.
La procedura prevista per aprire la Partita Iva dipende dal tipo di forma giuridica scelta per l’azienda. Infatti, nel caso dei soggetti diversi dalle persone fisiche che non hanno l’obbligo di iscriversi al Registro delle Imprese, il modulo da compilare è il modello AA7/10 da inviare all’Agenzia delle Entrate.
Invece, per i soggetti che devono iscriversi al Registro delle Imprese, il modello da utilizzare è il modello AA9/7. Invece, per le imprese individuali, il modulo da presentare è il modello AA9/12.
Occorre, poi, stabilire altri aspetto fondamentali, come:
- la scelta del regime contabile;
- l’individuazione del codice Ateco;
- l’apertura delle posizioni previdenziali.
1. Regime contabile
Il regime contabile è l’insieme di tutte le regole da seguire e delle scritture da tenere durante l’esercizio dell’attività. Ad oggi, per aprire una nuova azienda i regimi contabili adottabili sono:
- regime forfettario, fino a 85.000 euro di ricavi;
- regime ordinario.
Il primo è quello più economico, ma presenta un limite nei ricavi. Infatti, non si può aderire al regime forfettario se l’azienda supera gli 85.000 euro di ricavi annui. Inoltre, questo regime non è disponibile per le società.
Invece, le società possono aderire al regime ordinario che, al contrario del forfettario, prevede il pagamento di imposte come l’IRPEF e le addizionali senza particolari agevolazioni. Tuttavia, il vantaggio di questo regime è la possibilità di dedurre e detrarre le spese dal calcolo della base imponibile.
2. Codice Ateco
Il codice Ateco è un codice numerico che corrisponde in modo univoco ad una precisa tipologia di attività economica. Si utilizza, infatti, per la classificazione delle attività economiche adottata dall’Istituto Nazionale di Statistica italiano (ISTAT).
Per conoscere il codice Ateco di una attività, le aziende possono richiedere una visura camerale ordinaria, ossia un documento ufficiale che è possibile ottenere dalla Camera di Commercio e che contiene tutte le informazioni sull’impresa.
3. Apertura posizioni previdenziali
L’apertura di posizioni previdenziali INPS o INAIL è un adempimento importante e obbligatorio per legge. Specialmente nel momento in cui si decide di assumere dipendenti e collaboratori, è necessario regolarizzare la loro posizione per il versamento dei contributi utili alla pensione.
Nel caso in cui l’imprenditore avvia la società e in contemporanea assume dipendenti, deve procedere all’invio della comunicazione tramite ComUnica all’INPS, per seguire le regole previste e procedere in un unico passaggio.
L’INPS infatti va poi ad assegnare una posizione contributiva all’impresa, in base alle caratteristiche della stessa. Il versamento periodico dei contributi ai lavoratori è un obbligo di legge, per cui nel caso di mancati pagamenti si rischiano sanzioni.
Aprire un’azienda all’estero
Molto spesso si decide di aprire un’azienda all’estero, scegliendo un paese diverso dall’Italia per avviare la propria attività. Per farlo tuttavia è necessario conoscere le regole specifiche del paese in cui si decide di andare ad avviare l’attività, e compiere diversi passi a livello burocratico.
Prima di procedere in questa direzione, è consigliato trasferire la propria residenza nel paese in cui si intende avviare l’attività, per non rischiare imposizioni fiscali svantaggiose. Inoltre, conoscere la lingua parlata nel nuovo paese è utile per non rischiare incomprensioni in questi delicati passaggi.
Per chi si sposta all’estero esiste inoltre l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, l’AIRE, per cui l’iscrizione è necessaria se si vuole vivere in un altro paese per più di 12 mesi di seguito. Mantenere la residenza fiscale in Italia inoltre vi espone ad alcuni rischi, come quello di esterovestizione.
Per aprire un’attività all’estero è consigliato stabilire un budget iniziale e il mercato di riferimento, studiandone il funzionamento nel nuovo paese. Avere un consulente o un professionista che segue tutti i passaggi dell’apertura è particolarmente importante.
Vanno poi valutati diversi fattori come: l’andamento economico in una specifica zona, le regole fiscali e per la contabilità, le autorizzazioni per avviare l’impresa, le tipologie di imprese presenti all’estero, che sono diverse da quelle italiane.
Aprire un’azienda – Domande frequenti
Per aprire un’azienda di piccole-medie dimensioni, il costo si aggira intorno ai 10mila euro. Bisogna, infatti, calcolare le spese burocratiche, l’acquisto o l’affitto dei locali, l’acquisto della merce e delle attrezzature oltre ai costi per il commercialista.
Per aprire un’azienda bisogna aprire la posizione INPS e INAIL, segnalare l’apertura dell’attività al Comune tramite la SCIA, effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio e rispettare gli adempimenti burocratici previsti per l’attività.
Per aprire un negozio non è richiesto un particolare titolo di studio. Infatti, è sufficiente avere la licenzia media per poter aprire qualsiasi tipo di attività. Leggi nella guida i passaggi da seguire.
Salve, ho avuto una proposta da un’azienda inglese per aprire una loro rivendita, qual’è il modo migliore per farlo?
Sopratutto per evitare problemi a mio nome.
Buongiorno,
la soluzione ideale, in base alla sua esigenza, è farsi assumere come direttore di filiale.
Grazie per averci scritto